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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 6750 letture )
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Figli della seconda invasione blues britannica, che raggiunse l'apice nella decade '65-'75, i Ten Years After occupano una posizione di marcato rilievo nella storia del rock britannico e mondiale. Coloro dotati di ottima memoria sicuramente ricorderanno l'elettrizzante esibizione sul leggendario palco di Woodstock nel '69, a fianco di miti del calibro di Jimi Hendrix. Ed è proprio grazie all'omonimo show che al gruppo inglese, capitanato dal talentuoso e sottovalutato Alvin Lee -che ci ha lasciati da poco- vengono aperte le porte sul continente americano; lo stesso anno infatti il quartetto rilascia Ssssh, terzo LP ufficiale in studio dopo i precedenti Ten Years After e Stonedhenge. A confermare la crescita, seppur limitata, del loro successo furono il piazzamento al ventesimo posto nelle charts statunitensi (il più alto nella loro carriera) ed il quarto in quelle inglesi; numeri non da poco se si considera il limitato livello d'attenzione ottenuto lungo la loro (breve) carriera in confronto ad altre band del genere. Eppure questo Ssssh è un vero e proprio capolavoro della storia della musica.
La geniale mente di Alvin Lee è stata in grado di veicolare le sonorità blueseggianti dei precedenti album verso un rock sensibilmente più duro, tirando fuori dal cilindro un sound fresco, frizzante e decisamente Cream oriented. Dall'opener Bad Scene (canzone che si apre quasi goliardicamente con il canto di un gallo) alla conclusiva I Woke Up This Morning passano poco più di trenta minuti, tuttavia la straordinaria presenza di riff di chitarra (e la differenzazione tra gli stessi), amalgamata con l'altrettanto straordinaria sezione ritmica -composta da Leo Lyons al basso e Rick Lee dietro le pelli- va a formare un meraviglioso miscuglio musicale ed artistico che si sposa fantasticamente con la voce di Alvin. Il tutto è condito dall'organo (un classico degli anni sessanta) di Churchill, in pieno stile Iron Butterfly, che, oltre a dare grande corposità al sound, non disdegna di dire la propria ed a lanciarsi in momenti di puro virtuosismo. Per chi fatica a comprendere a parole quale siano le capacità del quartetto britannico è caldamente consigliato l'ascolto di Good Morning Little Schoolgirl, il pezzo più lungo ed al contempo migliore del platter. In sette minuti Lee e compagni conquistano l'ascoltatore grazie ad un continuo susseguirsi di riff ed assoli: a stupire è la formidabile coesione tra i membri del gruppo, che ha dell'incredibile (grazie anche all'eccellente missaggio di Chris Wright); l'assolo di Alvin, poi, è qualcosa di meraviglioso. Un ulteriore punto a favore di questo Ssssh consiste nella grande eterogeneità, non solo tra i brani, ma tra i generi coesistenti all'interno degli stessi pezzi; ciò lo rende un disco consigliabile ad un vasto numero di persone, anche e soprattutto alle meno avvezze al genere.
Che dire poi? Le parole servono a poco per descrivere quanto questo lavoro abbia inciso nella storia della musica rock. Esso rappresenta appieno l'evoluzione del blues di fine anni sessanta, inizio anni settanta, verso un qualcosa di più maturo, che poi avrebbe spianato la strada all'hard rock ed al nostro amato metal. Per concludere, permettete un sentito ringraziamento all'uomo e soprattutto all'anima che stava dietro ai Ten Years After , Alvin Lee: "Thank you Alvin, may your soul rock in peace".
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12
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Manca il secondo, album reale, ma quando e se deciderete di trattarlo, non si sa se cominciare da quello o da , blues & Jazz di J.Mayall, same feeling different way |
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11
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Il commento 2 mi toglie i complimenti ... dalle dita. Vorrei solo aggiungere che l'eterogeneità menzionata è sì presente, ma contenuta e mai fastidiosa o fuori luogo, come altri dischi loro, o come potrebbe accadere a Band che agli esordi devono ancora trovare la loro strada. Questo dei TEN YEARS AFTER, è il mio preferito in assoluto proprio x la sua scorrevolezza, x sound azzeccato, x interpretazione, x songwriting. ALVIN LEE da prova inoltre, di grande carisma alla voce, sullo stupendo capolavoro di tre accordi If You Should Love Me. Segnalo infine il sentito omaggio ad ALVIN LEE, del suo collega guitar hero LESLIE WEST, nella sua interpretazione di I Woke Up This Morning, un vero classico americano scritto da un inglese di Nottingham! |
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10
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Uno dei loro vertici assoluti. Alvin Lee, nella storia del rock, è importantissimo perché è stato uno dei primi se non il primo velocista della chitarra. Ma mai fine a se stesso come dimostra nella rilettura di I Woke Up This Morning in cui per tecnica, gusto, stile e velocità non deve imparare da nessuno |
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9
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ce l'ho originale in vinile..quoto 90! |
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8
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Ssssh .. ce lho! Originale del 1970/72 quanto può essere valutato? |
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7
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Discone. Uno di quelli da avere assolutamente per importanza storica, valore artistico, compositivo ed esecutivo. I Ten Years After al loro meglio con uno dei monumenti dell'hard blues britannico. |
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6
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Questo è un'altro di quei dischi inarrivabili che i Ten Years After erano abituati a sfornare. Tantissimo blues e tantissima energia nella musica che compone quest'opera. |
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5
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Altro disco meraviglioso. Difficilissimo dare voti a queste opere. Mi associo ai complimenti per l'ottima ecensione. |
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3
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Questo disco è BELLISSIMO! |
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2
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Per scelta redaziionale evitiamo di complimentarci con i colleghi recensori, ma in questo caso non posso eimermi dall'elogiare Cristiano che seppur giovanssimoo d'età e da poco nello staff di MetallizeD ha disquisito magistralmente su un disco di oltre quarant'anni fa. E come se dice a Roma "QUANNO CE VO CE VO". |
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1
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Che di un disco del genere se ne occupi un recensore così giovane -si, c'è una punta d'invidia...- è una buona cosa. |
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INFORMAZIONI |
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Deram Records\Chrysalis Records
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Tracklist
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1. Bad Scene
2. Two Time Mama
3. Stoned Woman
4. Good Morning Little Schoolgirl
5. If You Should Love Me
6. I Don't Know That You Don't Know My Name
7. The Stomp
8. I Woke Up This Morning
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Line Up
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Alvin Lee (Voce, Chitarra) Leo Lyons (Basso) Ric Lee (Batteria) Chick Churchill (Organo)
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RECENSIONI |
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