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Pessimist (GER) - Holdout
26/08/2020
( 842 letture )
Dopo ben sette anni di silenzio tornano sul mercato i Pessimist, thrash metal band nata a Weil am Rhein nel 2006. I Tedeschi, da non confondersi con altri gruppi che portano lo stesso moniker –tra i quali spiccano i Pessimist americani attivi al ‘93– presentano una formazione rinnovata per tre quinti rispetto all’ultimo Death from Above: restano il cantante Michael Schweitzer, unico superstite della prima line-up, e il chitarrista Eric Tobian. Come i suoi due predecessori, il nuovo Holdout mette le tematiche guerresche al centro della proposta. Il titolo e la copertina dell’album fanno infatti riferimento ai cosiddetti soldati fantasma giapponesi (Japanese holdouts in inglese), un’espressione che designa quei militari nipponici che, alla fine della Seconda guerra mondiale, non obbedirono all'ordine di resa imposto dagli Alleati e continuarono a vivere e a combattere nella giungla, talvolta anche per dei decenni.

Sul fronte musicale, i Pessimist sono dediti a un thrash metal feroce e frontale, non lontano in certi passaggi dagli ultimi Assassin, il che non è propriamente da intendersi come un complimento: nelle sue parti più tirate, Holdout si dimostra infatti efferato quanto derivativo. Quello che dopo un ascolto sommario sembrerebbe essere un lavoro tutto sommato trascurabile, riserva invece qualche novità degna di interesse. Il thrash metal affilatissimo dei Nostri si trova infatti completato da un’importante vena melodica e da alcuni momenti più rilassati e atmosferici. Queste componenti pervadono tutto il lavoro e si manifestano timidamente sin dall’opener Landsknecht, un brano nel complesso potente e agguerrito. Fra repentine accelerazioni, riff angolosi e voci urlate si insinuano alcuni affondi melodici, così come una lunga ed evocativa coda strumentale che spegne il brano prima dell’assalto frontale di Roaring Thunder, canzone senza compromessi e forse l’unica davvero priva delle novità sopra citate. Kill & Become mantiene alta l’asticella della violenza, soprattutto nel bieco ritornello, ma non rinuncia a uno momento melodico e atmosferico, che potremmo, a questo punto della scaletta, definire quasi “abituale”. E infatti, lo stacco spettrale della lunga The King of Slaughter, preludio ad una bella cavalcata in stile heavy metal, così come il repentino calo di pressione dell’agguerrita Mountain of Death ripetono con relativo successo l’accoppiata tra le rasoiate thrash più veementi e dei momenti più ragionati e calmi. Questi sono spesso posti in concomitanza a lunghe e articolate sezioni solistiche, che contribusicono ad allungare parecchio la lunghezza media dei brani. La conclusiva 7:28 è in questo senso l’apide del disco: nei suoi quasi 11 minuti di durata, i Pessimist alternano in maniera ancora più estesa tutti gli ingredienti del proprio sound. Dopo un’introduzione tutto sommato ragionata il brano parte in quarta con una strofa spaccaossa, per poi rallentare nel melodico ed epico ritornello, uno dei momenti più riusciti dell’album. Buona anche la lunga sezione strumentale posta nella seconda metà della canzone, ricca di cambi d’umore e di melodia. Questa impregna anche la title-track, brano più ragionato e forte ancora una volta di un refrain trascinante. Da notare infine la produzione parecchio asciutta, che mette in risalto ogni strumento e sulla quale svetta la voce sgraziata e acida di Michael Schweitzer.

Quello che era solo timidamente abbozzato in Death from Above, album muscolare ma ripetitivo e canonico, trova in Holdout una dimensione più completa e azzeccata. Il Quintetto riesce a colorare la propria proposta allontanando il rischio di un (altro) album fotocopia, anche se bisogna dire che le novità introdotte non siano certo rivoluzionarie né particolarmente audaci. Dal precedente lavoro, i Pessimist ereditano però anche alcuni difetti, primo tra tutti l’eccessiva lunghezza dei brani e una certa uniformità di fondo che tende ad avvicinare le canzoni tra di loro. In ultima analisi, Holdout mostra quanto un ascolto attento possa rivelare alcune sorprese, ciò che ne fa un lavoro che può potenzialmente interessare oltre alla cerchia dei thrasher più incalliti.



VOTO RECENSORE
69
VOTO LETTORI
58.75 su 4 voti [ VOTA]
Analizzatore
Martedì 1 Settembre 2020, 20.32.47
5
Ci sono i Sadist e ci sono i Masochist (più di una band). E ci sono i Pessimist... esiteranno gli Optimist? Sì, sono tedeschi e fanno Death Metal/Hardcore e mo me li vado a sentire.
Shock
Lunedì 31 Agosto 2020, 14.51.56
4
Quello degli Shrapnel è un disco molto bello, che spacca il capo anche a nomi storici usciti quest'anno. Gli altri li recupero.
jeffwaters
Lunedì 31 Agosto 2020, 8.29.29
3
Assieme al nuovo pessimist ho ascoltato Shrapnel-Palace for the insane, consigliatissimo e i Wartooth-programmed dicotomy. Ve li consiglio agli amanti del thrash
jeffwaters
Lunedì 31 Agosto 2020, 8.27.08
2
Premesso che ho consumato letteralmente Call to War, storsi un pò il naso con death from above, questo ritorno dopo un lungo silenzio mi è piaciuto assai, nonostante l'eccessiva durata di alcuni pezzi, ma non è sempre un male. il Thrash è vivo e accompagna, ancora una volta, i Pessimist...75 pieno p.s adoro la voce di Michael
Shock
Mercoledì 26 Agosto 2020, 19.06.48
1
Il grande difetto del disco sono le canzoni troppo lunghe, per il resto la solita deflagrazione thrash, senza inventare nulla, ma con una sana dose di cattiveria. Direi 75 come voto.
INFORMAZIONI
2020
MDD Records
Thrash
Tracklist
1. Landsknecht
2. Roaring Thunder
3. Kill & Become
4. Death Awaits
5. Holdout
6. Mountain of Death
7. The King of Slaughter
8. Agony
9. 7:28
Line Up
Michael Schweitzer (Voce)
Eric Tobian (Chitarra)
Myrdhin Lange (Chitarra)
Samuel Maier (Basso)
Jan Hagin (Batteria)
 
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