|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
STRANGER VISION - La potenza di immagini e parole
24/11/2022 (1019 letture)
|
Nel 1922, il futuro Premio Nobel per la Letteratura Thomas Stearns Eliot pubblicò il suo più celebre poemetto, The Waste Land, sulle pagine delle riviste letterarie The Criterion e The Dial. Oggi, A.D. 2022, a cento anni esatti dalla prima stampa, una band italiana ha deciso di trasformare il poema in musica, realizzando un intero concept album ispirato alla terra desolata raccontata dal poeta statunitense: loro sono gli Stranger Vision, e il cantante Ivan Adami e il chitarrista Riccardo Toni si sono resi disponibili per una chiacchierata con noi su poesia, letteratura e… metal.
McCallon: Ciao ragazzi, benvenuti su Metallized e complimenti per il vostro nuovo album, Wasteland. Visto che è la prima volta che vi intervistiamo come band, volevo chiedervi se aveste voglia di presentarvi brevemente ai nostri lettori. Ivan: Grazie Simone per l’invito e per lo spazio. Siamo gli Stranger Vision, band metal nata in Emilia nel 2019. Il nostro debutto, Poetica, è uscito nell’aprile 2021, con diversi mesi di ritardo causati dai lockdown della pandemia. Da pochi giorni [il 4 novembre 2022, ndr] abbiamo pubblicato il nostro nuovo album in studio, Wasteland, un concept album basato sull’omonimo libro di Thomas S. Eliot.
McCallon: Prima di addentrarci nel nuovo disco… Nel 2021 avete pubblicato anche l’EP Visions from Space and Mind, con cover di brani di David Bowie, Blind Guardian… si tratta di brani che vi piacevano e che avete registrato come “divertissement” durante il lockdown o il disco racconta qualcosa delle vostre ispirazioni e influenze musicali? Riccardo: In realtà entrambe le cose. A fine febbraio 2020 eravamo pronti per entrare in studio per registrare il nostro primo disco, Poetica, ma sappiamo tutti cosa è successo: il mondo si è fermato e siamo dovuti rimanere chiusi in casa per mesi. Non volevamo rimanere inattivi, per cui abbiamo deciso di presentarci al pubblico con alcune cover, che hanno anticipato l’album come singoli e sono state poi raccolte nel successivo EP. Le canzoni scelte sono sia influenze musicali, come nel caso dei Blind Guardian e degli In Flames, sia brani non appartenenti al mondo metal, che ci siamo impegnati a riarrangiare in un genere più nostro, come nel caso di David Bowie e Tears for Fears.
McCallon: Tutto chiaro, grazie. Tornando sui vostri lavori in studio… prima Poetica, ora Eliot e La terra desolata: chi è l’appassionato di poesia nella band? In base a quanto potete dire già fin d’ora, avete intenzione di proseguire nella scelta di unire poesia e metal anche sui vostri prossimi lavori? Ivan: Riccardo è laureato in Filosofia ed entrambi siamo appassionati di tematiche umanistiche. Crediamo che la musica come la poesia siano arti che possono convivere e rafforzarsi reciprocamente; noi, in un certo senso, con la nostra musica cerchiamo di portare un po' di poesia nella vita dei nostri ascoltatori.
McCallon: Nel momento in cui si parte da delle poesie, da un punto di vista compositivo, il fatto di riferirsi a del materiale già esistente pone dei “paletti” alla libertà creativa? Ci sono state differenze significative nel comporre e registrare Poetica e questo Wasteland? Riccardo: No, anzi, penso che l’ispirazione letteraria aiuti a comporre e dia vitalità al processo compositivo, se davvero si ha passione per il testo di partenza. Con Poetica avevamo preso la scelta di basare ogni canzone su temi e opere diverse: sicuramente era una scelta che dava più libertà, da un certo punto di vista. Ma d’altro canto attingere ad un testo come Wasteland è stata un’esperienza compositiva di livello superiore. Wasteland di T.S. Eliot è un poema corto, ma potentissimo, ricco di immagini, evocativo… avremmo potuto scrivere dieci dischi basandoci su quel testo.
McCallon: Condivido le affermazioni sulla forza di quel testo! Eliot presenta in una volta, al suo lettore, antichi rituali, l’inferno dantesco, la ricerca del Graal e le città contemporanee, nell’ottica di un ritorno ciclico della Storia, che, nel cambio delle epoche e dei contesti, ha sempre per protagonista lo stesso essere umano. A cento anni dalla sua pubblicazione, cos’ha quindi da dire il poema, trasformato in musica, all’uomo del 2022? Ivan: Wasteland, in fondo, parla di perdita di valori e di ideali, e quando abbiamo pensato a questo poema come concept del nostro lavoro abbiamo notato subito l’attualità disarmante degli argomenti. Come hai giustamente notato, la Storia si ripete ciclicamente, e noi con il nuovo album vogliamo enfatizzare il bisogno di valori e ideali che anche oggi come un secolo fa sembrano dimenticati.
McCallon: Abbiamo menzionato poco fa i Blind Guardian; a questo proposito, come sono nate le collaborazioni e come è stato lavorare con Hansi Kürsch e Tom Englund? A proposito, complimenti per la vittoria del contest dei Bardi [l’Imagination Song Contest, tenuto dai Blind Guardian nel 2020, ndr]! Riccardo: Grazie mille! Proprio da questa vittoria è nato il rapporto con Hansi. Uno dei premi era appunto quello di poter conoscere lui e tutti i Blind Guardian, cosa che inizialmente abbiamo fatto solo online a causa della pandemia. In quell’occasione però ci siamo fatti una bella chiacchierata e penso che gli siamo piaciuti... per questo, quando in seguito gli abbiamo chiesto di farci da guest, si è reso disponibile. Hansi è un vero gentleman oltre che un grande artista! Con Tom invece siamo entrati in contatto tramite un amico in comune e siamo stati fortunati, perché stava per partire per un tour. Aveva due giorni liberi e in quel tempo ha fatto tutto. Devo dire che si è dimostrato eccezionale nel dare il suo tocco e la sua interpretazione ad un nostro brano in un tempo così limitato.
McCallon: L’incontro di forme artistiche differenti è un tema che mi interessa sempre molto: finora avete pubblicato cinque video per il nuovo album, diretti e prodotti da voi stessi; come vivete il rapporto tra la vostra musica e la componente visiva? Ivan: La musica ha l’estrema necessità di essere rappresentata anche visivamente ai giorni nostri perché i vari social ci hanno portato a vivere l’arte in modo fugace. Oggi un musicista non può solo limitarsi a comporre buone canzoni, ma è in un certo senso obbligato a rendere quella musica accattivante anche visivamente. Per noi questo processo non è stato un problema, tutt'al più un'estensione del nostro messaggio artistico. L’amore per il cinema, il teatro e la pittura ci ha permesso di approcciarci in modo naturale ai video e soprattutto in linea con il concept che avevamo in mente.
McCallon: Grazie per questo spunto. Rimanendo in tema, ho visto dai commenti ai vostri video su YouTube che avete ricevuto apprezzamenti sia da fan italiani che da molti ascoltatori stranieri, arrivati a conoscervi tramite Spotify o YouTube stesso. In un contesto come quello italiano, che ha sempre fatto fatica a fare emergere nuove band metal, credete che questi nuovi mezzi di diffusione musicale possano rendere la vita più facile a un gruppo, o presentino invece delle criticità? Riccardo: Entrambe le cose. Da un lato, sicuramente la diffusione del digitale permette a tutti di farsi conoscere con meno difficoltà in un contesto globale che prima era estremamente difficile raggiungere. Dall’altro, è talmente facile questa diffusione, che la concorrenza, anche in una scena piccola come la nostra, è enorme. Emergere quindi è molto difficile comunque.
McCallon: Abbiamo quasi finito! Una domanda leggera, di curiosità: qual è stato il brano più soddisfacente da comporre e suonare, se ce n’è uno in particolare? E quale il più difficile? Ivan: Non è così leggera come domanda, per quanto mi riguarda! [ride] Credo che il brano più semplice sia stato per assurdo Anthem for the Doomed Youth… Dico “per assurdo” perché è sicuramente il brano più complesso dell’album da un punto di vista strutturale, ma è anche stato il primo da cui siamo partiti. Avevamo delle idee chiare e siamo riusciti agevolmente a concretizzare quelle idee in musica. Il più difficile penso sia stato Fire. Il ritornello lo abbiamo cambiato tre, quattro volte, e non riuscivamo a trovare un punto di incontro che soddisfacesse tutti. Ora invece ne siamo entusiasti.
McCallon: Ultima domanda: ci potete già qualche indiscrezione sui piani per il futuro in casa Stranger Vision? Riccardo: Certo! I nostri piani sono quelli di suonare live il più possibile, dal momento che non abbiamo potuto farlo con Poetica. Vogliamo portare Wasteland in concerto fino a questo autunno, quando entreremo di nuovo in studio per registrare il terzo album. Non vogliamo perdere il ritmo!
McCallon: Benissimo! Ho finito con le domande. Vi ringrazio per il vostro tempo e vi lascio la parola, in caso voleste aggiungere qualcosa per i nostri lettori… Ivan: Ringraziamo te Simone, Metallized e tutte le webzine di settore che con il proprio lavoro supportano tante band come la nostra. Il metal italiano non ha nulla da invidiare a quello degli altri Paesi: ci sono tantissime realtà di caratura internazionale. Invito tutti i lettori di Metallized a supportare le band italiane andando ai concerti, seguendole sui social, comprando dischi e merchandise. Sosteniamo la buona musica, sosteniamo le band metal italiane.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|