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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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ABYSMAL GRIEF + STRAMONIA - L'Angelo Azzurro Club, Genova, 24/05/2014
29/05/2014 (3174 letture)
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Siamo a fine maggio, la bella stagione è oramai iniziata e cosa c'è di meglio di un concerto doom? A nove anni dall'ultima esibizione in terra genovese, gli Abysmal Grief tornano a suonare nella loro città dopo aver portato il loro funereo show in varie parti dell'Europa del nord e più precisamente all'Angelo Azzurro, con i liguri Stramonia a fare da apertura.
Questi ultimi iniziano a suonare quando le 23 sono passate, proponendo un heavy metal con influenze dark e gothic ed esordendo con la nuova line-up che vede Roby Grinder degli Sfregio in veste di bassista. I pezzi suonati sono estratti per la maggior parte dall'omonimo Ep di esordio del 2012. La chitarra e la sezione ritmica sorreggono il suono in maniera decisa, pure troppo in determinati frangenti dato che le tastiere rimangono a volte coperte, facendo perdere la componente più d'atmosfera della proposta. Da parte sua il cantante Federico Arata cerca contribuire ad essa dando una prova basata più sull'interpretazione che sulla tecnica vocale fine a se stessa; tra un pezzo e l'altro intrattiene anche il pubblico presentando le canzoni ed il loro significato, dilungandosi forse troppo a volte. Comunque simpatico il siparietto prima del pezzo El Chupacabras, quando viene tirata fuori una borraccia (o almeno così sembrava) a forma di pollo dal quale il cantante beve e che viene poi passata anche al pubblico. Per rimpinguare il set sono state suonate anche due cover, Countess Bathory dei Venom e Mr. Crowley di Ozzy Osbourne, la prima ben suonata ma che mi ha lasciato perplesso nell'approccio vocale, ben lontano dal ringhio di Cronos; la seconda priva di un po' di mordente. Con il brano All Saint gli Stramonia chiudono il loro show che tutto sommato ha scaldato il pubblico presente, anche grazie alla loro voglia di divertirsi e di divertire.
I preparativi per l'esibizione degli Abysmal Grief portano via parecchio tempo: l'allestimento del palco prevede infatti il posizionamento di due grosse croci a ridosso degli amplificatori, una struttura attorno alle tastiere, un piccolo feretro (ovviamente finto) ed il dispiego di torce, ceri mortuari, candele, fiori ed incenso. A preparativi conclusi il cerimoniale è pronto per iniziare con un intro registrato che guida l'ingresso della band sulla scena come se fosse una precessione. I quattro indossano abiti ecclesiali ed una coltre di nebbia (creata dalla macchina del fumo) li avvolge e durante il pezzo di apertura Hearse sono visibili solo a tratti. Proprio all'inizio di questo primo brano accade il primo (ed unico) inconveniente riguardante i suoni, con il basso ad un volume troppo alto, situazione però sistemata nel giro di pochi secondi. Il pubblico viene subito catturato dalle vibrazioni che gli Abysmal Grief regalano pezzo dopo pezzo, ripercorrendo in maniera equilibrata la loro discografia. L'interazione col pubblico è totalmente assente, i pezzi non vengono nemmeno presentati, a parlare è solo la musica, con chitarra basso e batteria (che vede il ritorno del batterista Fog, rientrato nella band lo scorso anno) a creare un asfissiante muro, a tratti interrotto dagli strappi delle moderate accelerazioni, arricchito dalle funeree melodie ed atmosfere delle tastiere. E' proprio il cantante/tastierista Labes C. Necrothytus il mattatore sul palco: come detto le sue tastiere sono fondamentali per la resa sonora del gruppo, mentre la sua interpretazione al microfono è teatrale, riuscendo a risultare evocativo od invasato a seconda del mood del pezzo. Il momento clou dello show è però l'esecuzione della lunga Exsequia Occulta: durante il break centrale il chitarrista Regen Graves prende un'urna e la mostra al pubblico come per farla adorare ai fedeli, mentre il cantante recita i versi in latino del brano:
Ex Sancta Resurrectione et supplicii impiorum nomine, tivi praecipio Spirite Defuncti ut respondas quod rogo. Obtempera istae sarrae cerimoniae si spes habes in Salvatione, et surge in nomine Christi
Alla fine di questi, il contenuto dell'urna viene riversato sul palco e sulle persone nelle immediate vicinanze. Contenuto che non era altro che vermi, decisamente in tema con il testo del brano. Siamo quasi alla fine e mentre i vermi ricevono le attenzioni di alcuni, incuriositi dalla situazione oppure non accortisi sulle prime del fatto, la scaletta volge al termine con la cover di Chains Of Death dei Death SS, autentico tributo per quelli che sono stati tra i padrini di un certo tipo di musica, lezione che gli Abysmal Grief hanno imparato e reso personale. E sulle note dell'outro la band lascia il palco così come l'ha guadagnato un'ora prima, la cerimonia è finita.
Siamo dunque giunti ai saluti ed alle conclusioni. La serata devo dire che ha avuto una buona risposta di pubblico, il locale non era tutto esaurito ma il risultato nel complesso è stato buono. Gli Abysmal Grief hanno riportato a casa dopo nove anni uno spettacolo evocativo e teatrale, catturando il pubblico con il loro cerimoniale doom. La speranza è di non dover attendere altrettanto per rivederli.
Infine una nota di tipo personale. Destino ha voluto che questo concerto con tutto il suo contorno scenico sia caduto ad un anno preciso da un evento luttuoso che mi ha colpito, coincidenza che per quanto mi riguarda ha rappresentato il modo migliore per ricordare.
SETLIST Hearse The Necromass... Hidden In The Graveyard Creatures From The Grave Morse Eleison Crypt Of Horror Exsequia Occulta The Samhain Feast Chains Of Death
Foto a cura di Robert Lucifer
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Grandissimi Abysmal Grief....per motivi logistici io al concerto ovviamente non ero presente...ma dopo averli visti al Roma Obscure fest di quest'anno mi hanno davvero catturato con il loro impatto horror italiano anni 70...Grande Band davvero. |
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