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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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Immolation - Close to a World Below
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( 7810 letture )
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Ci si prova. Mi riesce sempre tremendamente difficile analizzare capolavori come questo. Diego, il nostro collega, sarebbe riuscito a stemperare l’inevitabile elogio a questo lavoro scrivendo chicche, curiosità, bizzarrie sullo storico del gruppo. Io non ne sono capace. Di fronte a un album di una bellezza mozzafiato rimango rapita: ogni parola mi sembra inutile, come se le frasi stesse non possano rendere giustizia al fascino di questa release, diventando strumento in grado solo di recitarne e limitarne la carica attrattiva. Per questo ci si prova.
Close to a World Below è il quarto album degli Immolation, un’opera che segna il vertice di tutta la loro produzione musicale ed è il traguardo evolutivo della loro carriera artistica; parlo di un prodotto che unisce forza e fluidità, che fonde originalità melodica e ritmica ad aggressività e schizofrenia espressiva, mantenendo un dinamismo senza eguali. Difficile trovare quel piccolo inconveniente che sgretoli le vette di Close to a World Below, tutto è inanellato a regola d’arte, ogni canzone cola in quella successiva catturando degnamente tutti gli elementi distintivi degli Immolation: il loro valore tecnico è pari solo alla loro abilità nel creare una vera e propria esperienza musicale; il livello di consapevolezza esecutiva e profondità realizzata gli consentono di raggiungere risultati autorevoli e prestigiosi. Quest’uso maturo e lucido degli strumenti non è mai fuori contesto: ne risalta lo spessore emotivo che diventa il perno determinante di quest’uscita. La musica scritta si muove oscillando tra originalità e potenza. Ho sempre la dannata convinzione di non riuscire a esprimere quel che vorrei dire, allora passo alla parte tecnica, più analitica e inflessibile.
Ross Dolan ha un cantato ruvido e dominante, digrigna le budella contro il microfono che soffoca rabbia pietrosa, picchia come pioggia acido-solforica sugli strumenti; il growl è tonico, definito, comprensibile, come un muscolo in tiro. Le chitarre sono spesse, pesanti e lente, sono dense come lava, impostano una struttura di riff fitta e compatta; la malvagità dei refrain è come un torrente impazzito ed è qui che la maestosità di quest’album si palesa in tutta la sua altezza: nonostante la foga furibonda delle corde, l’oscurità spietata dei suoni e la psicosi espressa, il tutto rimane controllato, governato in modo equilibrato ed esperto; esemplare. Ma non posso lasciarmi alle spalle le 6 corde se non mi lego prima al basso, avvolto senza grumi nella corposità del guitarwork: risulta quasi difficile scindere l’amalgama dei due suoni che così, liquefatti in un unico corridoio musicale, creano un ulteriore strato di limo opprimente ed angosciante. Il lavoro ai tamburi è veloce, lo stile è quello classico degli Immolation: accompagnano le chitarre, si integrano perfettamente con gli accordi e le strutture dei brani, la traversata in quest’eruzione death è oscura, tetra, un viaggio malevolo e devastante. Il songwriting è di fattura memorabile, ben composto, calibrato in modo pertinente e con un buon risultato di impatto e immediatezza. Da buona cristiana non mi sento offesa dai testi delle canzoni degli Immolation: i contenuti non sono un gratuito, becero e rozzo inno a Satana, come nei più dozzinali dischi death, bensì esprimono la parte più introspettiva e riflessiva dell’avversione che nutrono per la religione, il che lo trovo molto più inquietante e torvo. La produzione è di prima categoria, le partizioni sono simmetriche tra loro, le diverse stanze musicali sono proporzionate e bilanciate. Forse solo l’impasto chitarra-basso potrebbe essere considerato l’inconveniente di cui sopra, ma è davvero una sottigliezza e di fronte a una portata monumentale quale è quella di quest’album; un neo del genere risulta del tutto irrisorio e trascurabile.
Eccoci in chiusura, con la speranza di aver dato la giusta caratura ad ogni parola e che queste parole possano essere state la dichiarazione esplicita del trovarsi tra le mani un rilascio dalla valenza colossale, l’apice del percorso artistico degli Immolation, un masterpiece del genere, il lavoro death più importante del 2000. Se così non fosse, vabbè, me la risolvo facile facile: non avere quest’album nella propria personalissima discografia metal è una vergogna.
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23
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Capolavoro immenso, uno dei più grandi dischi non solo degli Immolation, ma anche per quanto riguarda il death metal del nuovo millennio. \"Close To A World Below\" è semplicemente l\'apice artistico del loro sound, in cui le loro caratteristiche di pesantezza, brutalità, tecnica e melodia raggiungono l\'equilibrio perfetto, con una serie di canzoni semplicemente da brividi, che poi son diventati classici assoluti nei loro show, tra \"Higher Coward\", \"Father, You\'re Not A Father\", \"Fall From A High Place\", \"Put My Hand In The Fire\" e l\'epica e monumentale title-track. Questo album è una colata lavica di incandescente, brutale, furioso death metal, nella sua forma più completa e perfetta! Lo metto sotto solo al debut in quanto a preferenza mia personale, ma signori... qui si parla di una pietra miliare epica!!! |
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22
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Vuoi un voto? 100...💪🤟Per gli IMMOLATION solo 100 |
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21
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Album davvero pesante. Porca vacca. Il voto non saprei che dare per il momento. A giorni valuterò... |
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20
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La discografia degli Immolation finora è sempre stata ottima, anzi di più! Io sono di parte, questo album è da urlo, la title track è uno dei miei brani preferiti da sempre, Dawn of possession album colossale, al vertice del death metal |
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19
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Disco capolavoro,di loro ho i primi 2 e questo,ma non c'è storia questo per me è di molto superiore (here in after non mi piace). Una vera pietra miliare del death anni 2000. Mi procurerò anche i successivi. |
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18
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Nessuno che abbia recensito "unholy cult" e "harnessing ruins"!? |
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17
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Bellissimo album di una delle mie band preferite, una band che non delude mai, puro death metal senza troppe storie. La title track è un capolavoro..95. |
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16
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Uno tra i loro grandi lavori nella loro magnifica discografia. Non sono d'accordo con Galilee perchè per me la band si era già imposta alla grande con Failures for Gods che tra l'altro è il mio preferito della band. Dawn of Possession e Here in After sono due grandi album ma con Failures hanno fatto quel salto in avanti a 360°. Da là in poi questo macigno e il grande Unholy Cult. Per poi il resto |
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13
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Diciamo che con questo album gli Immolation hanno imposto un certo stile che con i primi dischi non erano riusciti ad ottenere. Ai tempi di Dawn of possession il genere offriva parecchio di meglio, con CTAWB hanno portato il genere su altri standard. Gran disco. Da avere. |
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12
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Un disco di qualità ottima, ma assolutamente non tra i migliori degli Immolation. Intendiamoci, si parla di un gran disco degli Immolation ma io se devo mettere su un loro vecchio disco questo lo metto su poche volte rispetto ad altri. Ritengo comunque che il loro vero masterpiece sia Dawn of possession. Del post 2000 probabilmente Unholy Cult è il migliore, per adesso ancora non bissato. Gruppo comuque di cui non si lascia nulla, un loro lavoro "minore" surclassa il 90% del death in circolazione. |
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11
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Non puoi dire nulla sugli Immolation, solo ammirazione. |
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10
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mi fate vedere lo scontro per favoreeeee sono curiosissimo!!! p.s.s diegp devo ancora spedirti la discografia in excel!... facciamo cosi 10 passi e aldcimo vi voltate e dite a memoria i vostri dischi chi muore per primo senza fiato vince ahahahahahahahahahah |
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9
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Per me il migliore è Dawn of possession, devastazione assoluta. |
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Ne uscirei con le ossa rotte, lo so già XD |
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Ne avrai anche altri che io non ho, soprattutto in ambito Thrash e metal classico, anche perchè come ben sai non compro solo metal...Doom, Black e Death (escluso questo) ti sfido a duello, scegli tu il posto e l'ora XD |
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Cavolo enry, possiedo un disco che tu non hai! Mi fa fin strano pensarlo  |
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5
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L'unico disco degli Immolation che mi manca, operazione recupero in vista, anche per completare la discografia. Chissà perchè all'epoca non l'avevo preso...boh, e chi si ricorda più... |
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4
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Ho sempre fatto fatica a scegliere un disco preferito degli Immolation, la qualità parla da sola, brani come le titletrack poi sono delle perle assolute. Magari lo diventerà questo, chissà  |
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3
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molti mi consigliarano unholy cult all'epoca, seguii qualche la copertina mi piaceva, poi mi ricordo che mentre ero nel negozio a comprarlo vidi questa, un fuoco eterno e dentro figure informi, rimasi folgorato, li presi entrambi ma ascoltai questo per primo. da li solo rispetto e devozione. ascolti taci e godi. tutto il resto non conta. immenso. |
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2
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Personalmente non lo ritengo né il vertice né l'apice evolutivo della band e tenendo conto che i primi quattro Immo sono tutti dei capolavori con la C, questo finisce al terzo posto dopo il debutto e l'inarrivabile "Here In After". |
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1
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"Father, you're not a father Rapist, selfish taker of youth". |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Higher Coward 2. Father, You're Not A Father 3. Furthest From The Truth 4. Fall From A High Place 5. Unpardonable Sin 6. Lost Passion 7. Put My Hand In The Fire 8. Close to a World Below
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Line Up
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Ross Dolan (Voce, Basso) Robert Vigna (Chitarra) Thomas Wilkinson (Chitarra) Alex Hernandez (Batteria)
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RECENSIONI |
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