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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Fallen - A Tragedy’s Bitter End
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( 5099 letture )
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La colonna sonora del dolore di una processione funebre...una litania che canta del dolore di chi vive e piange chi non c'e' piu', e si crogiola nei ricordi felici di un tempo...i Fallen hanno composto il loro album di debutto, e raccontano "l'amara conclusione di una tragedia", la tragedia di chi e' caduto in battaglia, di chi e' abbandonato, di chi si e' suicidato...
Aftermath Music definisce i Fallen come "atmospheric funeral doom metal", e mentre io preferisco il piu' generico "doom", devo ammettere che questo apparente contrasto di termini (il funeral doom metal e' ben lontano dall'essere "atmosferico") non e' stato scelto in modo erroneo, perche' nonostante il feeling imperante in questo disco sia davvero disperato e funesto, i Fallen sanno creare atmosfere piu' dolci, quasi delicate, che ti fanno comprendere che esiste ancora un po' di speranza e di toccante malinconia nel mondo, e che dopo il terribile dolore di una perdita, il tempo lenisce le ferite.
Prima di tutto, ci tengo a sottolineare che, contrariamente al classico concetto del doom che si ha ultimamente, la voce di Otteresen non e' in growling (scelta invece tipica delle doom/death band), bensi' sempre pulita, ed e' veramente notevole, perche' riesce a diventare davvero profonda e intensa, ai limiti delle possibilita' delle corde vocali, senza dover sfociare nel gutturale : nel contempo, i Fallen creano brani avvolgenti, ammalianti, che, se non ascoltati superficialmente (ma chi apprezza il doom metal NON ascolta i dischi superficialmente, perche' la musica del destino ha bisogno di concentrazione e completa disponibilita' interiore da parte dell'ascoltatore, per essere apprezzata), creeranno nella vostra mente immagini...immagini di un viso piangente e delle lacrime che scorrono lungo il viso e vengono poi asciugate da un fazzoletto, immagini di una persona che siede da sola, rannicchiata, a guardare il tramonto, e condividerete con lui i suoi pensieri dolorosi...
I Candlemass di "Nightfall", i Cathedral di "Forest of equilibrium", i St. Vitus (piu' in generale) sono la parte piu' oscura e disperata dei Fallen, quella del vero destino avverso, della morte come unico scopo della nostra misera esistenza, mentre i My Dying Bride di "The Angel and the dark river" e di "Turn loose the swans" sono la meta' piu' toccante, malinconica, e piangente, ma sempre con lo sguardo rivolto al futuro, per lasciare dietro di se', dopo aver pianto lacrime amare, il passato.
Queste due meta' vanno a braccetto, si compenetrano, si alternano, si parlano, si plasmano, e danno voce ai sentimenti dei Fallen, che sono sentimenti veri, sinceri, che toccano il cuore di ognuno di noi con grande delicatezza e intensita'.
Chi non ha paura di provare emozioni vere, ricordare il passato, e magari versare lacrime di commozione, puo' avvicinarsi, con il cuore palpitante, a questo struggente disco...e ascoltando la conclusiva "The Funeral", vi tornera' alla mente il finale dell'Infinito di Leopardi, che e' il perfetto suggello per spiegare cioe' che proverete durante l'ascolto : "Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare".
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2
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Sono da poco entrato nel mondo del funeral/doom/ metal, questo disco è tra i miei preferiti. |
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1
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Uno dei pochi dischi che riesce a placare la mia continua sete di malinconia... La declinazione sconsolante dei Funeral. Un capolavoro da avere assolutamente! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Gravdans
2. Weary And Wretched
3. To The Fallen
4. Morphia
5. Now That I Die
6. The Funeral
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Line Up
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Kjetil Ottersen - vocals, synth e piano
Christian Loos - guitars
Anders Eek - drums
www.funeral-doom.tk
www.aftermath-music.com
ruholm@online.no
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