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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Lonewolf - The Fourth and Final Horseman
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( 2516 letture )
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I francesi Lonewolf sono fautori di un heavy metal molto power oriented, per tematiche e assetto ritmico in primis, ed hanno all’attivo un paio di demo e sei full length, di cui l’ultimo è il qui presente The Fourth and Final Horseman. Con una formazione rimaneggiata negli ultimi anni e che vede nel solo singer Jens Börner una presenza stabile fin dagli esordi, i transalpini danno alle stampe l’ennesima prova del loro discutibile operato. Senza nulla togliere a certi momenti esaltanti, per esclusivo merito della chitarra solista e quindi di Alex Hilbert, in linea generale l’album scorre senza picchi di particolare interesse, senza issarsi al di là della normalissima esecuzione dei singoli brani, che non aiuta certo un eventuale ascoltatore ad essere coinvolto almeno in minima parte. Esemplare, ma in negativo, è il cantato di Börner, rude e sporco, in certi casi adatto al contesto, ma difficile da sopportare per tutta la durata del disco, anche per via della poca propensione del singer a variare la propria linea vocale. Nonostante la buona produzione del disco, senza altre pecche riscontrabili in modo lampante, è evidente che a mancare è prima di tutto il pathos, mancanza che da vita a quasi cinquanta minuti pressoché inutili, più lunghi del dovuto e immancabilmente stancanti. Gli unici momenti di ripresa, per così dire, sono rintracciabili con la lente d’ingrandimento in sporadiche tracce (come The Fourth and Final Horseman, Dragonriders, Throne of Skulls e Destiny), ma anche così è difficile giudicare meno scontato il prodotto finale nel suo complesso. Ad un amante di sonorità vicine all’epic metal alcune tracce (come Another Star Means Another Death) potrebbero anche andare a genio, ma con tutti i limiti del caso. Per tutti gli altri il consiglio, ancor prima di approcciarsi alla band in questione, è di cercare altrove qualcosa di nuovo e sicuramente migliore da ascoltare.
Tra gli episodi salvabili troviamo, come detto, l’opener The Fourth and Final Horseman, canzone che svolge abbastanza dignitosamente il proprio ruolo da apripista -nonché da titletrack- andando a presentarci la band in quelle che sono le sue “vesti ufficiali”: tanto heavy con tratti epic e speed, sovrastato dal vocione di Börner, che come primo approccio non dispiace. Altrettanto interessanti si rivelano Dragonriders, una cavalcata ritmica molto vicina agli stilemi del power metal, Throne of Skulls, che spiazza per la sua velocità d’esecuzione e proprio per questo ha il grande merito di risvegliarci dal torpore generale -anche se qui la prova del cantante francese è ai minimi storici- e la conclusiva Destiny, inizialmente percepibile come una ballad, ma subito portata in velocità dai Nostri che riescono comunque a dar vita ad una canzone che sfiora la sufficienza pur con l’aggravante del cantato ai limiti dell’indecenza. Ed ecco che rimangono però tutte le altre tracce, ben sei, di cui si potrebbe tranquillamente fare a meno. Se proprio siete decisi a spingervi più in là potrebbe darsi allora che non troverete tanto sgradevole Guardian Angel, che presenta alcuni riff in stile Amon Amarth, così come Another Star Means Another Death, nel complesso abbastanza passabile. Ma capirete che non è certo questo ciò che vorremmo ascoltare quando cerchiamo un buon disco heavy metal; se dovessimo farci bastare solamente qualche riff gradevole e una manciata di buone idee sparse non sarebbe proprio un buon segno.
I Lonewolf sbagliano non tanto nell’approccio o nell’idea di partenza, quanto nella messa in campo di tale idea, nel propinarci una serie di canzoni che ben poco hanno da dire e che finiscono solamente per mostrare i limiti di una band con buone potenzialità, ma poca inventiva. E con un interprete dietro il microfono che non fa altro che rendere ancor meno interessante ciò che musicalmente poteva forse avere qualche spiraglio di speranza. The Fourth and Final Horseman non è un lavoro tutto da buttare, certo, ma è uno di quei dischi di cui presto ci si dimenticherà e che non avranno altra funzione se non affollare i magazzini con nuovo materiale invenduto.
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Album bocciato...veramente una delusione... voto 55...per l'impegno |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Fourth and Final Horseman 2. The Poison of Mankind 3. Hellride 4. Time for War 5. Another Star Means Another Death 6. Dragonriders 7. Guardian Angel 8. Throne of Skulls 9. The Brotherhood of Wolves 10. Destiny
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Line Up
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Jens Börner (Voce, Chitarra) Alex Hilbert (Chitarra solista) Rikki Mannhard (Basso) Antoine “Tonio” Bussière (Batteria)
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RECENSIONI |
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