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Tides From Nebula - Eternal Movement
( 3507 letture )
La scena post-rock è ormai da anni oggetto di dibattito tra i patiti estimatori delle atmosfere eteree e tra i più accaniti detrattori che hanno definito più volte l’intero genere buono solo come sottofondo musicale per centri benessere. Lungi dal poter risolvere questa diatriba con una manciata di parole, va comunque detto che i Tides From Nebula, con questa terza uscita discografica intitolata Eternal Movement, riescono a creare un’equilibrata giunzione tra atmosfera e potenza, dando vita a un flusso di musica viscerale vario e omogeneo che non mancherà di insinuare qualche dubbio nelle certezze dei più scettici. Certo, nulla di nuovo sotto il sole, sperimentazioni simili sono in atto da anni e continuano a essere al centro dei principali lavori di gruppi di spicco come i This Will Destroy You, giusto per citare i più famosi, ma, tolto l’elemento sorpresa, Eternal Movement si rivela essere un lavoro tutt’altro che scontato o prevedibile.

Il disco parte subito in pompa magna con Laughter of Gods che, già dai primissimi secondi, mette in gioco tutto ciò che troveremo nell’album: tastiere a dismisura, chitarre decise e una batteria ridondante (ma non troppo) riescono a creare interessanti chiaroscuri tra forza e riflessione, riuscendo a dare al tutto una certa sintesi di durata e a non fossilizzarsi troppo su certe scelte compositive.
Only With Presence si accosta molto per la sua struttura alle prime sonorità dei God is an Astronaut: batteria incalzante e fraseggi chitarristici crescenti danno vita a un brano leggermente meno elaborato rispetto alle altre tracce, ma ugualmente di ottima fattura e estremamente godibile. La successiva Satori, dai toni più caldi ma sempre attivi, ci regala sul finale uno dei momenti migliori dell’album fatto di tastiere, effetti elettronici e potenti riff di basso e chitarra capaci di dare al tutto ancora più dinamicità d’ascolto.
La quarta proposta, Emptiness of Yours and Mine, va a tastare lidi quasi trip-hop conditi da toni cupi e oscuri; la cosa però non dura e, verso metà canzone, tornano a emergere i toni solenni cui ci hanno abituato fino a questa prima metà dell’album. Da qui in poi le cose iniziano a prendere una piega diversa, sopprimendo in parte l’aggressività e mettendo più in risalto il lato sognante del gruppo.
Hollow Life, non a caso il primo singolo estratto dall’album, rappresenta il suo vero pezzo forte. È difficile rimanere indifferenti di fronte a un brano così ricco di sfumature, complesso ma mai pesante. Ogni momento è irrepetibile e quei cinque minuti di durata sembrano dilatarsi col proseguire dell’ascolto, dandoci l’impressione di aver a che fare con una sorta di suite. Ascoltare per credere.
Le successive Now Run e Let It Out, Let It Flow, Let It Fly sono tracce altrettanto buone ma che per forza di cose non reggono il confronto con la spiazzante conclusione dell’album affidata a Up From Eden che, discostandosi vagamente dal resto dei brani, ci regala dei momenti nel corpus centrale da brividi, confermandoci una volta per tutte che stavolta ci siamo ritrovati tra le mani un vero gioiellino di pura musica da custodire gelosamente.

Fermo restando che un attento ascolto vale mille volte di più che qualsiasi lettura in proposito, Eternal Movement è in definitiva un disco capace di accontentare pienamente sia l’appassionato del genere in cui si colloca e sia l’ascoltatore meno propizio alle opere strumentali: potente, onirico e di eccellente fattura. Fatta eccezione per un artwork forse un po’ troppo “abusato” in questi ultimi anni, i Tides From Nebulaci regalano un signor disco che va a collocarsi senza dubbi tra le uscite di maggior rilievo di questa ottima annata per la musica progressiva.



VOTO RECENSORE
83
VOTO LETTORI
62 su 3 voti [ VOTA]
Povero Yorick
Giovedì 21 Novembre 2013, 18.49.46
2
@EdoardoG: Le critiche che muovi ci possono stare, mi rendo conto che a qualcuno possa non piacere e sono anche abbastanza d'accordo sulle strutture stereotipate, ma se leggi ho specificato a inizio recensione che questo disco non aggiunge nulla di nuovo al suo genere. Tuttavia, oggettivamente, ritengo che questo sia un album molto valido e, considerato il percorso evolutivo del gruppo, ho ritenuto 83 un voto equilibrato. Però rispetto e condivido in parte la tua opinione.
EdoardoG
Giovedì 21 Novembre 2013, 16.07.45
1
A me non ha detto assolutamente nulla e mi è sembrato molto ripetitivo, ridondante. Ripete le solite strutture che nel Post-Rock si sono ormai consolidate e vengono imitate un po' da chiunque, soprattutto per quanto riguarda quello strumentale (mi riferisco a quei fraseggi di chitarra tanto carini e catchy e ai soliti climax). Magari qualche momento carino possono ancora regalarlo, ma comunque non vedo giustificato l'83, che mi sembra un voto eccessivo. Io gli avrei dato al massimo 70 (a voler essere buono).
INFORMAZIONI
2013
Long Branch Records
Post Rock
Tracklist
1. Laughter of the Gods
2. Only With Presence
3. Satori
4. Emptiness of You and I
5. Hollow Lights
6. Now Run
7. Let It Out, Let It Flow, Let It Fly
8. Up From Eden
Line Up
Adam Waleszynski (Chitarra)
Maciej Karbowski (Chitarra, Tastiere)
Przemek Weglowski (Basso)
Tomasz Stolowski (Batteria)
 
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