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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Debauchery - Kings Of Carnage
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( 3441 letture )
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Passione per l'hard rock, pacchianaggine e scarsissima originalità si fondono nella nuova uscita dei Debauchery. Prendete un po' di AC/DC, mescolate con un cucchiaio di momenti à la I Love Rock'n'Roll, abbassate un po' le chitarre fino a cottura, lasciate i testi da parte e guarnite con abbondante growl: ecco sfornato per voi Kings Of Carnage.
Nonostante la passione per i vari generi si senta dalla prima all'ultima nota (e d'altronde come potrebbe essere altrimenti, con un mastermind che tra il death metal e l'insegnamento sceglie il death?), ciò che manca in questo album è una propria identità, traendo spunti più che evidenti dal sound di Angus e co. E dire che dopo una breve intro, si parte decentemente con Demonslayer che, sebbene passi in sei minuti da accelerazioni death a momenti più melodici ad intermezzi atmosferici con la voce pulita, riesce a tenersi in piedi e dare un senso alla propria esistenza. Ma già dalla successiva Let There Be Blood qualcosa comincia a scricchiolare: nonostante l'inizio cadenzato, si scade presto in una canzone da stadio poco vitale, che attende solo il ritornello presente nel titolo ed un poco ispirato "kill, kill, motherfuckin whore". La scarsa originalità dei testi prosegue incessante, "Yes We Kill, Hail Slash Kill", e se i tedeschi pensano che questo, unito ad una batteria aggressiva ed uno scialbo vocione in growl, possa essere sufficiente per una buona canzone death, viene allora difficile capire come siano giunti all'ottavo album. Dopo aver presumibilmente cliccato su skip (a meno che non abbiate obblighi morali da pseudo-recensore e vogliate subirvi in toto il supplizio di ben quattro minuti di traccia, n.d.r.), si giunge all'intro della title-track: prendete una canzone a caso di una nota rock band australiana che ancora oggi riempie gli stadi, buttateci su basso e chitarra death, voce sporca con tanto di coretti, lasciatela durare per la spaventosa mole di ben sei minuti ed avrete trovato il perfetto modo di irritarvi o addormentarvi, a scelta. Fortunatamente Man In Blood si lascia ascoltare grazie alla sua natura death'n'roll; in qualsiasi tracklist di un brufoloso metallaro sedicenne sarebbe una traccia indolore in mezzo ad un oceano di bit di uno scassato player mp3, ma qui serve come provvidenziale salvagente alla band teutonica per non irretire ulteriormente l'ascoltatore. Anche Blood God Kills riesce a passare indenne, caciarona ma lievemente più ispirata, anche se certamente non passerà alla storia della musica; cosa fatta invece da Joan Joette & The Blackhearts, che si vedono spudoratamente riprendere la celebre I Love Rock 'n' Roll nella meno memorabile Victory Awaits. Il disco chiude con un ulteriore trittico in linea con quanto ascoltato finora, quindi death metal più o meno miscelato ad hard rock, con risultati non proprio incoraggianti.
È improbo capire, come dopo ben otto album, si possa giungere a Kings Of Carnage: di idee ce ne sono poche e mal sviluppate, il debito verso i propri miti è enorme, i testi ridicoli, la personalità è a livelli infimi; quindi, girando la domanda, cosa si può salvare da questa ultima fatica? Sicuramente, come detto, la passione intrinseca, il tentativo di commistione nonostante la difficoltà insita nell'operazione ed una dedizione alla causa quasi commovente; in questo senso sembra quasi di avere dei Manowar del death metal, ma senza la classe e la potenza dei primi album dei metallers americani. Però tutto ciò non può bastare a rendere il disco un valido acquisto. Solo chi si avvicina al genere, i fan sfegatati del death'n'roll o il metallaro intransigente che si porta la sua "hit" facilona estiva sotto l'ombrellone per poi dimenticarla alla prima brezza di vento autunnale potrebbero eventualmente concedere una possibilità a questo album dei Debauchery. E se anche questi impavidi acquirenti dovessero rimanerne delusi, non dite che non sono stati avvisati.
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7
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piccolo refuso, corretto  |
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6
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"sembra quasi di avere dei Manowar del death metal, ma senza la classe e la potenza dei primi album dei thrasher americani." Invece c'è scritto |
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5
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L'ultimo dei Debosciati è meglio non comprarlo a quanto pare. |
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4
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ops errore mio. chiedo umilmente scusa |
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3
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I sò che i MANOWAR fanno POP MALEDUCATO hahahahahaha. |
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2
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Non è ciò che è scritto, infatti. |
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1
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i Manowar fanno thrash? |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Coming Of The Dragons 2. Demonslayer 3. Let There Be Blood 4. Killerbeast 5. Kings Of Carnage 6. Man In Blood 7. Blood God Kills 8. Victory Awaits 9. Murder Squad 10. The Last Crusade 11. Debauchery Motherfuckin’ Family
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Line Up
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Thomas "The Bloodbeast" Gurrath (Voce, Chitarra) Dennis "The Bloodpriest" Ward (Basso) Oliver "The Bloodhammer" Zellmann (Batteria)
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