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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Odd Dimension - The Last Embrace To Humanity
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( 2033 letture )
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Malinconia, solitudine, freddo e sofferenza: queste sono le uniche parole che escono ad ogni ascolto di questo disco, un concept album ottimamente prodotto sotto ogni punto di vista, uno di quegli album che nascono e maturano solamente attraverso le emozioni. Non ci sono ragionamenti a tavolino, nessuna direzione precedentemente stabilita, esiste soltanto il desiderio di raggiungere un obbiettivo comune e mai scontato. Quest’obbiettivo è possibile descriverlo tramite la parola "comunione".
Comunióne s. f. [dal lat. communio -onis (nei sign. 2 e 3 dal 4° sec.), der. dicommunis «comune1»]. – Rapporto che si stabilisce tra più persone attraverso un vincolo spirituale che le unisce: essere in c. d’idee, di sentimenti, d’affetti.
Giunti alla seconda release, gli Odd Dimension si presentano al pubblico con un'opera ambiziosa e personale. La bellezza di The Last Embrace To Humanity non risiede tanto nella musica in quanto tale ma nella percezione, palese ad ogni ascolto, del sentimento comune che lega questi musicisti: creare un’opera personale e spontanea. Un flusso interiore che scorre dentro inesorabilmente, controcorrente rispetto a tutti quei concept studiati a tavolino, in piena transumanza all’interno del mercato musicale odierno. Musicalmente non siamo molto distanti dal classico prog venato di power (Far From Desire) ma la matrice compositiva si rifà comunque ai soliti, onnipresenti, Dream Theater senza però disdegnare echi di Fates Warning, Threshold e Pain Of Salvation.
La tracklist ci introduce verso quel mondo che noi tutti viviamo quotidianamente: l’alienazione dell’uomo a favore di un teorico progresso (un tema strettamente attuale). Alla nascita di ogni nuova generazione c’è un aumento esponenziale della superficialità verso la natura e la storia dell’uomo, si trascorrono ore dinnanzi ad un monitor e il tutto viene sacrificato in nome del futile vivere. Un appagamento del vuoto con un nulla costante. Ascoltare canzoni come l’opener The Unknown Danger, Dissolving Into The Void oppure Fortune And Pain da' la stessa sensazione che darebbe una gigantesca caramella alla menta: freschezza! Potenti senza diventare prolisse, mai fini a se stesse, si lasciano scoprire ed assaporare in punta di piedi, leggere e minuziose, camei d’alta oreficeria. Gli assoli chirurgicamente congeniati sono inseriti perfettamente all’interno del mood dell’album non risultando mai invasivi. A questi brani si contrappongono le quasi ballads It’s So Late, Another Time e The New Line Of Time (brano dal ritornello catchy come pochi altri), momenti, gli unici, più pacati e riflessivi. Da segnalare su It’s So Late la presenza di Michele Luppi come guest, il cui contributo, pur essendo in secondo piano all’interno della canzone, risulta decisivo nell'esaltazione della cura per i dettagli. Non ci sono comunque singoli passaggi o canzoni che spicchino su tutte, forse solo Far From Desire si assesta su un gradino sopra le altre.
I lati negativi? Ho speso tante belle parole e non ci sono lati negativi? Purtroppo non è "il disco" e arriva dopo decadi nelle quali un certo riffing è stato visitato e rivisitato. Echi di "già sentito" sono percepibili qua e là e anche se non vanno ad inficiare il giudizio generale sono comunque ben presenti e soprattutto incancellabili. Le orme dei giganti non sono invisibili. Un altro pelo nell'uovo, impossibile da trascurare, è la pronuncia fortemente italica del cantante, a suo modo incolpevole ma a mio avviso perfettibile. Che raccontare ulteriormente se non che il disco sarebbe meglio ascoltarselo, lasciarlo fluire all’interno del corpo sentendosi alienati, distaccati e malinconici? Percepire il vuoto che la società moderna offre a questo mondo e iniziare a riflettere. Gli Odd Dimension hanno fatto il primo passo verso quella che potrebbe essere una carriera tutta in discesa. Un netto miglioramento rispetto al debut album che fa di questoThe Last Embrace To Humanity un highlight in ambito prog a livello nazionale e non solo.
Consigliato a chi ha voglia di evadere, riflettendo sulla vita in tempi dispari.
La base di ogni volere è bisogno, mancanza, ossia dolore, a cui l'uomo è vincolato dall'origine, per natura. Venendogli invece a mancare oggetti del desiderio, quando questo è tolto via da un troppo facile appagamento, tremendo vuoto e noia l'opprimono: cioè la sua natura e il suo essere medesimo gli diventano intollerabile peso. La sua vita oscilla quindi come un pendolo, di qua e di là, tra il dolore e la noia, che sono in realtà i suoi veri elementi costitutivi. (A. Schopenhauer, Il Mondo Come Volontà E Rappresentazione, 1819)
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2
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grande disco grande band. per me una delle uscite migliori dell'anno in ambito progmetal |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1.The Unknown King
2. Under My Creed
3. Dissolving Into The Void
4. It’s So Late
5. Another Time
6. Fortune And Pain
7. The New Line Of Times
8. Far From Desire
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Line Up
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Manuel Candiotto (Voce) Gianmaria Saddi (Chitarra) Gabriele Ciaccia (Tastiere) Gigi Andreone (Basso) Federico Pennazzato (Batteria)
Musicisti Ospiti: Michele Luppi (Voce su It's So Late)
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