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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Immolation - Kingdom Of Conspiracy
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( 10963 letture )
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Dal dizionario: Impietoso (agg.): 1) Spietato, inesorabile, privo di riguardo, di sensibilità; 2) Che non dà tregua; 3) Immolation. È la prima parola che da sempre mi viene in mente quando li ascolto ed è stato ancora così con questo Kingdom of Conspiracy. Al nono disco, dopo oltre 25 anni di onorevole militanza tra le più alte schiere del death metal, sono imperturbabili, monolitici, sempre fedeli al proprio messaggio dissacrante. Sono un esempio di coerenza ed, al contempo, hanno la capacità di colpire nuovamente nel segno rimanendo se stessi. Questa volta Ross Dolan e Robert Vigna lucidano le armi per dar vita ad una nuova pagina, scritta con l’oscuro inchiostro dell’oppressione e del terrore fatto musica, compresso sotto tonnellate di mastodontica architettura del dolore sonoro.
La presentazione degli Immolation parla subito chiaro. Un grigio fumoso e ansiogeno signoreggia nell’artwork, nell’affollarsi di figure indistinguibili, una massa obliterata dall’oppressione, dall’oscurità della commiserazione di una società basata sulla distruzione dell’individuo, sottomesso alla suprema indiscutibilità delle sue perverse macchinazioni. Trova spazio così una distopia orwelliana di un futuro oscuro, soffocante e opprimente, attraverso testi che portano all’estremo l’invivibilità di una condizione umana pedissequamente frustrata dal controllo di un’elite auto-divinizzatasi con il sopruso della sua supremazia; una cospirazione disumana contro l’umanità stessa, "il regno della cospirazione" per l’appunto. La profondità dei testi è solo il primo passo verso il completamento di questa spaventosa visione, che è altresì tinta della densa pittura di una violenza musicale opprimente, come un peso che grava su chiunque ne sia all’ascolto.
Lo stile degli Immolation è tanto consolidato quanto inconfondibile, forte di un enorme impatto batteristico dato dall’aderenza delle drum line alle monolitiche e isteriche ritmiche chitarristiche. Queste ultime permettono un inserimento variegato e complesso di fill e rullate con tanta maestria da non affaticare la fluidità dei pezzi, ma dando compattezza alle chitarre ed evidenziando ogni capriccio nevrotico del songwriting ritmico del quartetto statunitense, secondo quegli stessi stilemi che il gruppo ha fissato nel proprio percorso con pietre miliari indimenticabili, prima tra tutte l’esordio Dawn of Possession, già pulsante nell’imprevedibilità dei suoi cambi di tempo e di struttura. Eredità del periodo del capolavoro Close to a World Below è invece la supremazia degli Immolation nel mescolare al proprio death metal nervoso e pesante le oscure melodie dissonanti e sinistre partorite dal genio luciferino di Rob Vigna, che riverberano le intere composizioni di una malignità permeante, perversa e atterrente: lead sinistri, in grado di cogliere l’efficacia della caoticità sposata alle funeree melodie in mid tempo e l’abilità nello sfruttare egregiamente la pesantezza delle parti più lente, in cui si sovrappongono armonizzazioni e dissonanze che conferiscono spessore all’opera del gruppo, sia nella singolarità di ciascun pezzo, sia nella comprensività dell’intero Kingdom of Conspiracy. Note in disaccordo riecheggiano, insieme a riff rocciosi ed opprimenti, alla voce piena e potente di Ross Dolan e poi ad un inseguirsi di blast beat e rullate. L’ascoltatore è lasciato respirare solo negli stacchi improvvisi prima dell’inesorabile ripartenza della rincorsa al caos, con quegli inconfondibili armonici che gridano distortamente nella maestosità del procedere degli Immolation.
Kingdom of Conspiracy, title-track e opener, ne è un valido esempio, mostrandosi come uno dei pezzi più aggressivi dell’album, costantemente piegato dai blast beat di Steve Shalaty, mentre è riconoscibilissimo il riffing dell’accoppiata Vigna / Taylor; una delle prime critiche mosse alla band rispetto a questa release riguardava proprio la produzione della batteria, definita secca e asettica rispetto alla pastosità quasi calda e maestosamente funebre del suono delle chitarre: tale scelta si rivela invece un asso nella manica interessante per il completamento di un modello musicale così emotivamente esplicito nella sua durezza inscalfibile, creando un suono ancora più nitidamente distruttivo e compresso. Keep the Silence dimostra che la band è riuscita a dare una pesantezza ancora più intensa alle parti lente, comunque da tempo cavalli di battaglia della band, ma qui accentuate da una batteria ancora più potente e martellante, che segna dolorosamente il suo incedere nel classico stile nevrotico e multiforme della brutalità dei quattro. Si potrebbe dire che, sebbene l’amalgama musicale alla base di questo disco non sia troppo differente per ingredienti da quello del precedente Majesty and Decay, con questa uscita gli Immolation non abbiano certo stentato ad inserire pezzi anche di notevole furia e rapidità, come l’ottima God Complex o l’annichilente Indoctrinate, esageratamente impressionanti. Ma non è nel loro stile abbracciare esclusivamente la brutalità e la velocità, mentre invece è incessante il susseguirsi di cambi di tempo, arresti, ripartenze, ritmi irregolari tali da confondere e travolgere l’ascoltatore. Lasciate un po’ da parte i sentori epici e arieggiati del precedentemente citato Majesty and Decay, glorioso ed oscuro. Su questo album, gli Immolation hanno in mente solo l’oppressione e le tinte plumbee senza spiraglio alcuno di una luminosità redentrice. The Great Sleep, con la sua intro, mette i brividi nel citare con non troppa discrezione Close to a World Below, per ricordarci quale sia stata la loro vocazione al death metal più intrinsecamente votato ad un’indelebile malvagità, monumentum a monito di tutti coloro che assistono all’adempiersi di un nuovo tributo all’abisso. Riprendendo le parole con cui ho aperto, attitudine e coerenza sono la chiave di un gruppo che rimane se stesso e continua ad evolversi, insensibile alla tendenza, al passare del tempo. Questo è death metal senza compromessi, come dovrebbe essere. Potranno non essere gli Immolation migliori della loro discografia o potranno non presentare qui i pezzi più memorabili della loro storia, ma di certo in questo disco c’è l’essenza del messaggio che questi maestri hanno voluto portare e che hanno scaricato sulle orecchie dei loro fan come una colata di pece. Si congedano infine con spaventosa solennità: All That Awaits Us si spalanca dissonante e impietosa sulla teatralità della sua distopia musicale e pone fine ad una nuova pagina del death metal.
I maestri sono tornati a reclamare il loro trono. Non vi aspettate null’altro che gli Immolation, così emulati ma ancora così unici, ancora una volta in grado di esprimere al meglio un potenziale immenso; pesanti e soffocanti nel rinnovato volto dell’oppressione del loro death metal, così come solo loro riescono a farlo. Un lavoro profondo, articolato e che parla da sé, esplicitamente votato alla sua vocazione annichilente. Prendetevi un po’ di tempo per questo album, lasciate che le sue tenebre vi avvolgano e che i suoi demoni vi polverizzino.
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Comincio l’anno col botto. Gran disco, di una compattezza e di un’efficacia mostruosa. Inattaccabile mi verrebbe da dire, non trovo una virgola fuori posto. Grandissima band, hanno uno stile unico e non hanno mai toppato in trent’anni di attività. Voto 86 |
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26
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Un album dalla maturità impressionante, finalmente Shalaty si fa sentire, Vigna stupisce con i suoi assoli apocslittici ma allo stesso tempo melodici, e Ross Dolan ultra quarantenne canta come nel '91, è fantastico. Questo album per me rappresenta la forma finale degli immolation, dove non si può più andare oltre, quindi resteranno così eternamente. Voto 95/100 |
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25
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Bello davvero..grandiosi Immolation, una garanzia, fuoriclasse del Death, non vedo l'ora di ascoltare quello nuovo, e sono d'accordo col post 23.. |
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24
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Oscuro, feroce, contorto e apocalittico. Grandi Immolation! |
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In molti si lamentano che questo gruppo sia sottovalutato, io dirò di più: per me sono, ne più nè meno, il miglior gruppo death metal della storia. Nessun altro ha mai fatto 9 (9!!!!) album del livello che hanno fatto loro. Chi ha scritto la storia del death, lo ha fatto con due-tre capolavori, ma alla lunga è andato in vacca, oppure ha modificato radicalmente il proprio sound, si è sciolto e riformato, ha copiato sè stesso, o in ogni caso dopo aver toccato i picchi, non è riuscito a rimanere sui migliori standard....Vale per tutti: Morbid Angel, Deicide, Obituary, Suffocation, Bolt Thrower, Malevolent Creation, Pestilence, ma anche per quelli di seconda ondata, come Behemoth, Hate Eternal, Nile. Provate invece a dirmi qual'è il miglior album degli Immolation: dieci di voi darebbero dieci risposte diverse, e io stesso non saprei rispondere, ma dovrei scegliere tra 5 album diversi. Questo li rende assolutamente unici. Discorso a parte per Incantation e Cannibal Corpse, unici gruppi paragonabili, per longevità, coerenza e mancanza di cadute di tono, agli Immolation. Bisogna però riconoscere che molto spesso sono stati ripetitivi, e che molti album si assomiglino terribilimente tra loro, al punto di essere alle volte uno uguale all'altro (non prendetela come una critica, sono due gruppi che adoro). Ma due album uguali tra loro, nella discografia degli Immolation, li avete mai sentiti? In conclusione, ribadisco: per coerenza, capacità compositiva, qualità media dei propri lavori, longevità, sull'arco quasi 30 anni di storia del death metal, nessuno come loro. Numeri 1 assoluti. |
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22
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Un gran disco per il genere, pieno di violenza e veleno, suonato in modo magistrale. Innamorato dell'opener che mi ha letteralmente stregato... |
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21
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Confermo che questo disco è un'autentica bomba. |
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20
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Gli Immolation continuano ad essere di estremo riferimento per il sottoscritto perchè avendo una band per me loro rappresentano molto di più di un gruppo capace di sfornare sempre ottimi album. Più di vent'anni di attività e ben undici release e ancora ad avere sempre idee fresche ed eccellenti sotto un'ammirevole coerenza che non può assolutamente lasciarti indifferente. In più si aggiunge anche il fatto che il Death Metal degli Immolation è un qualcosa di unico. Hanno una loro personalissima interpretazione che non solo da un valore aggiunto a questa magnifica band ma serve a far scuola a chi si dedica al Metal estremo. Quindi per me non c'è solo il fatto di adorare ogni loro singola uscita discografica ma anche la coerenza e la solidità con cui portano avanti la band attraverso tutti questi anni senza però sembrare gente coi paraocchi e paraorecchie. Immensi ed eterni. Grazie di esistere! |
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19
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Lo trovo un bel disco e la produzione è perfetta. Peccato però che prima la batteria avesse un sound più "acustico" che con la loro proposta calzava a pennello! Tolto questo, nulla sotto il sole ma il solito bel disco degli Immolation! |
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18
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This is fuckin' death metal! |
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quest'album si commenta da solo..! Gli Immolation si confermano i migliori sia x ispirazione che x continuità della vecchia scuola death americana...dietro di loro solo forse gli Incantation dell'ultimo! Gli altri non me ne vogliano rimangono sempre grandi ma per ora vivacchiano tra alti e bassi! questo è il naturale successore dei primi 3 capolavori..alzo il voto sino ad 88/100 perché per me non ha punti deboli! |
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In una parola: spettacolare. |
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Old School Will Never Die. I novellini imparino. |
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Preso la settimana scorsa e in rotazione quasi fissa nello stereo. Grande disco così come grande era Majesty, questi non sbagliano un colpo. Per quanto mi riguarda loro e gli Incantation sono i portabandiera del death metal vecchia scuola, più e meglio di tutti gli altri. Nota di merito per Steve Shalaty, batterista terrificante e precisione da drum machine. Enormi. |
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Davos Seaworth, quando esce il nuovo libro di Martin, wings of winter? L'attesa é fremente... |
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11
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recensione ottima & voto congruo! gruppo con le palle che non deludono mai... (tipo gli Incantation => altro gruppo arcigno e importante nel genere) |
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@Davos Seaworth: giusta aspettativa, che non verra' delusa  |
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9
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Saranno i Behemoth..credo.....comunque grandissimo questo nuovo lavoro degli Immolation,l'unico gruppo fra le vecchie glorie del death che continua a produrre dischi di gran qualità,anzi a dirla tutta trovo che siano pure migliorati parecchio nell'ultima decade...vedo che manca completamente recensita 3/4 della loro carriera (da harnessing ruin a dawn of possession), mi aspetto di trovarne,un po' alla volta, recensiti qualcuno in futuro nella sezione rispolverati \m/ |
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8
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Band fantastica, questo album è l'ennsima prova che si può essere sempre fedeli al verbo del death metal e mutare nella propria proposta. L'unica pecca è il sound della batteria che è troppo asettico. |
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Immolation: Semper Fidelis. |
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5
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Disamina perfetta!Son tornati e giustamente reclamano il loro trono!Voto 85! |
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3
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mail nucelar blast: edizione slime pack immolation- ordina. attendi 2 mesi e passa. arriva a casa il 21/5/2013 ... ad oggi. 2975 non ho ancora cambiato disco nel lettore e cosi continuerà. un capolavoro moderno. in attesa dei B. il disco death dell'anno!. chi non apprezza vada ad ascoltarsi la pausini. passo e chiudo |
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2
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Recensione da applausi per un gruppo solido come il diamante, delle vere garanzie come pochissimi altri. Grandi Immolation! |
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Grazie Ross, grazie Robert. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Kingdom of Conspiracy 2. Bound to Order 3. Keep the Silence 4. God Complex 5. Echoes of Despair 6. Indoctrinate 7. The Great Sleep 8. A Spectacle of Lies 9. Serving Divinity 10. All That Awaits Us
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Line Up
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Ross Dolan (Voce, Basso) Robert Vigna (Chitarra) Bill Taylor (Chitarra) Steve Shalaty (Batteria)
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RECENSIONI |
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