|
|
 27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
Psychopunch - Smakk Valley
|
( 2424 letture )
|
Il nome Psychopunch vi dice forse qualcosa? Mh, improbabile.
Ai più questo nome dirà poco o nulla, ma ci troviamo di fronte ad una realtà risalente al 1999, con all'attivo ben nove album ed un consistente numero di EP, single e split album, infarciti di punk rock alla vecchia maniera...o quasi: semplice, diretto e suonato lontano dalle luci della popolarità.
Siamo una band davvero produttiva e ci piace questa sensazione. (JM)
In effetti il decimo album in quattordici anni di carriera non è cosa da poco, per quanto c'è da considerare che questo Smakk Valley non giunge certo dopo una carriera costellata di successo internazionale e consensi unanimi a suon di biglietti sold out e di tintinnanti corone svedesi…ah già, dimenticavo: questi tipetti provengono dalla Svezia; ho tentato fino all'ultimo di evitare di specificare la provenienza della band, ma ormai che dire? Ha assunto i connotati di una vera e propria invasione, quella svedese (in senso buono, s'intende...).
Abbiamo provato a creare e a dare ad ogni canzone quel qualcosa di speciale in più, e penso che siamo riusciti in questo. (JM)
Se per qualcosa di speciale si intende la riproposizione di stilemi vecchi di quarant'anni, di una creatività che si limita all'uso continuo di power chords ad una velocità maggiore dell'usuale, il tutto confezionato da linee vocali melodiche e catchy, beh, il bersaglio è stato centrato in pieno.
Umorismo a parte, c'è da dire che spesso mantenere un certo interesse e ricreare un minimo di varietà agendo nel campo della semplicità non risulta essere tanto facile quanto sembra...perlomeno quando un brano riesce a vivere di vita propria nonostante le banalità delle forme. Ed in proposito è il caso di citare le tracce numero 1, 4, 9, 10 e 12 della tracklist, ovvero l'opener Back of My Car, Kick in the Head, Dead by Dawn, la quasi title track Smakk Valley Train e Down on my Dreams, tracce in cui almeno la melodia pare messa al servizio del punk e non viceversa; in questo senso la seconda parte del platter sembra un tantino più ferrata in materia rispetto alla precedente. Ma gli sforzi non mi paiono sufficienti,a trarre le dovute conclusioni: l'anagrafe della band avrebbe dovuto produrre risultati migliori, più ricercati, non certo scontati e banali che lasciano quello spiacevole retrogusto di già sentito, in cui ci si ritrova in più di un frangente ad augurarsi che ciò che si sta ascoltando sia un semplice caso di citazionismo, e non di plagio (si vedano in proposito il riffone della già citata Dead by Dawn e i Motörhead...).
Tra le "piaghe" (non è un errore) di questo lavoro, non è difficile individuare le svariate influenze riportate con tanto fervore e orgoglio nel sito ufficiale della band svedese, nomi del calibro di Ramones, Sex Pistols, New York Dolls, Johnny Thunders, Chuck Berry, Cheap Trick, The Clash, Iggy & The Stooges, Generation X, tutto molto commovente e squisitamente nostalgico, certo...ma non trovate che ci sia in tutto questo qualcosa che stoni fortemente? Nella fattispecie, non pensate che strida il fatto che dopo tanti anni di carriera la band venga ancora apostrofata ed accostata alle proprie originarie influenze? Non sarebbe, invero, più giusto che una band dal curriculum vitae tanto lungo abbia ormai già sviluppato e delineato un proprio stile riconoscibile, tanto da non dover più essere accostato alle iniziali influenze? È un po' come se, anche da adulta, una persona venisse sempre chiamata "figlio di", piuttosto che col "nome proprio": andiamo, l'epoca dell'Iliade è finita da un bel po’.
Forse dubbi e critiche di sorta andrebbero mossi, più che alla band, al genere stesso: scevro dalla contestualizzazione socio-politica, dalle sue estremizzazioni cronologicamente più recenti quanto più interessanti e dalle contaminazioni di e verso altri generi musicali, infatti, il punk rock, oggi come oggi, è in grado di dire ben poco o nulla; assume piuttosto le sembianze – diciamocelo francamente – di oggetto del mistero, anacronistico e futile nella sua reiterata e strascicata esistenza.
La band, quindi, non fa altro che adagiarsi sulle stesse coordinate, in barba all'esperienza, in barba al gusto del nuovo, in barba all'imprevedibilità di nuove strade da percorrere, per cui che dire? Contenti loro...
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
|
|
|
|
Tracklist
|
1. Back Of My Car
2. So Jaded
3. Last Night
4. Kick In The Head
5. Sitting By The Railroad
6. My Empty Head
7. All I Wanna Say
8. I Will Never Ever
9. Dead By Dawn
10. Smack Valley Train
11. Emelie
12. Down On My Dreams
13. Everybody Wants An Answer
14. You´re Totally Mistaken
|
|
|
Line Up
|
JM (Voce, Chitarra)
Joey (Chitarra, Cori)
Lindell (Basso, Cori)
Jocke (Batteria)
|
|
|
| |
RECENSIONI |
|
|
|
|
|
|
