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Perigeo - Abbiamo Tutti un Blues da Piangere
( 5485 letture )
La tragicità della musica italiana consiste nel fatto che quando se ne parla spesso ci si dimentica completamente delle sue vette più elevate (sempre che non siano completamente ignorate). lI Perigeo fa parte di questa categoria insieme a tante altre stelle di un firmamento italiano che, tuttavia, viene eclissato dal Meneguzzi di turno. Nessuno è profeta in patria; di fatto solo con La Valle dei Templi la band approderà ad un successo commerciale di una certa rilevanza.

Formato da musicisti di primissimo livello e capitanati dal contrabbassista Giovanni Tommaso, il Perigeo sorge nell'ormai lontano 1972 ottenendo subito consensi con l'ottimo album d'esordio Azimut. Con Abbiamo Tutti un Blues da Piangere, un anno più tardi, il gruppo impone al proprio stile una svolta improntata verso il jazz-rock, anche se risulta poco serio cercare di inquadrare in binari diritti una proposta che varia dal rock alla fusion, dal progressive al funky, e gli accostamenti con band più note quali Weather Report, Soft Machine e Area non possono che dare un'idea vaga e in potenza fuorviante della musica del Perigeo.

Dire banalità, come il fatto che occorrono ripetuti ascolti per comprendere la musica, di Abbiamo Tutti un Blues da Piangere sarebbe comodo, ma il lettore l'avrà già intuito ampiamente. ’Scrivere di musica è come ballare d'architettura’ è un'affermazione che si rivela piuttosto difficile da contraddire in casi come questo: la musica del Perigeo va vissuta e, piuttosto che tediare oltremodo con descrizioni che comunque non possono avvicinarsi nemmeno lontanamente ad un capolavoro come questo, preferisco consigliare al lettore di munirsi di cuffie e di trasformarsi il più presto in ascoltatore e di far gioire per circa tre quarti d'ora la propria anima con sette canzoni sempre attuali che meritano di tornare alla ribalta, così come il gruppo merita di essere riscoperto.

Escluse le successive reunion, il Perigeo resterà in vita fino al 1978 e nel frattempo riuscirà a raggiungere vette forse ancora più elevate di Abbiamo Tutti un Blues da Piangere. Di certo, non c'è un album che non meriti di essere ricordato e che non abbia un posto nell'Olimpo della musica italiana, quella grande.



VOTO RECENSORE
88
VOTO LETTORI
84.52 su 21 voti [ VOTA]
Matteo
Mercoledì 21 Settembre 2022, 8.43.51
8
Il rock prog italiano fu penalizzato perche' in competizione con quello britannico. Noi adolescenti che compravamo i vinili eravamo esterofili e appena avevamo i soldi sufficienti ci lanciavamo ad acquisire l'ultimo dei Led Zeppelin o il primo dei Genesis. Invece gruppi come Perigeo meritavano più attenzione e maggiore successo commerciale. Perchè sfornavano album bellissimi e curati come questo.
Stefano
Giovedì 24 Maggio 2018, 11.30.42
7
Bella recensione davvero, i Perigeo li conosco da molti anni ma non benissimo, avevo un album acquistato tanti anni fa, una raccolta dei loro brani migliori, ieri mi son deciso ho comprato il resto. Semplicemente FANTASTICI
silvino
Martedì 8 Maggio 2018, 15.24.35
6
Recensione decisamente pilatesca, della serie inutile raccontare cosa stiamo ascoltando, è valido e fidatemi di me! Un album discreto, discontinuo suonato da professionisti che riusciranno a far di meglio nei successivi due lavori . Molto jazz e poco rock ed inesistente prog,
Area
Lunedì 7 Novembre 2016, 14.58.58
5
Capolavoro della musica Italiana di un ottima band Progressive Rock/ Jazz Fusion al pari di Area e Arti+Mestieri. Mitico il Sax di Claudio Fasoli!
Fabio II
Venerdì 5 Aprile 2013, 13.14.31
4
Grande band Marchese, purtroppo non ho vissuto il periodo aureo del prog italiano, il mio ponte di collegamento fu un demo ( Knife Edge ) in cui era presente J.Vescovi dei Trip, insieme a Tessarin dei Vanadium e il cantante dei Vanexa se non ricordo male
Le Marquis de Fremont
Venerdì 5 Aprile 2013, 12.54.26
3
Well, quello era un periodo dove io in Italia non c'ero e che ho riscoperto più tardi anche se in Francia si parlava di questa musica e del progressive Italiano. il Perigeo l'ho conosciuto con l'album Genealogia che ancora ritengo sia il loro migliore. Qui siamo nel 1973 e i Weather Report avevano già fatto due album (il loro terzo è del 1973 stesso) e l'influenza degli americani si sente parecchio. Ma questa è musica che vive di luce propria e ogni album è bello perché i pezzi sono belli e suonati benissimo. Nessun album del Perigeo, deve mancare a chi ama la buona musica. Au revoir.
d.r.i.
Sabato 30 Marzo 2013, 13.04.01
2
Emh..Lament sa da correggere la tracklist
AgesofRock
Sabato 30 Marzo 2013, 12.42.27
1
Disco cardine della musica italiana di quel periodo.
INFORMAZIONI
1973
RCA Italia
Prog Rock
Tracklist
1. Non C'è Tempo Da Perdere
2. Déja Vu
3. Rituale
4. Abbiamo Tutti Un Blues Da Piangere
5. Country
6. Nadir
7. Vento, Pioggia e Sole
Line Up
Tony Sidney (Chitarra)
Franco D'Andrea (Tastiere)
Claudio Fasoli (Sax)
Giovanni Tommaso (Contrabbasso)
Bruno Biriaco (Batteria)
 
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