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Dokken - Under Lock And Key
( 9918 letture )
Martellare il ferro finchè è ancora arroventato. Slogan o proverbio che dir si voglia, questa espressione si adatta come un guanto, soprattutto in quel frangente storico, alla situazione dei californiani capeggiati dal carismatico Don Dokken. Un anno dopo il consenso di pubblico ottenuto con Tooth and Nail, i Dokken tornano nuovamente sotto i riflettori con il secondo gol della loro tripletta vincente, quella che si concluderà con il successivo Back For The Attack del 1987. Un vero masterpiece questo Under Lock..., per chi scrive. Chitarre roboanti, melodie enfatizzate, silos di armonie vocali da far impallidire chiunque. Il lavoro giusto nel momento più azzeccato significa successo assicurato! (ullallà ho fatto pure la rima). Il quartetto di Los Angeles prosegue su quelle coordinate che lo distinguerà dal filone glam/street montato su scala industriale nella città degli angeli, facendo sfoggio di un sound tagliente, ricercato e devastante con una produzione che accentuerà ancor di più le loro prodigiose caratteristiche. Il look presente sulla copertina virò su vestiti simil-glam, assai eleganti, dai colori sgargianti, ma ad inizio tour la band capì che quell’immagine non le si confaceva; morale, verranno gettati al cesso costumi per decine di migliaia di dollari. Quando si dice saper pianificare al meglio. La produzione, affidata nuovamente all’eccezionale Michael Wagener, affiancato da Neil Kernon e Angelo Arcuri, è realmente stupefacente segnando in positivo la riuscita di pezzi da mito, si pensi poi che come engineer venne impiegato, oltre al già citato Kernon, il grande Michael Lardie, una delle menti dei Great White, band dal grande valore hard-blues, con il succitato in veste di compositore, produttore e addetto alle diavolerie elettroniche. E proprio Don Dokken, noto non solamente per le sue indubbie doti canore ma anche per la sua attività di produttore e talent scout, finanzierà il primo ep dei Great White e degli XYZ.

Tutti i pezzi vengono sparati fuori dalla chitarra compositiva del cantante, vera e propria anima metallica del combo, man non crediate che George, Jeff e Mick si siano risparmiati, anzi. Il 9 novembre '85 sboccia Under Lock And Key e decreta un’ esplosione musicale di alta qualità: le tonalità più metalliche e rozze vengono un po’ammorbidite per far spazio a nuovi elementi di american rock fusi a numerose parti cantate a quattro ugole che deliziano. E chi ritiene che la robustezza venga bandita da questi solchi, beh povero lui. Basta sentire l’opener Unchain the Night per capitolare, mollare la propria vita rubacchiata e diventare seguaci della parola dokkeniana. Un mini intro magniloquente lascia il campo ad una chitarra saccheggiante che Lynch conduce verso lo zenith, la voce di Don, un po’ nasale ma di grande pathos, riveste a perfezione una traccia che acchiappa subito per sound perfetto unito alla violenza degli strumenti. Angoli smussati ma una corposità che non ha pari, questo è class metal stratosferico! Grande il solo di George con la sezione ritmica che pesta duro, ma quella sei corde che termina con il flanger, eh beh, fa godere forte. The Hunter è il primo singolo lanciato, scelta che non ho mai capito visto le gemme presenti qui dentro, e mostra uno sviluppo avvenente ma non eccezionale: diciamo ordinaria amministrazione supportata da un video carino con Pilson braccato dal Pmrc e Lynch che cazzeggia in giro per Hollywood Boulevard con la sua Ferrari. Ci pensa subito In My Dreams a far gridare al miracolo: frammento corale con confetti vocali pazzeschi, ugola ad alluvione, chitarra che corrode e poi quando arriva il chorus sarete tutti in ginocchio a pregare che non finisca mai. Un clip che gronda pioggia, delinea il nuovo look pelle, jeans e stretch e sbatte in prima pagina un Lynch che con la sua Esp, paletta al contrario, intrattiene con un solo spettacolare, veloce, e melodico! Che band ragazzi! Slippin' Away è un lentone suonato magistralmente e nonostante il rallentamento Mick “Wild” Brown malmena i tom cercando di coprire coralità celestiali che innervano una grande ballad, inutile il commento sull’intervento di chitarra, sempre immenso e all’insegna di scansioni e note fischiate che renderanno il suo esecutore uno dei guitar-man più considerati negli States. Lightnin' Strikes Again mostra il lato più metal, e vi assicuro ci riesce decisamente bene, con un frontman sugli scudi per acuti e voce elettrizzante: cori campionati all’inizio delle strofe e un finale in cui Don spara al mondo intero prima di lasciare spazio ad un altro capolavoro sovraumano. It's Not Love è un mid tempo ma fa schizzare fuori i neuroni e gli occhi per la capacità di rendere una traccia lineare semplicemente esaltante. Il clip, poi, mostra le chiappe della biondona che guida il truck che veicola i quattro in giro per L.A., in versione pomeridiana e serale: la Tama di Brown regge a malapena le bordate inferte e Lynch strazia la sua famosa chitarra con teschio e ossa in rilievo. Uno spasso di video per una song micidiale in tutto. Jaded Heart abbassa i toni con chitarre acustiche ma non diminuisce la qualità e il ritornello è fresco come un riff attaccato ad un ampli da 9mila watt nuovo di pacca, Don't Lie to Me è una spremuta di cuore in salsa hard rock che avvisa come un monito: Just don’t lie to me, don’t’ treat me like a fool.... Ah, ‘ste donne californiane tutte tette, culetti perfetti e biondi capelli che dicono le bugie: bella scheggia in ogni caso. Will the Sun Rise? si discosta leggermente dalla linea dell’album con quella sua chitarra più fine e con Don, mixato un pelo più in evidenza sugli strumenti, a comandare le operazioni che si lanciano su un ritornello soffice e melodico con cori solenni che impreziosiscono, mentre la succulenta Till the Livin' End sferra l’attacco finale in stile cavalcata e sigilla un lotto di canzoni perfette. L’ultima song è un passo indietro a ricordare Tooth and Nail ma con più classe e arrangiamenti di fino che la innalzano sull’altare del class metal, quello fatto di tessuto di gran pregio. Da origliare poi il solo di George Lynch, un grande chitarrista senza dubbi.

Nel giro di un anno e mezzo l’award di platino statunitense venne appeso nelle loro dimore, il disco vendette oltre un milione di copie negli Stati Uniti e raggiunse la 32ª posizione nella Billboard top 200 e piazzò ben tre singoli intorno al 25° posto (In My Dreams, The Hunter, It's Not Love) e Unchain the Night, nonostante non fosse stata editata come single-version, ottenne airplay dalle radio yankee. Grazie a questi numeri i Dokken si assicurarono un tour con i Judas Priest nel 1986 per il loro "Turbo Tour", concerti con i Twisted Sister e aprirono per gli Accept in Europa. Nonostante la loro crescente popolarità, la band venne azzannata da voci dei media (purtroppo vere) che sottolineavano forti tensioni all'interno del nucleo. Qualcuno arrischiò anche il fatto che George Lynch stesse per essere sostituito da Michael Angelo (Nitro), poi tutto rientrò per qualche tempo per far si che nessuno spiumasse la gallina dalle caccole d’oro. Lynch partecipò come ospite all'album di Tony MacAlpine, Maximum Security del 1987, e la band decise di tornare in studio per registrare il brano Dream Warriors, che fece parte della colonna sonora di Nightmare III: I Guerrieri del Sogno, pubblicato poi come singolo. Il poker di musicisti si rinchiuse in sala prove per dare un seguito al fortunatissimo e premiato Under Lock and Key che, ancora oggi, rimane una pietra miliare nel genere, senza paura di smentite.

Buy or die or fuck yourself!



VOTO RECENSORE
95
VOTO LETTORI
88.76 su 169 voti [ VOTA]
ShotInTheDark
Mercoledì 3 Aprile 2024, 14.56.31
34
Miglior disco della storia della musica hard \'n\' heavy USA
Rik HM
Mercoledì 20 Marzo 2024, 21.18.38
33
@Rain, i dokken fino al live \"beast from ...\" non ne hanno sbagliato uno. Ti potrei dire che: nonostante lynch non sia più della partita, ci aggiungo anche, up from the ashes. My opinion. Hair nation 🎸
Rain
Mercoledì 20 Marzo 2024, 12.38.56
32
@Rik HM, non é affatto un eresia! Nonostante io abbia scritto che con il successivo si superarono questo é il mio preferito e secondo me é facile facile il loro più bello! Sia nei pezzi più lenti sia in quelli più squisitamente HM tipo Lightning Strikes Again.
Rik HM
Mercoledì 28 Febbraio 2024, 21.08.34
31
Terzo album e terzo centro per i dokken. Diciamo che usare il termine masterpiece per \"under look and key\" potrebbe non essere un eresia. Songs una più bella dell altra, e produzione anche qui a livelli stellari. Band che nonostante i problemi di ego dei due leader, riesce a realizzare un album che a distanza di quattro decadi, ci regala momenti musicali indimenticabili 🎸 hair nation
Area
Lunedì 12 Settembre 2022, 15.39.15
30
Il mio secondo preferito dei loro e Disco importantissimo e tra quelli che segnano l'inizio della dominanza del Glam Metal... qualcuno ama dire "Class Metal", ma era Glam dai su... pietra miliare! Con il successivo si supereranno!
Mich
Mercoledì 19 Maggio 2021, 21.59.47
29
...mah qui cosa c'è da dire...classico...sono quasi tutte belle e carismatiche,la coppia don e George sono tra le più talentuose di quei tempi...ho passato ore su lighting strikes,non mi piacciono save me ne the Hunter... secondo me il loro meno scontato e più vario e disfuncional del 95...non un classico proprio per questo motivo... ascoltare sacred groove di george
Wingo
Mercoledì 12 Maggio 2021, 16.09.56
28
Capolavoro assoluto,band di grande classe che univa potenza e melodia, incredibile come qui in Italia siano poco conosciuti. Per me una delle migliori hard rock band anni '80(e non solo)😎🎸
The Cowboy
Sabato 29 Agosto 2020, 22.05.41
27
Ma meglio will the sun rise ( c'è un errore =?) BUY or die or fuck yourself !
The Cowboy
Domenica 16 Agosto 2020, 11.26.03
26
Secondo il Vangelo di Don Dokken e anche secondo il mio, riascoltare The Hunter & GET IT LOUD!
David D.
Martedì 5 Novembre 2019, 18.42.08
25
Disco di una bellezza stravolgente, fra melodie azzeccatissime (credo che i Dokken all'epoca in fatto di melodie fossero i migliori), e riff taglienti come solo George Lynch sapeva fare. Loro sono uno dei pochi gruppi che rimpiango non abbiano pubblicato di più, quanti altri capolavori dell'heavy metal melodico avremmo potuto avere!
Mirkorock cremona
Lunedì 24 Settembre 2018, 20.29.29
24
Che disco che chitarrista acquisto obbligatorio
Bestial Invasion 98
Giovedì 19 Luglio 2018, 2.11.12
23
Nonostante il Thrash sia il mio genere preferito, i Dokken (degli 80s) sono la mia band preferita e questo è il loro capolavoro più bello! Tooth and Nail, Under Lock and Key e Back for the Attack (che ho tutti e 3 su vinile) sono dischi unici e bellissimi! Mi vergogno solamente a pensare che qualche deficiente sputó alla band durante il tour con gli Accept nel ‘86... il mio più grande rimpianto musicale, non aver visto i mitici Dokken negli Eighteens in live!
Aceshigh
Venerdì 23 Marzo 2018, 9.20.31
22
L'album della maturazione definitiva, per me il migliore di tutta la discografia. Innumerevoli classici immortali come It's not Love, Unchain the Night, In My Dreams è così via lo rendono uno dei migliori dischi di class metal mai pubblicati. L'ultimo minuto di Lightning Strikes Again fa venire la pelle d'oca anche a distanza di 33 anni. Da avere a tutti i costi. Voto 93.
Philosopher3185
Giovedì 4 Gennaio 2018, 14.53.12
21
Quanta buona musica c'era in quel periodo..non conoscevo bene questw band e ora me ne sono innamorato
Rob Fleming
Mercoledì 20 Gennaio 2016, 19.07.47
20
Un classico degli anni '80. Con perle indiscusse quali Unchain the night, In my dreams, Lightning strikes again e Til the livin end. Lynch poi è un fuoriclasse mai troppo osannato con un gusto e un pregio che avevano in pochi soprattutto negli anni '80: si è sempre messo al servizio della canzone. 85
Mastro burattinaio
Domenica 7 Dicembre 2014, 19.20.54
19
tra le 3 opzioni in conclusione, io direi BUY ahahaha
Mastro burattinaio
Domenica 7 Dicembre 2014, 19.19.30
18
Michael angelo, quello che suona due chitarre assieme, una con una mano, l'altra con l'altra, ma non ha avuto mai un suono dicasi uno, decente..per fortuna che non è entrato nei dokken...
Mastro burattinaio
Domenica 7 Dicembre 2014, 19.16.06
17
"Basta sentire l’opener Unchain the Night per capitolare, mollare la propria vita rubacchiata e diventare seguaci della parola dokkeniana". la propria vita rubacchiata... ahahahahaah...e poi" confetti vocali pazzeschi, ugola ad alluvione" ..."malmena i tom cercando di coprire coralità celestiali che innervano una grande ballad"..ecc..ma chi sono..Dio? (non ronnie james) ll disco mi è piaciuto molto ma non in questi termini diciamo...
marchino 96
Sabato 24 Maggio 2014, 23.55.31
16
"buy or die or fuck yourself" ahahaha Francobacio c'hai piegato dalle risate. Nella mia classe usiamo dire anche "fuck yourself and die"..rende di più
sadwings
Lunedì 17 Marzo 2014, 13.34.43
15
secondo il miglior album dei dokken! 100
FABIODAROMA
Giovedì 6 Febbraio 2014, 13.18.24
14
PURE QUI A ROMA LI PRESERO A SPUTI IL PUNK ERA ANCORA PADRONE E LA MAGGIORANZA ERANO VENUTI PER GLI ACCEPT. IL GIORNO DOPO DAL RIEBTRO DAL CAR A TARANTO ME LIBECCO. CONSERVO ANCORA IL BIGLIETTO ORIGINALE
Niccolò
Venerdì 18 Ottobre 2013, 11.51.45
13
Altro disco assurdo ! Uno stupendo approccio più melodico rispetto al precedente "Tooth And nail" e al successivo "Back For The Attack". Voto : 97
Sambalzalzal
Mercoledì 14 Novembre 2012, 15.27.44
12
Perdio che album immortale!!! Picchi di una classe, questi, che difficilmente potranno essere mai più raggiunti!!! Si parlava su un altro articolo dei chitarristi che si sono votati allo shredding... suggerirei a questi di farsi un anno di fila di ascolto di Don Dokken!!!!!
fabio II
Lunedì 15 Ottobre 2012, 15.46.33
11
E' sicuramente lo zenith dei Dokken come si legge, un disco perfetto; ok non è da purisiti del metal, perchè alcuni stratagemmi, vedi le soluzioni corali di 'In My Dream' sembrano rifarsi addirittura ai Duran Duran di 'The Riflex' (!!), ma rimane ,appunto, risolutamente hard; class metal era la definizione in voga all'epoca,non aor o westcoast. Comunque questa musica nasce con gli Starz e qui viene brillantemente metallizzata.
vitadathrasher
Lunedì 15 Ottobre 2012, 15.30.15
10
Un altro capolavoro glam 80's. Composizioni musicali di alto livello, su ogni fronte, grandi Dokken e Lynch. Può non piacere il genere ma è oggettivo che la band è composta da grandi artisti nel fiore della loro massima creatività. Insieme ai Quiet Riot (che tra l'altro non è stato recensito nemmeno un album qui) sono le band che più apprezzo in questo scenario....voto 99
Francesco
Sabato 10 Dicembre 2011, 23.19.13
9
Uno degli album piu' rappresentativi dell'hair metal degli anni '80. Grandissimo lavoro
fabio
Lunedì 18 Luglio 2011, 12.09.50
8
100/100; se ripenso al concerto di Bologna, a supporto degli Accept, in cui vennero presi a sputi.... beh non dico altro......
IWANTOUT
Mercoledì 2 Febbraio 2011, 15.35.35
7
ALBUM DA TOP TEN DI TUTTI I TEMPI!
Razor
Mercoledì 2 Febbraio 2011, 14.22.51
6
Grande album.
Sandro70
Sabato 29 Gennaio 2011, 21.33.54
5
Il miglior album class metal di sempre. Su questo disco George Lynch e Don Dokken toccano vette mai più raggiunte.
ayreon
Sabato 29 Gennaio 2011, 20.34.33
4
che classe sopraffina,dischi cosi' ora ce li sognamo .grandi Dokken!!!!!
Frankiss
Sabato 29 Gennaio 2011, 17.58.06
3
@Heron...de gustibus....i Dokken per me sono sempre stati una grande band
Heron
Sabato 29 Gennaio 2011, 16.24.42
2
bellissimo disco. Ho sempre e preferito loro a quei buontemponi dei Kiss.
Lontano
Sabato 29 Gennaio 2011, 15.33.15
1
Quoto al 99% il recensore, album stratosferico, ne conservo una copia in vinile, acquistata da sbarbatello sedicenne all'epoca. L'1% di disaccordo? Merita 99 questo album, é perfetto sotto ogni aspetto!
INFORMAZIONI
1985
Elektra Records
Hard Rock
Tracklist
1. Unchain the Night
2. The Hunter
3. In My Dreams
4. Slippin' Away
5. Lightnin' Strikes Again
6. It's Not Love
7. Jaded Heart
8. Don't Lie to Me
9. Will the Sun Rise
10. Till the Livin' End
Line Up
Don Dokken (Voce, Chitarra)
George Lynch (Chitarra)
Jeff Pilson (Basso, Tastiera, Cori)
Mick Brown (Batteria, Cori)
 
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