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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 2172 letture )
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Navigare in rete in cerca di notizie sul djent è sempre e qualcosa di particolare. Capita, per una copertina o per un titolo particolare, che ti ritrovi ad ascoltare cose che mai nella tua vita saresti andato a cercare di tua iniziativa se non fosse stato per alcuni siti, vuoi per indole o semplicemente per una questione di tempo. E così fai conoscenza dei Reflections, band giovanissima la cui età media raggiunge a stento i vent’anni e del loro secondo full length, Exi(s)t, che scopri aver riscosso per qualche motivo un enorme successo sulla rete raggiungendo quasi i 50.000 "likes" sulla loro pagina ufficiale di Facebook, diventando così uno dei fenomeni virali emergenti più promettenti del panorama "death-djent-core" (termine peraltro da me appena inventato, ma che spero possa farvi capire in che direzione il gruppo si stia muovendo). Per questo, dopo le prime due tracce che mi chiariscono senza ombra di dubbio che il mio rapporto con questi ragazzi del Minnesota è prossimo allo zero, rimango ad ascoltare l’album cercando di capire dov’è che funziona. I breakdown e i blast beat sono riprodotti in una quantità tale che si fatica a ricordarne uno uguale. La sterilità delle composizioni emerge definitivamente sin dai primissimi riff di chitarra in downtuned. Eppure, nonostante questo, il disco funziona, o almeno così pare.
Di cose se ne sarebbero potute dire e sviluppare in quantità. Non so, si sarebbe potuto musicare meglio il dialogo tra il tema dell’esistenza e della fuga, come il titolo e le liriche dell’album suggerirebbero, anziché voler flettere di continuo i muscoli e pompare il volume all’inverosimile. Si sarebbe potuto creare maggiore atmosfera nelle parti di elettronica anziché relegarle a un ruolo di solo abbellimento, ma non è stato fatto. Exi(s)t tocca tutto un po’ di sfuggita senza mai sfiorare l’ascoltatore: dice ma non dà, indica ma non afferra. Ogni tanto si sente qualcosa di vagamente riciclato da altri (chi ha detto Meshuggah?) continuando a far intendere qualcosa che si traduce poi in un nulla di fatto. In altre parole, i Reflections non prendono decisioni vere e proprie: sembrano piuttosto essere sospinti e condotti tra le intricatissime strutture che il djent vuole da forze più grandi di loro. Sì, sono composizioni molto difficili e di questo gliene diamo atto, ma non c’è nulla di interiore nel loro sound, come il titolo e la copertina del disco sembrerebbero suggerire. E siccome nessuna scelta è mai presa, nessuna qualità effettiva, per quanto concerne il songwriting, è mai messa in gioco. Torniamo al primo quesito: perché funziona? È registrato bene, la potenza d’insieme degli strumenti e dell’elettronica è impressionante, anche se vista fin troppe volte negli ultimi anni; è pensato bene nel senso che tutti i pezzi tengono un buon ritmo tra loro. Insomma, l’estetica è molto ben curata, ma l’anima no. È inutile quindi dire che il valore di un album emerga dalle azioni e dalle idee che si portano in studio, non dalle intenzioni degli autori.
Finché i gruppi definiti come cruenti saranno questi, noi tutti avremo una polizza a vita sui nostri ascolti. Finché le vere martellate non sorgeranno dal cuore e saranno solo dipinte da fuori, finché ci si metterà tutti d’accordo che questi sono i gruppi massacranti che ci sconvolgono, saremo al riparo dai gruppi che le cose pesanti le fanno sul serio, su tutti i fronti. Exi(s)t strizza l’occhio proprio agli ascolti superficiali, atrofizzando un po’ la percezione che abbiamo di musica dura, ammorbidendo e smussando di volta in volta gli spigoli e semplificando un genere nel proprio contenuto fino a renderlo spensierato intrattenimento. E finché sarà così, sarà questo il tipo di prodotto che venderà e avrà successo.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Exit 2. Delirium 3. Vain Words from Empty Minds 4. Bridges 5. Lost Pages 6. My Cancer 7. Candle 8. This House 9. Stories Through Storms 10. Exist
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Line Up
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Jake Foster (Voce) Patrick Somoulay (Chitarra) Charles Caswell (Chitarra) Francis Xayana (Basso) Came Murray (Batteria)
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RECENSIONI |
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