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Quasi tre anni ci sono voluti per comporre il seguito di Morte(s) Nee(s). I Celeste tentano di fare il colpaccio pronendo un doppio massiccio album con il quale spargere il loro verbo. Due dischi, un ora e dieci minuti di tormenti e di stupri sonori; una sceneggiatura a dir poco cinematografica, che si rifà alla nuova ondata di cinema horror francese (soprattutto le sensazioni di Aja, Laugier e Bustillo); alla bestialità romantica dell'uomo e alle pulsioni animalesche e sessuali degli adolescenti. Un lungo e terribile concept, crudo e scabroso che però non diventa mai vouyerismo ma una sorta di nuovo neo-realismo. Stilisticamente c'è un sottile filo conduttore che non differisce dal precedente album, anche se ora i riff richiamano decisamente la monumentalità di Misanthrope(s). Tutto il primo disco (mi verrebbe da dire il "primo tempo", tanto per rimanere in campo cinematografico) è connotato dai classici stilemi del quartetto francese: riff corposi e potenti, con una leggera cacofonia che impossessa da sempre il suono delle chitarre di Guillame; il drumming ossessivo termina i propri giri in modo violento sui tamburi ma, mai come in questo caso, si sentono, nella discografia celestiana, un tale ammontare di blast-beat e di collegamenti con il black metal (tanto che la band pare ora appartenente al genere in tutto e per tutto). E' inutile continuare a dire che i nostri giovani ragazzi si rifanno ai vari Deathspell Omega, Blut Aus Nord, Wolves in the Throne Room; essi sono riusciti a ritagliari un intimo spazio personale dove i mondi dell'hardcore e del black metal dialogano senza battaglie di appartenenza. Nonostante il notevole abbondare di minutaggio sonoro i Celeste diventano maestri nel dosare sia le atmosfere che la durata dei brani. Una manciata di tracce che rasentano i tre o i quattro minuti (come ai tempi di Pessimiste(s)) vanno a controbilanciare il puntuale brano che va a scavalcare i sette minuti: tremende lunghezze che vanno a descrivere i tormenti e le violenze dei protagonisti di questo romanzo nero. Tornano, come di consuetudine, due tracce strumentali che vanno a spezzare in due ogni singolo disco; X e Y, maschile e femminile, vibrazioni spettrali e senza parole per soliloqui mentali e individuali che girano attorno alla personalità dei due ragazzi della storia. Le pelli ossessive di X accompagnano i riff aperti e disperati, magnifici nella struttura e spaventosi nella resa sonora: dapprima i tamburi rintoccano quasi in modo morigerato per poi ribaltarsi sotto il doppio pedale finale; Y (nel secondo disco) fa da pendant ribaltando le coordinazioni: la batteria è minima ed essenziale mentre sono il tremolo della chitarra e la violenta splettrata che incutono più timore. Le sottili anomalie che caratterizzano Animale(s) cominciano a vedersi dalla traccia conclusiva del primo capitolo (Dans Ta Salive, Sur Sa Peau). L'oscuro hardcore proposto crea dei collegamenti con i con i vicini Tempest, Alpinist e con i nostrani The Secret amplificando però ogni traccia di black metal e di post-core, potenziando il tutto con quel retaggio sludge di creare una certa solidità nei riff. Momenti quasi trasheggianti e minimali dilagano nel vuoto sonoro e asettico scandito prima dai tamburi e poi dalla serialità circolare della seconda chitarra. Lo stile si trasforma in una sorta di doom-black metal oppure di funeral-screamo; D'errances En Inimitiés sfodera degli interessanti arpeggi provenienti dalle seconde chitarre mentre inserti ambient e trame acustiche ricordano vagamente alcuni panorami religious (Cette Silhouette Paumée... non sfigurerebbe in un album dei Watain o dei Funeral Mist). Il songwriting delle sei-corde è sempre più variegato -oserei dire quasi "complesso"- per una band che comunque si configura come compatta, diretta e dedita più alla produzione che alla complessità compositiva. La chiusura del concept si presenta in maniera violenta e tormentata, con le chitarre di Serrés Comme Son Coeur Lacéré che creano riff a blocchi e monumentali, Royer esegue delle lunghe rullate sui tamburi simulando gli spasmi e le riprese di un affannoso e stanco respiro. Degna di nota è, ancora una volta, la costruzione stilistica delle melodie e dei riff che vanno a chiudere il brano: la malinconia unita ad un certo tipo di grandiosità e di decadenza è unica; basterebbe questo brano (e magari il seguente) per spazzare via interi album di care formazioni black metal svedesi. Gli outro con i quali si chiudono gli album dei Celeste si sono sempre caratterizzati da alcune particolarità: se all'inizio c'era una sperimentazioni sulle chitarre e sui suoni (Nihiliste(s)), poi si è giunti a variegare la composizione del brano (Misanthrope(s)). Nel capitolo precedente si era vista la collaborazione neo-classica con Les Fragments de la Nuit mentre ora, i nostri, chiamano a collaborare Ben Chatwin proveniente dal progetto Talvihorros (anch'esso sotto Denovali Records). Chatwin, che è famoso per le sue atmosfere trasognanti e rarefatte crea un bellissimo tappeto d'ambient quasi liturgico. I synth sono maestosi ma essenziali, le chitarre sono desaturate e si limitano ad accompagnare l'omelia assieme ad un accenno di batteria. Un toccante requiem che fa calare il sipario su questa drammatica vicenda: Animale(s) è la colonna sonora di continui e quotidiani abusi sulla carne che si concludono con l'intima redenzione individuale.
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Scoperto aprendo a caso una pagina delle Recensioni.. Pesante, abrasivo e soffocante.. Album incredibile.. Prossimamente mi sa che ascolterò anche gli altri... |
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21
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Non so che dire, non ne sbagliano uno, tanto di cappello. 90 |
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C'è tutto il disco in streaming, avevo dato notizia due settimane fa (il player è ancora funzionante) |
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Abendirshogen: sul tubo ci sono dei brani del disco in questione, forse tutti ma anche ascoltarne un paio è sufficiente per cominciare a farsi un'idea e decidere di comprarlo data la bellezza incredibile della loro proposta musicale. Vai su Torrent solo se non sei sicurissimo che ti possa piacere. Solo un parere il mio, sia chiaro. |
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Sono tentato di comprarlo, ma vorrei prima dargli un ascolto su internet, c'è già qualche release torrent o su youtube? |
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Sorpresa eccezionale questo disco, probabilmente uno dei dischi migliori dell'anno, sentirò di più per capire meglio se effettivamente è così... assolutamente devastante |
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Molto interessante...non conosco, ma mi ha davvero incuriosito |
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Semplicemente stupendo. |
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Non vedo l'ora di ascoltarlo. Devo solo trovare il mood giusto. |
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Quoto il commento di Ubik. Ancora una volta non deludono assolutamente. Bravi Celeste! |
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Quoto il commento di Ubik. Ancora una volta non deludono assolutamente. Bravi Celeste! |
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Non si schioderà mai dalla mia top ten assoluta! Ce ne fosse ancora di gente così! |
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@Waste: beh fidati che hai sentito il 90% della fonte allora. Discone da paura quello li. |
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@Moro, grazie! Magari capirò meglio sentendo gli altri dischi! E' che la mia accezione di post core è nata e finita con the shape of punk to come dei refused, mi devo aggiornare!  |
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@Waste of Air: perchè la band nasce come screamo/post-hardcore. Nel tempo hanno prespo molte influenze (sludge e blackmetal). Questo album è il più blackmetal di tutti ma credo che sia una band che rimane esattamente nel mezzo. Loro non fanno parte di circoli blackmetal e saranno sempre all'interno del mondo hard-core. Poi negli ultimi anni i due generi si sono scambiati tantissima influenza. ps: leggiti le altre due recensioni e capirai di più  |
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Bella scoperta! Non li conoscevo! Solo una domanda da emerito ingnorante in materia: perché post core e non black metal? |
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Moro: certo sono d'accordo, infatti mi riferivo ad una somiglianza molto limitata all'inizio di un brano e non ad un'influenza generale sulla loro musica. |
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@theRox. Ma guarda, teoria interessante ma un po' "ovvia" per noi ascoltatori di blackmetal. Io i ragazzi dei Celeste li conosco e spesso abbiamo parlato di black. Sembra che loro le vecchie glorie non le conoscano. Oppure le hanno apprese da poco (da Missnthropes). Sono molo più dediti ai vari DsO, Wolves ecc... Forse è l'effetto tremolo. |
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Non c'è niente da fare, altro disco semplicemente magnifico. Pesante, sofferto. Ottimo veramente. Non vedo l'ora di averlo tra le mie mani. |
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2
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Caro recensore, non sembra anche a te che l'inizio del brano Dans Ta Salive, Sur Sa Peau assomigli ad un brano dei Mayhem che adesso non mi viene in mente, forse da De Mysteriis Dom Sathanas? Disco bellissimo comunque. |
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1
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Non ne riescono a sbagliare mezzo. Assurdi. 90. |
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