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27/04/24
CRASHDÏET
VHS - RETRÒ CLUB, VIA IV NOVEMBRE 13 - SCANDICCI (FI)
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D-A-D - No Fuel Left for the Pilgrims
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13/07/2019
( 1912 letture )
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Il capolavoro dei danesi. No Fuel Left for the Pilgrims è il terzo album, pubblicato nel 1989, dai D-A-D, solchi che regalano una bomba ad altissimo potenziale distruttivo e ancora fortemente impressa nella memoria di ogni rocker, che tale si definisca. Il gruppo nasce nei primi anni ottanta, il tanto vituperato monicker Disneyland After Dark, che mantiene fascino e genialità nella scelta, viene proposto dal pazzoide Stig Pedersen, ammaliato dall’idea del cosa possa accadere dopo che le luci della ribalta si spengono, sul celeberrimo parco giochi americano. La storia la conosciamo, la corporation a stelle e strisce diffida e intima al quartetto di lasciar perdere e il nome diventa quello attuale, con tanto di acronimo che porterà fortuna al poker di musicisti. I D-A-D, si formano attorno al terzetto Jesper, Stig, Peter e la donna del bassista, Lene Glumer, che verrà poi rimpiazzata, nel 1984, da Jacob, alle chitarre, fratello più giovane del frontman. Line-up completata, parte l’assalto al trono, con il debutto firmato due anni dopo, Call of the Wild, e l’anno seguente con il secondo D.A.D. Draws a Circle. Ma solo con il qui presente full lenght, i quattro nordici assaporano i primi movimenti di notorietà e tavole apparecchiate verso il successo. Prodotto dalla band al completo, insieme a Nick Foss e Lars Overgaard, No Fuel Left for the Pilgrims rappresenta il vero salto di qualità, per scrittura, compattezza, ispirazione, efficacia della proposta, e non ultimo, una major al proprio fianco.
Copertina semplice poi fuoco totale alle polveri. Sleeping My Day Away è il primo singolo del lotto e consente al quartetto di farsi conoscere; in sé il pezzo è semplicemente magnifico: grinta, astuzia, rallentamenti, arrangiamenti accattivanti, potenza, melodia aspra, insomma tutto il bagaglio del quartetto viene qui sapientemente esposto. C’è poi da aggiungere la riconoscibilità immediata sin dal primo accordo, insomma una hit perfetta e ancora oggi amatissima e godereccia. Jihad è un’altra sventola in piena mandibola, la vocalità di Jesper Binzer è debordantemente a grattugia, sei corde pressanti, solo maniacale, e quel non so che alla AC/DC, completano un quadro tanto goloso da leccare per intero la custodia del CD. Point of View sfoggia una base melodica che attanaglia all'istante con cori all’unisono, altro episodio di grande rilievo e tiro. Rim of Hell è pressofusa in un altoforno infernale sin dal primo riff delle asce, andamento in up tempo, atmosfere velate e caliginose sino alla deflagrazione del ritornello che spacca in due le casse; la voce del frontman esce dai meandri della terra in cerca di distruzione: un anthem oscuro, terribilmente convincente, con le coralità ad accompagnare il tutto, e un break singhiozzante: potenza alla nitroglicerina. Zcmi è scatenata, cattiva, urlata, catarrosa, sensual/decadente nel chorus, solo delle chitarre sregolato e fiammeggiante con quei cori soffusi a incrocio, True Believer schizza via come una pallottola dum dum, poi arriva un altro masterpiece. L’ennesimo singolo dotato di acume e scelte melodiche insuperabili, Girl Nation si rivela una song che ha qualche reminiscenza con i The Cult epoca Love Removal Machine, sviluppo luminoso e catturante per ritornello, cori, arrangiamenti di chitarre, tutto da 10 e lode, tutto fatto da una grandissima band. Lords of the Atlas punge le falangi, Overmuch martella, soffoca, preme, grazie a basso corposo, chitarre trapananti, voce diabolica (quanto adoro le parti vocali di Jesper), solismo della sei corde stroboscopico, un masso che si stacca dalle pendici per farsi strada e trovare il giusto sfogo travolgendo ogni ostacolo, track con un impatto unico ancora oggi, dopo 30 anni. Siamese Twin è marchiata D-A-D indissolubilmente, con quelle armonie che si insinuano nel muro di suono e il cantante/chitarrista che gestisce magicamente la sua ugola, rinfrescata con collutorio a base di chiodi arrugginiti e acqua ragia. Wild Talk reca con sé l’immagine del brano ricco di pathos, riff e melodia, una sorta di formula alchemica, che si chiude con la finale Ill Will, delirante nel giro di chitarra, deragliante nello sviluppo, una sorta di elogio alla follia perfettamente riuscito, con le corde vocali strozzate del frontman che danno un tocco in più, prima dell’armageddon solistico.
No Fuel Left for the Pilgrims si ritaglierà spazio, ambizioni e visibilità un po’ovunque, in patria sarà top seller con quasi 300 mila copie, e penetrerà nelle preferenze di tanti ascoltatori, pur non vendendo vagonate di copie in stile americano, ma diventerà il trampolino di lancio del quartetto, ottenendo credibilità e ammirazione. La band arriverà a suonare, nel 2005, in un festival di fronte a 120 mila persone, come opening act. I D-A-D, sono ancora oggi vivi e vegeti, come testimonia il loro ultimo, ottimo, disco uscito qualche settimana fa, però questo ellepì rimane la loro vetta qualitativa ancora insuperata. 12 pezzi, uno più bello dell’altro, hard rock bollente, senza fronzoli cervellotici, solo tanta musica, senza un attimo di tregua, suonata alla grande con sudore, perizia, incazzatura e soluzioni accattivanti e mirabolanti, insomma lunga vita ai danesi. Superfluo sottolineare che questo CD merita di stare, per sempre, nella vostra raccolta personale, pronto ad essere riascoltato subito, per goderne appieno ogni singola sfumatura. 30 anni fa usciva un’irrinunciabile perla cruda di hard music, ancora estremamente contemporanea e moderna. Viva i D-A-D.
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15
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....questo terzo album rappresenta per i D-A-D il salto di qualita' superiore....l'originalita' del loro sound mescolava metal rock, punk e country!!!...anche il successivo riskin it all rimane su alti livelli....gli anni 90 poi fanno cambiare tutto il panorama ma i dysneyland after dark rimangono in sella al toro senza farsi disarcionare....seguono parecchi album in se molto diversi ma che comunque sono sempre identificativi della band danese!....grandi e unici ancora nel 2019 dopo 14 albums!! |
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14
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Album bomba atomica. Lo ascoltavo proprio qualche giorno fa , una perla rock. |
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13
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Bellissimo, originale per i tempi, suonato con leggerezza e voglia di mostrare qualcosa di non sentito.Merita più di un ascolto. |
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12
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Gran bel disco! Ce l'ho su Cd e non lo ascolto da una vita... spero anche in una ristampa in vinile da parte della M.O.V. |
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10
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Sono d'accordo sul 90. Un classicone così non può prendere di meno. Ma 87 alla fine è lì e i contenuti sono decisamente entusiastici, quindi Tant pis. |
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9
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Splendido album, senz’ombra di dubbio il migliore della band. Letteralmente consumato ai tempi delle medie, le prime tre le mettevo a ripetizione, in loop. E pure Girl Nation. Scatenati, divertenti ma anche originali ! Arrotondo il voto tranquillamente a 90. |
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8
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Se posso dire la mia il voto é basso. Album perfetto |
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7
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....ottimo disco....tra i piu' interessanti di quel periodo....se non ricordo male...sulla maglietta ufficiale...se bagnata usciva il logo Disneyland after dark....che aveva procurato noie legali con quelli della Disney....perché dicevano che rovinavano l'immagine.....grandi.... |
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6
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Questo disco fa parte indissolubilmente della mia crescita musicale. Uno dei primi dischi Hard/Rock che comprai (in cassetta e poi successivamente recuperato in cd). Poi ti of View, Jihad, Sleeping My Day Away, Girl Nation, Overmuch , Ill Will e soprattutto RIM OF HELL che ancora oggi ritengo una delle canzoni heavy rock più belle ed esaltanti mai scritte. Disco meraviglioso che ho sempre accostato stilisticamente anche ai Motorhead (in molti la voce così sgraziata mi riportava alla mente il povero Lemmy). |
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5
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Anche se non mi fa votare.. |
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4
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una grande band, piu' USA come suono rispetto a chi ha codificato la scena, cioe' gli Hanoi R., sia per l uso delle vocals, molto vicine ai contemporanei Lillian Axe ed altri, real rock of course. Complimenti al Sig. Leonetti per la scelta. Ripassero' se e quando desiderera' alluparci rigardo Love +war |
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3
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Non posso fare altro che applaudire per la recensione di un ottimo disco e confermare il 90 di rob fleming |
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2
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Da avere. E' uno scrigno prezioso di sorprese. Sleeping my day away è un capolavoro. E sono d'accordo con @Galilee. Lo riascolti oggi ed è ancora attualissimo.90 |
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1
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Grandissimo disco e ottima recensione. Un album che non ha perso un'oncia del suo smalto. Però il migliore secondo me è il successivo. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Sleeping My Day Away 2. Jihad 3. Point of View 4. Rim of Hell 5. Zcmi 6. True Believer 7. Girl Nation 8. Lords of the Atlas 9. Overmuch 10. Siamese Twin 11. Wild Talk 12. Ill Will
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Line Up
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Jesper Binzer (Voce, Chitarra) Jacob Binzer (Chitarra) Stig Pedersen (Basso) Peter Lundholm Jensen (Batteria)
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RECENSIONI |
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