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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Abominant - Onward to Annihilation
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( 1106 letture )
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Quest’anno gli americani Abominant raggiungono l’importante traguardo di vent’anni di carriera. Due decadi di death metal con gli attributi, perfettamente in bilico fra tecnica, brutalità, groove lenti e melodia, tutto permeato da un’inarrestabile voglia di divertirsi, lontana dalla commercializzazione della musica. Molte band, soprattutto in ambito estremo, cedono alle avances del pubblico, dimenticando ben presto le proprie origini, trasformando quello che prima era diletto in un lavoro meccanico, monotono. Gli Abominant si scindono da questa legge non scritta producendo Onward to Annihilation, un album che racchiude tutto ciò che la band ha sempre voluto presentare alla propria cerchia di fan, senza smentirsi, senza discostarsi troppo dalla propria identità e svecchiando alcune sonorità che, altrimenti, sarebbero risultate assai ripetitive.
La musica di Onward to Annihilation è la classica degli Abominant: death metal tosto, brutale e melodico, poco tecnico stavolta e più orientato a ritmi martellanti, a soli di chitarra lunghi ed a melodie oscure adatte allo stile. Molto ricche di influenze ma al contempo personali, le canzoni (fatta eccezione per due tracce) superano i 4 minuti, ripetendo i riff portanti ma variandone alcuni accorgimenti. We Are Coming è di questa fattura, perfetta per cominciare un album che vuole mettere a tacere chi aveva qualcosa da criticare a When Demons Dwell, mentre la seguente Conquerors of Dust è la più lunga dell’album (oltre 7 minuti), ma è anche quella più sperimentale, dove il gruppo ha deciso di lasciarsi andare un po’ a folli idee. Dopo Left to Rot degli Hypocrisy riproposta a modo loro, con Battle Scarred ed Onward to Annihilation gli Abominant riprendono il normale svolgersi degli eventi, ed oltre la buona prova dietro le pelli del pompato Jim Higgins, batterista versatile adatto a blast beat e a tempi più moderati, è da sottolineare la prestazione, forse sopra le righe, di Timmie Ball, chitarrista dalla plettrata rapidissima e dalla predilezione per gli assoli lunghi, ed anche un po’ fuori tema, a parere del sottoscritto. Fuori tema è anche la rapida Hold Your Ground, assolutamente non death metal, ma heavy rock alla Judas Priest, con tanto di imitazione della voce nasale di Rob Halford, un tributo folle di quasi tre minuti che in album spietato come questo, si presenta come una barzelletta. Beside the Dying Flame e Legions of Hell non si distinguono dalle altre tracce ma chiudono piacevolmente il decimo album della formazione del Kentucky.
Una buona dose di divertimento, senza dubbio. Lavoro molto personale che può facilmente convincere, così come può far storcere il naso ai puristi del genere ed anche a chi si è avvicinato da poco al death. Globalmente innovativo (anche per la copertina fumettistica), Onward to Annihilation merita di essere ascoltato almeno una volta, senza tuttavia essere inserito nelle migliori uscite underground dell’anno. Pareri, grazie.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. We Are Coming 2. Conquerors of Dust 3. Left to Rot (Hypocrisy cover) 4. Battle Scarred 5. Onward to Annihilation 6. Hold Your Ground 7. Beside the Dying Flame 8. Legions of Hell
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Line Up
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Mike Barnes (Voce) Timmie Ball (Chitarra) Mike May (Basso) Jim Higgins (Batteria)
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RECENSIONI |
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