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27/04/25
THE LUMINEERS
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Immolation - Here in After
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03/10/2015
( 5423 letture )
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I newyorkesi Immolation sono una delle formazioni più importanti nella storia del metal estremo a stelle e strisce (e non solo): il loro stile unico e lontano dagli stilemi classici del death metal più violento di quegli anni, che era basato principalmente sulla velocità, ha permesso al quartetto di diventare una delle realtà più rappresentative del ramo oscuro e claustrofobico del death, a fianco di altri act (giustamente elogiati anch'essi) come Incantation e, soprattutto, Gorguts. Dopo aver esordito, nel 1991, con il più che buon Dawn Of Possession, anche se ancora piuttosto legato agli stereotipi del death metal del tempo, la band di Robert Vigna viene scaricata dalla casa discografica Roadrunner Records, che scioglie il contratto e decide di prendersi un periodo di pausa, rivelatosi poi essenziale per la crescita artistica dei componenti. Il silenzio viene interrotto nel gennaio 1995, anno in cui viene pubblicata una compilation dal nome Stepping on Angels... Before Dawn, contenente undici tracce estratte da alcuni demo pre-Dawn of Possession più cinque di esse registrate dal vivo. Qualche mese dopo, il gruppo (che a quel tempo comprendeva Ross Dolan alla voce e al basso, Robert Vigna e Thomas Wilkinson alle chitarre e Craig Smilowski alla batteria) torna in studio per le registrazioni del nuovo full-length, che verrà rilasciato l'anno successivo: Here in After, uno dei grandi classici di questa decade.
Ripartendo da alcune idee già accennate nel debutto e concretizzandole in modo più consapevole e maturo, Robert Vigna e compagni delineano definitivamente il proprio inconfondibile stile: Here in After è un album incredibilmente feroce ed opprimente, una violentissima serie di detonazioni musicali in cui vengono riprese e radicalizzate le sonorità già abbastanza peculiari di lavori come The Erosion of Sanity dei Gorguts e, soprattutto, Domination dei Morbid Angel. Nonostante l'approccio brutale ed il completo rifiuto della melodia o di tecnicismi vari, gli Immolation qui riescono ad allontanarsi da ogni tipo di sound estremo di quel periodo, grazie al modus operandi insolito e, al contempo, innovativo: la tipica velocità disarmante viene alternata a momenti di una lentezza quasi soffocante, sia dei riff claustrofobici e spesso dissonanti (indiscusso punto di forza della band), sia per quanto riguarda le parti di batteria di Smilowski, che spazia da blast beat e tappeti di doppia cassa a ritmi più cadenzati e distruttivi. Una delle poche caratteristiche del disco che lo accomuna ad altri lavori più classici di quegli anni è il cantato in growl gutturale di Dolan, in perfetto stile Suffocation e Cannibal Corpse. Tra l'altro, la crudezza della parte musicale è presente anche nei testi, profondamente espliciti e incentrati sull'odio verso la religione.
Tutte queste particolarità sono evidenti già dall'opener Nailed to Gold: le chitarre sconnesse e quasi ipnotiche di Vigna e Wilkinson creano un corposo muro sonoro simil-Incantation, mentre Smilowski accompagna il tutto con delle sfuriate violentissime. A circa metà pezzo, la velocità diminuisce notevolmente e l'atmosfera si incupisce (caratteristica comune ad ogni brano ed accentuata anche dalla produzione "confusionaria" -in questo caso, va inteso positivamente- e che mette in risalto i toni bassi), fino ad arrivare al deviato, nonché fantastico, solo di chitarra. Superata Burn With Jesus, che si mantiene più o meno sulla stessa linea d'onda della precedente, è il turno di Here in After e I Feel Nothing, che probabilmente incarnano al meglio lo stile unico della band e che presentano i riff meglio riusciti e più memorabili dell'intero lotto (un esempio: i marcissimi 15 secondi iniziali della title-track). La seconda metà del disco si apre con le chitarre stridenti ed assordanti di Away From God, altro inferno sonoro dalla struttura piuttosto intricata. Le restanti Towards Earth, Under the Supreme e Christ's Cage (ispiratissima anch'essa), infine, non si discostano da questo concentrato di brutali distorsioni e dissonanze ai limiti del cacofonico, pur essendo comunque di grande impatto e riuscendo ad ottenere l'effetto desiderato.
Album di grande importanza per l'evoluzione della frangia estrema del metal, Here in After è la massima espressione del linguaggio degli Immolation e probabilmente può essere considerato la vetta della loro discografia, soprattutto se si pensa all'anno di realizzazione. Ad esso attingeranno sì i Gorguts nel capolavoro Obscura di due anni dopo (estremizzandone ulteriormente la fisionomia e plasmando uno degli album più unici e indescrivibili di tutta la storia del metal), ma l'eredità di questa pietra miliare è, di fatto, rintracciabile in molte band odierne appartenenti alla branca più profonda e annichilente del death: dai Flourishing ai Mitochondrion, fino ad arrivare ai cechi Heaving Earth, molti sono i debitori di Vigna e soci. Il più celebre e osannato Close To A World Below, pubblicato quattro anni dopo, nonostante la produzione migliore e nonostante sia comunque un ottimo lavoro, poco ha da aggiungere a quanto dimostrato dal quartetto precedentemente.
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17
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Il secondo masterpiece immortale degli Immolation, disco che ho sempre considerato come un \"Dawn Of Possession potenziato\". Riprende in toto il sound del capolavoro precedente e lo elevano al massimo in termini di tecnicismo ed intricatezza nel riffing e nelle ritmiche. I riffs di Vigna (e i suoi assoli) in questo disco sono davvero deviati, contorti, con una certa \"melodia malata\" di sottofondo (cosa che è sempre stata una loro caratteristica). Otto inni favolosi di puro ed epico death metal antireligioso, magniloquente e brutale allo stesso tempo, \"Nailed To Gold\", \"Burn With Jesus\", \"I Feel Nothing\", \"Away From God\", \"Christ\'s Cage\" sono canzoni che hanno segnato il tempo! |
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16
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buon album ma qualche spanna sotto l\'inarrivabile esordio, se non avessero avuti quegli incidenti si sarebbero subito affermati come leader del death metal già dalla prima metà degli anni 90 |
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15
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88 è un po\' troppo, comunque bel disco. Questa band però ha fatto di meglio
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14
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88 è un po\' troppo, comunque bel disco. Questa band però ha fatto di meglio
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13
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Gli Immolation in ambito death metal sono assoluti fuoriclasse.. Ogni loro disco è un regalo all\'umanità 🤘sono Patrimonio UNESCO |
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12
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Finalmente l'ho recuperato. Devo ascoltarlo ancora bene, ma ad un primo sentire mi è sembrato già tanta roba. La struttura dei pezzi è già molto articolata rispetto al debutto e assieme ad alcune sonorità più chirurgiche e moderne, anticipa un po' ciò che verrà con l'uscita di close to a world below. |
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11
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Discone della madonna e con una produzione di altissimo livello.
Un death metal oscuro e particolare che in tantissimi momenti risulta essere quasi tech death vista la ricercatezza e la cura di certi passaggi ritmici e chitarristici. |
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10
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Ottima disco di una delle mie band preferite, e ottima recensione. Solo su una cosa però non sono d'accordo: CTAWB non ha affatto una produzione migliore di HIA: quest'ultimo ha una gamma dinamica di circa 10dB, mentre quella del primo è di 5dB. |
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9
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...e aggiungo che Dolan sia un singer piuttosto originale, nonostante le inevitabili assimilazioni ad altri death performer (tipo Luc Lemay)... |
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8
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Sono molto affezionato al mio vinile di DOP, l'esordio dei newyorchesi...ma sinceramente penso che HIA sia una prova molto più raffinata... Gran disco |
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7
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Una delle mie band preferite, qui all'apice, album stupendo. A gennaio dovrebbe uscire quello nuovo..così dicono...sarebbe un bel regalo di compleanno per me, spero che sia vero.. |
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6
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Discone...il mio preferito, anche se in effetti gli altri gli ho ascoltati meno. P.S. al frontiera c'ero anche io! Ho ancor la foto da sbarbato con Vigna e Wilkinson! |
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5
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Grandissimo disco, se la gioca con Close to a World below, anche se primo resta sempre dawn of possession imparegiabile. Non un calo, non un suono che sia ''pulito'' album grezzo e rude come il death metal dovrebbe essere. voto 85 |
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4
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Uno dei tasselli di questa grande band. Here in After è un album unico e indubbiamente particolare. Può non prendere all'istante però se gli Immolation arrivano col tempo ad essere una delle tue bands preferite questo lavoro si fa rivalutare alla grande. Per me un 8 e mezzo perché tutte le canzoni non sono solo molto valide ma dall'intero album emerge una grande personalità e tutto questo insieme denota qualità non da poco visto che solo poche bands possono permettersi di esprimersi come sono riusciti a fare i newyorkesi |
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3
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Album mostruoso. Nailed to Gold e Christ Cage sono semplicemente devastanti. Voto 90. Il mio preferito assieme a CTAWB. |
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2
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Ma oggi e' il giorno dei disconi????😊...preso appena uscito e subito dopo mega concerto di supporto con Cannibal Corpse e Vader al frontiera con Il mitico Baffo (rip) e Stefano. Per me il mio preferito insieme a Dawn of possession....loro sono stati tra i primi ad avere sto stile che rallentava e stordiva con quei passaggi oscuri...alternati ad altri più veloci...."i feel nothing" ancora riecheggia il chorus nelle mie orecchie nonostante e' una vita che non lo ascolto. 90 x me |
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1
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Band che non è mai stata tra le mie preferite, questo disco l'ho comprato anni fa e all'epoca non mi piaceva. Col tempo l'ho rivalutato, il suono grezzo ci sta, qua la batteria sembra suonata davvero, non come tanta plastica di oggi. Non il migliore del gruppo, per me il top è il primo ,Dawn of possession . A questo comunque do un bel 70, dai. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Nailed to Gold 2. Burn with Jesus 3. Here in After 4. I Feel Nothing 5. Away from God 6. Towards Earth 7. Under the Supreme 8. Christ's Cage
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Line Up
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Ross Dolan (Voce, Basso) Robert Vigna (Chitarra) Thomas Wilkinson (Chitarra) Craig Smilowski (Batteria)
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