|
27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
|
|
The Orange Man Theory - Giants, Demons And Flocks Of Sheep
|
( 2810 letture )
|
È inutile girarci intorno, la musica estrema di qualità passa per l'italica penisola. E ancora da Roma proviene un'altra band pronta a fornire sbudellanti ascolti metallici, tali The Orange Man Theory.
Per chi non li conoscesse, i romani giungono alla terza pubblicazione sotto l'egida di Steve Austin (Today Is The Day), proponendo un flusso sonoro contenente una base metalcore, che dagli esordi però si fa sempre più fatica a distinguere, introducendo elementi dai più svariati generi, con i quali difficilmente si potrà trovare una collocazione precisa negli schemi attualmente disponibili. Sicuramente non si parla di musica leggera ed, a proposito, in questo Giants, Demons And Flocks Of Sheep la componente death trova più spazio, grazie a chitarre ancora più pesanti, voci che ora si alternano tra infernali growl ed uno scream dannatamente graffiante, dovuto anche al nuovo ingresso al microfono di Giorgio Cifuni. Il risultato è una somma di elementi che presentati uno ad uno, difficilmente si riuscirebbero ad accostare: una batteria claustrofobica tipo Bal Sagoth, uno scream che farebbe la gioia di molte black metal band, chitarre death 'n' roll, un basso degno di stare tra i Killswitch Engage ed i Behemoth, ed un'attitudine punk, senza contare tutte le sfaccettature disseminate qua e là.
Se solo a leggere ed immaginare tutto ciò ci si possa lievemente disorientare, all'ascolto tutto diviene diabolicamente massacrante, sprigionando sinusoidi impazzite che si catapultano frenetiche sui nostri freni inibitori, portandoci ad headbanging esagitati.
Giants, Demons And Flocks Of Sheep è un'orda continua e compatta, che mira semplicemente a ridurre a brandelli la resistenza del mal trovato ascoltatore; conseguentemente diventa inutile passare in disamina le varie tracce, dato il continuum creato, in bilico tra i ritmi tirati di Blood Will Out, If It Could Speak, A Glass Of Wine, Point Of No Arrival e quelli tiratissimi delle canzoni rimanenti.
In definitiva, il quartetto italiano migliora ulteriormente dopo le due buone prove iniziali, levigando gli spigoli e portando ulteriormente il livello medio delle compagini del Belpaese sempre più in alto. Questo disco entra tranquillamente nella lista dei papabili per la miglior uscita dell'anno: da avere.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
5
|
Quest'Album è un assalto sonoro devastante.. Violentissimo e debordante.. Cantato micidiale che non molla il colpo neanche per un attimo.. Distruttivi! |
|
|
|
|
|
|
4
|
Unico appunto, sentendo il loro video per Blood Will Out NON sono per niente Deathcore quanto più Mathcore, per chi sta dentro il genere c'è una grossa differenza xD |
|
|
|
|
|
|
3
|
@undercover: concordo, il cambio al microfono, nonostante la bontà dell ex-cantante, ha dato una marcia in più, e tutto il gruppo si è perfezionato alla grande, questo è proprio un discone  |
|
|
|
|
|
|
2
|
Già mio, preso appena uscito , gran disco, a mio avviso il migliore fra quelli sinora pubblicati. |
|
|
|
|
|
|
1
|
non vedo l'ora di comprarlo |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Kill Me 2. Blood Will Out 3. Vital Drug 4. My Heritage 5. If It Could Speak 6. A Glass Of Wine 7. Point Of No Arrival 8. Contrary Effect 9. Knock At Your Door 10. Help Me
|
|
Line Up
|
Giorgio Cifuni (Voce) Gabriele Giaccari (Chitarra, Cori) Marco "Cinghio" Mastrobuono (Basso, Cori) Tommaso Moretti (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|