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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Imperial State Electric - Reptile Brain Music
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( 2896 letture )
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Ci sono personaggi che, a quanto pare, sono talmente in gamba da risultare amabili e detestabili al tempo stesso. Perché? Ma è semplice! Si tratta di soggetti che riescono a far bene praticamente ogni cosa in cui si cimentano, risultando quindi ammirevoli sotto quasi ogni punto di vista, ma anche antipatici perché fin troppo bravi. Avete presente il classico compagno di scuola che prende tutti 9 e che, anche se è la persona più simpatica del mondo, vi fa comunque dire Ma che caspita, avrai pure un punto debole? Perfetto, Nicke Andersson è esattamente questo tipo di personaggio: passato alla storia come batterista dei leggendari Entombed, dei quali è stato anche singer, ha saputo poi reinventarsi come voce e chitarra degli scatenati garage punkers The Hellacopters e, tralasciando le sue innumerevoli collaborazioni, ha da alcuni anni messo in piedi una band di sano, vecchio hard rock, chiamata Imperial State Electric. Questo gruppo si è già fatto notare con i primi due lavori, che mettevano in mostra un Nicke Andersson meno grezzo e sporco rispetto al passato, ma non per questo meno abile nello spremere emozioni dalla sua chitarra. Eppure, con questo terzo lavoro, che da sempre rappresenta un punto cruciale per ogni band che si rispetti, il nostro acuirà ancor di più quel duplice sentimento di amore/odio che proviamo per lui.
Il motivo è presto detto: Reptile Brain Music, terza fatica di questo quartetto svedese capitanato dal nostro infallibile amico, è di gran lunga il migliore dei tre album e mette in mostra una serie di tracce molto divertenti e godibili, che spaziano da un pop muscolare ad un hard rock carico di feeling. L’opener Emptiness into the Void è indubbiamente un’esponente della prima categoria musicale indicata e basa la sua forza di impatto sia su una linea vocale molto melodica ed orecchiabile, sia su una chitarra che fa faville, tanto nella ritmica quanto nel breve, intenso assolo, con i fidi Tobias Egge e Dolf de Borst a sorreggere il cantato del frontman. Underwhelmed è un po’ meno pop, ma mantiene comunque una gradevole atmosfera melodica che non svilisce, anzi esalta il contenuto del brano, che musicalmente appare dunque una sorta di omaggio ai Kiss della prima ora; al contrario della traccia precedente, dove la chitarra era assoluta protagonista, qui è proprio la bella voce di Nicke a farla da padrona, per quanto le sei corde trovino comunque modo di regalarci qualche bel momento sonoro. Faustian Bargains conferma quanto di buono detto finora grazie ad un’azzeccata combinazione fra parti musicali e linee vocali, ma è Reptile Brain la protagonista indiscussa di questi primi quattro brani, con le sue atmosfere stavolta pienamente hard rock che riecheggiano vagamente dei maestri Led Zeppelin. Non ci sono particolari composizioni astruse o orpelli tecnici, no: Nicke non è tipo da lasciarsi ingolosire dallo sfruttarla sua posizione per dominare la scena con assolo e quant’altro ed anzi punta tutto sulla semplicità e sull’immediatezza, cosa che gli riesce decisamente bene. Volete un’ulteriore controprova? Date un ascolto a More Than Enough of Your Love, una sorta di versione hard rock della celeberrima Running Free di maideniana memoria, con un sottofondo chitarristico egregio ed un cantato che riecheggia nella testa come un mantra. Assai più oscura si rivela Dead Things, traccia dall’andamento vagamente beatlesiano con una delle prestazioni migliori del nostro al microfono; ve l’avevo detto che c’era un po’ di tutto in questo album! Apologize al contrario è un po’ più grezza, grazie ad un riff squadrato e ad una batteria marziale, su cui il nostro intona una melodia che richiama più da vicino i The Hellacopters di quanto abbiamo ascoltato finora su questo Reptile Brain Music; ottima si conferma la prestazione corale di tutti i musicisti coinvolti. Ritorniamo all’atmosfera più oscura di Dead Things con la splendida Stay the Night, che tuttavia in questo caso non ricorda tanto John Lennon e soci, quanto, nuovamente, i Kiss. Eyes, pur essendo interessante, è forse il brano meno riuscito del lotto, mentre la scanzonata velocità di Born Again è il giusto preludio ad un altro dei vertici del disco, Nothing Like you Said it Would Be, un brano di hard rock con reminescenze Scorpions semplicemente perfetto. A chiudere il tutto ci pensa Down in the Bunker, forse non all’altezza della piccola gemma che la precede, ma comunque piacevole come praticamente ognuna delle dodici canzoni che abbiamo avuto modo di ascoltare finora.
Che altro aggiungere a quanto già detto? Reptile Brain Music è un lavoro eccellente, che sostanzialmente non soffre di cali di tensione, a parte uno o due brani e che anzi mantiene costantemente un livello qualitativo complessivo elevato sotto ogni punto di vista, dalla musica al divertimento, passando per l’immancabile pathos che deve contraddistinguere un buon brano di sanguigno hard rock che si rispetti. Forse Nicke Andersson non inventerà nulla e sicuramente abbiamo visto come peschi abilmente qui e là, ma ad avercene di compositori in grado di sfornare ancora album del genere! E se anche ci risultasse antipatico per questo...beh, premiamo il tasto PLAY ancora una volta e ce ne dimenticheremo facilmente!
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2
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bello! non conoscevo questa band |
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1
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Da avere come quelli precedenti! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Emptiness Into The Void 2. Underwhelmed 3. Faustian Bargains 4. Reptile Brain 5. More Than Enough Of Your Love 6. Dead Things 7. Apologize 8. Stay The Night 9. Eyes 10. Born Again 11. Nothing Like You Said It Would Be 12. Down In The Bunker
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Line Up
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Nicke Andersson (Voce, Chitarra) Tobias Egge (Chitarra, Cori) Dolf de Borst (Basso, Cori) Tomas Eriksson (Batteria)
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RECENSIONI |
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