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Avatar - Schlacht
( 2385 letture )
Quando un recensore non conosce assolutamente nulla del gruppo che si appresta a recensire, sarebbe opportuno che si documentasse a dovere sulla band. Questo è quello che di norma dovrebbero fare i recensori, io incluso. Questa volta farò un’eccezione, per mancanza di mezzi e di tempo. In fondo giocare “al buio” è una cosa che mi è sempre piaciuta. A rendere ancora più interesante “l’esperimento” è la mia mancanza (quasi totale) di una cultura death metal. Quindi, mi trovo a recensire questo album semplicemente per quello che è, senza considerare il passato del gruppo e le sue influenze.

Le nostre “cavie” sono gli svedesi Avatar. La loro musica è un death metal melodico di buona fattura. Probabilmente, i veri appassionati di “death” storceranno il naso all’ascolto di Schlacht perché, tirando le somme, in questo disco di materiale veramente “extreme” non ce n’è molto. Anzi, posso esserne quasi sicuro, perché questo disco è risultato davvero poco ostico per le mie orecchie e, io, come detto in precedenza, non sono certo un divoratore di death.
A questo punto mi sorge un dubbio. Ho forse trovato l’amore? La vocazione? Il mio nuovo genere musicale? Non credo però, resta un dato di fatto inconfuntabile per il sottoscritto, Schlacht è un album di buona fattura, si lascia ascoltare senza troppe difficoltà e, alla fine ti lascia soddisfatto.

Una volta ascoltata la title track avrete capito quali sono i territori che esplorano gli Avatar dato che, nei restanti undici pezzi, si cercano diverse variazioni sul tema, senza allontanarsi troppo dalla “madrepatria”. Si viaggia spediti col singolo Wildflower, diretto quasi quanto un destro di un pugile. Costante e oppressivo il lavoro delle due asce di Jarlsby e Andersson. Coadiuvati da una sezione ritmica che si rivela all’altezza della situazione. E’ soprattutto il drumming di John Alfredsson ad impressionarmi. La voce di Eckeström è un valore aggiunto agli Avatar, proprio in nome di quella vena melodica che facilita l’ascolto di Schlacht.
Infatti, l’ugola svedese si cimenta anche in tratti clean come in As It Is (una delle migliori) e Die With Me altra hit del disco, l’unica ad arrivare a sei minuti, la media è di tre e mezzo. Molto convincente è All Hail The Queen, come lo sono le successive When Your Darkest Hour Comes e I Still Hate You. Ancora One/One/One/Three assesta un altro duro colpo per il vostro udito. Chiudono l’album altre due pezzi duri come la roccia, The End Of Our Ride e Letters From Neverend. Da segnalare nell’ultima la presenza di Bjorn Gelotte degli In Flames come guest solo.

Last but not least, la presenza di un bonus video sul disco. E che bonus! Praticamente potrete gustarvi mezzo concerto, infatti le tracce dal vivo sono ben sei, più altri sei capitoli video dedicati alle interviste. A conti fatti sono circa quarantacinque minuti di materiale video. Veramente una bella sorpresa per i fan e per chi come me non li conosceva.
Le credenziali per comprare questo album ci sono davvero tutte.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
30.85 su 21 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2007
Gain
Death
Tracklist
01. Schlacht
02. Wildflower
03. All Wich Is Black
04. 4 am Breakdown
05. As It Is
06. All Hail The Queen
07. When Your Darkest Hour Comes
08. I Still Hate You
09. One/One/One/Three
10. Die With Me
11. The End Of Our Ride
12. Letters From Neverend
Line Up
John Alfredsson – Drums
Johannes Eckeström – Vocals
Jonas Jarlsby – Guitar
Simon Andersson – Guitar
Henrik Sandelin – Bass

www.avatar.net
 
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