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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Pessimist (GER) - Death from Above
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( 4590 letture )
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Germania. Thrash. Gioventù. Bastano queste tre parole per dare una perfetta idea di ciò che sono e ciò che suonano i Pessimist. Nati in una birreria di Weil am Rhein (paesino a otto chilometri di distanza da Lorrach, città originaria dei Destruction) nell’estate del 2006, i Pessimist possono essere considerati l’illustre progenie dei maggiori gruppi thrash metal teutonici. Dopo due demo e un live CD autoprodotto, questi cinque ragazzi si sono presentati al mondo nel 2010 con l’ottimo disco d’esordio Call to War. Come ogni gruppo musicale sa, il secondo album è sempre quello più ostico da comporre e da immettere sul mercato: queste difficoltà possono essere causate sia dalla scomparsa dell’alibi comunemente associato a un disco d’esordio, sia dalla presenza di un numero più elevato di fans, i quali non accetterebbero di buon cuore una delusione. Considerato l’ottimo successo raccolto da critica e pubblico di Call to War, infatti, questa nuova uscita discografica è tanto attesa quanto complessa. In Death from Above le tematiche belligeranti, tanto care ai Sodom, continuano a essere il fulcro principale del songwriting; allo stesso modo il sound si ripresenta come la perfetta stirpe nata da una relazione multipla tra la Triade, gli Assassin, i Living Death, i Paradox, gli Holy Moses e i Deathrow. Le influenze, la posizione geografica del gruppo, le premesse e i titoli delle canzoni offrono tutte le prospettive per aspettarsi un gran bel lavoro. Saranno riusciti i Pessimist a ripetere il loro successo? Scopriamolo insieme.
Il disco si apre con Feindfahrt, termine che indica la formazione assunta da navi e sottomarini da guerra in preparazione di un attacco al nemico; il brano è introdotto dall’inconfondibile suono di un sonar, come se i Pessimist volessero introdurre l’ascoltatore allo scenario che loro stessi hanno creato, prima che la battaglia abbia inizio. Ritmiche serrate, voce furibonda e tanta, ma tanta energia: come brano d’introduzione può tranquillamente essere paragonato a Trommelfeuer di Call to War. Dopo la prima mazzata, naturalmente, arriva la seconda: World of Pain continua a concentrare riff al fulmicotone che si incrociano con la cattivissima prova vocale di TZ; favolosi i cambi di tempo dettati nella sezione ritmica di Sevi e Zufi, così come l’assolo dei due axemen Richie e Tormentor. Malgrado l’oggettiva qualità dei due brani d’apertura, la title track è la canzone che attira tutta l’attenzione su di sé già dalla prima riproduzione: l’intro è un vero e proprio capolavoro che gioca sui ritmi dettati dal batterista e che coinvolge il collo di ogni ascoltatore in modo naturale; la sfuriata successiva, con tanto di cori in pieno stile thrash anni ’80, è annichilente nella sua intensità. Dopo aver abbassato (relativamente) il ritmo con The Fallen, ecco che i Pessimist ci presentano un altro pezzo forte dell’album: Antisocial Bastards. La canzone, introdotta da chitarre acustiche il cui suono metallico sembra penetrare la mente dell’ascoltatore fino in fondo, viene supportata da uno dei riff più belli dell’interno album e cattura l’attenzione grazie ad un refrain azzeccatissimo; l’assolo conclusivo è la ciliegina che rende la torta ancora più dolce. A questo punto, alcuni ascoltatori potrebbero lamentarsi della prolissità delle canzoni, vista la lunghezza media superiore a quella imposta dai soliti canoni del thrash. La risposta a queste eventuali (e diciamolo fuoriluogo) critiche viene data in Blood Will Flow e Don’t Care, due brani corti, veloci e sparati dritti in faccia all’ascoltatore: se questa non è una chiara dimostrazione di thrash puro, non lo è nient’altro. A questo punto i cinque ragazzoni tedeschi potrebbero tranquillamente chiudere il sipario su un ottimo album e nessuno se ne lamenterebbe. Eppure, a loro sembra mancare qualcosa: una strumentale? Ecco che arriva Behind the Veil, sulla quale non mi dilungo e mi limito a dire che era dal primo ascolto di The Call of Ktulu che non mi emozionavo così nel sentire una strumentale thrash. Quando ormai, con gli occhi sognanti e il collo dolorante, si pensa di aver captato tutta la qualità strumentale e compositiva dei Pessimist, ecco che arriva l’ultima, grande perla: The Last Bastion. La canzone rappresenta l’ultimo baluardo, la nostra ultima roccaforte in questa battaglia che è durata davvero tanto ma ci ha ricompensati alla grande; il brano di chiusura non si limita ad essere un semplice altro grande pezzo, ma va oltre: gli ultimi due minuti sono esclusivamente acustici e deputati al compito di scortare l’ascoltatore al di fuori di tutta la furia cui è stato sottoposto. Il paragone è azzardato, ma la struttura della canzone e l’epicità della chiusura mi hanno prontamente ricordato Perennial Quest dei Death. Scusate se è poco. In conclusione, Death from Above non solo conferma le ottime qualità compositive del quintetto teutonico, ma si dimostra un lavoro ancora più ispirato del predecessore Call to War. Tutti e nove i brani dimostrano le peculiarità dei Pessimist, i quali sembrano essersi perfettamente calati nella parte di estimatori e rielaboratori del thrash metal ottantiano tedesco in chiave moderna; la tecnica musicale è elevata e viene messa in luce da un’ottima produzione, non eccessivamente “plasticosa” come quella che spesso accompagna i nuovi album thrash. Canzoni come Death from Above, Antisocial Bastards e The Last Bastion sono delle vere e proprie perle, alle quali viene affiancata una meravigliosa strumentale, di quelle più uniche che rare nel thrash metal. Grazie a questo secondo centro, i cinque ragazzi di Weil am Rhein, dimenticando momentaneamente il loro monicker e azzardando un po’ di ottimismo, possono cominciare a guardare negli occhi le realtà storiche del genere e le loro ultime uscite discografiche; perché si sa, a volte l’allievo riesce anche a superare il maestro. Una delle nuove frontiere del thrash.
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Ottimi. Consiglio anche i connazionali NUCLEATOR ( purtroppo disciolti) per chi ama sto genere di thrash. |
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Degno successore del precedente, questo album è veramente potente, suonato benissimo e con un suono moderno ma non troppo, veramente tosti |
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Sono sul lavoro e nelle orecchie esplode Feindfahrt, davanti a me c`e` il tipico truzzo da discoteca che sara` la meta` di me: mi spiegate come faccio a resistere e non andare a spezzarlo in due?? Battute a parte (?) questo album e` veramente una bomba. Una delle poche nuove band di thrash che valgono quanto i vecchi gruppi, altro che Gama bomb e porcherie simili. Recensione perfetta e bella scoperta. |
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Sono passati parecchi mesi dall'uscita ma sti qua mi piacciono ancora da morire. Resta tra le migliori uscite Thash dell'anno per me. |
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d accordissimo con tutti...ok per la pazienza però me lo sarei aspettato fra le rece di routine invece in questo modo finirà fra i rispolverati credo...e chissà quando... |
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20
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Per me Tales of the weird è fenomenale ed è molto vario, per me è uno dei dischi dell'anno con l'ultimo Destruction...questo devo sentirlo ma onestamente fare meglio di Charly e Schmier sarà dura  |
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@tommi: sicuramente sono due modi ottimi e diversi di suonare thrash, probabilmente dovuto alla differenza d'età e di periodo delle due band; secondo me la bellezza di entrambi gli album sta proprio in questo: la personalizzazione del sound (più diretto e massiccio quello dei Paradox, più variegato e longevo quello dei Pessimist). Comunque, a livelli così alti, non è tanto Tales of the Weird a essere un gradino sotto, quanto Death from Above a essere un gradino sopra Per quanto riguarda la recensione, ti ha già risposto Lizard  |
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Prima o poi arriva tutto, abbiate pazienza  |
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@monky...posso accettare il fatto che sia un gradino sotto questo forse perchè suona meno moderno in alcune parti e la produzione non è a livelli altissimi (forse è solo una mia impressione)...però lo sento più granitico e compatto...sono album diversi come abbiamo detto qui cè più alternanza e ciò ne è la sua forza però l album dei paradox diciam che è più una mazzata...perchè non fai la rece? |
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@tommi: grazie! Comunque si, anche secondo me Tales of the weird è un ottimo disco, forse solo un gradino sotto questo Death from Above, soprattutto grazie alle meravigliose parti soliste di Muenzner. |
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@Monky grazie per la dritta! l ho ascoltato già 3 4 volte sul tubo ed è veramente un disco con sostanza...sto facendo un pensierino per l acquisto...ottima recensione ed album che mi intriga di più di tutte le band storiche tedesche messe assieme eccezzion fatta per i paradox...Tales of the weird è un ottimo disco peccato che nessuno abbia pensato a recensirlo... |
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@tommi: sono d'accordo, secondo me è proprio quest'alternanza che rende l'album davvero ottimo e longevo! |
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album interessante dopo un primo ascolto...certamente da approfondire...@monky la strumentale è veramente notevole ed anche l alternanza fra momenti tirati e rallentamenti da un ottimo respiro alle stracce... |
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12
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Mi piacerebbe molto un bel concerto con loro da spalla ai Sodom...Album fantastico a mio parere anche se l'esordio mi aveva veramente impazzire |
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11
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piaciuti per nulla, molto noiosi... solo la mia opinione |
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10
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Non vorrei farmi prendere dall'entusiasmo dopo un paio di ascolti soltanto,ma mi sembra il miglior album thrash delle "nuove leve"....e non di poco,BY FAR!!!!Peccato solo per la voce troppo monotona...Il voto della recensione non è affatto esagerato.. |
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9
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Un gruppo della madonna! L'ultimo mi era piaciuto tantissimo, non vedo l'ora di sentire questo... |
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8
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Dopo una recensione e un voto così era d'obbligo l'ascolto per lo meno sul tubo. 'Azzo se picchiano, sto proprio meditando l'aquisto |
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7
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Io invece ho adorato il loro disco d'esordio...lo sentivo giusto la settimana scorsa e nn facevo altro a che pensare a quando il nuovo disco e...baaaam...grazie ragazzi |
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6
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"Portare tanta birra, por.k matonnen, ja voll...." sarà stato questo il discorso dei nostri crucchi nel pub? Non li ho mai sentiti, ma consiglio loro di cambiare nome, visto che esistono già - da 20 anni- i Pessimist americani , che fanno death. |
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5
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"Portare tanta birra, por.k matonnen, ja voll...." sarà stato questo il discorso dei nostri crucchi nel pub? Non li ho mai sentiti, ma consiglio loro di cambiare nome, visto che esistono già - da 20 anni- i Pessimist americani , che fanno death. |
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4
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Si trova sul tubo per intero...l'opener non è niente male,spero anche il resto...ma potevano scegliere un monicker migliore?!?è PESSIMO!!! |
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88????Minchia!!!Curiosità a mille!!!Il primo per me era davvero mediocre...vado a cercarlo subito e valuterò... |
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2
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Mmm, 88 è un voto altissimo, il disco precedente di questi giovanotti Call To War confesso che l'avevo bellamente scaricato per cancellarlo 3 giorni dopo, non era quella gran cosa alla fine... Ascolterò anche questo, ma sono dubbioso. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Feindfahrt 2. World of Pain 3. Death from Above 4. The Fallen 5. Antisocial Bastards 6. Blood Will Follow 7. Behind the Veil 8. Don’t Care 9. The Last Bastion
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Line Up
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Michael “TZ” Schweitzer (Voce) Richard “Richie” Beck (Chitarra) “Tormentor” Eric Tobian (Chitarra) Severin “Sevi” Wössner (Basso) Daniel “Zufi” Zuflucht (Batteria)
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