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26/04/24
ELECTRIC VALLEY RECORDS FEST
BLOOM, VIA EUGENIO CURIEL 39 - MEZZAGO (MB)
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Living Colour - Time`s Up
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( 5064 letture )
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La natura mi ha dotato di un talento musicale nel quale credo, del quale non dubito, di cui vado orgoglioso, anche soltanto perché la mia musica reca conforto e piacere a persone come Voi [Piotr Ilici Ceaikovski 1840-1893].
Uno dei maggiori punti di forza dello splendido album di debutto dei Living Colour, Vivid, fu la capacità della band di saper esprimere alla perfezione le proprie idee musicali, con testi che richiamavano un interesse apertamente anche sociale. In verità ciò che realmente colpì il pubblico fu proprio il loro indiscutibile talento musicale, dimostrabile dalla loro elevata capacità tecnica e virtuosistica nel controllare gli strumenti, con una tangibile naturalezza e sicurezza nel riuscire abilmente a spostare il suono prodotto singolarmente nelle diverse sezioni ritmiche su diversi pattern. Distintamente, ognuno dei componenti della band, riusciva a manovrare ed a trasformare il proprio suono, in particolare la propria ritmica, per fonderlo con un altro elemento della band, generando armoniche complessive definibili da ritmo funk-metal, ma con assoli indubbiamente spinti, molto ricercati, con suoni straordinari, voci cristalline ed invidiabilmente incisive. Le loro composizioni prendono forma dalla ritmica funk poiché per molti rappresenta la più completa da un punto di vista esecutivo, essendo caratterizzata da influenze di più svariati generi musicali: dal jazz al rock, dalla musica latina al pop, fino a muoversi tra notevoli e diversi generi e stili. I Living Color, in Time's up, hanno ulteriormente e con assiduità cercato di produrre un suono anticonvenzionale. Una musica decisamente "urbana" nella quale si giunge ad inspirare i profumi transculturali dei ghetti di New York, quelle note musicali che trasudano nell'anima dei locali celati dei viottoli americani, condivise nei messaggi dei sobborghi dei quartieri con un linguaggio "industriale" e che, in Time's Up, emergono come una nitida idea sonora.
Se osserviamo rapidamente il decorso della storia musicale, questa desiderosa caratteristica di ricerca di suoni innovativi che ritroviamo nei Living Colour rappresenta una consuetudine geneticamente ben presente nel mondo della musica afro. Come non ricordare il gruppo afro-rock dei Chambers Brothers, il ritmo funk e R&B dei Bloodstone, ma anche George Clinton fino al jazz di Bootsy Collins, per giungere ai Bad Brains e soffermarci all'armonia di Billy Preston che, congiuntamente alla voce di Sam Cooke e a Little Richard, influenzeranno per un lungo ed intero periodo le tenute di tonalità di canto e di espressività interpretativa di molti musicisti, accrescendo e sviluppando un periodo storico musicale. Essi e non solo, tracceranno quel ideale ponte di congiunzione tra il soul, il jazz ed il rock che insieme all'armolodia emessa dai tasti dal sax sound free jazz di Ornette Coleman, fuso alle evoluzioni chitarristiche di Jimi Hendrix ed al jazz di James Blood Ulmer, influenzeranno appieno lo stile chitarristico di Vernon Reid e dei Living Colour.
Il lascito di molti di questi artisti negli anni a venire fu interpretato proprio in chiave moderna nelle mani di Vernon Reid, ma anche per mezzo della splendida voce di Corey Glover, dalla ritmica poliedrica di Will Calhoun e dall'effettistica inesauribile su basso elettrico, unica nel suo genere, di Doug Wimbish (sull’album troviamo in realtà ancora il primo bassista della formazione, il validissimo Muzz Skillings). I Living Colour, con la loro musica, continuarono dopo Vivid a ricercare quel sound innovativo, prendendo sempre in prestito molte delle ritmiche provenienti dai diversi generi musicali con suoni chiaramente di taglio metal-based. L'obiettivo dei Living Colour, ben rappresentato nel loro primo prodotto musicale e riproposto in Time's Up, era quello di forgiare quella identità musicale crossover, a volte fino a renderla maggiormente aggressiva, ma rimanendo rigorosamente ben saldi a quelle radici ritmiche e di bel canto che hanno contraddistinto il soul rock e l'energia dirompente dell'heavy metal.
È Time's Up, title track del disco, ad aprire questo secondo album dei Living Colour; una frenetica combinazione di suoni nella quale volutamente non emergono costrizioni dovute a limitazioni tonali, schemi ritmici o regole armoniche. È una sveglia ad indicarci che è il momento di destarsi e di muoversi rapidamente. Un brano energico da lasciare il fiato sospeso per un po'. Un inframezzo parlato di History Lesson ci trascina con le sue parole nella splendida cornice musicale di Pride, una ritmica energica narrata da un testo litografato su di un manifesto politico. La voce del cantante, tersa e ben tenuta in tutte le tonalità, offre spazio ad un assolo pulito, rapido, ma tecnicamente fluido del chitarrista Reid.
It's time for a change Concepts rearrange Can't you feel my rage...
It's up to you to seek the truth To know your history, the difference between me and you relate to me as me, not what you see on T.V.
Price lascia il posto ad una deliziosa ballata rhythm and blues, Love Rears Its Ugly Head, con un'appassionata voce di Glover, da cui si percepisce distintamente il livello di buona maturità e controllo della gamma tonale raggiunto dal cantante. New Jack Theme, con un testo con chiari riferimenti al mercato della droga ed alle difficoltà dei giovani nelle strade delle megalopoli, spinto da un sound metal con ritmica di chitarra dal suono saturo, porta gli elementi della band a suonare in una sezione scandita da tempi dispari e discordi, ricca di suoni campionati ed effetti che cingono ancora una volta una voce brillante e poderosa di Glover. In Someone Like You il tempo musicale si muta in un hard rock con un testo decisamente interessante, che affronta apertamente il problema dell'autoritarismo per ritrovare la forza e l'unità delle persone come unica soluzione di opposizione ai poteri. Poi l'ironia e la leggerezza descritte nel testo di Elvis Is Dead, costruita su di una ritmica vigorosa, ci offrono un’esilarante composizione contenente anche un cameo di Little Richard, insieme ai cori del diletto Mick Jagger ed al sound sax jazz di Maceo Parker. Un groove piacevole, forte, avvincente in stile rock, ma con movimento progressivo prende vita in Type: equilibrato, ogni elemento e componente della band è ben distinguibile, ognuno apporta un brandello utile a sostenere una ritmica che trascina il brano in una melodia molto gradevole. Distorsione ed effetto elettronico in output spalancano la traccia Information Overload, dal sapore monumentale hard rock. Qui i pattern sofisticati in bebop si amalgamano sapientemente alle linee metal di Vernon Reid, si fortificano nel fraseggio e nella timbrica del suono poliedrico di Will Calhoun, che mi rimembra personalmente quel terzinato jazz e lo stile post-bop del grande batterista Elvin Jones. La traccia scritta dal singer della band, Under Cover of Darkness, grazie anche alla partecipazione di Queen Latifah, ricorda una ballata dal sapore «rock anarcoide», che unisce quel sensualismo impreciso di Prince Rogers Nelson alla psichedelia funk di Sly Stone. Ology, dal sapore chiaramente jazz, ma decisamente contaminato da electro funk, in pochi minuti spezza il disco in due sezioni, per svelare, subito dopo, la traccia Fight the Fight: suono slow con tecnica volume swells su guitar, delay modulato e riverbero atti ad aumentare il sustain della nota, si uniscono ancora ad una imponente voce che ci conduce verso un brano molto andante. Lo stile street-R&B nella brevissima traccia Tag Team Partners, vocalizzato da Doug E. Fresh, crea un incipit alla successiva Solace of You: una melodia solare, grazie all'utilizzo dei ritmi afrobeat, ma che si rigenera e si ricrea cambiando stile di volta in volta. Conclude il disco la traccia This Is the Life, che ha un’apertura in disarmonia, fino a spingere i suoni nell'area indio orientale, ma che poi prendono forma organizzandosi per oscurare i toni e trasformare l'intero brano in un heavy-metal. Il testo di quest'ultima traccia vuole rammentare ripetutamente un messaggio sull’essenza della vita, appunto, affermando che «questa è la vita» che noi possediamo e non può esistere una vita parallela a quella che stiamo vivendo nel nostro quotidiano se non nei nostri sogni. «La vita che hai» è dura ogni giorno, a volte difficile tutti i giorni, ma insieme possiamo migliorarla se cambiamo il nostro modo di vedere le cose.
Time's Up, secondo prodotto musicale del Living Colour, anche se lievemente distante dai suoni di Vivid, è certamente un buon disco, ancora frutto di quella intensa voglia di ricercare architetture sonore non convenzionali, di comporre musica con un linguaggio grammaticale non ordinario, con basi stilistiche solide e con una sezione ritmica che, traccia dopo traccia, è sempre creativa, a volte complessa, ma unica nel suo genere. Il talento dei quattro Living Colour è riconosciuto ed indiscutibile nel mondo della musica. Sono ogni volta piacevoli da ascoltare nelle loro performance live e, spinti dalla loro genialità, dal talento musicale e, questa volta, da un individualismo maggiormente tecnico, ma mai fine a se stesso, ci regalano un'ennesima buona prova discografica a conferma di quanto il poeta, Marcel Proust, asseriva:
La musica è l'esempio unico di ciò che si sarebbe potuto dire se non ci fosse stata l'invenzione del linguaggio, la formazione delle parole, l'analisi delle idee, la comunicazione delle anime.
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16
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Bassista stratosferico Muzz... Dough è fantastico ma per me Muzz ha quel particolare groove funky che rende tipico il sound della (meravigliosa) band.. |
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15
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Nessuno cita Muzz Skillings, per me per nulla inferiore a Doug al basso, anzi. Tecnica sopraffina, gusto negli arrangiamenti, classe e, con ology, grande solista. Non gli manca niente. Lasciò la band per incomprensioni sul genere che per lui, si era troppo indurito con questo album; io lo rimpiango, e tanto. Uno dei miei bassisti preferiti in assoluto!!! |
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14
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Grandissimo album.....così come Vivid....ho sempre adorato questa band....ho avuto la fortuna di vederli live e di conoscere Vernon, Corey, Doug e Will.....grandissime e umilissime persone che al termine del live erano Strà disponibili cin i fans....bellissimo ricordo.....personalmente però vedo Time's Up come album punta di diamante del quartetto....la Title track ....Elvis is Dead....e Type pezzi eccezionali....live ancora di più.....ho sempre seguito la band in questi anni ed anche bene o male i loro progetti solisti.....però chiedo se qualcuno sa qualcosa a proposito del prox album in preparazione ormai da molto tempo....."Shades" dovrebbe essere il titolo......Thanxxxx e stay Rock |
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13
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Buono, ma il debutto non si tocca |
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12
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Condivido. questo è sicuramente uno dei più geniali e coinvolgenti album della storia del rock. Aggiungo che non si erano mai sentiti prima di questo disco ritmiche tipicamente metal a fare da tappeto a chorus tipicamente afro. una trovata assolutamente originale e azzeccata. Altro che new metal. |
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11
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ah ah ah, mai citazione fu più vera di questa! |
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10
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living colour is my favorite black metal band (cit.) |
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9
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Il più grande album della più grande band della storia del rock. Le obiezioni non verranno accolte. |
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8
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Parliamoci chiaro ''QUESTI QUA HANNO FATTO TRE SUPER C_A_P_O_L_A_V_O_R_I, TRE PIETRE MILIARI'' Vivid 1988 - Time's Up 1990 - Stain 1993. Che copertina da sballo totale che ha Stain, già da solo l'artwork merita l'acquisto obbligato!! |
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7
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p.s. sul livello dei musicisti coinvolti è appena il caso di sottolineare che parliamo di assi dei rispettivi strumenti. Un enciclopedismo innanzitutto di ascolti che trasuda da ogni nota di ogni singolo brano. C'è da ascoltare e imparare, innanzitutto la stupidità di ogni barriera e steccato musicale. Prima di loro - si dice - solo i Bad Brains, ma la ricchezza di linguaggio musicale non era certamente la stessa.... |
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6
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votazione finale nettamente deficitaria secondo me. Dice bene, infatti, chi evidenzia la ventata innovatrice e la natura seminale di questo lavoro. Occorre contestualizzarlo nell'anno di uscita e ribadire come Vernon Reid e compagni abbaino avuto un ruolo fondamentale nella fusione di rock pesante e musica nera. La Black Rock Coalition per cui Reid in particolare tanto si spese serviva proprio a questo: (ri)avvicinare il pubblico afroamericano al rock, con una taglio scoiale marcato dei temi affronatati. E la partecipazione dello stesso Reid al brano Sophisticated bitch dei Public Enemy si inserisce proprio in questo discorso. Grazie a loro il rock pesante (ammesso che questa etichetta possa essere confacente) alzò ulteriormente l'asticella. Ad averne dischi così. Per me un meritato 94 (che assegnerei pure a Vivid). |
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5
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Buona recensione ma un po' risicata nel giudizio finale. Questo è certamente un buon disco? non solo direi, soprattutto per quello che ha rappresentato ai tempi e anche per come suona ai giorni nostri. 82 poi è un voto decisamente severo. Un disco cosi merita di più, siamo ai livelli di Vivid né più né meno. |
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4
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inizio anni novanta. Questo disco apriva la mentae un sacco di grande musica proveniente dall'underground (per noi in Italia) e che in quegli anni stava dando il meglio. Che bello ascoltare mtel, funk, rock, punk e scoprire grande musica. I living colour ci stavano insegnano molto a noi ragazzini che nel '90 avevamo 15/16 anni. Grazie a dischi come questo ho scoperto mondi inesplorati e dato gioia alle mie orecchie...altro che true e true. |
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3
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Il top dei Living Colour per quel che mi riguarda, disco da 90 tranquillamente! |
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2
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Mi ricordo ancora la sera che lo comprai, amore a primo ascolto...per me è un disco da 90, stupendo! |
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1
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Questo è un'altro di quei dischi che testimoniano la "magia creativa" di quegl'anni. Ottima recensione ed anche a me piace fino al punto di dargli 82 come voto, per quel che conta. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Time's Up 2. History Lesson 3. Pride 4. Love Rears Its Ugly Head 5. New Jack Theme 6. Someone Like You 7. Elvis is Dead 8. Type 9. Information Overload 10. Under Cover of Darkness 11. Ology 12. Fight the Fight 13. Tag Team Partners 14. Solace of You 15. This Is the Life
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Line Up
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Corey Glover (Voce) Vernon Reid (Chitarra) Muzz Skillings (Basso) Will Calhoun (Batteria)
Musicisti ospiti Annette Daniels (Cori su tracce 3, 15) D.K.Dyson (Cori su tracce 3, 15) Rosa Russ (Cori su tracce 3, 15) Derin Young (Voce su traccia 15, Cori su tracce 3, 15) Little Richard (Voce su traccia 7) Mick Jagger (Cori su traccia 7) Queen Latifah (Voce su traccia 10) Doug E. Fresh (Voce su traccia 13, Percussioni vocali su traccia 15) Maceo Parker (Sassofono su traccia 7) Don Byron (Clarinetto, Sax baritono su traccia 10) Alan Friedman (Programming su traccia 5)
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RECENSIONI |
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