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Weather Report - I Sing the Body Electric
( 3665 letture )
Ci sono, nella storia della musica, dei rari gruppi i quali, a prescindere da quanto possano piacere e da quanto incontrino il gusto del grande pubblico, vanno conosciuti. Ciò in quanto in determinate formazioni militano o hanno militato personaggi fondamentali per cifra tecnica, qualità innovativa e capacità di battere sentieri poco conosciuti, se non addirittura di tracciarli. In queste condizioni, certe volte scocca una scintilla vitale, un'energia compositiva, una voglia di innovare, di esplorare ciò che è oltre la canonica forma canzone, che porta a band-laboratorio che non hanno relazione con un genere precisamente catalogabile e, proprio per questo, andrebbero valutate da tutti. Uno di questi gruppi officina, forse quello per antonomasia, sono stati i Weather Report. Attorno al duo Joe Zawinul/Wayne Shorter, si sono alternati infatti numerosissimi musicisti di altissimo livello, i quali, fondendo il loro talento con quello dei due mentori, a loro volta mossi da una insaziabile curiosità per il nuovo e l'inconsueto in musica, hanno prodotto dischi memorabili. In quel lontano 1972, comunque, la storia della band era ancora quasi tutta da scrivere, avendo alle spalle il solo self-titled del 1971, già album dell'anno per Down Beat, una rivista di settore molto quotata nell'ambiente del jazz. La fusion tra quest'ultimo e la sperimentazione elettronica, conseguente alle esperienze avute dal nucleo del gruppo con Miles Davis, con Bitches Brew a fungere da faro ispirativo, si estrinsecò in maniera molto più concreta in I Sing the Body Electric del 1972. Qui, la presenza del sintetizzatore A.R.P. 2600, all'epoca di assoluta avanguardia e dal suono mai imitato in seguito dagli strumenti digitali, ispirò Zawinul ed aprì le porte ad un mondo sonoro diverso.

I Sing the Body Electric, il cui titolo fa riferimento ad un racconto di Ray Bradbury a sua volta citazione di un poema di Whitman, con la copertina che fa il verso al libro di Bradbury, è diviso in due parti. La prima normalmente incisa in studio, la seconda che presenta degli estratti provenienti da un concerto dal vivo alla Shibuya Philharmonic Hall di Tokyo, registrato nel gennaio del ’72. Quest'ultima finirà successivamente, in versione estesa, su Live in Tokyo, doppio dal vivo sempre del 1972. Oggi come oggi e nonostante il fatto che i prodromi culturali che la hanno generata fossero già teoricamente presenti nella cultura del tempo, è difficile capire l'impatto di un'opera simile non tanto sulle orecchie, quanto sulla mentalità del pubblico dell'epoca. A questo proposito ricordo che solo pochi anni prima ed in un ambito molto diverso e potenzialmente più facile, lo stesso Dylan rischiò l'incolumità fisica per aver introdotto strumenti elettrici nella musica folk. L'accostamento tra il jazz, musica colta, alta, elitaria, con la strumentazione elettrica ed elettronica, fece storcere il muso a moltissimi e, oggettivamente, era rischiosa. A distanza di anni, però, può essere valutata nella sua complessità e nella sua importanza. Ciò a prescindere dalla fruibilità di un genere che non è certo fatto per essere fischiettato mentre si lavora. I Weather Report potevano contare in prima battuta su un tappeto sonoro costituito dal lavoro del bassista e contrabbassista Miroslav Vitous (il quale in seguito abbandonerà per contrasti personali con Zawinul e più in là sarà rimpiazzato da Jaco Pastorius), musicista di rilievo assoluto e dal duo costituito dal percussionista Dom Um Romão -appena entrato- ed il batterista Eric Gravatt. Anche questo uno strumentista di altissimo livello, fonte di ispirazione per moltissimi e personaggio sui generis, tanto che poi abbandonerà la musica per due decenni per fare la guardia carceraria. Altri musicisti collaborano col gruppo vero e proprio, ma il cuore pulsante dei Weather Report sono certamente Zawinul e Shorter. La cifra stilistica sfuggente e priva di regole della loro musica è evidente fin dall'opener Unknown Soldier. Su una base costituita dal lavoro della sezione ritmica, connotata dai suoni acuti della batteria, sax e tastiere dipingono schizzi di note che ricordano molto la pittura informale, con interventi che traggono l'abbrivio dal titolo, per poi estrinsecarsi in pennellate libere, che rendono le sensazioni che la psiche di chi suona riceve da quel primo input. Sax e corno inglese si scontrano col suono dell'ARP 2600, in un fluire di note che non sono discorso coerente, ma parto dell'ID che comunica forse in maniera più profonda di quanto farebbe l'io cosciente, l'assoluta spersonalizzazione del soldato in guerra. In The Moors si nota il lavoro introduttivo della dodici corde di Ralph Towner (peraltro in forza agli Oregon, anch'essa band interessante) altra novità nel corpus strumentale del gruppo, per un brano che sfugge ancora alla catalogazione, con momenti in cui sembra che stia per assumere una forma-canzone precisa, per poi ripiombare nell'amorfismo informale, così come in Crystal ed in Second Sunday in August. In quest'ultima vengono ancora fuori le percussioni "stratificate", a comunicare la gioia per i frutti del lavoro effettuato sui campi (la seconda domenica d'agosto era quella dedicata a festeggiare il raccolto) e la fisicità della stessa. La parte live contiene, come è del tutto ovvio a questo punto, una gran maggioranza di parti largamente improvvisate. Il medley Vertical Invader-T.H.-Dr. Honoris Causa (qui condensati in quasi undici minuti, invece dei ventisei delle versioni complete) è tutto un alternarsi tra momenti in cui gli strumentisti si danno ad un solismo frenetico misto a tappeti ritmici nevrotici, con successivi rallentamenti, in un "carico e scarico" che ricorda quelle partite di calcio tiratissime in cui alcuni minuti di attacchi e contrattacchi continui vengono seguiti da altri in cui le squadre sembrano rifiatare, studiandosi brevemente per poi riaffrontarsi a viso aperto, gareggiando a chi imbastisce l'azione più spettacolare ed a chi segna il goal più bello. L'eredità concettuale davisiana è palese. Surucucù sembra a tratti un pretesto per sfoggiare ed esplorare le potenzialità dell'ARP, non sempre tenendo presente la necessità di veicolare una linea musicale precisa che sfoci in una vera e propria canzone. Infine Direction, un pezzo di Zawinul già utilizzato proprio da Miles Davis, che è ancora una ricognizione libera nel free-jazz elettrificato che proprio Davis ha imposto, con la melodia quasi sminuzzata in piccoli pezzi, lasciando all'ascoltatore l'onere di ricomporre il tutto mediante la propria sensibilità.

Notevolmente più band rispetto all'esordio, perlomeno per la parte in studio ed a dispetto dell'impostazione generale del gruppo, i Weather Report furono profondamente innovativi, pur conservando un background antico. Invisi (come avrebbe potuto essere altrimenti?) ai puristi del jazz, al quale hanno attirato proprio per questo una vasta, nuova fascia di ascoltatori più giovani provenienti dal mondo del rock, rimasero jazz nel senso dell'improvvisazione, innovandolo e portandolo su territori più industriali, più rispondenti alla modernità di un'epoca elettrica e parimenti bisognosa di evasione e libertà dalle tensioni crescenti. Il tutto veniva incarnato essenzialmente dal sax di Shorter e dalle tastiere di Zawinul. C'è forse un particolare utile per capire come e perchè certa musica viene fuori in un dato momento, ed è un motivo già venuto fuori durante la discussione relativa a questa intervista a proposito del progressive. Sia Zawinul che Shorter crescono e diventano uomini nel periodo post-bellico, sviluppando il loro discorso musicale di base tra gli anni 50 e gli anni 60, quando il mondo reclamava una risposta alla crisi morale derivante dalla sua divisione in due blocchi monolitici, apparentemente immutabili e "solidi", anche geometricamente, in un certo senso. La musica priva di forma, così come quella pittura informale che non a caso nasce e si sviluppa negli stessi anni, è la risposta dell'uomo al tentativo di ingabbiare e catalogare tutto nel bianco o nero, abbattendo tutti i confini della forma per lasciare libera la psiche di procedere senza limiti, per associazioni libere e senza raziocinio apparente, dopo che questo aveva prodotto le immani carneficine del conflitto mondiale. Tutto nel segno della libertà assoluta. E, forse, non è un caso che il primo pezzo di questo lavoro si intitoli Unknown Soldier. I Weather Report come Pollock? Perché no? Ambedue liberi, ambedue innovativi, aschematici, desiderosi di vedere cosa c'è oltre la siepe, sperando che ve ne sia un'altra da superare. Con la mente, più che con gli strumenti.

La musica è filosofia.
Non ha niente a che fare con le note!
Ci sono così tante persone che suonano benissimo,
ma non riescono a raccontare una storia.
Noi eravamo dei cantastorie.



VOTO RECENSORE
90
VOTO LETTORI
57.84 su 39 voti [ VOTA]
Joe Falco
Lunedì 10 Aprile 2023, 10.17.09
24
L\'ho conosciuto appena uscito, forse il primo della band, per me. Non potevo fare paragoni con altri titoli ma mi sembrò subito dirompente e trascinante. Un brano dopo l\'altro eri affascinato e calamitato, non vedevi il momento in cui sarebbe partito il brano successivo. Raramente mi è capiatato altre volte. Certamente l\' affiatamento e la grande capacità dei singoli musicisti era alla base di questo appeal maiuscolo. In quasi 50 anni non ho mai smesso di ascoltarlo. Io voto 90.
Prometheus
Martedì 29 Aprile 2014, 14.51.43
23
Bello!
toni
Lunedì 28 Aprile 2014, 11.52.02
22
complimenti raven recensione bellissima. a quando le rece dell'omonimo disco d'esordio e di mysterious traveller?
Hm is the law
Venerdì 25 Aprile 2014, 15.16.05
21
Attendere prego le altre recensioni su questo gruppo
Raven
Venerdì 25 Aprile 2014, 13.57.15
20
Certo, non è stato il solo disco fondamentale, ma il commento 5 è paradigmatico.
therox68
Venerdì 25 Aprile 2014, 13.48.33
19
Lele "Armellin" DiAnno: d'accordo sul senso della proporzione ma dare 100, che è il massimo assoluto, significherebbe comunque stabilire in senso assoluto, appunto, la "superiorità" MT su ISTBE. Sull'essere fondamentale io direi che, essendo In a Silent Way e Music is the Healing Force of the Universe entrambi del 1969 i due dei Nucleus del 1970 e questo dei WR del 1972, ovvero solo 2/3 anni dopo, siamo ancora negli anni pioneristici del genere e non già in un periodo di pieno ed definitivo consolidamento.
Lele "Armellin" DiAnno
Venerdì 25 Aprile 2014, 13.24.29
18
@therox68: rimangono 10 punti d'accordo, ma bisogna mantenerre un senso della proporzione: se ISTBE vale 90, allora a Mysterious Traveller dovrebbe stare almeno a 105. @Raven: mettevo un po' il dubbio sul fondamentale perché comunque siamo nel 1972, e le fondamenta del genere sono già state gettate. Oltre allo strepitoso esordio dei WR sono già usciti In a Silent Way e Bitches Brew di Davis, Music is the Healing Force di Ayler, Emergency! dei TWLifetime, Infinite Search di Vitous, Spaces di Coryel ... dall'altra parte dell'oceano Elastic Rock e We'll Talk about it Later dei Nucleus (tralasciando ibridi più vicini al rock quali Soft Machine, Colosseum e altri che non citiamo per motivi di spazio)
Raven
Venerdì 25 Aprile 2014, 13.04.47
17
Infatti. Circa il voto lettori, vi ricordo che non rispecchia le idee effettive di questi ultimi, ma solo la voglia di alcuni di screditarci con questi ridicoli mezzucci.
therox68
Venerdì 25 Aprile 2014, 12.57.39
16
Lele "Armellin" DiAnno : se anche il voto a questo disco fosse esagerato rimane comunque "inspiegabile" il voto dei lettori, o meglio, un voto palesemente provocatorio da parte di chi non ascolta questa musica e la ritiene fuori contesto in un sito "metal". Non sanno questi signori la moltitudine di musicisti metal che apprezzano, stimano e in qualche caso adorano i musicisti del disco in oggetto ed altri del mondo jazz/fusion. E poi se questo disco dei WR prende 90 per dimostrare che altri della loro discografia sono migliori rimangono altri 10 punti per sottolinearlo.
Raven
Venerdì 25 Aprile 2014, 10.31.51
15
Si, almeno nel senso del suo sdoganamento/presentazione preso un pubblico rock. Ci sono dischi dei WR ancora migliori, certo. In ogni caso siamo davanti ad un fatto molto raro: un mio voto giudicato alto e non basso come succede sempre
Lele "Armellin" DiAnno
Venerdì 25 Aprile 2014, 3.18.47
14
Scandaloso il voto dei lettori è vero, ma se dobbiamo intendere la scala dei voti come una scala effettivamente 1~100, dove 100 sia il giudizio su un disco-pilastro di un genere, o su un ipotetico album "perfetto",allora il 90 del recensore mi pare un po' alto. Lo dico anche e soprattutto in relazione ad altri capitoli della discografia WR. Poi siamo sicuri che questo disco sia "fondamentale nella sotria della fusion"?
Hm is the law
Giovedì 24 Aprile 2014, 20.14.03
13
Disco fondamentale nella sotria della fusion. Voto del recensore congruo, quello dei lettori scandaloso.
Delirious Nomad
Giovedì 24 Aprile 2014, 19.34.13
12
Aspetterò con trepidazione
Raven
Giovedì 24 Aprile 2014, 19.21.50
11
Magari ci arriviamo più in là
Delirious Nomad
Giovedì 24 Aprile 2014, 19.11.12
10
Ascoltato, davvero molto bello, uno dei dischi fusion che più ho apprezzato (dopo Pat Metheny, lui lo adoro )... Mi interesserebbe sapere la tua opinione Raven su "Heavy Weather", anche in rapporto a questo disco
therox68
Martedì 22 Aprile 2014, 16.49.33
9
D'accordo, eviterò gli off topic aggiungendo solo che non insinuavo certo una tua mancata difesa dei tuoi redattori. Alla prossima.
Raven
Martedì 22 Aprile 2014, 16.37.16
8
Per come ho inteso la faccenda, credo che il Marchese si sia riferito ad un fatto di età dell'autore che mi consente di conoscere più da vicino certe cose, più che ad una presunta incapacità altrui di trattare certi temi. Diversamente mi sarei espresso direttamente io, In ogni caso invito a restare sul disco e non sconfinare in questioni che non riguardano la musica, grazie.
therox68
Martedì 22 Aprile 2014, 16.08.43
7
Giustissimo sottolineare lo spessore "intellettuale" di Zawinul e Shorter come hai fatto Raven. Bellissimi e importanti gli standard del sassofonista composti nel periodo "Blu note". Anche se gli standard si giudicano tali a posteriori e non al momento della loro composizione ma a questo punto lo si può tranquillamente affermare. P.s. esimio marchese, perché ce l'ha con gli altri redattori? Alcuni sono molto giovani e non è certo una colpa, diamogli tempo, come dice giustamente Delirious Nomad, e scriveranno anche loro recensioni bellissime su questo tipo di musica. Già le scrivono in altri contesti musicali, io sarei meno drastico.
Raven
Martedì 22 Aprile 2014, 12.26.22
6
Grazie a lei ed a tutti quelli che sono intervenuti
Le Marquis de Fremont
Martedì 22 Aprile 2014, 11.04.42
5
Beh, innanzitutto, grazie a Monsieur Raven per questa recensione che, non me ne vogliano gli altri redattori, solo lui poteva fare, relativamente ad un gruppo come i Weather Report. Mi ricordo, come noi, abituati al progressive, ci trovammo spiazzati da questa musica. Non era il jazz tradizionale o free (che mi piaceva poco...) non era Miles Davis ma qualcosa di più bello da sentire di più "familiare" anche se completamente diverso da quanto ascoltato fino ad allora. Mi ricordo le discussioni, perché a molti non piaceva la parte free e la non linearità. A me piacevano anche gli Oregon (Music of Another Present Era è del 1973 e questo disco l'ho ascoltato nel 1973, appunto) e mi aveva incuriosito la presenza di Ralph Towner su The Moors. Musica che non fischiettavi, certo, che non era di facile assimilazione, ma che era bellissimo ascoltare e ci trovavi un po' di rock, quel "familiare" di cui accennavo. Spero ora che recensiate anche tutti gli altri dei Weather Report. Grande musica, penso che piacerà anche a molti ragazzi di adesso. Merci Monsieur Raven.
Delirious Nomad
Lunedì 21 Aprile 2014, 21.42.50
4
Con molta calma mi sto recuperando i dischi fondamentali della Fusion per entrare in questo affascinante mondo. Questo sarà certo fra i prossimi!
Raven
Lunedì 21 Aprile 2014, 14.14.27
3
Giusto. Per ciò che riguarda il disco, questo è oggettivamente superiore, i gusti (cosa diversa) possono far preferire il primo.
Lele "Armellin" DiAnno
Lunedì 21 Aprile 2014, 3.54.12
2
Bel disco, ma ho sempre preferito il primo, sia per l'interpretazione più asciutta che per la registrazione più nitida. Piccola precisazione: quello di Whitman è un poema, non un racconto.
precision88
Lunedì 21 Aprile 2014, 0.16.39
1
Raven grazie di aver recensito questo capolavoro! I Weather Report sono insieme ai Return to Forever e Herbie Hancock (guarda caso tutta gente militante intorno a Davis), le figure che più hanno influenzato la fusion (e non solo) successiva. Dopo di loro nulla è più stato lo stesso, sia a livello compositivo che a di sound sono stati degli innovatori ancora oggi ineguagliabili. Sono riusciti ad evolvere un genere che dopo il free non ha più trovato vie evolutive. detto ciò, disco fondamentale con un maestoso Vitus al contrabbasso. Uno di quei dischi che un appassionato del genre deve avere ( non per niente ho tutta la discografia sia in cd che in vinile).
INFORMAZIONI
1972
Columbia Records
Fusion
Tracklist
1. Unknown Soldier
2. The Moors
3. Crystal
4. Second Sunday in August
5. Vertical Invader-T.H.-Dr. Honoris Causa
6. Surucucù
7. Directions
Line Up
Joe Zawinul (Piano elettrico ed acustico, synth ARP 2600)
Wayne Shorter (Sassofoni)
Miroslav Vitous (Basso)
Eric Gravatt (Batteria)
Dom Um Romão (Percussioni)

Musicisti Ospiti
Joshie Armstrong (Voce)
Chapman Roberts (Voce)
Yolande Bavan (Voce)
Ralph Towner (Chitarra 12 corde in "The Moors")
Andrew White (Corno inglese in "Unknown Soldier")
Wilmer Wise (Trombe)
 
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