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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Artillery - When Death Comes
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( 6357 letture )
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In questi ultimi anni la parola reunion è stata tra le più linflazionate, ha riguardato moltissime band, e di conseguenza ha scaldato i cuori dei fan di mezzo mondo. Il thrash metal non è stato certo da meno a questo genere di operazioni, difatti un nutrito numero di band ad esso legato sono tornate a nuova vita, chi in cerca di un riscatto, chi di un piccolo grande successo mai avuto, oppure assaporato solo per qualche attimo ma ben presto svanito. Erano gli anni ottanta, periodo d’oro nel quale moltissime formazioni di grande valore si affacciavano e letteralmente intasavano il mercato discografico, sfornando album che poi sarebbero diventati capolavori di riferimento per tutti coloro che di lì a breve avrebbero attinto a mani basse in questo enorme repertorio. Poi arrivò quel fatidico giorno in cui venne al mondo il “Black Album”. Il panorama musicale nel bene e nel male -almeno in ambito thrash- non fu più lo stesso: miriadi di band scomparvero alla velocità della luce, altre provarono a resistere, tentando di replicare in qualche modo quel maledetto suono ma poco a poco tutte cedettero sotto la furia del fenomeno chiamato Metallica. Tra queste grandiose band scorgiamo anche il nome gli Artillery, strepitosa realtà danese autrice di autentici capolavori come Fear of Tomorrow, Terror Squad e By Inheritance, quest’ultimo probabilmente il più maturo e complesso. Anche per loro gli inizi degli anni novanta, o meglio il 1991, furono fatali decretandone la prima dipartita senza particolari clamori; anche la prima reunion del 1999 con la pubblicazione dell’album B.A.C.K. passò quasi inosservata, seppur sancita da un album tutt’altro che banale. Ma in questi anni i fratelli Stützer, vero fulcro e motore degli Artillery, già abituati a stravolgimenti e cambi di line up, non si sono mai persi d’animo: lasciata alle spalle la dipartita di Flemming Rönsdorf, carismatico e storico vocalist del gruppo, si sono rimessi in gioco arruolando al suo posto Søren Adamsen, cantante semi sconosciuto ma dotato di un’ugola d’oro. In questo modo, contattando il resto della ciurma che aveva dato vita al loro album, il più celebrato dai loro sostenitori, spinti soprattutto da un rinato entusiasmo per il genere, decidono che è tempo di calcare ancora una volta i palchi in Europa. La felice esperienza è stata immortalata nel loro recente cd/dvd dal vivo, il primo in carriera nonché prima uscita discografica con questa formazione, intitolato One Foot in the Grave, The Other One in the Trash. Tutto questo per dire che era quasi inevitabile e del tutto naturale che la ritrovata carica ed energia esibita sfociasse nella pubblicazione di un nuovo album, dal titolo emblematico When Death Comes.
Dieci tracce, due in più nelle versioni digipack, per dimostrare di essere ancora in partita, avendo tante cartucce da sparare. Tre autentiche fucilate aprono il loro nuovo viaggio, ovvero la title track, 10.000 Devils e Upon My Cross I Crawl, brani che potrebbero racchiudere l’essenza di tutto l’album, niente meno di ciò che i proseliti bramavano di poter sentire. Cambi di tempo, velocità, riff taglienti e potenti come macigni, un giusta dose di melodia che non guasta e la fantastica voce di Adamsen ad impreziosire con le sue sfumature calde e violente, il tutto a favore di un songwriting davvero ispirato seppur semplice nel contempo. Le composizioni potrebbero apparire come un mix di quanto già fatto in precedenza in tanto Terror Squad quanto in By Inheritance, ma fortunatamente così non è perché la new entry porta nuova linfa e vitalità, non solo da un punto di vista strettamente vocale, ma contribuendo in modo attivo in fase di composizione per mezzo delle sue brillanti idee (figura praticamente nei credits di quasi tutti i brani), dimostrando così di non essere un semplice rimpiazzo ma bensì un valore aggiunto. Decisamente coinvolgente Rise Above It All che sembra perfetta per sconvolgere il pubblico in sede live, mentre Sandbox Philosophy pur presentando un ritornello se vogliamo “cool”, fa la sua gran figura. Due canzoni presenti unicamente nel demo del 1991 Mind Factory, vengono oggi riportate alla luce senza particolari modifiche, e l’operazione, che potrebbe sembrare un po' nostalgica e retorica, ha invece il merito di ridare vita a brani come la thrash–speed ballad Delusions of Grandeur e la granitica Uniform, che a buona ragione meritavano davvero più attenzione e un’occasione migliore per entrare negli stereo di tutti noi. Molto interessante e suggestivo anche il brano di The End, con cui si chiude l’album (almeno nella versione standard) caratterizzato da un intro ed un successivo incedere dai toni più scuri che si rivela però essere il preludio ad un incredibile quanto inaspettato motivo centrale che si fissa prepotentemente in testa. Da notare che le ultime parole del brano recitano the end is near, ma non credo minimamente sia il destino degli Artillery, che grazie a When Death Comes dimostra come a volte i ritorni siano meglio degli addii. Bentornati!
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Album eccezionale! Per me il migliore degli ultimi quattro. La prima parte è da dieci e lode, 5 pezzi incredibili (Rise Above it All la mia preferita!), poi c'è un leggero calo, ma il livello rimane comunque elevato. Complessivamente si sfiora il capolavoro. Voto 88 |
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bel disco però non mi convince tanto la voce (anche si sente che un bravo cantante ) perchè si sente troppo la voce da power metal non c'entra niente con quella del thrash |
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Sono tornati alla grande ! Questo When Death Comes è a mio parere, la migliore uscita del 2009 nel ambito THRASH . |
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Concordo con la recensione su quanto detto rispetto al disco....non concordo affatto invece sul ritenere i Metallica con il Black album come i fautori del declino del thrash... Il thrash era già un genere che era destinato a finire con o senza l'intervento dei Metallica... I Metallica non sono stati la causa del declino ma più che altro il Black album è stato l'effetto di un periodo che poco a poco stava iniziando a diventare difficile per il thrash... Le colpe se vogliamo darle a qualcuno diamole ai discografici che decisero di abbandonare da un momento all'altro le band anche talentuose (come ad esempio gli Artillery) per spostarsi su altri generi musicali! |
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Disco Immenso. Grandissimi Artllery! la voce di Adamsen mi piace un casino |
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Il Thrash, più che ogni altro sottogenere del metal, è zeppo di band che hanno raccolto molto meno di quanto abbiano seminato. Gli Artillery sono l'emblema di questa triste realtà. Molti altri si sono arresi e sono scomparsi, di loro non rimane che il ricordo custodito gelosamente da pochi appassionati. Loro, invece, sono tornati, si sono rimessi in discussione, e con questo lavoro hanno vinto la loro personale scommessa contro il tempo. Questo When Death Comes è, a mio parere, una delle migliori uscite del 2009, dove tecnica, passione e grinta trovano il connubio perfetto. Spero che sia solo l'inizio di un nuovo corso della loro storia, e che trovino, finalmente, il successo che si sono sempre meritati, ma che non hanno mai raggiunto. 95/100 |
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noia noia noia...grande delusione! Non mi aspettavo un capolavoro, ma neanche un disco così mediocre. Voto: 55 |
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un buon ritorno con un buon disco! niente di innovativo ed è meglio cosi! |
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Grande album! Bentornati Artillery! |
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non credo che possa essere definito facilmente il genere dei nuovi artillery, cmq un buon disco |
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Eccome se li aspetto quei 2 nomi, con la bava alla bocca! Tra l'altro il 2008 è stato segnato dal macigno dei Laaz Rockit, che è stato TOTALE. |
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x sangue di noci di cocco: x chi come me segue il thrash da tempo, questi nomi non sono mai stati dimenticati, anche se molti gruppi non incidono da anni. |
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..cmq a proposito a breve usciranno le nuove release dei "Defiance" e degli Heathen"...ve li ricordate? |
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Sono daccordo sul fatto che alcuni di questi dischi risentiti adesso siano molto più interessanti di allora (tranne Force of Habit che non mi va giù). Rispetto la tua opinione sulla causa della fine del thrash, ma non sono pienamente daccordo, comunque lungi da me imporre le mie idee agli altri! |
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10
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In effetti tanti son validi, ma non da mettere al pari coi loro dischi degli anni 80. Poi che siano cmq interessanti e anche belli (Countdown to extinction dei Megadeth è ottimo ad es, tra l'altro prima ho fatto confusione nel citarlo...) è fuor di dubbio. Il problema è che nei primi 90 una peste falciò il thrash metal e PER ME buona parte di questo successe per il black album. |
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..cmq risentendoli oggi molti questi album che hai citato e molti altri ( si potrebbe aprire un topic al riguardo!) non sono da sottovalutare affatto... |
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8
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Infatti dopo il 91 troppi gruppi thrash si sciolsero e tanti gruppi rallentarono il tiro o sperimentarono un po' per seguire l'esempio dei Metallica. Qualche esempio? TESTAMENT "THE RITUAL", KREATOR "RENEWAL", XENTRIX "KIN", OVERKILL "I HEAR BLACK", ANTHRAX "SOUND OF WHITE NOISE", TESTAMENT "COUNTDOWN,,,", NUCLEAR ASSAULT "OUT OF ORDER-SOMETHING WICKED", "EXODUS "FORCE OF HABIT". E molti molti altri...Tutti col freno a mano tirato... |
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Bè questione di punti di vista, probabilmente la stagione del thrash sarebbe finita in ogni caso, i Metallica diedero l'esempio sbagliato su come andare avanti (ad esempio l'anno successivo i Testament diedero alle stampe The Ritual, praticamente il loro Black Album dal punto di vista della sonorità). Non dimentichiamoci poi che i periodi musicali così come iniziano sono destinati a finire e le case discografiche li sfruttano mettendo sotto contratto chiunque appartenga al genere in voga, salvo poi lasciarli in mutande nel momento di magra. |
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@ Nineus: concordo con il fatto che non siano stati solo i metallica a causare il declino del thrash ma una serie di circostanze concomitanti ma forse il loro successo planetario è stato più eclatante delle altre....per quanto riguarda Adamsen ( personalmente mi piace tantissimo) il termine semi sconosciuto l'ho usato per sottolineare il fatto che una band dal passato glorioso come gli Artillery, per tornare più facilmente in auge non ha sostituito Flemming Rönsdorf con qualche ugola più famosa o più in vista...cmq non perderti l'intervista che gli ho fatto!! |
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Soren "Nicko" Adamsen non è certo "semi-sconosciuto! Ha cantato in alcuni splendidi albums dei Crystal Eyes, ottima band scandinava di power metal, con una carriera più che decennale alle spalle. Per il resto, sono d'accordo con la recensione: questo degli Artillery è un grandissimo disco di thrash-metal!! Ultimo appunto: il declino del thrash non dipese solo dai Metallica e dal grunge, ma anche da una saturazione eccessiva del genere che fatalmente portò come conseguenza il disinteresse dei discografici verso quelle bands cosiddette minori... |
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x me buona musica, ma voce non adatta al genere, certi cori mi ricordano i motley crue o i guns... |
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Bella recensione, e bellissimo disco. THRASH 'TILL DEATH!!! P.s.: il Black Album è l'emblema di come si possa raggiungere un successo planetario con un suono "laccato", "leccato" e tremendamente finto. Un manifesto di come il cuore, la passione, le emozioni siano state messe da parte per raggiungere scopi studiati a tavolino. |
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Sinceramente non mi trovo daccordo nel dare solo al black album la responsabilità di ciò che successe al thrash. Ricordiamoci dell'esplosione del Grunge, i Metallica furono i primi a staccarsi dal thrash perchè avevano capito che non sarebbe durato più a lungo e grazie a Bob Rock entrarono nel mainstream. Poi è chiaro che il successo che ebbero spinse tante band a provare soluzioni simili ed effettivamente ciò cambio il thrash |
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Perfettamente d'accordo con la recensione, e soprattutto ho trovato molto vicino al mio pensiero quando viene descritto cosa il black album ha scaturito dopo la sua uscita. Ottimo ritorno, comunque. Abbasso solo di 5 punti, perchè per me i miei gusti si tratta di un thrash un po' troppo melodico. In ogni caso, grandi Artillery! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. When Death Comes 2. Upon My Cross I Crawl 3. 10.000 Devils 4. Rise Above It All 5. Sandbox Philosopsy 6. Delusions Of Grandeur 7. Not A Nightmare 8. Damned Religion 9. Uniform 10. The End
Bonus tracks (esclusive digipack Europe/USA): 11. Refuse To Live – Part 2 12. Warhead
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Line Up
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Søren Adamsen - Vocals Michael Stützer - Guitars Morten Stützer - Guitars Peter Thorslund - Bass Carsten N. Nielsen - Drums
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