|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
Ten Years After - Stonedhenge
|
( 4129 letture )
|
Con Stonedhenge, terzo album (secondo in studio) degli inglesi Ten Years After non siamo di certo al cospetto del lavoro migliore del gruppo, pur trattandosi di un discreto album blues/rock di matrice britannica, con i primi significativi innesti di psichedelia, elemento che crescerà nella composizione dei lavori successivi. L’amalgama all’interno della line up è di quelle da far invidia a tantissimi gruppi odierni: la coesione perfetta tra i vari membri della band si percepisce fin dal primo ascolto, pur dovendo sottolineare le capacità compositivo-esecutive di Alvin Lee cantante e chitarrista della band ma, soprattutto, leader carismatico e indiscusso della formazione inglese.
Il disco, come detto, viaggia a cavallo tra un rock e blues, non tralasciando però di sconfinare in campo jazz (su tutte Woman Trouble), come le divagazioni psichedeliche di Sad Song e No Title dalle multiformi incarnazioni per tutti i propri otto minuti di durata. Già con l’iniziale Going To Try si dovrebbero capire le coordinate su cui è indirizzato il disco e ne sono una palese esplicazione i lunghi assoli di organo e chitarra accompagnati dalle incessanti percussioni (bongos) ad opera di Simon Stable. I Can’t Live Without Lydia è un piacevole intermezzo pianistico di chiara matrice jazzistica ad opera di Lee. Di Woman Trouble abbiamo già detto, quindi vale la pena citare Skoobly-oobly-doobob, perfetto assolo vocale/chitarristico di Lee. Hear Me Calling è probabilmente la miglior composizione del disco, e credo che serva a poco aggiungere altro. Ascoltare per credere il piglio della canzone e il blues coinvolgente e crescente. Ancora una volta Lee protagonista alla chitarra. Sad Song è palesemente di matrice psichedelica, grazie al basso martellante di Leo Lyons e alla prestazione di Alvin Lee nella quale non dovrebbe essere difficile cogliere echi “morrisoniani”. Three Blind Mice è il riarrangiamento ad opera di Ric Lee di una canzone tradizionale, ma si tratta di un trascurabilissimo filler che anticipa No Title altra song di valore, soprattutto per le sue diverse anime. Rock psichedelico e hard rock la fanno da padrone, relegando il blues in un angolino, genere maggiormente presente nella prima parte del disco. Faro è un altro riempitivo ad opera del basso di Lyons, mentre Speed Kills è un up tempo “rock n’rollereccio” davvero ben realizzato e coinvolgente: ottima chiusura.
Questo Stonedhenge è un album di natura varia, probabilmente un disco di passaggio che rispecchia la mutazione non ancora compiuta da parte della band. Questa sua varietà non impedisce però di apprezzarne la bontà, in particolar modo le diverse influenze che fanno da fondamenta al lavoro che Lee e soci hanno miscelato in maniera sapiente. Disco, prodotto ancora da Mike Vernon, non imprescindibile ma certamente importante all’interno della discografia della band.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
11
|
Oh i gusti sono gusti ci mancherebbe, ma questo è l\'album più coraggioso della band e per me anche il migliore. 90 |
|
|
|
|
|
|
10
|
Ciao @Lizard, va bene che son passati undici anni, ma la recensione che possiamo leggere e commentare è quella. E a mio avviso il commento di @Lupopazzo dal terzo periodo in poi è più che corretto (o quanto meno: io sono stato meno entusiasta, ma che si tratti di un disco bellissimo, e non solo discreto, è fuori di dubbio). Sui primi due periodi non dico niente perché questo recensore aveva già smesso di scrivere sul sito due-tre anni prima che arrivassi io e quindi non ho avuto modo di conoscerlo \"in diretta\". |
|
|
|
|
|
|
9
|
Dopo undici anni dalla pubblicazione direi che sei appena fuori tempo massimo. |
|
|
|
|
|
|
8
|
Quando non si capisce, meglio parlare di altro.
Torna a recensire dischi metal.
Disco immenso, il loro capolavoro.
100
Certo, il meno facile della loro discografia, ma le cose facili non sono capolavori. |
|
|
|
|
|
|
7
|
Fabio, si chiamano Blues Magoogs e sono molto lontani di TYA, scambia il blues amplificato per il garage. Stone like rock |
|
|
|
|
|
|
6
|
... come da recensione, disco di passaggio. Anch'io adoro ALVIN LEE e i TEN YEARS AFTER, ma il LORIN che dava 99 mi sembra davvero poco obbiettivo. Conosco bene questi Album, avevo le cassette quando vivevo in ròulotte, e sul Toshiba a pile, le ho praticamente consumate. Il + fedele il commento 5. |
|
|
|
|
|
|
5
|
Disco ombroso e sperimentale, il meno facile della produzione classica dei TYA. All'epoca non fu molto apprezzato. Ha molte soluzioni particolari: anche la breve Three Blind Mice, per esempio, che nella recensione viene catalogata come inframezzo, ha dei cut di percussioni rimontato in loop ad un certo punto, con passaggio di canale contemporaneo. Per dire che ci sono tanti piccoli dettagli nei solchi di questo disco che lo rendono un piccolo capolavoro... Da ascoltare con attenzione, orecchio e pazienza! |
|
|
|
|
|
|
4
|
Dopo il monumentale Undead i Ten Years After tornarono in studio infilano un'altra perla in cui Alvin Lee sparge talento ad ogni nota ( Woman Trouble, Skoobly-Oobly-Doobob, Hear Me Calling, A Sad Song). 83 |
|
|
|
|
|
|
3
|
P.S. Skoobly-oobly-doobob Lee anticipa quello che anni dopo sarà il cavallo di battaglia di uno dei chitarristi che più amo George Benson Pensa-suona-canta. Un grande purtoppo poco conosciut. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Adoro alla follia Woman Trouble, quel sound che ritroverò solo con Stevie Ray Vaughan. Lee come sempre superbo sfido chiunque ad ascoltarlo senza battere il ritmo con il piede ipnotico. Difficile dare voti a band come questa. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Amo questa band e tutti i suoi dischi, sono tutti grandissimi lavori e on stage erano devastanti. La chitarra di Lee è unica. Beh, per quanto riguarda il voto, ecco, non ci sono abbastanza numeri per poterglielo dare. Quindi solo 99. |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Going to Try 2. I Can't Live Without Lydia 3. Woman Trouble 4. Skoobly-Oobly-Doobob 5. Hear Me Calling 6. A Sad Song 7. Three Blind Mice 8. No Title 9. Faro 10. Speed Kills
|
|
Line Up
|
Alvin Lee (Voce, Chitarra, Pianoforte) Chick Churchill (Organo, Pianoforte) Leo Lyons (Basso elettrico, Percussioni) Ric Lee (Batteria, Timpani)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|