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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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DEDICATA A... C'era il buio in quel momento, il battito del cuore rallentato filtrava il sangue per mantenere in vita quel povero essere. Un buio localizzato in un non ben specificato posto, aveva vita propria, respirava e prendeva consapevolezza di non essere più un semplice infiltrato ma, a detta di molti, il vero proprietario di quel corpo fragile e consumato dalla futile non curanza degli eventi. Sola, all'interno della Union Chapel di Londra, quel 16 Aprile del 2014 in lontananza una candela si accese. Silenziosa ed inaspettata, fece da compagna a tanti piccoli soffi di fuoco che danzavano a ritmo del battito di cuore: quella sera un concerto doveva nascere, un evento speciale stava per trasformarsi in un intricato allaccio di persone consapevoli di essere li per un unico scopo, vivere attraverso la musica. Era il 16 Aprile ed i Katatonia avrebbero registrato un live che sarebbe poi passato alla storia col nome di Sanctitude, una “semplice” reinterpretazione di un'intera discografia per sancire la fine di un ciclo, specchiarsi nello stagno dei ricordi e poter affermare “Sì, abbiamo anche fatto un tour in acustico, noi possiamo permettercelo”. Quel cuore scalpitava, il buio rimaneva malvagio all'interno mentre fuori, oramai adornata a festa, l'atmosfera prendeva i connotati di quella serata tanto speciale quanto perfetta. Cos'è la perfezione, in fin dei conti? Etimologicamente la parola deriva da Perficio, che in latino significava molto semplicemente Compiuto; ragionando così, sì, si può affermare che quella serata ha ha chiuso perfettamente un ciclo vitale che da quel momento per la band e per quel cuore non sarebbero più rimasti gli stessi. La consapevolezza di avere di fronte una band riarrangiata per l'occasione quasi all'ultimo, attraverso gli innesti di Bruce Soord alla chitarra e e di Jp Asplund per via delle defezioni di due membri qualche mese prima dell'inizio del tour non mettere in confusione cuore, in fin dei conti tutto rimane nelle salde mani di Jonas e Anders, che vuoi che possa andare storto? Nulla, questa serata è perfetta; sei pronto? Lo spero.
Un applauso spontaneo all'ingresso della band: non c'è la solita ovazione chiassosa, poiché l'atmosfera clericale tende a proteggere le urla, soffocare gli schiamazzi e sentirsi all'interno di una biblioteca dove le pagine dei libri ora sono le note degli strumenti e gli scaffali da cui selezionare cosa leggere non sono altro che i volti dei ragazzi sul palco. “Quanto devo studiare per poter comprendere cosa sta per raccontarmi la biblioteca?” Non c'è da studiare stasera, lasciati avvolgere dalle diciassette canzoni, da quella voce ancestrale e chiudi gli occhi: stasera il mondo è più lento, più profondo. Sai, cuore, le canzoni le conoscono tutti, non avrebbe senso raccontare un'eventuale evoluzione o quali coordinate stilistiche siano state intraprese rispetto ad un recente passato, certamente proporre un set acustico è come riarrangiare, riadattare, reinterpretare, reinventare sovrascrivendo una composizione originariamente stabile sulle proprie gambe. Molti potrebbero chiedersi a cosa possa essere utile un album acustico, un live soprattutto che non aggiunge ne toglie nulla. La risposta è presto detta: comprendere, conoscere la band sotto un aspetto prima silenziosamente inesplorato e sconosciuto. Un live acustico di tale portata non è nient'altro che la testimonianza delle potenzialità dei Katatonia, di quanto ampio sia il loro spettro visivo/compositivo e di come, a dispetto dei semplici gusti musicali, siano una delle più belle realtà di sempre uscite dalla Svezia. I classici di tanti anni vengo presi e rivisitati, canzoni immortali quali Gone, Sleepers, Teargas o Tonight's Music sono sempre li, non si discostano e aspettano solo di essere visionate sotto una luce differente, sotto quella stella che prima brillava troppo lontana per essere apprezza a pieno. C'è un caso in particolare, una traccia su tutte che posta in dodicesima posizione non era mai stata riproposta dal vivo; questa è la prima volta in cui viene immortalata, si chiama Day e la magia del tempo non l'ha minimamente intacca; come si suol dire è perfetta se riproporzionata alla band oggigiorno. Richiamare fasti e paragonare non ha senso e risulta altamente fuori contesto, così è per questa canzone, così per le altre con qualche anno sulle spalle identificano oggi e il probabile domani, quando ci saremmo magari dimenticati, tranne il tempo che imperterrito ticchetta, bastardo. La serata speciale dopo questi racconti vani riaccese cuore, il buio era li, ma come il tempo diventava sempre più piccolo, quasi ci si dimenticava che una volta non c'erano abbracci d'affetto, notti a guardare il soffitto in una stanza da letto dove fuori un lampione accendeva a strada, persi su un divano accogliendo Morfeo. Cuore non ricordava lei, cuore viveva nel buio ora e questa serata serviva ad allontanarsi da un passato ora ingombrante e tagliente. La chiesa era accesa, la chiesa voleva e chiamava il nulla verso cui ci si era intrappolati da troppo tempo.
It's time to choose side now That's what you said When we talked on the phone So white our eyes You are still Are you paralyzed
I ragazzi salutano, il set sembra finito quando dal buio regalano ancora emozioni: tre canzoni al di fuori della set list classica vengono riproposte e Omerta, Evidence, The One you are Looking For is Not Here, chiudono una serata gentile e graziosa. L'ultima, come volevasi dimostrare viene eseguita con l'aiuto della frontwoman dei The Gathering, Silje, che come un angelo sancisce la fine insieme alla band di una serata unica, durata solamente settanta minuti che poteva benissimo protrarsi per giorni, notti intere, in fin dei conti la notte è il nuovo giorno.
Cuore sorrise alla fine del tutto, si riappacificò col mondo consapevole di cosa gli avesse lasciato quel concerto, quel live album, e di cosa non si poteva più recuperare nulla, se non il ricordo. Chiuse gli occhi e non si alzò sino a quando tutti non andarono via. Rimase li, dove due ore prima sedeva silenzioso. Il primo ad arrivare, l'ultimo ad andare. La band già dietro nei camerini festeggiava la riuscita del tutto e così noi possiamo ricordarci la bellezza perfetta di questo live, che nel suo essere tale non ha nulla che non vada, se non il fatto che come ogni bellissima storia prima o poi finisce. Così io mi dileguo, vi lascio con cuore e con l'ultima candela che si spegne solitaria mentre il buio ritorna ad essere padrone del tutto.
Sipario, addio.
Let's stay here for a while Is something gonna happen today?
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18
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...un esperienza molto suggestiva ed emozionante......una band preparata e di livello superiore...... |
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17
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Lie down
Try not to cry
Cry a lot |
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15
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Recensione eccezionale (davvero, tra le più belle mai lette, chapeau) di un lavoro incredibile. L' atmosfera che si libra tra queste note è unica, molta molta invidia per chi ha assistito |
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14
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Errore, chiedo perdono, avevo la testa sull'ultimo LIVE "last fair deal gone night" e ho scritto di quello!! Errore mio! Questo è splendido specie se nella versione DVD. l'Atmosfera dell'Union Chapel è unica. Per gli extra del dvd molto più validi quelli di LIVE "last fair deal gone night" perchè ripropongono una storia del gruppo attraverso i ricordi di Ranske, Nyström e il vecchio battterista Liljekvist |
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13
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Forse i katatonia sono tra i miei gruppi preferiti di sempre, per questo non discuto l'album (splendido) ma la qualità audio. Capisco che arrivi da un Lp ma secondo me si poteva fare di meglio. In ogni caso right in to the bliss con tastiera per me non si può sentire. |
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12
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Naturalmente hanno classe e dei bellissimi pezzi. Ci sta che possano permettersi una serata "acustica" e mi è piaciuto molto il feeling dato da Jonas Renske nel presentare le canzoni. Con garbo e un puntino di humor. Sorprendente, per uno Svedese. Poi, l'unica pecca di questo tipo di album "unplugged" o similia è la lotta con il sonno che devi intraprendere. Forse questo è un mio difetto perché concordo con Monsieur Ad Astra e la sua bellissima recensione. Si sente tutta la loro grande potenzialità. A proposito: grazie per le recensioni e auguri per il futuro, Monsieur Ad Astra. Au revoir. |
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11
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Madonna se mi sono emozionato a vedere il live.. e scrutando la recensione, a destra vedo tutte quelle degli altri album, posso dire che il 75 a Dance of December, il 74 a Tonight's Decision e il 77 a Last Fair Deal sono dei colpi al cuore? |
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10
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ah , mica avevo capito che ra la tua ultima recensione . Anche se mi sono trovato spesso in disaccordo sulle tue valutazioni, mi dispiace!! Come mai questa scelta? |
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9
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Questa era la tua ultima recensione? Cavolo, mi dispiace davvero, non sai quante fantastiche band ho scoperto grazie a te, mi sentivo molto affine come gusti musicali e quasi sempre mi sono trovato d'accordo con quello che scrivevi!!! Complimenti per tutto il "lavoro" svolto e buona fortuna per il futuro. Spero di trovare un rimpiazzo adeguato tra queste "pagine"  |
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8
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@kenos figurati mi fa piacere se posso... non perchè l'ho fatta io ma perchè magari ci si è dimenticati o persi... o mai visti.. però hai ragione, l'unica cosa è che entro fine anno sapremo che strada prenderanno! @ entropy figurati, oramai sono un utente normalissimo non me la posso prendere, e criticare fa benissimo, anzi per un futuro magari mi torneranno utili ma penso che la cosa migliore si ascoltarsi il disco, e lasciare perdere qulasivoglia parola.  |
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7
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@Ad Astra grazie per la segnalazione, intervista molto interessante. La dichiarazione di Anders sul futuro album dei Katatonia mi dà nuovamente l'impressione che non abbiano le idee molto chiare, visto che in un'altra intervista (ora non ti so dire quale, ma era di quest'anno, in occasione dell'uscita di Sanctitude) diceva che questo tour particolare era piaciuto così tanto a lui e Jonas che hanno pensato di infilare molte più parti acustiche nel nuovo materiale. Mah, mah... staremo a vedere. :-| |
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6
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scusami tu, oggi ti ho criticato ben due recensioni Ma questa e cmq una passione/hobby ed è giusto che tu ti esprima come meglio creda. Alla prossima |
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5
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@entropy non ti preoccupare non schiavizzo più nessuno, questa era l'ultima...ho finito di tediarvi probabilmente essendo tale è troppo personale e non ho contato chi l'avrebbe letta me ne dispiaccio ma non me ne pento  |
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4
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@ ad astra. Mi sa che ti sta venendo la sindrome del "famolo strano" . Immagino che se fai recensioni così , un feedback sullo scritto ci stia. Il mio è che davvero sono indigeste e di scarsa fruibilità. Mi ès tato più utile l'intervento di @kenos per capire cosa aspettarmi dall'album. |
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3
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Disco apprezzabile. La recensione no. |
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@kenos se leggi intervista ai bloodbath con anders ti dice che hanno iniziato e sarà più "pesante" rispetto a dead end King... Ma poi bisognerà. Aspettare fine anno prima... 😏 |
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1
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L'ho trovato meraviglioso, decisamente un album più sensato e succoso di quella mezza sciatteria di Dethroned & Uncrowned. Perché non ha senso riproporre lo stesso identico album in acustico, senza neanche dare un piccolo ritocco alle tracce vocali, poco tempo dopo l'originale; ma rielaborare il proprio repertorio dal vivo (riesumando alcune chicche come Day, Gone e A Darkness Coming), con la solita cura per i dettagli che da sempre contraddistingue questa band meravigliosa, sì, ne ha eccome. Loro sono forse la mia band preferita (perlomeno in campo rock/metal). Detto questo: ultimamente ho un po' di timore per il prossimo passo, se mai ce ne sarà uno: queste uscite secondarie, live, riedizioni, compilation, remake, eccetera, iniziano a innervosirmi, non è da loro guadagnare tutto questo tempo. A più di un anno di distanza non hanno neanche pensato di sostituire Daniel e Per; prendono solo turnisti. Non hanno iniziato a scrivere nulla di nuovo, solo qualche vago accenno sulle direzioni future (più prog, più acustico, più boh) e nient'altro. Intanto si divertono un mondo coi Bloodbath... buon per loro. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. In The White 2. Ambitions 3. Teargas 4. Gone 5. A Darkness Coming 6. One Year From Now 7. The Racing Heart 8. Tonight's Music 9. Sleeper 10. Undo You 11. Lethean 12. Day 13. Idle Blood 14. Unfurl 15. Omerta 16. Evidence 17. The One You Are Looking For Is Not Here
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Line Up
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Jonas Renske (Voce) Anders Nyström (Chitarra, Voce) Bruce Soord (Chitarra) Nicklas Sandin (Basso) JP Asplund (Percussioni)
Musicisti Ospiti Silje Wergeland (Voce su traccia 17)
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