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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2671 letture )
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Dopo aver dato alle stampe il proprio capolavoro (By Inheritance) gli Artillery sorprendentemente si sciolsero nel loro momento migliore a causa di dissidi all'interno del gruppo: la cosa destò sconforto nella cerchia dei fan anche perché la popolarità del combo danese non era mai stata così alta come in quel periodo -né lo sarebbe mai più stata in futuro. Fu quindi abbastanza sorprendente l'annuncio della reunion nel corso del 1998 -a distanza di ben sette anni dallo split- un ritorno il cui risultato venne opportunamente intitolato B.A.C.K., appunto: si tratta del quarto disco della band e vede alcuni cambiamenti rispetto al predecessore, primo fra tutti il reclutamento dietro le pelli di Per M. Jensen al posto di Carsten Nielsen, nonché il doppio ruolo di Morten Stützer, il quale si occupa anche di suonare il basso in vece del dimissionario Thorslund, oltre che dedicarsi come da prassi alla sei corde (del resto il suo tocco da chitarrista è piuttosto evidente nell'assolo di basso con effetto wah-wah presente nella parte centrale di Out of the Trash). Appare abbastanza chiaro che i Nostri vogliano riprendere il filo del discorso da dove l'avevano interrotto: B.A.C.K. pur essendo diverso dai dischi che lo hanno preceduto mantiene ben in evidenza la tipica impronta Artillery, un "thrash europeo" che si rifà a quello affermato della Bay Area americana, veloce, furioso e al tempo stesso ben identificabile. Nonostante sia uscito a ridosso del Nuovo Millennio, l'album in questione risulta chiaramente figlio di un certo modo di fare metal tipicamente Eighties e questo è più che comprensibile -e da un certo punto di vista anche logico- per tutti i motivi accennati poc'anzi; il quartetto proveniente da Taastrup però lo propone con una produzione attuale che ha il pregio di non snaturarlo, curata da Bo Lund e dal gruppo stesso.
L'irruenza la fa da padrone tra i solchi del full length e questo certamente anche grazie all'apporto del nuovo acquisto Jensen: il suo drumming forsennato e travolgente dà una spinta in più a brani già di per sé aggressivi, in cui le chitarre sono al solito impeccabili; il songwriting tende quindi a puntare molto sulla presa dei pezzi e l'headbanging è assicurato. Il riff in apertura di How Do You Feel -senz'altro una delle migliori del lotto e forse dell'intero repertorio della band- è una goduria per le orecchie e ci restituisce una coppia d'asce in forma a dir poco smagliante (vedasi l'assolo presente nel brano), mentre su Paparazzi -un'invettiva contro la stampa gossipara che ricorda molto nei contenuti Scandal dei Queen- è la sezione ritmica a brillare con una doppia cassa a rullo che non fa prigionieri, dando vita a una delle tracce più pesanti del platter. Per quanto riguarda i testi non si disdegna di esternarli talvolta con un po' di cinismo e ironia: si parla dei "mali moderni" come la chirurgia estetica nella seconda traccia ("The skin around your face is thin and tightened to the bone/ Your nose got lifted from within, your hair is not your own/ Your body looks as if you worked out, you ain’t done a thing/ ‘Cause if you did, the risk would be, the cracking of your skin") passando poi alle problematiche degli allora "primordiali" social network -e chissà cosa sarebbero riusciti a scrivere se fosse già esistito Facebook- con WWW (I hook up on the internet, I sit and chat a while/ I find someone I think I know, though I’ve never seen her smile/ It’s getting kinda personal, my feelings are involved/ She’s coming home to me, man, my problems could be solved/ World Wide Web.../ ...Oh no, she’s a he! Aaaaaaaaaaaarrrgggh!!!/ What Went Wrong?) per giungere quindi ad altri più seri come la pena di morte di Final Show o i pensieri e le sensazioni di un serial killer (Violent Breed), o ancora l'autodistruzione del genere umano (la title track), senza tralasciare gli effetti nefasti della tv spazzatura (Theatrical Exposure). Il tutto come detto sorretto da una prestazione strumentale di grandissima qualità (invero superiore a certe lyrics che talvolta strappano un sorriso, ma anche questo fa parte del DNA degli Artillery); come già accennato tecnicamente i simpatici scandinavi sono ineccepibili, le parti suonate dai fratelli Stützer sono sempre coinvolgenti e ben studiate, mentre il vocalism acido di Flemming Rönsdorf dona quel tocco di personalità in più a un sound già comunque ben definito. Per completezza di informazione va segnalato che nell'edizione uscita per il mercato giapponese (nonché nel box set del 2007 Through The Years che comprende tutti i quattro album fino ad allora pubblicati) sono incluse due bonus tracks; Fly, semi ballad caratterizzata dalla presenza di una delicata chitarra acustica -salvo poi esplodere in una cavalcata metal- e Jester, quest'ultima più canonica nel suo essere puramente thrash.
Il ritorno sulla scena dei danesi, al di là di qualche pecca, si presenta quindi come un buonissimo album anche se non comparabile a By Inheritance: del resto era oggettivamente impensabile che il gruppo riuscisse a bissare un lavoro di tale portata, tanto più dopo un blackout così lungo; anzi era addirittura improbabile auspicare che ritrovassero il bandolo della matassa, cosa che invece fortunatamente avvenne. B.A.C.K. non è un capolavoro in senso stretto ma rappresenta più che degnamente l'Artillery-sound, pur differenziandosi dagli altri lavori della band; merita sicuramente l'apprezzamento degli estimatori del genere thrash -e non solo.
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10
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Di una web zine importante è individuare e imparare a conoscere i gusti musicali dei recensori. Grazie a 'matocc' ho letto la sua recensione, che valuta benevolmente questo disco. Gli artillery sono uno dei tre gruppi thrash metal, da me preferiti in assoluto. I primi 3 album sono un must. Questo per dire grazie al recensore, perché è vero è un grande album, (ho acquistato la settimana scorsa il cd). E pensare che lo avevo snobbato a causa di review, su altre fonti, del tutto inattendibili. grazie Metallized ! |
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9
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A me invece piace molto la voce acida e isterica del cantante,ottimo album,anche se inferiore al capolavoro by inheritance.80 voto giusto |
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8
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da quello che è ho sentito, è un buon album, ma a quanto pare è la voce il problema, forse non mi vuole entrare in testa, e quanto vedo non sono l'unico a pensarlo.. però devo dire che le canzoni sono buone... 78 |
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7
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Mai piaciuti, visti anche dal vivo, ma proprio no. Più che altro non mi piace per nulla la voce. Comunque non discuto sulla loro bravura. |
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6
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Peccato che sia l'ultimo album con Ronsdorf alla voce, per me lui è 1 di quei cantanti come il parmigiano reggiano... inconfondiiibileee.... |
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5
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L'ho riascoltato dopo alcuni anni, la penso esattamente come quando era uscito, alcuni buoni pezzi, le prime 2, B.A.C.K. e The Cure, altri un po' meno coinvolgenti, per me dovevano puntare più sui pezzi veloci, comunque un 70 da me lo becca. |
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4
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come ho scritto non è un capolavoro assoluto ma l'apporto di Jensen e il solito egregio lavoro dei fratelli Stützer danno quel qualcosa in più. so che ai tempi non fu considerato granché ma ciò non toglie che sia veramente valido e per me il voto se lo merita tutto specie alla luce della loro intera discografia  |
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3
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un buon disco. per me un 75. inizialmente non l'avevo mai considerato molto. una volta preso devo dire che l'ho ascoltato parecchie volte. loro sono una garanzia |
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2
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Figa il tempo fa miracoli: 'sto disco non se l'era filato nessuno, oppure veniva considerato tra i "minori" del gruppo, e ora si piglia un 80!! E' un disco che si lascia ascoltare, ma secondo me è il meno riuscito de gruppo, insieme a My Blood. darei una decina di punti in meno, 70. |
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1
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Per me gli Artillery sono uno dei più importanti gruppi maestri di "Technical thrash metal" al mondo. 1985 – Fear of Tomorrow 1987 – Terror Squad 1990 – By Inheritance 1999 – B.A.C.K. = Tutti Ca-po-la-vo-ri !!!!!!!!!!!!!!!!!punto e basta. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Cybermind 2. How Do You Feel 3. Out of the Trash 4. Final Show 5. WWW 6. Violent Breed 7. Theatrical Exposure 8. B.A.C.K. 9. The Cure 10. Paparazzi
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Line Up
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Flemming Rönsdorf (Voce) Michael Stützer (Chitarra) Morten Stützer (Chitarra, Basso) Per M. Jensen (Batteria)
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