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PRAYING MANTIS - Lunga vita al British Heavy Metal!
24/12/2019 (1157 letture)
Sono passati quarant’anni dalla nascita dei Praying Mantis per mano dei due fratelli Troy. In occasione dell’uscita del live album Keep it Alive, abbiamo avuto l’occasione di ospitare uno dei fondatori del gruppo NWOBHM, ovvero il bassista Chris Troy. Di seguito l’intervista.

Annie: È per me un onore ospitare te e i Praying Mantis su Metallized. Avete recentemente dato alle stampe il vostro live album intitolato Keep it Alive. Dopo le scorse due pubblicazioni registrate in Giappone, è ora il turno di uno show italiano. A cosa dobbiamo la scelta di immortalare un vostro concerto nel Belpaese?
Chris Troy: Ci eravamo stufati del Giappone (ride, NDR). Tornando seri, non era nei piani iniziali, ma quando abbiamo saputo che ci sarebbe stata tutta l’attrezzatura e la Frontiers ci ha proposto di farlo, ci è sembrata un’ottima opportunità, e l’abbiamo colta. Siamo molto contenti del risultato.

Annie: Nel caso di uscite discografiche come questa, mi domando spesso quali siano le motivazioni che spingono una data band a focalizzare le proprie energie sulla realizzazione di un live album. Inevitabilmente, ogni artista possiede ragioni e significati diversi da attribuire alla scelta. Per la tua esperienza, in che modo un live album arricchisce la carriera di una band?
Chris Troy: L’elemento chiave, oggigiorno, è che i musicisti possono nascondersi dietro un esercito di diavolerie elettroniche in studio, che è una cosa positiva per ottenere determinati effetti speciali. Sfortunatamente, però, dal vivo non c’è molto dietro cui nascondersi e tutto diventa più grezzo, a meno che tu non abbia multimilionari alle spalle come i Leppards (ride, NDR). In questo senso, il fruitore riconosce nel live album un prodotto più grezzo mediante il quale ascoltare quella stessa band e non una macchina che produce musica.

Annie: In tutti questi anni avete pubblicato undici album, quindi disponete di molto materiale da cui attingere. Come avete scelto la setlist di Keep it Alive?
Chris Troy: È una bella domanda e spesso ci viene posta in termini generali anche dai nostri fan. Il problema è che ciò che un fan vuole sentire è molto diverso dalle preferenze di un altro, e ovviamente con il catalogo significativo di cui disponiamo oggi ci sono moltissimi brani che potremmo portare dal vivo. Per le performance live, però, ci sono alcune canzoni che sembrano semplicemente calzare a pennello con il set esattamente dove la band vorrebbe, e vanno sempre bene con la risposta del pubblico. A causa di ciò, a volte è difficile togliere questi brani chiave dalla scaletta. Possiamo dire, pertanto, che Keep it Alive contiene un buon numero di queste canzoni “fondamentali”.

Annie: Il 2019 è stato un anno importante per i Praying Mantis: avete festeggiato i quarant’anni di attività. La mia domanda è: qual è il tuo album preferito in assoluto da Time Tells No Lies al recente Gravity? Di quale album conservi, su tutti, i ricordi più belli?
Chris Troy: Anche se è passato molto tempo, l’album Time Tells No Lies rievoca in me molti bellissimi ricordi, soprattutto legati al lavoro svolto con il produttore Tim Friese Green, che si è dimostrato davvero un musicista e una guida fenomenale. Tuttora ascolto le nostre armonie vocali su cui abbiamo lavorato e suonano meravigliose, quasi non realizzo che eravamo noi…

Annie: La vostra carriera è iniziata quarant’anni fa. Quali differenze puoi riscontrare tra passato e presente nella scena NWOBHM? La risposta e l’attitudine dell’audience sono in qualche modo cambiate nel corso di questi anni?
Chris Troy: Senza dubbio molto dell’entusiasmo che c’era nella (e per la) scena NWOBHM è scomparso, ma ‒ti cito un luogo comune‒ sta forse ritornando? Come dici, siamo sul campo da quarant’anni e ovviamente adesso non siamo più giovanotti, tuttavia recentemente abbiamo suonato qualche show in Repubblica Ceca e in Polonia e siamo rimasti molto sorpresi nel vedere quanto giovane era l’audience! È stato molto piacevole vedere che si sta muovendo qualcosa, tra l’altro quei ragazzi erano matti da legare! Molto reattivi, è stato un enorme piacere suonare per loro. Quindi sì, le cose sono cambiate molto ma ci lasciamo trasportare dalla corrente.

Annie: I Praying Mantis hanno condiviso la loro carriera con diversi nomi importanti della scena metal (possiamo menzionare Paul DiAnno, Bernie Shaw, Clive Burr e Dennis Stratton). Se poteste collaborare con un altro big del rock e del metal, chi scegliereste e perché?
Chris Troy: Nel corso degli anni abbiamo avuto la fortuna di collaborare con molti musicisti estremamente talentuosi come quelli che hai giustamente citato, ma anche con Doogie White, Gary Barden e Jon Sloman. Pertanto non credo che qualcun altro in particolare possa farmi fare i salti mortali. Ciò che so è che, dopo sette anni con la formazione attuale, tutto si è rafforzato e può rivelarsi la lineup più forte che abbiamo mai avuto. Questa è una bella pacca sulla spalla a tutti i ragazzi della formazione attuale.

Annie: Recentemente avete tenuto qualche concerto negli UK per promuovere il vostro ultimo studio album Gravity. Avete già dei piani per l’attività live dei prossimi mesi?
Chris Troy: Ora c’è la corsa al Natale ma il mese prossimo si preannuncia davvero positivo con l’Ice Rock Festival in Svizzera il 10 gennaio e il Mangualde Hardmetalfest in Portogallo l’11 gennaio. Verso la fine dell’anno avremo qualche altro bell’evento tra cui lo Sweden Rock e il Bang Your Head, più qualche viaggio agli antipodi di cui forniremo presto i dettagli.

Annie: Cosa porterà il 2020 ai fan dei Praying Mantis per quanto riguarda il nuovo materiale in studio?
Chris Troy: Al momento stiamo mettendo a punto la cosa con la Frontiers e c’è la possibilità che l’album sia registrato verso la fine del prossimo anno, con pubblicazione a inizio 2021.

Annie: Puoi già dirci che direzione prenderanno i Praying Mantis con il successore di Gravity?
Chris Troy: È una domanda a cui è molto difficile rispondere perché la direzione talvolta cambia drasticamente quando entri in studio. Ma lo stile delle Mantidi ci sarà sempre.

Annie: Grazie infinite per questa bellissima opportunità di averti qui. Vuoi aggiungere qualcosa per chi leggerà questa intervista?
Chris Troy: A tutti i lettori di Metallized auguro un fantastico Natale e un felice buon anno, che il 2020 sia l’anno in cui i vostri sogni diventano realtà, proprio come lo diventeranno per noi.



Lizard
Martedì 31 Dicembre 2019, 12.35.36
2
È un luogo comune, ma credo davvero che loro siano, tra i maggiori esponenti della NWOBHM, quelli che tutto sommato meno hanno ottenuto come riconoscimento al di fuori di Time Tell No Lies che è rimasto un classico. Probabilmente già sulla fine degli anni Ottanta non avrebbero sperato di festeggiare i quarant'anni di carriera. È bello leggere le loro parole e trovarci ancora entusiasmo e voglia di scherzare. Vedremo cosa vuol dire quando parla di direzione che cambia drasticamente.
JC
Lunedì 30 Dicembre 2019, 1.20.05
1
Gravity veramente un bel disco; dal vivo band solida e con mestiere. Meritano supporto!
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L'intervista
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L'artwork di ''Keep it Alive''
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