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Praying Mantis - Defiance
25/04/2024
( 885 letture )
Questa piovosa primavera del 2024 sta entrando nel vivo con una raffica di nuove uscite tra cui il gradito ritorno discografico dei Praying Mantis: band storica della scena metallica e hard rock, capace di emergere dagli albori della NWOBHM grazie a scelte dal notevole gusto melodico, sempre più vicine a lidi di hard rock energico ma con buone dosi di tastiere e armonie vocali. La band ha attraversato quasi mezzo secolo tra momenti più prolifici, in alternanza a fasi di pausa, cambi di formazione e progetti paralleli, restando saldamente ancorata alla passione e alla dedizione dei fratelli britannici Chris (tutt'ora maggior songwriter) e Tino Troy. L'ingresso dal 2013 del solido drummer Hans In ‘T Zant e soprattutto del singer olandese John Jaycee Cuijpers (recentemente apprezzato anche nel progetto Supersonic Revolution, con il quale ci ha fatto osservare la veste più hard rock e Seventies di Arjen Lucassen) hanno iniettato linfa ed energia con uscite convincenti e regolari all'incirca ogni due anni, ben complementando l'architettura storica che oltre ai fratelli Troy vede il bravo Andy Burgess all'altra sei corde, con le parti di tastiere coperte in alternanza dai tre membri.

Questo Defiance, uscito su Frontiers Music a un biennio di distanza dal precedente lavoro in studio, è un disco senza troppi fronzoli né colpi di scena, che esprime la sensazione di una band molto affiatata e quadrata, capace di spaziare da momenti più melodici a cavallo di AOR e hard rock melodico a momenti più heavy e robusti, mantenendo un buon mix tra proprio DNA e sonorità proprie di alcune band storiche come Uriah Heep, Rainbow e Magnum. L'opener From the Start è un brano capace di mescolare elementi pomp e tastieristici con un sound quadrato e ritmicamente pulsante, che piace accostare proprio ai grandi Magnum del recentemente scomparso Tony Clarkin per alcune soluzioni chitarristiche mai troppo elaborate ma estremamente efficaci, ma anche agli Europe più maturi dell'ultima parte di carriera, per alcune linee vocali e melodie in stile Joey Tempest. La successiva title track prosegue su canoni di hard rock melodico europeo capace di mescolare Pretty Maids e Ten, così come le elettriche e fluide Feeling Lucky e Never Say Goodbye hanno una spinta ritmica e melodica dal forte sapore Journey e Toto, pur non suonando eccessivamente derivative e ben guidate dalla voce esperta e sicura di Cuijpers. Molto ben riuscite anche One Heart e Give it Up, esempi di hard rock genuino e fiammeggiante in cui Uriah Heep e Survivor si incontrano in un crossover tra anni Settanta e Ottanta. Molto apprezzabile la ripresa di I Surrender, brano composto ad inizio anni Ottanta dal prolifico songwriter britannico Russ Bullard e originariamente registrata sia dai Praying Mantis sia dai Rainbow e che poi finì per essere aggiudicata alla band di Richie Blackmore e Joe Lynn Turner, tanto da essere uno dei pezzi forti della tracklist di Difficult to Cure, qui resa in veste molto fedele all'originale e interpretata con passione da Cuijpers. Nota di menzione anche per la strumentale Nightswim, che conferma la preparazione tecnica e il tiro della band, che spicca per le note intrecciate dai due chitarristi Tino Troy e Andy Burgess e per la conclusiva, più heavy, Let's See, che presenta tratti chitarristici dalle radici MSG e UFO, con pregevoli soluzioni corali e melodiche.

La presenza costante dei Praying Mantis negli ultimi anni è senz'altro confortante e un punto di riferimento per l'hard rock più maturo europeo e questo Defiance conferma il tiro e l'affiatamento apprezzato nel precedente Katharsis, lasciando la sensazione netta di una band compatta e quanto mai motivata che ha tutti i crismi per proseguire e colmare quel vuoto appena lasciato dai Magnum.



VOTO RECENSORE
78
VOTO LETTORI
78 su 7 voti [ VOTA]
Epic
Lunedì 6 Maggio 2024, 15.35.48
5
Sì, concordo con Diego. I Mantis non sbagliano mai, però da un po\' di tempo sfornano album buoni, piacevoli, ma non eclatanti. L\'ultimo davvero bello dalla prima all\'ultima canzone è Legacy, davvero ispirato, e che seguiva il meraviglioso Sanctuary, ad oggi il più bello da una ventina di anni a oggi
Diego75
Domenica 5 Maggio 2024, 20.40.37
4
Bel disco.....ma degli ultimi mantis salvo solo un disco come sanctuary.....questo come il precedente passabile.
Adrian Smith
Sabato 27 Aprile 2024, 5.46.36
3
Bello, scorrevole, convincente ma non un capolavoro, voto 78 giusto.
Ivan75
Venerdì 26 Aprile 2024, 20.39.03
2
Disco che non delude ma nemmeno incanta. Nessun brutto pezzo ma nemmeno nessun pezzo che rimanga impresso. Non apprezzo particolarmente il timbro del cantante, ma è il mio gusto personale. Per me 75.
Epic
Venerdì 26 Aprile 2024, 11.00.12
1
Sempre grandi loro, album molto gradevole, non raggiunge i picchi di Legacy o di Sanctuary, restando tra le pubblicazioni più recenti, ma è buono quanto i predecessori. Nessun brano eccelso, ma un buon lavoro. 73
INFORMAZIONI
2024
Frontiers
Hard Rock
Tracklist
1. From the Start
2. Defiance
3. Feelin' Lucky
4. I Surrender
5. Forever in My Heart
6. Never Can Say Goodbye
7. One Heart
8. Give It Up
9. Nightswim
10. Standing Tall
11. Let's See
Line Up
John Jaycee Cuijpers (Voce)
Tino Troy (Chitarra, Tastiere)
Andy Burgess (Chitarra, Tastiere)
Chris Troy (Basso, Tastiere)
Hans In ‘T Zandt (Batteria)
 
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