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11/05/24
NWOIBM FEST VOL VI
DISSESTO CULT, VIA DEL BARCO 7 - TIVOLI (RM)
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Reckless Love - Turborider
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23/03/2022
( 2149 letture )
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Il ritorno dei Reckless Love dopo ben 5 anni abbondanti di silenzio discografico. Personalmente adoro questo quartetto finlandese, per ciò che sanno creare in studio ma anche per cosa mostrano sul palco: chi ha avuto la fortuna di osservarli live sa quanta compatta energia sanno sprizzare sul pubblico. Band di successo, album molto belli che si elevano di molto sopra la media, nel loro paese d’origine hanno intascato parecchi riconoscimenti e dischi d’oro per i primi tre lavori da studio, sicuramente i migliori. Il penultimo InVader li aveva visti cercare nuove ispirazioni e perpetrare alcuni mutamenti nelle composizioni, mantenendo il loro stile riconoscibile e vincente, e anche in questo nuovo ellepì, la band, intelligente nel non ricalcare gli stessi stilemi a vita, ha cambiato qualcosa e si è ispirata fortemente agli eighties, ma con parecchi synth in evidenza. Turbo Rider, fresco di stampa, rimandato come uscita di un mese, tour compreso a causa del maledettissimo covid, consta di 11 pezzi belli tosti, in diversi formati con anche un cofanetto autografato, prodotti da Jonas Parkkonen (Apocalyptica, Lost Society) e masterizzato da Svante Forsbäck (Rammstein, Lordi, Volbeat). Al suo interno temi degli anni '80 e il moderno mondo oscuro delle onde tastieristiche, con la band tuffata in profondità nel mondo dei videogiochi e dei film inerenti il genere, tutto ben marchiato dalle stimmate dell'epoca. Il cantante Olli spiega che: Outrun è stata la prima canzone che abbiamo scritto per il disco, quindi ha perfettamente senso che sia anche il primo singolo. In qualche modo, questa piccola melodia orecchiabile è riuscita a incapsulare tutte le cose che sono integrate nella genetica di tutti i bambini, cresciuti durante l'era dei giochi arcade, delle band metal dai capelli lunghi e dei film d'azione esplosivi. I testi sono pieni di temi e divertenti giochi di parole, che mettono fianco a fianco gare automobilistiche sovraccariche e competizioni ricche di ormoni, diciamo che il pop metal anni '80 ruggisce forte e chiaro, tuttavia, è anche fortemente colorato, con un moderno sapore di synthwave, che prepara un cocktail interessante. Altra storia per il secondo singolo, Eyes Of A Maniac, che offre una prospettiva d’osservazione diversa e delle liriche fuori dai consueti canoni, tutte incentrate su un mostro-maniaco pronto ad inseguire le proprie vittime e da cui non si può scappare. Via alla musica ordunque, con la curiosità ai massimi livelli, non prima di notare una copertina colorata e di bell’impatto.
La titletrack squarcia l’attesa e non delude: un suono anni ‘80 basato sul synth apre le danze e le chitarre grandinano di brutto, serrata la base strumentale, Pepe si fonde i polpastrelli subito, voce filtrata, il ritornello acchiappa senza se e senza ma e sboccia l’eccelso DNA melodico della band. Primo colpo indovinatissimo! Solo-guitar godereccio e anfetaminico che ricorda il grande Steve Stevens. Eyes of a Maniac si apre nuovamente su una base synth, l’interpretazione vocale è singhiozzante e accoppia una melodia aurea, stupenda, con la sei corde che intesse duramente, i cori che s’intrecciano e il solo che esplode con un feeling gigantesco in hammer on, Pepe è un chitarrista tra i migliori in circolazione. Probabile non piaccia la batteria che sa molto di elettronica, ma il flavour è questo. Outrun spinge l’osservazione verso il recente passato della formazione, con quei saliscendi melodici che sono, da sempre, arma vincente, e ancora armonie soffuse, coralità, e le steccate hard in un dialogo tra voce e chitarra. Ritornello catchy, ispirato, suggerito, di grande lignaggio; tutto rilegato con tratti originali ma perfettamente riconoscibili. Kids of the Arcade è puro AOR nel refrain e nelle curve melodiose, pare di ascoltare una delle band che incendiano, ancora oggi, le ore notturne sulle FM americane; solo galattico della chitarra, tecnico, vario, spumeggiante. La cover di Bark at the Moon di Ozzy Osbourne si conferma una badilata hard rock sulla cervicale con gli strumenti tirati al massimo, anche con gli arrangiamenti elettronici. Prelude (Flight of the Cobra) è la Eruption di Pepe; Like A Cobra appare una composizione fresca, tampinata costantemente da questa aura electronic, tutto appare ben disegnato con il ritornello assai sofisticato, coralità e armonie di livello: ci noto un rimando al primissimo, grande album di debutto. For the Love of Good Times è Reckless Love al 202%! Il ritornello risulta lieve ma sfoggia materiale d’alta scuola, anche qui impossibile non capire che si tratta dei nostri, le pennate della chitarra sono lapilli dorati, ma tutta la struttura riporta al monicker. ’89 Sparkle è pop rock degli eighties quando MTV comandava il mercato e decideva chi spaccava le classifiche, nell’ottica del recupero di quei tempi questa traccia è un ripescaggio di tempi che non torneranno più; la chitarra svisa, se l’avessero pubblicata i Backstreet Boys avrebbe tempestato le classifiche mondiali. Si va verso la fine, Future Lover Boy dice già molto dal titolo sulle atmosfere che si respirano, la stesura ci parla di un gran bel pezzo con melodie sopraffine e un inciso ottimo, con la voce di Olli sempre a comandare ogni singolo momento, bellissimo il controcanto corale che conduce ad un finale synth-pop. Chiude il proscenio Prodigal Sons, traccia che contiene mille situazioni, elementi orchestrali, elettronica, e hard serrato, il ritornello è ideale da esibire live: ritmato, corale, poderoso, da cantare a pugni alzati.
Devo dire che sono molto curioso di capire come i fan della prima ora accetteranno questo Turbo Rider: un esperimento fallito o una nuova frontiera? Devo dire che a me l’album piace parecchio anche dopo ripetuti ascolti, sicuramente ha cose in meno rispetto al recente passato, ma la commistione hard-elettronica si sposa benissimo, probabilmente è questione di farci l’orecchio... mentre i synth potrebbero stupire i fan più giovani, quelli che non c’erano all’epoca, esaltando o deprimendo il giudizio. Alla band va ascritto un grandissimo merito: avere uno stile preciso, riconoscibile, ma senza crogiolarsi sugli allori e tentando di smuovere le acque, azzardando nel mutare le rotte, e sperimentando, cosa che molti act di hard-glam-sleaze, non hanno mai capito, morendo dopo pochissimi momenti di celebrità e qualche pubblicazione. Il sound della band, le peculiarità tipiche del gruppo sono rimaste intatte e si fanno udire forte, ritengo che questo nuovo capitolo sia assolutamente da ascoltare: nessuna perdita di potenza o ammorbidimento, fattori, questi, che vanno rimarcati. Unico neo, dopo oltre un lustro di assenza, la band poteva comporre un CD un po’ più lungo, ma questo fa parte delle scelte dei quattro. Turbo Rider rischia di diventare il nuovo confine a cui il quartetto tenderà, oppure un semplice esperimento con poco successo: c’è sempre la scappatoia dell’up tempo, dei ritornelli e delle strutture stereotipate in cui rifugiarsi. Viva il coraggio di variare, di essere poliedrici, con grande tiro, gusto splendente ed estrema classe. Parola ai fan da questo momento, 3-2-1…. Intanto le melodie rimangono in testa e canticchiarle è cosa naturale e fisiologica, perché i Reckless Love sono proprio bravi. Go guys!
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20
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Salvo 3/4 pezzi, soprattutto '89 Sparkle che se fosse stata cantata da Katy Perry sarebbe la parte II di California Girls. Per il resto la voce di Herman col genere synth pop non ci azzecca proprio per nulla e risulta scarna e inefficace, assoli di chitarra esagerati ed esasperati per un contesto vicino al pop. Cover di Bark at the moon agghiacciante, pare un remix dance dell'originale. Album con più lati negativi che positivi. Voto 60 per la stima che ho in questa band.
P.s. 81 non vi pare un voto esagerato per un prodotto tutto sommato modesto? |
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19
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Concordo con AlbyBlakk |
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cosa ci sia di entusiasmante in questo disco , francamente mi risulta difficile da comprendere .. chiaro che i gusti sono un fattore personale e soggettivo .. altrettanto chiaro però che l'Hard Pop \ Melodic Hard \ Hair Metal \ Class Metal e tutti i derivati da queste etichette (x quel che possono significare) degli “anni '80” erano altra storia. Tutta altra storia! Qui di “anni '80” nn ci sono né l'attitudine, né gli arrangiamenti , ne i suoni. I primi due albums di RL erano tutto sommato godibili, questo si lascia ascoltare ma nn mi trasmette nulla. p.s. : gli “anni '80” sono stati un periodo storico unico ed irrepetibile . In campo musicale come in altri settori. Chi li ha vissuti lo sa perfettamente. Voto: 45 |
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Li ho scoperti per caso proprio qui, attirata da questa copertina così futuristica, e mi hanno stregata.
Non avendo vissuto gli anni 80, questa musica mi catapulta in un'epoca che purtroppo non ho conosciuto. Ben venga questa tamarraggine!
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Ma che discone è questo! Non riesco a smettere di ascoltarlo da almeno 10 giorni, per chi ama le sonorità AOR/pop Rock anni 80 è una manna dal cielo! |
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15
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La media voti dei lettori è la cosa meno indicativa che ci possa essere. Il contenuto dei commenti è indicativo. |
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@Broken Arrow: appunto, questione di gusti... e la media-voto dei lettori mi sembra piuttosto indicativa dell'apprezzamento per questo disco |
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13
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89 Sparkle è la peggiore del disco. Detto ciò, quando si dice che tranne il singolo non rimane in testa nulla, veramente io non capisco...questo è il miglior lavoro della band a mani basse, non c'è mezza linea vocale fuori posto, basterebbero pezzi come Eyes of a maniac, Kids Of the arcade, Like a Cobra o Future Lover Boy a decretarne l'assoluto valore...sono gusti, per amor di Dio, ma certe cose non si possono leggere santa madonna |
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12
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Sono andato puntualmente ad ascoltare 89 sparkle, e mi accodo al brivido. |
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@Blackiesam74: non sei il solo, tranquillo. Neanch'io capisco tutto questo entusiasmo (per carità sono opinioni personali), quando poi si cita come pezzone '89 sparkle che sembra uscito da radio 105 (che puntualmente devo sorbirmi dal dentista) rabbrividisco. Boh. |
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10
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Bah... evidentemente ho le orecchie foderate di prosciutto io, ma non riesco a condividere l'esaltazione attorno a questo disco. Non discuto le sonorità, i synth anni '80 piacciono anche a me; è che non trovo linee melodiche soddisfacenti, o bombe come "One More Time". Aggiungiamoci che se dovevano scegliere una cover di Ozzy hanno scelto forse quella meno adatta ("Shot In The Dark" sarebbe stata più convincente) e che hanno lasciato fuori "Loaded", il singolo rilasciato lo scorso anno (sebbene anche quella sia un mezzo plagio, il ritornello è uguale a "S.O.S." degli ABBA)... disco da 50 |
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9
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Mamma mia che disco!
Adoro da sempre i Reckless e si riconfermano su livelli straordinari.
Non un punto debole, non un calo qualitativo: 11 tracce che scorrono leggerissime, divertenti, catchy, non saprei neppure scegliere quale mi abbia gasato di più anche se l'opener è forse una spanna sopra tutte. Il sound è molto più complesso di quanto possa sembrare a primo acchitto, basta ascoltare il suono della chitarra di Pepe appena si prende lo spazio per il fraseggio: pennella trame di qualità eccelsa e le note galoppano, travolgono. Incontenibile!
Persino il suono della batteria, che in altre compagini troverei difficilmente sopportabile almeno per i miei gusti, in questo contesto addirittura da quel quid in più. Risentire Bark at the Moon riarrangiata da loro è stata la ciliegina sulla torta. Ruoterà senza sosta nella mia playlist. Per me da 85. |
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8
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Vero 89 Sparkle è davvero killer. |
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7
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89 sparkle sarà la colonna sonora della mia estate. Quanto amo sto gruppo!!! |
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6
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Disco fantastico, queste sonorità synth anni 80' a me fanno impazzire, e ogni pezzo lo trovo fantastico. Certo è lontanno anni luce dai loro primi dischi, ma comunque solo complimenti. Nella mia top di fine anno sicuramente, 83. |
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5
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Se tutto il disco fosse stato come l'opener parleremmo di un grande disco di pop metal, purtroppo più il lavoro scade nel pop proprio e vero, con risultati discutibili (89 sparkle la trovo terribile). Incredibile come un gruppo dalle grandi potenzialità non riesca proprio a spiccare il volo. Disco che trovo sufficiente, 81 lo vede col binocolo. |
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4
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....e' triste vedere un tale lavoro subito su youtube 10 giorni prima della sua uscita.....forse la band sara' anche d'accordo ma il guadagno necessario alla musica per campare si va a far friggere!...synth o no questo comunque, e' un gran album!!!...ogni canzone e' davvero sugli scudi!!!..per chi come noi nati negli anni 70 ha vissuto in parte i grandi 80 e' oro che cola....qui ogni ritornello e' brillante e riuscito...gran lavoro davvero....bravi reckless love.......PS....non capisco perche' non includere la bellissima loaded rilasciata in rete lo corso natale..... |
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3
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Su YouTube Music era già disponibile per l'ascolto già da 2 mesi... tutto vero, il coraggio di osare, di non sedersi sugli allori, di sperimentare: però, dopo 5 o 6 ascolti, a me di queste 11 canzoni è rimasto in mente a malapena il singolo, e per un disco appartenente a questo genere è una colpa grave. Bocciato. |
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2
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Il singolo era davvero ottimo. Il disco spero di recuperarlo al più presto. Secondo me questa sterzata elettronica non può che giovar loro. Ora il sound è più personale e comunque rimane killer e d'impatto. Quindi non perde nulla. |
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1
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Io questi li amo.. l'Album è anni ottanta fino al midollo osseo |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Turborider 2. Eyes of a Maniac 3. Outrun 4. Kids of the Arcade 5. Bark at the Moon 6. Prelude (Flight of the Cobra) 7. Like a Cobra 8. For the Love of Good Times 9. ’89 Sparkle 10. Future Lover Boy 11. Prodigal Sons
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Line Up
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Olli Herman (Voce) Pepe (Chitarre) Jalle Verne (Basso) Hessu Max (Batteria)
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