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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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ONSLAUGHT + ARTILLERY + CHRONOSPHERE + EXARSIS - Dagda Live Club, Retorbido (PV), 06/10/2017
12/10/2017 (1961 letture)
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In occasione della riapertura del Dagda, nel locale fino a qualche anno fa noto come Carlito’s Way, il programma è ricco e interessante, coprendo l’intero weekend e offrendo un ricco bouquet di spettacoli. Si apre venerdì 6 ottobre con una delle tappe italiche del Thrash ‘Till Death Tour, opportunità per vedere all’opera i britannici Onslaught in occasione del trentennale di The Force, e i danesi Artillery. Oltre alle due storiche formazioni, il carrozzone è completato da due band greche, anch’esse dedite alla fiamma del thrash metal, protagonista dell’intera serata.
EXARSIS Attivi fin dal 2009, gli Exarsis sono una formazione greca con tre dischi sulla lunga distanza già pubblicati e un nuovo album, New War Order, in uscita il 20 ottobre. Quando la band prende possesso del palco del Dagda, il locale ospita ancora poche persone, quasi tutte assiepate alle transenne poste a breve distanza dai musicisti. A colpire è la giovane età media, in particolare di uno dei due chitarristi, che dimostra una ventina d’anni. Notevole è la presenza scenica dei ragazzi greci, molto mobili in particolare nel bassista, un autentico uragano di energia. La proposta musicale degli Exarsis è un revival thrash costituito da ritmiche sempre ben sostenute, qualche sporadico e brevissimo assolo, cori, e il cantato molto acuto di Nick Tragakis. L’impegno e la presenza da parte dei greci sono senz’altro apprezzabili, soprattutto nell’ambito di una setlist di breve durata: il difetto che emerge, infatti, è quello di una certa ripetitività e dell’incapacità, in fase di songwriting, di dare ai brani una caratterizzazione tale da renderli ben riconoscibili. Su ciò pesa l’assenza di ritornelli memorizzabili e di variazioni ritmiche in grado di risvegliare l’attenzione. Sfruttano comunque al meglio l’occasione di condividere il palco con gruppi che pubblicavano dischi quando probabilmente alcuni membri della band non erano ancora neanche nati.
CHRONOSPHERE Dopo un rapido cambio palco, supportati anche dai ragazzi degli Exarsis, a presentarsi in scena sono i conterranei Chronosphere, anch’essi giovani e attivi dal 2012. Dotati di una qualche dose di talento che forse ancora non hanno del tutto saputo tirare fuori, i quattro prendono possesso del palco del Dagda indossando pantaloni rossi e mettendo fin dal primo secondo una notevole dose di energia, unita a una ottima precisione d’esecuzione. I brani sono diventano più elaborati, e soprattutto dotati di variazioni e dinamiche niente male, che permettono un coinvolgimento maggiore da parte del pubblico che, all’avvicinarsi delle 22, comincia a farsi un po’ più numeroso. I Chronosphere snocciolano un brano dietro l’altro offrendo molta sostanza e nessun fronzolo, dimostrando preparazione, esperienza live, spigliatezza e divertendosi non poco, fino alla conclusione a sorpresa con una tellurica cover di Ace Of Spades, resa ancora più esaltante per via del malfunzionamento del microfono di Spyros Lafias. Il pubblico canta a squarciagola l’intramontabile classico dei Motörhead, degna conclusione di un’esibizione convincente.
ARTILLERY La sala del Dagda, non particolarmente grande ma capiente e accogliente, inizia a riempirsi quando si approssima l’entrata in scena della storica formazione danese degli Artillery. La prima nota da riportare è la composizione della band, profondamente diversa rispetto a quella vista all’opera nell’ultima uscita discografica, Penalty By Perception. L’unico membro presente di quella line-up, infatti, è Michael Stützer, chitarrista fondatore del gruppo; manca suo fratello Morten, altro membro storico, per motivi di salute, e tutti gli altri membri sono sostituiti da turnisti. Sorprendente il rientro per il tour di Søren Nico Adamsen, già voce ai tempi di When Death Comes e di My Blood, e dimostratosi in buona forma. La scaletta si concentra per metà circa su Terror Squad, in occasione del trentennale dalla pubblicazione del disco. In qualche momento a mancare è forse il tiro, anche a causa di una performance piuttosto scolastica da parte del batterista. Bene invece la coppia d’asce, costituita dal grande Michael, con una mise in pinocchietti che non può non renderlo subito simpatico, e dal buon Kræn Meier. Strano e stilisticamente fuori contesto invece il bassista. Buona la coesione stilistica dei brani, sebbene le note orientaleggianti dei brani di By Inheritance rubino la scena a tutto il resto. Terremotante Beneath The Clay (R.I.P.) e risposta del pubblico complessivamente soddisfacente per una band che ha tirato fuori autentiche perle e che merita di raccogliere i giusti onori.
ONSLAUGHT Non sono un fan degli Onslaught. Li ho sempre trovati energici ma piuttosto scialbi in fase di songwriting, con pezzi immediati ma un po’ troppo semplici. L’occasione di vederli nel contesto di questo tour, tuttavia, era troppo ghiotta, vista la presenza degli Artillery e della riproposizione dal vivo dell’intero The Force, probabilmente una delle migliori produzioni a firma della formazione britannica. Quando i nostri arrivano sul palco, il bassista Jeff Williams sembra decisamente carico, mentre appare quasi timido lo storico chitarrista Nige Rockett. Le cose cambiano quando, dopo la breve intro, prende possesso del microfono Sy Keeler, istrionico, dalle movenze lente e dal buon carisma. La sua performance vocale trascinerà la band a una resa dei brani pienamente soddisfacente, sebbene il nostro sia aiutato in maniera chiara da un massiccio riverbero applicato al microfono. Gli Onslaught, quasi senza interruzioni, snocciolano i sette brani di The Force con un buonissimo tiro, ricevendo una risposta positiva da parte del pubblico, che ormai rende il colpo d’occhio del locale soddisfacente, sebbene distante dal tutto esaurito. Notevole anche la partecipazione da parte delle altre band, con membri degli Exarsis e dei Chronosphere che corrono sul palco e si gettano sul pubblico. Dopo la tonante Thrash Till The Death, brano conclusivo del platter che dà anche il nome al tour, è ora di tuffarsi nella discografia recente della band, con brani che risultano più thrash-oriented, perdendo in buona misura la componente più hardcore/punk degli esordi, e andando a orientarsi più verso gli ultimi Exodus per tipo di suoni (e, su album, anche per produzione). Sebbene a tratti siano risultati piuttosto stanchi in alcuni membri, gli Onslaught portano a casa una prestazione di grande sostanza e di discreta presenza scenica.
CONCLUSIONI Al termine della serata, il pubblico si allontana lentamente e con un buon grado di soddisfazione disegnato sul viso. La riapertura del Dagda ha offerto una serata più che positiva agli appassionati di thrash metal, proponendo un quartetto di band che hanno offerto uno spettacolo genuino e fatto di pura sostanza. Luci semplici, un po’ di fumo per gli headliner e nessun altro orpello, solo musicisti e musica. E’ risultata piuttosto palese la differenza di energia ed entusiasmo tra le due formazioni storiche e le due giovani, con queste ultime che ne escono decisamente vincenti dal punto di vista del movimento, dell’energia, della voglia di spaccare il mondo anche quando di fronte avevano venti o trenta persone statiche. Gli Artillery e gli Onslaught, di contro, hanno portato sul palco l’esperienza e la capacità di mantenere in pugno il pubblico, offrendo uno show soddisfacente ma con qualche pecca nel comparto del tiro per i danesi, e della varietà stilistica per gli inglesi. Il locale si è rivelato all’altezza dell’evento, con un’acustica non ottimale ma accettabile, volumi in crescendo, un’area merchandising, un tavolo per consumare qualche pasto e l’immancabile bancone delle birre e dei panini. L’ampio parcheggio – tra l’altro quasi gremito a fronte di una presenza di pubblico che si è aggirata sulle 150 persone – risulta molto comodo per chi arriva in macchina; peccato che il posto si trovi piuttosto distante dall’autostrada.
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Degi Onslaught preferisco the sounds of violence a VI. Gli artillery li ho sempre apprezzati |
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@LAMBRUSCO: eh ma tu vuoi lavori esemplari..no ma i d.r.i. hanno fatto quell'ep del cavolo l'anno scorso da tracce da 1 minutaggio ciascuna |
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Mi spiace ma non amo particolarmente i dischi recenti di band storiche, sarà un problema mio, ogni tanto ascolto qualcosa, poi alla fine metto su i dischi vecchi, tra le band classiche dl thrash, apprezzo quasi tutto dei Sodom e di pochi altri, poi i D.R.I. non fanno un album dal 1995... |
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Gli ultimi album non saranno da salti mortali ma sono più che dignitosi e migliori degli ultimi dei testament, exodus, overkill. Oserei dire che i due danesi alle chitarre sono una delle migliori coppie d’asce del thrash. |
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LAMBRUSCO, ma a tuo parere un gruppo di quelli vecchi che ha fatto un ottimo lavoro in questi anni chi sono? i d.r.i.? |
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Premetto che conosco ogni disco di queste band. Un album come By Inheritance, gli Onslaught se lo sognano anche di pomeriggio, pur essendo una buona band. Gli Artillery con quel disco là sono -per me- tra i migliori del Thrash mondiale, peccato che adesso facciano album di poco conto, come la maggior parte dei gruppi vecchi... |
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i migliori sono gli artillery....peccato meritavano una carriera piu' gloriosa..... |
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Il pogo è idiota a prescindere da come lo si fa IMO. |
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L' heavy metal, diciamo quello degli eighties, ha generato una pletora incredibile di gruppi importanti, e molti di questi gruppi ancora oggi calcano le assi di un palco. Molti di questi gruppi sono considerati delle icone non solo da chi già c'era all'epoca ma anche dalle nuove generazioni. Avete mai fatto caso quanti giovanissimi/e indossano tshirt degli iron maiden, ac/dc, kiss .... con riferimenti espliciti proprio agli eighties !!! La cosa ancora più bella è che gruppi come onslaught e artillery, che nonostante abbiano realizzato bellissimi dischi non siano riusciti a emergere come sarebbe stato giusto, hanno sia la generazione eighties che i millenial che li supportano. L'heavy metal non ha tempo non ha età. Scusate l'OT.  |
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domenica? dico a chi di dovere che ti fa schifo il Dyson?  |
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domenica? treno?  |
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@Thrash: verissimo la musica deve unire e come hai detto tu anche sul palco si sono viste due generazioni! @angus71: direi che si sarà fatto male quello su cui sei atterrato ahahaah |
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@d.r.i.: ho visto la scena, il tipo che ha quasi preso la scarpata in testa era alle mie spalle. Dici bene sull'età media del pubblico, a occhio c'era anche qualcuno oltre i 50, gran bella cosa per i più giovani vedere partecipare ai concerti esponenti di un'altra generazione, gente che potrebbe essere il padre di diversi dei ragazzi presenti. L'ennesima prova di quanto sia universale e trasversale la musica. |
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L'ultima volta che ho fatto stage diving è stato con i bulldozer 25 anni fa al rainbow e mi sono pure fatto male. da allora, basta.. |
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A questo concerto di persone over 40 non ce ne erano poche a alla nostra età i traumi fanno fatica ad essere assorbiti @Thrash: vero tolleravano, hanno solo cazziato facendo bene il tipo che ha preso in braccio una ragazza e l'ha fatta roteare. Sta coppia di 'geni' hanno praticamente dato una scarpata sulla tempia ad uno poco dietro di me che per fortuna non si è fatto male...ecco quello non è pogare ma essere idioti |
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Peccato non esserci stato ma mi era un pò scomodo. secondo il problema è che ultimamente a certi concerti ci va talmente poca gente chei se fai lo stagediving, finisci sul pavimento..ahahhah!!! i bis li ascolti dalla traumatologia dell'ospedale e non dalla transenna... |
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Diciamo che era tutto sommato tollerato dalla sicurezza. Durante l'esibizione degli Onslaught alcuni membri di Exarsis e Chronosphere si sono lanciati sul pubblico, il tutto in un bel clima fatto di semplicità e passione. |
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Si poteva fare, almeno i Chronosphere lo hanno fatto. Ma la mentalità era quella grezza e ruvia degli eighties. Se le band lo accettano lo stagediving si fa eccome (Suicidal a Trezzo insegnano) |
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@Angus, davvero? ahah, ma si poteva fare stage diving? Ho dei dubbi... |
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Magari, per i prossimi concerti, se ci organizziamo un minimo ci si conosce. comunque timpano fischiante fino a domenica sera. @Lambru: d.r.i. l'ho lanciato sul palco su 66 fuckin'6 |
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@Thrash: viste la posizione da cui sono state fatte le foto eri sotto di me, io ero piccolino, Angus71 alto con la maglia del tour e Unia attaccata a noi.... |
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Ero anch'io alla transenna, sul lato destro, e sono stato quasi sordo da un orecchio per tutto il giorno seguente al concerto. Merito dei volumi degli Onslaught soprattutto! |
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LOL ma che è eravamo tutti attaccati alla transenna? Cmq Sì l'altoparlante di sinistra ha fatto danni ah ah. del resto Onslaught e artillery vanno assunti a volumi adeguati. Dimenticavo Sy Keeler è stato stratosferico!! |
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Artillery hanno dalla sua dei pezzi stupendi che in formazione originale o no danno le paste a tutti, compresi quei gruppi della bay area. Non ero in questa location ma visti a casa “mia” |
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Ho preso qualche cd Allora locale carino, prezzi ottimi del bar, acustica buona. Il concerto? Cazzo bello, gli onslaught li avevo già visti ma li rivedo sempre volentieri. Gli artillery grandi davvero! I chronosphere carini, ma come detto nella recensione, da 'rivedere' quando saranno cresciuti. @Angus71, anche io ero in prima fila ma ci sento benissimo @Lambru: pacato come sempre e, giuro, sobrio! @Unia: ti piacerebbe eh! |
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L’abbiamo lasciato là al locale @LAMBRU |
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@Angus, so che c'era anche @d.r.i. Cos'ha fatto? Ha distrutto il locale? Incendiato qualcosa? Insomma, ha ravvivato la serata? |
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location veramente in mezzo al nulla ma molto carina per eventi di questo tipo. Exarsis sentiti per 2 minuti, mi sembravano bravi. Chronosphere mi sono piaciuti nonostante un thrash molto "basico", da seguire. Artillery molto bene nonostante, sia rimasto solo il chitarrista della formazione originale. Onslaught grandi, non una delle mie band preferite, ma grandi. Peccato mi sia ritrovato in prima fila non so come e sia uscito con un timpano sofferente... comunque bella serata, veramente. |
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