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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Spellbound - Incoming Destiny
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( 3075 letture )
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Thrash made in Germany. Questa è la premessa da fare e infondo la recensione potrebbe finire quì. Sì perchè questi quattro tedeschi, attivi sin dal 1998 e con alle spalle diversi demo, non hanno alcuna intenzione di distaccarsi troppo dal thrash metal old-school. Il passato del metallo tedesco è senza alcun dubbio il punto di partenza, continuamente affiorano richiami alla sacra triade teutonica, Kreator in primis come ben si nota dall'approccio vocale, molto simile a quello di Mille Petrozza, ma la band prende a piene mani anche dalla Bay-area: il gruppo stesso infatti cita nella propria biografia Slayer ed Exodus come influenze principali e lo si sente bene, soprattutto quando i tempi rallentano. Non mancano neppure influenze esterne ed il death metal fa capolino spesso, così come qualche poco invadente concessione melodica. Il disco chiaramente non ha alcuna pretesa di essere originale e si presenta già dalla copertina volutamente retrò come un tributo ai vecchi maestri del genere. Anche la produzione, affidata al veterano Andy Classen (Tankard, Holy Moses), seppur in linea con gli standard moderni, cerca di mantenere un legame col passato; ma in tutto questo la personalità della band stenta ad emergere e seppur le canzoni vengano proposto con grinta, impegno e perizia tecnica esse non riescono a lasciare il segno. I riff scorrono via senza graffiare e i brani risultano assomigliarsi l'uno con l'altro. Le ritmiche di chitarra, che dominano l'intero disco, poggiate su una sezione ritmica minimale e a dire il vero un pò troppo poco varia, raramente si stampano nella memoria, restando in un monocorde anonimato. Le buone intuizioni ci sono, ogni qual volta la band cerca di uscire un pò dagli stilemi del genere: ne è un esempio la maligna Focus 22, che mostra soluzioni melodiche che pagano tributo al black metal, stacchi tecnici e convincenti ripartenze thrash. Non siamo neanche quì su livelli di eccellenza, ma se il disco si fosse mosso tutto su queste stesse coordinate, senza restare sterilmente chiuso in un riffing canonico già sentito, il risultato sarebbe stato ben migliore. Nel complesso la seconda parte dell'album suona decisamente più fresca ed episodi come Hate (cattiva ma allo stesso tempo dotata di buone melodie) o The Human Race, risollevano il disco da una prima parte che poco lascia impresso nella memoria. Le qualità ci sono e questo fa ben sperare per il futuro, aspettando che la band riesca a trovare il giusto equilibrio tra tributo ai classici e originalità. Per ora è solo buon disco, consigliato ai nostalgici del thrash metal.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.Sonic Departure 2. Incoming Destiny 3. Arrival Of The Gods 4. The Hollow 5. Spiritual Decline 6. Focus 22 7. Trust In Fire 8. View To Remote 9. Hate 10. The Human Race
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Line Up
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-David Maier: guitar -Daniel Tschoepe: guitar -Kai Lohwasser: drums -Lennart Vocke: vocals, bass
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