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29/04/24
EYEHATEGOD
LEGEND CLUB VIALE ENRICO FERMI, 98 - MILANO
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Cryptopsy - As Gomorrah Burns
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18/11/2023
( 1108 letture )
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Quando si raggiunge un empireo musicale con uno o più dischi, inevitabilmente nei momenti successivi si verrà messi a paragone di quel dato momento o periodo. A questa legge non scritta, non sono mai sfuggiti i Cryptopsy dopo quello sfavillante millenovecentonovantasei, dopo le sperimentazioni più o meno approvate da fans e critica e non lo sono nemmeno ora, dopo undici anni dall’ultimo lavoro su lunga scala. Consolidata e rodata la formazione è ora tempo di As Gomorrah Burns questo quasi ormai insperato nuovo disco, edito dalla Nuclear Blast composto da otto tracce per poco meno di trentacinque minuti di nuova musica. Cosa è lecito aspettarsi e cosa desiderare quindi? Risposta frettolosa, c’è death, c’è tecnica, tanta tecnica, c’è brutal, c’è il nuovo suono, c’è il vecchio suono.
Rallentiamo, As Gomorrah Burns gode di una produzione potente, fresca e moderna, molto definita e nitida, ogni strumento è perfettamente equilibrato, percepibile, dalla iconica batteria di Mounier alla vertiginosa chitarra di Donaldson alle “sferrate bassistiche” di Pinard. Non è da meno la voce di Matt McGachy che sfoggia cambi stilistici che corrono all’unisono con le musiche. Nel complesso siamo di fronte ad una produzione che riesce a mantenere ed offrire una altissima qualità correlata ad una proposta musicale di elevata concezione come quella dei Cryptopsy.
La direzione intrapresa nel disco è chiara, i quattro vogliono mantenere un impatto brutal e old-school ben consci di trovarsi ai giorni nostri e strizzando quindi l’occhio verso generi e proposte decisamente più attuali, fondendo il tutto nel loro personalissimo stile compositivo ed esecutivo, tutto ciò è ben percepibile sin dalla opener Lascivious Undivine dove la natura schizoide e il senso che non ci sarà nessuna tregua rassicura e tranquillizza immediatamente. Brani come In Abeyance e Ill Ender possono potenzialmente far la gioia dei fans di vecchia data, dove tentacolari partiture e cambi ritmici improvvisi ripropongono binari ampiamente conosciuti negli anni passati dai canadesi. Particolari momenti musicali caratterizzano brani come Flayed the Swine, chitarristicamente parlando davvero ispirata e Obeisant, dalle oscure atmosfere che si alternano ad improvvise sfuriate incontrollabili. A chiusura di opera troviamo Praise the Fifth che porta con se una parziale virata verso ritmiche più cadenzate mantenendo altresì architetture sonore molto elaborate e imperituri cambi direzionali.
Capolavoro? No. Sebbene il disco possa esser considerato indubbiamente uno dei migliori lavori dei canadesi (negli anni duemila) ha alcuni aspetti che non possono passare inosservati. Innanzitutto una produzione che seppur ottima e ottimale, nel ripetersi degli ascolti ci si accorge penalizzare le dinamiche dei brani, dando l’impressione di mono-tonia delle musiche. In secondo luogo, nonostante la cristallina ed indiscussa classe dei musicisti qui presente, si ha una finale impressione che As Gomorrah Burns cerchi di farsi piacere a una platea estremamente variegata e differenza di ascoltatori, peccando quindi di una precisa e concisa identità musicale. Al fronte di tuto ciò va dato atto ai Cryptopsy di esser vivi e sul pezzo, ricchi di spunti ed idee interessanti e dal potenziale arsenale ancora vigorosamente colmo, per un futuro prossimo venturo.
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7
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niente male anche 75 direi e trovo interessante il concept le varie storie raccontate nei nuovi pezzi |
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6
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Al momento ammetto di averlo ascoltato una sola volta, ma non mi ha fatto saltare dalla sedia. Ripasserò dopo averlo approfondito |
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5
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I due ep The Book of Suffering mi erano piaciuti un casino (specialmente il secondo), attendevo un nuovo album da tempo e le aspettative (le mie almeno) non sono state deluse. Lo sto ascoltando a intervalli regolari da quando è uscito (facilitato anche dalla breve durata) e trovo sia un gran bel ritorno. Voto 83 |
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4
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Tecnici al punto giusto.. Ottimo lavoro alzo il voto ad 80. E tutta la mia ammirazione al miglior batterista \"estremo\" (tra i migliori) Flo Mounier.. Lo seguo da sempre, un alieno in mezzo a comuni mortali. Dal vivo poi, da spavento! Mi ha impressionato.. Fuoriclasse assoluto
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3
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Troppo tecnici. Pesanti,pesantissimi per chi non ama il brutal tecnico.E peggio ancora se è troppo,troppo tecnico..Mortalmente asfittici. |
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2
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Nulla da dire sulla caratura tecnica di questa band, sulla complicità che li lega, sulla produzione del disco, ma a me risulta piuttosto piatto. Un 70 per le loro capacità, ma dopo questi anni mi sarei aspettato un ritorno più speziato. |
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1
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A me è piaciuto un botto .tecnicissimo ma al tempo stesso contenente canzoni di facile memorizzazione.e poi ha avuto il merito di farmi andare a riascoltare che capolavoro di brutalità che risponde al nome di blasphemy by flesh |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Lascivious Undivine 2. In Abeyance 3. Godless Deceiver 4. Ill Ender 5. Flayed the Swine 6. The Righteous Lost 7. Obeisant 8. Praise the Fifth
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Line Up
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Matt McGachy (Voce) Christian Donaldson (Chitarra) Olivier Pinard (Basso) Flo Mounier (Batteria)
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