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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Destiny è un album fondamentale nella carriera degli Stratovarius, tra i più celebri ed importanti alfieri del power metal nordeuropeo. Seguito dell'acclamatissimo Visions del 1997, un autentico classico del genere, questo album chiude il periodo aureo della band, iniziato con Fourth Dimension (album che vide tra l'altro l'entrata nel gruppo di Timo Kotipelto in qualità di cantante) e precede il controverso Infinite, per molti fan il principio di una fase di scarsa ispirazione dei cinque finlandesi. Un solo anno separa temporalmente Destiny dal suo predecessore, eppure questo tempo è stato sufficiente agli Stratovarius per produrre un'opera di grandissima caratura, in grado di non deludere le (giustamente elevate) aspettative degli ascoltatori.
Destiny non modifica in maniera sensibile lo stile del gruppo: si tratta essenzialmente dell'ottimo power metal melodico tipico dei finlandesi, condito da diversi riff che rimandano all'heavy classico (reminescenza dei primissimi album a portare il monicker Stratovarius, come Fright Night) e da tocchi fortemente neoclassici, specialmente per quanto riguarda il lavoro alla sei corde di Timo Tolkki, principale compositore della band ed ammiratore dell'operato di Yngwie J. Malmsteen. La principale differenza rispetto a Visions e ad Episode sta nelle atmosfere, qui ancora più solenni ed "intime", che donano a questo album un lato molto emozionante. La crescita degli Stratovarius dal punto di vista emotivo è riscontrabile anche nei testi, più introspettivi e concreti rispetto ai precedenti lavori. Le canzoni si alternano tra pezzi dalla discreta complessità e hit assolute, di facile presa sin da subito, una sorta di presagio di quanto sarà poi fatto in Infinite (il quale contiene diversi pezzi quasi pop, come Hunting High and Low).
Dal punto di vista della performance dei componenti, Destiny si dimostra un album particolarmente solido, grazie alle grandi abilità della coppia Tolkki/Johansson, ancora una volta capaci di costruire riff e melodie coinvolgenti, nonché di stupire con i consueti "duelli" solistici, una cifra stilistica della band di Helsinki. Una piccola critica può essere mossa proprio al virtuoso chitarrista che, nonostante sia dotato di capacità tecniche ineccepibili, suona assoli talvolta poco differenziati tra loro, una cosa che si nota soprattutto confrontando i soli presenti su Destiny a quelli di altri dischi targati Stratovarius e quindi evidente più sulla lunga distanza che in questo disco in particolare. La sezione ritmica è come sempre solidissima, con un Kainulainen ancora più presente e potente che in passato (grazie anche ad una produzione di livello egregio) e Michael che dimostra come si suoni la batteria nel power metal secondo il suo stile, così imitato da una moltitudine di band venute negli anni seguenti. Tra i cinque spicca comunque Kotipelto, sempre una delle voci più carismatiche e valide del panorama power, che in Destiny raggiunge nuove vette, che si tratti di dare la carica nei pezzi più tirati o di emozionare nelle splendide ballad.
Il punto di forza principale di Destiny è la tracklist praticamente perfetta, che non mostra grandi cedimenti a livello qualitativo ed è regolata da un ritmo ed un equilibrio ineccepibili che rendono l'ascolto divertente ed assolutamente non pesante. Si parte con la title track, un epico pezzo da dieci minuti che sfrutta sapientemente i cori ed introduce una melodia principale memorabile per poi sfociare in un refrain incredibilmente azzeccato e riuscito, sino ad arrivare all'outro a dir poco trionfale. Si tratta sicuramente di uno dei pezzi migliori del disco e di una gemma nella discografia degli Stratovarius in generale. S.O.S. è un brano molto più diretto e rockeggiante, con tastiere molto presenti, nel quale Kotipelto strabilia con la sua performance. No Turning Back è un altro pezzo ad alta velocità, sulla scia del mitico brano Speed of Light (appartenente ad Episode) al quale ha davvero poco da invidiare, soprattutto grazie alla compattezza della sezione ritmica e ad un riff principale terribilmente efficace. Troviamo poi la prima ballad del disco, 4000 Rainy Nights, che rallenta il ritmo e permette a Kotipelto di sfoggiare una prestazione molto calda ed emozionante. Pregevole il guitar work di Tolkki, particolarmente melodico durante questa canzone. Rebel è un altro pezzo spedito, dotato di un ritornello di facile presa, mentre Years Go By è una meravigliosa ballad dall'atmosfera molto triste, condita ancora una volta da un ottimo Kotipelto e da un lavoro egregio da parte di Johansson. Playing With Fire è una canzone abbastanza atipica, che rimanda molto agli anni ottanta ed ai primi lavori degli Stratovarius ed ha bisogno di qualche ascolto in più per essere apprezzata. Venus in the Morning è forse la canzone meno convincente, dai tempi lenti e dal sapore quasi progressive ma che non stupisce per pathos, memorabilità o altro, pur mantenendosi su livelli più che dignitosi. Il disco si chiude con la spettacolare Anthem of the World, un'altra epica composizione dal minutaggio elevato, meno variegata di Destiny ma dotata di una spettacolare outro nella quale compaiono voci femminili, a degna conclusione di un disco eccellente.
I finlandesi, con Destiny, non hanno sperimentato più di tanto, ma l'album è comunque estremamente efficace grazie ad un songwriting ispirato e coinvolgente, che non scade nell'autocitazionismo (difetto che Tolkki ha sempre avuto, sfortunatamente; basti pensare al ritornello dell'acclamata Forever Free di Visions, simile in maniera imbarazzante a quello di Tomorrow da Episode) e soddisfa nella ricerca di atmosfere almeno in minima parte differenti dal passato. Senza dubbio un momento da incorniciare nella discografia degli Stratovarius, essenziale per ogni fan del power metal.
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Il mio preferito in assoluto...diretto, spaccatimpani, emozionante...\"anthem of the world\" pezzo strappalacrime, loro capolavoro. Solo \"united\", del 2005, può stargli a paro, forse...grandi strato!!! |
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Per me il capolavoro e' visions, ma questo e' di poco sotto. 80 pieno. Ricordo ancora il tour, li vidi a Bologna, Destiny in apertura da brividi. (non come pero' il concerto sempre a bologna nel tour di visions, fu spettacolare...). |
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Che disco! Destiny da paura, S.O.S la mia preferita in assoluto, 4000 Rainy Nights è incredibile, ritornello magico e poi tutte le altre, siamo verso i 100 qua! e non si discute, il loro capolavoro ed una delle migliori uscite Power |
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la Title track è un brivido immenso... la migliore song degli stratovarius... l album è magico... ed a parer mio questo disco ne rappresenta la loro punta più alta...senza togliere niente a vision ed episode... per me album sacri del Power metal tutto... ma destiny racchiude tutto e proprio tutto quello che gli stratos sono senza snaturare quello che erano... stratosferico😂 |
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Disco sottovalutato. Se la gioca con il ben più blasonato Visions come disco migliore della discografia degli Stratovarius e, conseguentemente, come uno dei dischi migliori di power europeo. |
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A mio personale parere questo disco è sottovalutato.... |
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meraviglioso la title track da paura per me non c e un pezzo brutto anche i lenti molto caldi grazie al grande kotipelto |
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discone, proprio come episode e visions. forse l'ultimo grande disco della band nellìera tolkki! in linea in tutto con il recensore! |
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Mi devo correggere intendevo dire : ".....non sono mai riuscito ad approfondire IL RESTO DEGLI ALBUM DELLA BAND non essendo un gran patito...." |
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Era circa il Settembre del 1998 quando vagando in un negozio di dischi notai questo cd esposto con un paio di cuffie per far ascoltare le anteprime. Non conoscevo affatto gli Stratovarius, tante che in un primo momento pensavo che la band si chiamasse "Destiny".Incuriosito decisi di dagli un ascolto, anche se purtroppo si potevano ascoltare solamente gli intro delle rispettive tracce rimasi molto colpito dalle stilettate barocche e le ritmiche dei riff che decisi di comprarmi in seguito l'album. Finii per ascoltarlo davvero a lungo e anche oggi ogni tanto torno a riascoltarlo.Non sono mai riuscito ad approfondire questo album non essendo un grande patito del Power(mi piace ma non è tra i miei generi preferiti): gli altri loro lavori non mi hanno mai trasmesso la stessa magia di questo, per me gli stratovarius sono sopratutto destiny. Splendida la Ttletrack, la mia preferita, ma anche tutto il resto scorre bene, praticamente non ci sono punti deboli, e concordo in pieno con chi ha detto che merita una citazione la traccia bonus Cold Winter Night che anch io reputo una delle migliori. Grande album, ci sono molto affezionato ! |
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@le marquis il sottoscritto ha citato avalon...è piaciuto anche a me ma a livello d ispirazione e sottile originalità nemesis sta avanti e non poco almeno per quanto riguarda le tracce 1 3 e 4...un po poco dirai ma l album di tolkki pur essendo godibilissimo in alcune molte tracce risulta piatto e ripetitivo all interno delle tracce...ripeto bel disco ma si potava fare molto di più a livello di songwriting.... |
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Un disco di cui mi innamorai appena uscito e appena comprato, dopo solo pochissimi ascolti divenne, in quegli anni e non solo un vero e proprio inno e colonna sonora della mia vita! Tolkki ispiratissimo (peccato per il plagio assoluto in alcune parti di 4000 rainy nights), canzoni avvincenti e convincenti, veri e proprie hits da battaglia una sparata dietro all'altra; semplicemente favoloso, voto 88 per me! Top songs: Destiny, Save our souls, 4000 Rainy Nights (nonostante le...citazioni ai Queensryche...), Years go by e la mia preferita Venus in the morning! |
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Non amo particolarmente lo stile musicale degli Stratovarius, pur ammettendo di aver abusato delle loro linee vocali per esercitarmi anni fa nel canto (molto utili...). Ciò premesso, penso che Destiny sia il loro lavoro meglio riuscito, con pezzi qualitativamente omogenei. Trovo, però, che siano da denuncia per 4000 Rainy Nights: sfido chiunque a non rilevare il plagio sfiorato di Another Rainy Nights dei Queensrÿche!!! |
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Voilà, qui gli Stratovarius avevano soprattutto un ottimo songwriting, nel senso che facevano belle canzoni. Non saranno degli sperimentatori ma la musica si ascolta volentieri e ti prende. Poi queste belle canzoni, hanno cominciato a diluirsi (due-tre a disco poi una-due poi solo una) e siamo arrivati agli ultimi album senza Timo Tolkki, osannati dai più ma che sinceramente non mi prendono per niente. Ecco, qualcuno ha citato Avalon e sinceramente mi piace di più di Nemesis. De gustibus, of course, però questi Stratovarius erano veramente godibili. Au revoir. |
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@mr fredy: di niente! La copertina però devo concordare con AL nn è bruttissima, in fondo ci sta, ma è totalmente anomala e diversa da quellle pubblicate dal gruppo sin a quel momento. Fateci caso l'incipt delle cover tendeva sempre al solenne/metafisico, grandi spazi, distese infinite (la copertina di Episode n'è un manifesto) ma ciò si ripete anche in The 4th Dimension (sempre una landa desolata in cui -molto Magritte- si stagliano sospese delle piramidi celesti, oppere l'analoga prospettiva che c'è in Twilight time e in Vision, ossia una visione dall'alto, o alla radicale geometria di Dreamspeace (bruttina)...fatto sta che se consideriamo anche l'esordio nelle copertine la figura umana è sempre assente, non compare mai, per la prima volta in Destiny appare...con Infinite ritorna nelle copertine una sorta di auto citazionismo delle cover passate (il cielo stellato, la stella cadente (di vision), i pianeti (twilight time). Tirando le somme, ho sempre visto un nesso tra le copertine e la musica, quella sorta di "spazio" grande e magnifico (Vision, Infinite) ma allo stesso tempo terribilmente vuoto e assente come un pozzo (Episode, The 4th dimension) può essere il nesso dell'io di Tollki che poi come sappiamo sfociera in un disturbo bipolare, ossia la copertina è il riflesso del concetto della musica espressa, e , come ritorna più volte, il topos è la comunicazione ( Infiiniti, Forever free, a million light years away), e in particolar modo il tempo (pensateci a quante canzoni hanno" time" come termine o tema all'interno della canzone (ma anche nel power in generale) ed Episode n'è il più chiaro manifesto (father time, will the sun rise, tomorrow, forever, eternity, babylon) tutto basato sullo smuoversi inarrestabile del tempo che esso sia visto ed interpretato in modo diacronico o sincronico, rimane quell' atmosfera di sospensione e di dubbio incerto che fa da fulcro a molte songs degli strato, che come si sa, sono quasi tutte partorite dal padre-padrone Tollki..sono sempre opinioni personali, mi sembra ovvio, se ci trovate qualcosa d'interessante fatemi sapere, ciao!! |
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ai tempi mi piaceva abbastanza. direi un 75. non ai livelli di visions e episode. No turning bak e Venus in the morning le mie preferite. copertina orrenda! |
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Qualche precisazione, Ste: No Turning Back è il pezzo più simile a Speed of Light a livello stilistico, è proprio lo stesso tipo di canzone. Con ciò non voglio dire che sia uguale musicalmente (e non cerco confronti qualitativi) ma solo che utilizza lo stesso modello compositivo. Play With Fire è di facile presa, quel "ha bisogno di qualche e ascolto in più" non è per la difficoltà di fruizione ma per il sapore anni '80 che si discosta da ogni altro episodio di questo album e potrebbe inizialmente spiazzare. Infine, a me Infinite piace, come anche i suoi successori Elements Pt 1 e 2 lo trovo un album assai godibile, nella recensione ho semplicemente riportato un parere diffuso tra i fan dei nostri. Ti ringrazio per il commento approfondito e motivato! |
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per me invece la decadenza cominciò da qui. visions era stata la sublimazione di uno stile che era cresciuto di album e in album. da qui non ci si è più riusciti ne a evolvere ne a raggiungere le vette dei tre dischi precedenti. Cmq niente di grave rispetto ai 3 dischi seguenti. Voto :68 |
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Bellissimo! Potente,veloce e ispirato, lo adoro!!! |
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Bello , merita davvero perchè tutto viene espresso ancor meglio in maniera tecnica, dall'altro lato però si tende a formalizzare l'intera proposta (su livelli stellari) perdendo però in espressività...la voce altissima e sguainata di Koti sarà un modus di cantare che in futuro non gli riuscirà più tanto benein sede live, infatti Tollki da qui in avanti porterà Koty a cantare sempre più in alto..basti pensare a" Learning to fly" in elements pt1...Torando al disco, rimane un ottim esempio di QUEL power che tutti amavano nei '90..e tutt'ora sebbene il disco sia stato molto trascurato un pò da tutti rimane sempre meritevole. NON condivido alcuni pareri del recensore. " No turning back" non è neanche parente con Speed of light..l'ho sempre considerata un filler abbastanza buono per stare s'un disco ma poco di più. " Rebel " è la canzone più brutta che ho ascoltato degli strato (e io li amo, fate voi) sul serio è davvero orribile, scontata, faccio davvero fatica a capirla. Sempre di tutt'altro parere sono a riguardo su " Venus iin the morning" , che sebbene sia diversa dagli standard degli strato è uno degli picchi del disco, davvero notevole. " Play with fire " è una bella canzone molte semplice e lineare, di facilissima presa e molto orecchiabile, ci sta per spezzare un pò il ritmo del disco. Infine, "Infiniti" non capisco perchè sia tanto bistrattato come disco..ha davvero pochi punti deboli, qualche ripetizione certo ma offre tanti spunti interessanti, sebbene parli in un linguaggio estramente manierista e ogni tanto cada nell'autocitazionismo rimane davvero un bel lavoro. Pensate ad A million light yeasr away, Infiniti, Huoting Hight and low (onnipresente nei loro concerti) e a Mother Gaia....Opinioni personali, s'intende. Concordo con il voto ci sta tutto!! Best song; TUTTE, anche la bonus Cold winters night Bad song; Rebel Voto; 82 listen and Enjoy |
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@EDO: concordo, il piacere è mio, ed è la bellezza della comunità di Metallized! Alla prossima  |
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@lux ti avevo risp ieri sera ma non me l ha postato a volte capita...cmq è un piacere confrontarsi con persone come te sopratutto quando si parla di buona musica... |
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@EDOhard: concordo, la tua interpretazione sul voto ci sta, e secondo me è corretta! Grazie del confronto edo |
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Un altro appunto da aggiungere: la produzione! Aah, che meraviglia! |
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Possiedo quest'album (versione originale del 1998 con tanto di bonus track dal titolo "Cold Winter Nights").. Non ho ancora avuto modo di ascoltarlo meglio, ma da S.O.S. fino a Venus in the Morning lo conosco discretamente. Il mio giudizio, al momento, si attesta sugli 80-85 |
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@lux in fatto di potenza sono d accordo...diciamo che nemesis è orse un album più pop e meno power di quelli da te citati...e ciò può essere un pregio dato che il power in sè è poco vario e si casca in fretta nel derivativo...sul nome in copertina non posso darti torto ma non gliene si può fare una colpa anzi dovrebbe assere uno stimolo per dare il più possibile e gli strato hanno dimostrato di avere ancora parecchio da dare non solo alla scena power ma alla musica più in generale...i giudizi forse come dici tu fin troppo positivi a mio avviso derivano molto dal moniker stesso,cerco di spiegarmi roprio perchè trattandosi di una band data per bollita che è ripartita senza tolkki pochi si aspettavano di assistere ad uscite fresche in parte rinnovate e ripeto poco derivative e per ciò molti han dato ancora più merito a qesto lavoro ella serie che bravi gli strato a differenza di altri morti e sepolti loro sono rinati con una nuova linfa vitale e per ciò siamo felici di promuoverli a pieni voti. detto ciò 95 a visions 10-15 punti sotto destiny ed un pelino sotto nemesis ed episode...i resto non lo consco a fondo ma a quanto ho capito viene dopo... |
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Li ho conosciuti con questo cd, secondo me molto bello. La decadenza inizia con Infinite e poi toccano il fondo con Elements 1, quindi poi li ho abbandonati. Io ho anche la Bonus track Winter nights, che reputo anche fra le migliori canzoni del cd. |
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@EDO: per dirti, secondo me in ambito power gli ultimi 2 Theocracy o gli Instanzia di "Ghosts" (che hanno distrutto tutti ma a me piace molto ), pur non inventando nulla di nuovo, danno 100 piste all'ultimo strato come tiro, potenza, emozione...ma sono gusti insomma, rispetto massimo per gli strato ma penso che se non ci fosse stato quel nome in copertina l'accoglienza sarebbe stata più tiepida! ciao |
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@EDO: Concordo con te su una cosa, che hanno rilasciato un solo, unico grande capolavoro che è visions...poi il mio gusto (e forse anche il mood che ti porta ad apprezzare determinate sonorità in determinati periodi della vita) mi porta a riconoscere Nemesis assolutamente non come un disco "brutto", ma un disco che...si lascia ascoltare, ecco...suonato alla grande, ben cantato, ben prodotto ma che mi lascia poco, ecco...per questo preferisco elysium, che mi ha donato qualcosa in più...poi ho ben visto che nemesis ha suscitato pareri contrastanti, secondo me non è da 90 come non da 50, la verità (per me ovviamente) sta nel mezzo, un buon compitino da 65/70, discreto |
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per riallacciarmi al discorso aggiungo che forse nemesis ed ingenerale il nuovo corso è piaciuto poprio perchè venendo a mancare tolkki il songwriting ne ha giovato...la band si è rinnovata moltissimo musicalmente e non credo ce ne siano molte il giro che dopo caterve di dischi si beccano ottime recensioni con un sound appunto rinnovato...che ne dite? tornando in tema per rispetto al recensore debbo dire come lessi da qualche parte che la sola titletrack varrebbe l acquisto del disco in questione... |
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@lux chaos ovviamente tutti credo condivideremo il fatto che visions è un altra cosa rispetto all ultimo...però ad esempio un album come episode a tratti lo trovo noiosetto...non metterei nemesis al di sotto di esso...cmq grandissima band che (non conosco i primissimi lavori) vanta un solo capolavoro all attivo...nei lavori di tolkki si può trovare una ripetitività di fondo...io adoro le sue melodie ed ho apprezzato anche l ultimo Avalon che peròse devo essere obbiettivo si eleva a buonissimo disco per via delle vocals ma dal punto di vista del songwritng non è nulla di eccelso...buone idee ma sviluppate senza rischiare nulla non so se mi spiego...scusate loff topic... |
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Il mio primo degli strato. Bello, non pazzesco, ma la titletrack è fantastica |
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Ai tempi mi gasò di brutto, riascoltato adesso è pieno di banalità. Io do un 70. |
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@EDOhard: ho visto, e ne sono contento, che l'ultimo disco è stato incensato e apprezzato da più parti. A me non cala, non dico brutto assolutamente, ma non mi cala. De gustibus!  |
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YEAR= 1998___ Death The Sound Of Perseverance, Anathema Alternative 4, Virgin Steele Invictus, Opeth My Arms, Your Hearse, Blind Guardian Nightfall In Middle-Earth, Shadow Gallery Tyranny, Therion Vovin, Iced Earth Something Wicked This Way Comes, Mithotyn King Of The Distant Forest, Liquid Tension Experiment Liquid Tension Experiment, The Gathering How To Measure A Planet?, Tristania Widow's Weeds, Ayreon Into The Electric Castle. |
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@lux l ultimo album è un ottimo disco sopratutto nella prima parte...grandissima band sopratutto abilissima nel comporre ballad struggenti...destiny ancor non lo possiedo date le difficoltà a reperirlo...purtroppo nessuno ristampa il catalogo stratovarius a quanto pare... |
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Bello, il mio ultimo acquisto a nome Stratovarius, non un capolavoro come il precedente ma un bel disco che io metto più o meno sullo stesso piano di Episode...bei tempi d'oro e grande anno il '98 (Guardian, Edguy, Rhapsody se ne uscirono con grandi capolavori del genere), da qui in avanti solo qualche grande canzone all'interno di album altalenanti, almeno fino alla ripresa di questi ultimi anni, di cui ho apprezzato solo Elysium. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Destiny 2. S.O.S. 3. No Turning Back 4. 4000 Rainy Nights 5. Rebel 6. Years Go By 7. Playing With Fire 8. Venus in the Morning 9. Anthem of the World
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Line Up
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Timo Kotipelto (Voce) Timo Tolkki (Chitarre) Jens Johansson (Tastiere) Jari Kainulainen (Basso) Jörg Michael (Batteria)
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