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Mourning Beloveth - Formless
( 2748 letture )
Parliamo di doom.

È qualche tempo che mi interrogo sulla necessità di continuare a sposare indiscriminatamente un genere che ha EVIDENTEMENTE già raggiunto il suo apice artistico. Succede che spesso il sottoscritto non riesca a trovare interesse in prodotti “luccicanti” e cosiddetti brand new, preferendo ad essi titoli già conosciuti e di sicuro valore storico.

Perché dovrei perdere minuti del mio tempo libero ascoltando figli di album che ho in bella mostra sui miei scaffali?

E non parlo solo di nuovi monicker, dato che la storia recente insegna che non sempre i grandi nomi hanno confermato la propria dominanza nel perimetro (la stanchezza dei miei idoli My Dying Bride ha probabilmente lasciato molti strascichi e pessimismo), situazione che aggrava la mia sofferenza nello scouting di questa particolare zona “metallica” (mentirei se affermassi di non aver cominciato ad interessarmi ad altro…). Onestamente non posso dire che questo sia successo anche nell’approccio con Formless, platter che - sulla carta - mi incuriosiva fino ad un certo punto.

I Mourning Beloveth non sono certo una band dal piglio sperimentale, ma con l’ultima fatica dimostrano comunque di saper re-interpretare il buon doom che hanno sempre presentato al pubblico (A Murderous Circus, a mio avviso, è uno dei prodotti da tenere sullo scaffale, per intenderci): lenti, angosciosi, a tratti anche melodici gli irlandesi, seppur fondamentalmente incatenati in uno stile che sulla carta ha poche derive concettuali, provano a rimodellare le forme della propria creatura sonora. Se infatti l’iniziale Theories of Old Bones concede pochi spazi alla fantasia, alla creatività e dunque alle emozioni (strano per un’opener), con la successiva Ethics on the Precipe i nostri iniziano a sparigliare le carte inserendo nel proprio impianto standard alcuni movimenti inaspettati: in primis un intervento vocale pulito talmente delicato da ricordami i Funeral di Frosmo (ma anche del recente Oratorium che mantiene comunque la medesima raffinatezza e leggiadria), successivamente un paio di stacchi acustici (peraltro piuttosto importanti in termini cronometrici) che danno dinamicità all’andamento altrimenti molto regolare del pezzo, e che conferiscono pure un vago (ed imprevedibile) sapore southern all’impianto melodico.
Oltre a ravvivare la prima parte dell’ascolto di Formless, va anche detto – in modo chiaro – che è proprio Ethics on the Precipe ad essere la punta di diamante delle sei tracce proposte (che sommate sforano gli ottantacinque minuti di durata), nonostante l’effetto sorpresa provi ad essere perseguito anche con la cadenzatissima Old Rope, brano che sfrutta un minutaggio risicato (nemmeno 5 minuti) per lasciare spazio ad una lentissima progressione marziale, e nella conclusiva Transmission, in cui si piomba – con pure qualche rarefatta deriva neofolk – in pesante low gain.
Dead Channel, con un buon appeal (soprattutto canoro), e Nothing Has A Centre completano il minutaggio senza impedire l’individuazione di qualche filler che abbassa spiacevolmente l’aritmetica finale, comunque abbondantemente sopra la media.
Un album dunque assolutamente piacevole, ma senza picchi o idee inedite che me lo possano far descrivere come un riferimento dei nuovi giorni (per questo vi rimanderei ai Saturnus, onestamente). La perizia negli arrangiamenti (chitarre eccezionali ma percussioni troppo ovvie), la cura dei suoni e della produzione (sbilanciata sul cantato ma sensata), il buon equilibrio della tracklist e lo stupendo clean vocalism di Frank Brennan (molto meglio del growl di Darren Moore), fanno comunque di quest’ultima fatica dei Mourning Beloveth un acquisto assolutamente praticabile da parte dei patiti di band e genere (principalmente per gli estimatori della scuola “anglocentrica”).

E se non fossi un doomster?

Beh, Formless non è così estremo ed intelligibile da impedire un gradimento anche ai meno addicted in materia, ma probabilmente lo si apprezza di più vivendo giorno per giorno il declino della scena (non parlo della sludge area, ma di death/doom).

Mettiamola così: una piccola luce nel crepuscolo.



VOTO RECENSORE
70
VOTO LETTORI
82.66 su 3 voti [ VOTA]
ganzo
Domenica 15 Ottobre 2017, 10.29.13
5
rimosso
Luca
Mercoledì 29 Ottobre 2014, 8.46.36
4
Ottimo lavoro
enry
Domenica 31 Marzo 2013, 10.25.34
3
Non ho ancora ascoltato la suite Transmission posizionata da sola nel secondo cd, però il disco mi pare buono, non clamoroso ma buono e superiore all'ultimo MDB. Brani preferiti Ethics e la bellissima Old Rope. Torno quando avrò completato l'ascolto.
Red Rainbow
Martedì 5 Marzo 2013, 13.22.07
2
Sono ovviamente lontano dalla sterminata padronanza "giassiana" del genere e forse proprio per questo bruco ancora volentierissimo nei pascoli del doom, ma questo mi sembra davvero un album ben fatto. Li avevo ascoltati anni fa senza peraltro rimanere particolarmente coinvolto, quì invece li ritrovo maturati e in grado di spaziare a spettro molto più ampio su una tavolozza che, se è vero che non aggiunge granchè di sperimentale, offre perlomeno un senso di "classico" che non guasta mai. Certo, siamo lontani dalle vette dei Saturnus, ma trovo che i MB abbiano tratto grande vantaggio arricchendo la scuola "anglocentrica" di cui parla giustamente Giasse ("Theories..." ne è forse l'esempio migliore) con abbondanti iniezioni di derivazione scandinava, al punto che un (fantastico) brano come "Ethics..." potrebbe essere stato tranquillamente composto sulle rive del Baltico o del Golfo di Botnia..... In definitiva largheggerei un po' nel voto finale, qualcosa appena sopra gli 80 e, mi raccomando, Giasse, siilo sempre... doomster, intendo
FURIO
Domenica 3 Marzo 2013, 21.40.41
1
Grande Giasse, come sempre le tue analisi sono profonde ed attente. Condivido in toto la tua opinione ma proprio perchè i grandi maestri come i My Dying Bride iniziano ad invecchiare, avrei aggiunto una manciata di voti a questo album, anche solo per premiare il fatto che stiano mantenendo negli anni uno standard medio/alto. Per il resto mi inchino!!
INFORMAZIONI
2013
Grau Records
Doom
Tracklist
1. Theories of Old Bones
2. Ethics on the Precipe
3. Old Rope
4. Dead Channel
5. Nothing Has a Centre
6. Transmission
Line Up
Darren Moore (voce)
Frank Brennan (voce e chitarra)
Pauric Gallagher (chitarra)
Brendan Roache (basso)
Timmy Johnson (batteria)
 
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