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27/07/24
DIVINE METAL FEST 7
ALTERNATIVE, C.DA ULIVETELLA - MONTENERO DI BISACCIA (CB)
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( 4847 letture )
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Registrato durante l'estate del 1996 a Phoenix, l'album doveva inizialmente intitolarsi Syzygy, ma infine venne scelto il nome Shadowlife. E proprio nell'ombra finirà per cadere in brevissimo tempo, a causa di alcuni cambi di sonorità, sicuramente influenzati dal nuovo produttore Kelly Gray, poco graditi ai fan della band. Mentre nel precedente Dysfunctional (anch'esso non amatissimo) tutte le tracce erano già pronte e George Lynch si era limitato ad aggiungere qualche assolo qua e là, Shadowlife è stato il primo tentativo da parte dei Dokken di arrivare ad una composizione condivisa da parte di tutti i membri del gruppo. Un progetto nobile e comprensibile -non c'è che dire- ma purtroppo fallito: le idee, gli spunti di ogni singolo musicista non riescono a fondersi in un connubio armonico e piacevole.
In questa confusione di fondo emerge, in negativo, la prestazione di George Lynch: il chitarrista statunitense, dalla carriera e dalle qualità insindacabili, appare spento e svogliato, molto probabilmente già deciso a lasciare il gruppo di lì a breve per rifondare i Lynch Mob. Shadowlife mette infatti la parola fine al tormentato rapporto tra George e Don Dokken, due elementi dotati di grande personalità e capaci in passato, nonostante parecchie frizioni, di partorire dei classici assoluti, delle pietre miliari del genere (tutto ciò mi ricorda qualcosa, vero Bruce e Steve?); e solo per questo merita di essere ricordato, dato che la qualità intrinseca del prodotto in questione è davvero deludente. Un album anonimo, non ci sono delle tracce terrificanti ma allo stesso tempo si fa troppa fatica a trovare qualcosa di entusiasmante, che sia un assolo di livello superiore o un refrain coinvolgente. Possiamo concedere una sufficienza discreta soltanto a Bitter Regret, la migliore traccia dell'album oltre che -guarda caso- la più fedele alle sonorità ottantiane dei Dokken, anche se da un gruppo storico credo sia lecito aspettarsi qualcosa di più di una semplice ballata costruita su canoni classici ed un po' troppo ruffiani. Per quanto riguarda le restanti tracce, il mio consiglio è quello di sceglierne una a caso: basterà infatti un solo ascolto per farsi un'idea riguardo alla loro pochezza (un recensore cattivo la chiamerebbe inutilità).
Una piccola curiosità: dopo l'insuccesso di Shadowlife, Don Dokken scaricherà in maniera non molto elegante ogni responsabilità su George Lynch: ennesima prova di quanto difficile ed improduttivo fosse il proseguimento del rapporto fra le due teste calde del gruppo. Un progetto musicale grandioso terminato nel modo peggiore. I nuovi Dokken, privi di un membro fondamentale come Lynch, perderanno parecchi fan e si assesteranno su un livello musicale di media qualità; Lynch riuscirà a produrre della buona musica anche con i Lynch Mob ma ovviamente non riuscirà a tornare ai fasti degli anni Ottanta. Consiglio l’acquisto dell’album soltanto a coloro i quali continuano ad augurarsi una reunion, affinchè si rendano conto che il binomio Dokken – Lynch sarebbe ormai soltanto una forzatura commerciale. Capolinea, non c’è altro da aggiungere.
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9
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Ma nel 97 con il Grunge già finito c\'era davvero bisogno di fare un album di Rock Alternativo?
Io continuo a pensare che un po per tutti i gruppi che negli anni 80 fecero Glam una via più sicura e soprattutto onesta per sopravvivere agli anni 90 era fare delle cose più sullo stile degli aerosmith.... oppure buttarsi su qualcosa più vicino ai Black Crowes con alcune cose che rimandavano comunque al passato. |
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8
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... rinforzo il mio commento...grande album...ma lo ascoltasse chi ascolta gli anni 70...non Chi è un Defender...o oltranzista dell' hard rock...non c'entra nulla... secondo me album intelligente suonato bene...grandi tutti...non aspettatevi Guitar Hero o simili ma qualcosa di lezzepeliniano...il recensore non può scrivere cose simili...sono ingiuste...se è vero che è frutto di Lynch questo lo...Grazie George...ascoltare con calma e non skippare |
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7
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Quando è uscito non mi è dispiaciuto... certo avrei preferito gli acuti di qualche anno prima...ma quando ero ragazzino io la musica aveva un valore e non cestinavi un album con uno skip... anche perché era la mia band preferita...e aspettavo ogni loro lavoro come un evento... qualcosa di bello c'era sempre...Un emozione te la dava sempre e se qualcuno osava dire il contrario erano cazzi suoi... d'altronde sarebbe stato impossibile fare altro...de qualcuno vuole i dokken di una volta vada negli anni 80 o ascolti up grom.the ashes di don |
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6
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Magari avessero fatto qualcosa di retrò, anni 80, qui si sono proprio involuti anche a causa di un sodalizio ormai finito, tra i due galli. |
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5
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Il problema principale dei Dokken oltre al fatto che la voce di Don se ne è andata molto presto, è che la band non riuscita a convincere i propri fans che gli anni 80 erano finiti, così ogni tentativo di rinnovare il sound ed evolversi era destinato a fallire. |
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4
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Disco non adatto alle teste quadre del metal (non a caso vengono citate sempre le tracce più monotonamente uguali al passato e si dimenticano grandi pezzi come Deep Waters), gli altri invece avranno una piacevole sorpresa, al contrario di quello che è avvenuto con gli stantii lavori successivi: non sempre ascoltare i die-hard fans è utile e tornare sulle proprie orme è solo involuzione. Questo detto dal sottoscritto, che con i primi Dokken ci è cresciuto e poi ha apprezzato molto anche Dysfunctional. Se avessi dato retta a rece come queste mi sarei perso un grande disco. |
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3
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Oddio mama....L'ho ascoltato stamattina, skippando varie volte, non ce l'avrei fatta a sentirlo tutto, ahah, non ho trovato niente di interessante, mi stava prendendo il riff iniziale di Sweet Life, mi dava l'idea almeno di qualcosa simile allo stoner più leggero...poi niente, credo non lo riascolterò più, non fa per me. |
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2
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pura porcheria..pure Don in una recente intervista ha rinnegato sta porcata |
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1
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album inutile, evitabile....i veri Dokken erano già finiti anni prima ....in seguito senza Lynch e con vari chitarristi editeranno qualche album discreto, ma la magia ormai è persa da decenni...e nn tornerà mai più!! |
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INFORMAZIONI |
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![](public/recensioni2/1301733762mzd.jpg) |
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Tracklist
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01. Puppet On A String 02. Cracks In The Ground 03. Sky Beneath My Feet 04. Until I Know 05. Hello 06. Convenience Store Messiah 07. I Feel 08. Here I Stand 09. Hard To Believe 10. Sweet Life 11. Bitter Regret 12. I Don't Mind 13. Until I Know (Slight Return)
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Line Up
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Don Dokken (vocals and guitar) George Lynch (guitar) Jeff Pilson (bass guitar and backing vocals) Mick Brown (drums, percussion and backing vocals)
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RECENSIONI |
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