In occasione dell'uscita del nuovissimo Dead End Kings sono corso ad incontrare i Katatonia, presenti a Milano per una giornata di promozione. A rispondere alle mie domande c'era un simpatico e disponibilissimo Jonas Renkse, mentre Anders Nystrom assisteva silenzioso e concentrato sul suo portatile. Peccato solo che una corsa fra le afose e torride vie della città e lo sbalzo con l'aria condizionata esagerata dell'hotel mi abbiano fatto arrivare ai due svedesi (che mi accolgono addirittura in felpa!) letteralmente in un bagno di sudore.
NeuRath: Ciao ragazzi. Benvenuti in Italia. Tutto bene? Scusate il mio stato, ma fuori c'è un caldo... Jonas: Sì, il caldo davvero è forte!
NeuRath: Adesso sta iniziando a piovigginare. Non si respira proprio... Anders: Speriamo! Let the rain fall (alzando le corna al cielo)
NeuRath: Eh, ho paura che sia solo questione di umidità. Poi sembrerà ancora più caldo! Ma lasciamo perdere le considerazioni sul tempo e andiamo dritti al vostro album in uscita, Dead End Kings. Ad un primo ascolto sembrerebbe seguire il percorso già tracciato da Night Is The New Day, ma è anche molto diverso... Jonas: Esatto! E' proprio quello che volevamo!
NeuRath: Ottimo allora! Vuoi presentarci brevemente l'album? Jonas: Come dicevi, è simile ma diverso. Rappresenta i Katatonia di oggi al 100%. Pensando ad un nuovo album, devi fare qualcosa nello stile per cui sei noto, ma fare anche un passo avanti ulteriore, per non ripeterti. Questo è quello che abbiamo cercato di fare, per cui penso che sia la naturale continuazione, un ulteriore progresso, rispetto a Night Is The New Day, ma sempre con il tipico sound Katatonia che noi amiamo e che i nostri fans amano. Sai, le atmosfere malinconiche, la vena oscura, c'è tutto!
NeuRath: Come nasce una canzone dei Katatonia, e come prende la sua forma definitiva? Jonas: Di solito ce ne stiamo seduti a casa, cercando di tirare fouri riff o frammenti di canzone, e li mettiamo da parte, poi ci troviamo tutti insieme e cerchiamo di mettere insieme il meglio finchè non otteniamo la struttura base di una canzone su cui poi cominciamo a lavorare. Allora decidiamo se ci vogliono più chitarre, più parti atmosferiche, o come deve essere la linea vocale, in base a quello che vogliamo ottenere dal pezzo. E' un processo sempre in corso, non è che ad un certo punto ci sediamo e diciamo "adesso scriviamo una canzone" dal nulla, ma è un lavoro costante sulle idee di partenza.
NeuRath: Quindi lavorate alla composizione tutti insieme? Non c'è un compositore principale? Jonas: I compositori principali siamo io e Anders, lavoriamo tutti insieme solo quando è il momento di mettere insieme i pezzi. Ognuno ha il proprio piccolo home studio, e dialoghiamo di continuo. Ci troviamo per completare ciò che già abbiamo, ma in realtà continuiamo a lavorarci finchè non siamo in studio a registrare.
NeuRath: Siete entrati per la prima volta in studio con Per Eriksson (il nuovo chitarrista) e Niklas Sandin (il nuovo bassista), quanto hanno contribuito alla composizione e quanto hanno influenzato i nuovi pezzi? Jonas: Suonano con noi ormai da due anni, e li conosciamo ormai molto bene. Sono degli amici, e sono bravissimi, per cui non abbiamo avuto problemi a coinvolgerli nella scrittura dei pezzi. Niklas è un ottimo bassista e ha portato diversi riff su cui abbiamo poi lavorato insieme e Par, Par è un chitarrista straordinario, ha scritto uno dei nuovi pezzi. Entrambi hanno aggiunto la propria personalità all'insieme, lavorando sulle loro parti, e si sono adattati perfettamente al suond dei Katatonia.
NeuRath: Tu e Anders avete fatto anche da produttori. Questo vi ha dato maggiore libertà di manovra, liberandovi da ingerenze esterne? Jonas: Sì, io e Anders sapevamo perfettamente cosa volevamo ottenere in quest'album, e non sentivamo la necessità di chiamare qualcuno dall'esterno a dirci cosa fosse meglio per noi! Abbiamo portato avanti la band per così tanti anni che ormai sappiamo cosa vogliamo. Magari in futuro lavoreremo di nuovo con un produttore, perchè è una bella responsabilità e un bell'impegno dover gestire e supervisionare tutta la produzione, ma per ora ci troviamo bene così.
NeuRath: Per restare in argomento, avete mai avuto limitazioni o ricevuto pressioni dalla Peaceville o dalle label precedenti? Non vi hanno mai detto "Vogliamo un nuovo Brave Murder Day" o cose del genere? Jonas: No, a dire il vero ci hanno sempre lasciato buona libertà di manovra, non hanno mai preteso di sentire i brani prima che fossero completi, ad esempio. Ci sono label che vogliono ricevere i demo e tenere sotto controllo il lavoro man mano che progredisce, la Peaceville non l'ha mai fatto e penso sia una buona cosa per noi perchè non avremmo cambiato niente comunque (ride). Siamo molto contenti di com'è venuto l'album, ed è questo l'importante, perchè questa è la nostra band, noi sappiamo cosa vogliamo, sappiamo cosa il nostro pubblico vuole sentire e non abbiamo bisogno di qualcun altro che venga a dirci cosa dobbiamo cambiare!
NeuRath: Ancora una volta avete affidato le grafiche a Travis Smith. Cosa rappresenta la cover? Jonas: Quella che vedi sulla copertina è solo metà dell'immagine, che continua oltre. Nei nostri artwork ci sono spesso degli uccelli, fin dai tempi di Brave Murder Day, ed è un'immagine che ricorre spesso anche nei testi. Per me gli uccelli rappresentano la morte, è una sorta di simbolo che ha accompagnato i Katatonia attraverso gli anni e volevamo metterlo in evidenza.
NeuRath: Ma è una vostra tradizione scandinava, questa del rapporto fra uccelli e morte, o è una cosa tua personale? Io sinceramente non ne avevo mai sentito parlare... Jonas: Penso che sia una cosa più che altro personale, ma è una cosa che trovi anche nel folklore e nelle tradizioni, pensa alla figura del corvo. Per me è una rappresentazione della morte, che è un tema che ricorre spesso anche nelle nostre canzoni. Ma sono anche una cosa meravigliosa, sai, gli uccelli, sono unici. Possono volare! (ride)
NeuRath: C'è un tema generale nelle liriche dell'album? Avete mai pensato di scrivere un concept?
Jonas: Più che un tema, c'è un'emozione comune che attraversa l'album, ma non è un concept. Penso che non faremo mai un concept, perchè comporta un sacco di lavoro in più, soprattutto a livello preparatorio. Il concept comune è il lato oscuro delle cose, e le liriche vanno di pari passo. Parla della vita quotidiana, non ci sono elementi fantastici, tipo i draghi! Parla del lato oscuro della vita!
NeuRath: L'anno scorso avete festeggiato il ventennale. Rivedendo la vostra carriera in prospettiva, cosa cambieresti e cosa invece ripeteresti uguale? Jonas: A dire il vero non c'è molto che cambierei, perchè abbiamo imparato dai nostri errori, ed è quello che ci ha fatto crescere. Sai... sedendo qui e pensando alla mia carriera, ci sono stati un sacco di problemi ed errori, ma ci sono stati per un motivo. Abbiamo avuto un sacco di guai soprattutto con il nostro primo album, problemi con la label, ma siamo andati avanti. Tutto quello che è successo, sia le cose belle che le cose brutte, hanno contribuito a fare di noi quello che siamo oggi e ci hanno portato qui dove siamo oggi. Siamo qui, ed è questo che conta, no?
NeuRath: C'è un album a cui sei più affezionato, o che ti rappresenta meglio? Jonas: Non saprei dirlo. Ogni album ha un posto nel mio cuore, sarebbe come scegliere il preferito fra i propri figli! Musicalmente gli ultimi due sono quelli che mi rappresentano ora. Anche i più vecchi, anche se sono molto diversi, rappresentano la persona che ero in quel momento. Anche se forse eravamo dei musicisti più scarsi e abbiamo scritto delle canzoni più ingenue, in esse c'era il nostro cuore. Penso che Dead End Kings sia un album fantastico, e anche Night Is The New Day. Anche The Great Cold Distance era fantastico... penso che ogni nostro album abbia i suoi lati positivi!
NeuRath: In tutta la vostra carriera avete sempre avuto dei side-project. Immagino sia sempre più difficile però oggi trovare tempo sia per i Katatonia che per i Bloodbath... Jonas: Sì. Penso che i Bloodbath siano qualcosa a cui possiamo dedicarci quando abbiamo tempo. Ora siamo stati molto impegnati a scrivere il nuovo album e a registrarlo, per cui i Bloodbath sono stati messi da parte per un po'. Non è che non ci piaccia, ma ci serve tempo per dedicarci ad un nuovo album. Ci piace un po' di sano death metal, ma non vogliamo che rubi tempo ai Katatonia, o agli Opeth. Ne parliamo spesso, e quando avremo più tempo, magari l'anno prossimo, cominceremo a scrivere dei nuovi pezzi e vedremo di registrarli, ma è difficile dire quando riusciremo a lavorarci seriamente.
NeuRath: Io scrivo per una rivista online, qual'è il tuo rapporto, come musicista, con il web 2.0 e i social network? Jonas: Penso che facebook sia un'ottima vetrina in cui mettere le news e le informazioni sulla band, e sempre più gente guarda la nostra pagina facebook invece dell'homepage ufficiale. Ci mettiamo le date del tour, le news sull'album, ci sono i commenti della band che rendono tutto più vitale. Vogliamo tenere sempre aggiornato anche il vecchio sito, ma facebook rende tutto più veloce e ti permette un maggiore contatto con i fans, che hanno la possibilità di scrivere domande alla band o dialogare fra loro.
NeuRath: Sempre parlando di nuove tecnologie, com'è cambiato negli anni il vostro modo di registrare? Jonas: La tecnologia ti offre la possibilità di risparmiare un sacco di tempo e di denaro e rende tutto più immediato. Ad esempio ognuno di noi ha il suo piccolo home studio, e abbiamo la possibilità di scambiarci file audio fra noi, trasferire tutto in studio di registrazione e continuare a lavorarci ovunque. C'è sempre la possibilità di lavorare in analogico, registrare su nastro eccetera, ma richiede un sacco di tempo e necessita tempi di registrazione molto lunghi e di conseguenza costi maggiori. Siamo molto felici delle possibilità offerte dalle tecnologie odierne, ma in realtà non abbiamo mai voluto avere un suond troppo computerizzato. Usiamo sempre gli amplificatori invece dei plugins e una batteria reale. Per noi la tecnologia è solo un modo per rendere tutto più agile e veloce.
NeuRath: Mi sembra che abbiate sempre suoni ottimi e molto curati, ad esempio usate molti suoni diversi e molti effetti per le chitarre. Jonas: Sì, ci sono dei magnifici effetti che si possono usare (Anders annuisce in silenzio), ma noi preferiamo avere un suono naturale, usiamo ancora molto le pedaliere, invece dei plugins, anche se nell'ultimo album ne abbiamo usato qualcuno!
NeuRath: Tornando alla promozione di Dead End Kings, avete già programmato un tour europeo e ci saranno anche delle date italiane... Jonas: Sì ci saranno tre date in Italia: Milano, Roma e un'altra città che non ricordo. Anders: (indicando lo schermo) Ci saranno due date in Italia, Roma e Milano, alla fine di Novembre. Jonas: Ok, allora credo ci siano solo due date italiane (ridendo)!
NeuRath: Ok, finiamo nel modo più classico: c'è qualcosa che volete dire ai nostri lettori? Jonas: Sì, credo che l'Italia sia stata una delle nazioni ad affezionarsi di più ai Katatonia, ci piace molto il vostro paese e non vediamo l'ora di tornare per suonare qualcosa del nuovo album. E' sempre un'emozione fare un tour per un nuovo album! Anders: Mi dispiace di non avere cooperato molto, ma avevo un paio di cose da fare qui.
NeuRath: Non c'è problema, Jonas ha parlato per entrambi! Ancora grazie, e ci vediamo presto per il tour! Jonas: Grazie a te e a presto!
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