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27/04/25
THE LUMINEERS
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IMMOLATION + BROKEN HOPE - CIRCOLO COLONY, BRESCIA (BS) - 14/02/14
19/02/2014 (2812 letture)
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Il tour death metal più atteso dell’inizio stagione 2014 sbarca al Colony di Brescia, una delle tre tappe italiane e ormai punto di riferimento tra i locali del nord. Gli Immolation sono i protagonisti, pronti a supportare il recente Kingdom of Conspiracy; come se non bastasse, portano con sé i Broken Hope, molto attesi dopo la recentissima reunion e l’uscita di Omen of Disease. Ecco com’è andata.
EUFOBIA + SWEETEST DEVILRY I bulgari Eufobia sono i primi ad esibirsi proponendo un death metal stemperato da inserti thrash e melodici, lanciato ora in parti veloci e blast, senza tuttavia ricercare brutalità e tecnica, ora in sezioni chitarristiche più musicali, ma che non sfociano quasi mai in assoli più elaborati o interessanti. I pezzi riescono solo in parte nell’obiettivo di rendere l’impatto ricercato, mentre spesso lasciano intravedere alcune lacune compositive. Più solida la prestazione dei successivi Sweetest Devilry, quartetto francese dedito a un metal moderno e ricco di inserti melodici, ma anche forte di una base melodeath/deathcore supportata anche da una notevole prestazione tecnica, che giova alla struttura dei pezzi ed alla varietà dei riff. Benchè siano decisamente poco accostabili musicalmente ai due gruppi a seguire, che tutti i presenti attendevano, giocano bene le proprie carte dimostrando di saperci fare, anche davanti a orecchie poco avvezze a questo tipo di sonorità.
BROKEN HOPE Il quintetto dell’Illinois, da poco tornato sulle scene del brutal death con l’album Omen of Disease, si aggrega agli Immolation per far sì che questo tour sia il più doloroso possibile. Altro che scaldare il pubblico: Jeremy Wagner e soci fanno il loro ingresso proponendo subito l’opener dell’ultimo edito Womb of Horrors e infierendo con riff pesanti, carichi di groove e segnati da un drumming compatto. A sovrastarli è la voce incredibile di Damian Leski, ottimamente designato come sostituto di Joe Ptacek (R.I.P.), che sfoggia un gutturale detonante e intenso; non per nulla, si tratta del chitarrista e vocalist dei Gorgasm, altra istituzione del brutal death senza compromessi. Oltre ad alcuni estratti dell’ultimo lavoro, propongono una quantità sorprendente di classici: da Loathing, probabilmente il loro miglior album, scelgono He Was Raped, che rispetto ad altri pezzi dimostra una costruzione più complessa e una tecnica più elaborata, padroneggiata con assoluta dimestichezza, mentre continua l’headbanging più sfrenato sia sopra che davanti al palco. I suoni sono gestiti in maniera impeccabile e ogni nota si riconosce distintamente; un’accortezza, se così si può chiamare, che ha permesso il pieno godimento di ogni pezzo. Sono assolutamente impagabili le sassate del primo album Swamped in Gore, che compie ormai 23 anni; tra queste la memorabile title-track, a cui il pubblico partecipa con decisione sull'inconfondibile chorus, ma colpiscono anche pezzi come Gore Hog e Awakened by Stench, dal taglio decisamente old school ma genuinamente cruento, su cui Damian riesce a stupire con una potenza assolutamente immune a qualsivoglia calo durante tutto il set. Oltre ad altri convincenti estratti dall’ultimo album (su tutte l’ottima The Flesh Mechanic), tra i pezzi di chiusura non manca la macabra Into the Necrosphere, rispolverata per l’occasione dal terzo album di questi ragazzi terribili di Chicago. Infine Jeremy ci chiede se ne vogliamo ancora e alla pronta risposta del pubblico attacca con il riff di Incinerated, uno dei pezzi più intensi del concerto. Non lo nego, mi fa ancora male il collo!
SETLIST BROKEN HOPE Womb of Horrors Dilation and Extraction The Docking Dead He Was Raped Swamped in Gore The Dead Half Rendered Into Lard Gore Hog Awakened by Stench Give Me the Bottom Half Into the Necrosphere The Flesh Mechanic Incinerated
IMMOLATION Distorsione, feedback e buio. E’ così che gli Immolation salgono sul palco del Colony acclamati da un pubblico tutto sommato ben nutrito e subito vittima di una tellurica Kingdom of Conspiracy (title track dell'omonimo nuovo full-length Kingdom of Conspiracy). La doppia cassa di Shalaty è taglientissima e fa da tappeto al riffing monolitico di Vigna e Taylor, un po’ scarico a livello di volumi nei primissimi minuti dell’esibizione, ma immediatamente regolato per una resa sonora ancora perfetta, in cui anche il basso di Ross Dolan colpisce martellante i timpani dei presenti. Certo, non quanto la sua voce: il growl dello storico vocalist del quartetto newyorkese è roccioso, solido e implacabile come ci ha abituato in ogni episodio in studio o esibizione degli Immolation. Nelle prime battute dello show, Ross preferisce non sprecare parole e attaccare subito con alcuni degli estratti più convincenti delle loro release più recenti, tra cui Majesty and Decay, title-track del penultimo album, e What They Bring, dall’EP del 2011. Tra i primi classici designati per l’assalto della data bresciana, compare Lost Passion, unico ma valente episodio dall’acclamatissimo Close to a World Below e la monolitica Of Martyrs and Men dall’indimenticato Unholy Cult. Risulta assolutamente impagabile l’inconfondibile presenza scenica di Robert Vigna, come sempre coinvolto e divertito anche più del pubblico, muovendo la chitarra quasi a sottolineare gli accordi suonati, spesso “strappati” dalle corde con un movimento ipnotico della mano destra tra ponte e tastiera. Anche Ross Dolan non è da meno, lanciato com’è in un headbanging ampio e suppongo faticoso, data la lunghezza dei capelli da spostare. La maggior parte degli estratti del set è però di recente uscita; ciò nonostante, travolgono il pubblico con un’intensità che ha poco da invidiare anche ai classici del gruppo tanta è la convinzione e la coesione che animano gli Immolation. Certo è che se c’è certamente da inchinarsi a colpi come God Complex o la maestosa mid-tempo A Glorious Epoch, quando Ross annuncia una Those Left Behind, classe 1991, plotone Dawn of Possession, c’è da strapparsi i capelli, fin dall’inconfondibile riff di apertura, macinato decine di volte insieme all’album. La metà dello show è stata ben superata, ma non manca qualche colpo notevole nella cartucciera dei nostri: presenti infatti all’appello Indoctrinate, una delle tracce meglio riuscite di Kingdom of Conspiracy, nonché la tiratissima Nailed to Gold da Here In After, dirattamente dal 1996. All That Awaits Us, oscura e maligna, viene annunciata come ultima canzone della serata. Molto inverosimile, tanto che la formazione rientra un paio di minuti dopo annunciando che l’onore e l’onere del saluto spetta a Desponent Souls: headbanging e moshpit si riaccendono subito più intensi che mai in segno di riverenza a questi maestri del death metal, rispettosissimi verso il loro pubblico, che scendono a salutare immediatamente dopo aver riposto gli strumenti. Certo, saranno mancati alcuni classici che chiunque si sarebbe aspettato (e che in ogni caso erano stati ampiamente proposti nella scorsa data al Rock Hard 2012), ma la scaletta, benché prevalentemente incentrata sugli ultimi episodi della loro carriera, è stata suonata in maniera quantomeno detonante, tanto che non mi pento di definirli ancora una volta uno dei gruppi migliori della scena death metal, di ieri e di oggi.
SETLIST IMMOLATION Kingdom of Conspiracy Majesty and Decay What They Bring A Spectacle of Lies Lost Passion God Complex Providence Of Martyrs and Men Bound to Order A Glorious Epoch Hate's Plague Those Left Behind Indoctrinate Nailed to Gold Challenge the Storm All That Awaits Us Despondent Souls
CONCLUSIONE Fatta eccezione per gli opening acts poco azzeccati, la serata è stata assolutamente all’altezza delle aspettative. I Broken Hope hanno dissolto qualsivoglia interrogativo sulla loro possibile resa dal vivo con uno show che non scorderemo affatto facilmente; circa l’esibizione degli Immolation, c’erano pochi dubbi: un nome, una garanzia, come si suol dire… …e se si può parlare di garanzie nel metal estremo, loro sono di certo una di quelle su cui potreste scommettere la pelle.
PS: Ringrazio Andrea "Ad Astra" per il preziosissimo supporto fotografico!
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Purtroppo non c'ero. Ma la dedizione e la coerenza degli Immolation fa commuovere. Grandi. |
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Non c'ero -ero a vedere gli M.O.D. vicino a casa mia- ,ricordo volentieri quando ho visto gli Immolation a Prato, credo fosse il 2001. Rob Vigna prima del concerto era nel parcheggio del locale a tirare 2 calci al pallone con noi, mentre aspettavamo di entrare...un grande. |
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mi permetto di dire solo che è stato un ottimo pretesto per festeggiare san valentino ahahahah--- serata romantica!  |
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anche io ero presente a Roma, davvero un ottimo concerto!! mi hanno sorpresa positivamente i Broken Hope, onestamente non nutrivo molte aspettative perché l'ultimo non mi aveva così tanto entusiasmata, ma sono davvero stati ottimi. sugli Immolation, che dire.. maestri. |
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Presente a Roma! Concerto assolutamente da ricordare ottimi i Broken Hope e gradissimi come sempre gli Immolation, band con i controcoglioni, ma che rimane con i piedi per terra essendo stati molto disponibili con noi fan! Ho avuto modo di parlare con Ross Dolan che mi ha concesso una foto e con Robert Vigna che dopo la chiaccherata mi ha regalato la scaletta de concerto Grazie di tutto e per la vostra bellissima musica!! |
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A bestemmiate proprio...non si doveva mancare...ed invece, certe volte, la schiavitù del lavoro non lascia spazio alla vita... |
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