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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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Stranger Vision - Wasteland
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29/11/2022
( 1538 letture )
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“There is shadow under this red rock (Come in under the shadow of this red rock) And I will show you something different from either Your shadow at morning striding behind you Or your shadow at evening rising to meet you I will show you fear in a handful of dust”
Ed è proprio qualcosa di differente che, come evidenziato sin dal nome, i nostrani Stranger Vision vogliono offrirci con la loro proposta musicale: nata nel 2019 in Emilia-Romagna, la band ha avuto un percorso non facile agli inizi, avendo pubblicato nel 2021 Poetica, loro disco d’esordio, e non avendo potuto esibirsi dal vivo a causa del sopraggiungere della pandemia. Non perdendosi d’animo, il gruppo –evidentemente mosso da una sincera passione per gli studi umanistici– ha colto l’occasione offerta da questo 2022 di celebrare il centenario della pubblicazione del celebre poemetto The Waste Land, firmato nel 1922 da Thomas Stearns Eliot, per dare subito alla luce un nuovo disco, il quasi omonimo Wasteland, sapientemente prodotto da Simone Mularoni dei DGM presso i Domination Studio di San Marino.
Il quartetto si presenta a questa seconda fatica in studio con una formazione rinnovata rispetto a quella che aveva debuttato con Poetica, comprendendo ora il nuovo batterista Alessio Monacelli accanto ai confermati Ivan Adami, Riccardo Toni e Daniele Morini, e propone un concept album incentrato, per l’appunto, sul testo eliotiano. L'apertura di questo viaggio musicale è affidata alla solenne strumentale At the Gates, che funge da introduzione alla titletrack. Wasteland non potrebbe che attirare anche l’attenzione dell’ascoltatore più distratto, visto che la voce che inaugura la prima parte cantata del disco è necessariamente ben nota agli appassionati del genere: si tratta di Hansi Kürsch, storico cantante dei Blind Guardian, che si spartisce con Adami le strofe di una solida traccia power metal. Qualora vi steste chiedendo cosa ci faccia un Bardo di Krefeld in carne e ossa sul secondo album di una giovane band emiliana, è presto detto: gli Stranger Vision hanno infatti vinto il concorso indetto dai Blind Guardian nel 2020, l’Imagination Song Contest, con la loro cover di Bright Eyes, e tra i premi vi era la possibilità di incontrare Hansi e la band. Tornando a noi, ritroviamo immediatamente un Adami sugli scudi anche per Handful of Dust; piacevoli gli effetti vocali, a tratti sognanti, e la scelta di un ritornello catchy, in salsa simil-pop. The Road, che presenta in nuce uno dei nuclei tematici del poema e dell’album stesso, ossia la perdita di valori umanistici, è una delle tracce più dirette e “guitar oriented” del disco, con in evidenza un ottimo Toni, che forse avrebbe meritato più spazio in sede solistica; ancora da sottolineare la prestazione graffiante di Adami e l’ottimo gusto per i chorus, tratto che caratterizza l’intero LP. Contrapposta alla rocciosa The Road troviamo Anthem for Doomed Youth, dolcemente aperta da una tastiera, anch’essa curata, come le parti di chitarra, da Riccardo Toni. Il brano, il più lungo del disco con i suoi sette minuti e mezzo di durata, si conferma su un buon livello, ma soffre di una parte centrale che, forse, sarebbe potuta essere più breve. Desolate Sea apre un mini-ciclo tematico all’interno del platter, che verrà più avanti ripreso dalla strumentale Neverending Waves, dal gustoso sapore neoclassico, e chiuso da The Deep, che vede Adami alternarsi ad un ispirato Tom Englund, qui più vicino a quanto fatto negli ultimi tempi con i Redemption, di cui è frontman dal 2017. Non spendiamo ulteriori parole per gli efficaci ritornelli proposti dal quartetto, ma sottolineiamo invece la solida sezione solista del pezzo, che si presenta come uno dei più interessanti dal punto di vista strumentale. Veniamo alla sognante ballad Under Your Spell: buone le linee vocali, ma la voce di Adami convince maggiormente nei frangenti più tirati e meno sofferti dell’uscita; nel complesso, la traccia rimane assolutamente godibile, ma non si segnala tra gli highlights del disco. Prima della chiusura troviamo l’interessante mid-tempo The Thunder, impreziosita dalle scariche tonanti –per l’appunto– di Monacelli dietro al drum-kit, qui in forma smagliante, e dalle soffuse ma sempre presenti tastiere di Toni. Giungiamo alla fine di questo viaggio nella terra desolata in compagnia del giullare pazzo e del Re pescatore: la conclusione è affidata alle morbide note di Peace: The Mad Jester and the Fisher King, brano che restituisce la varietà plurilinguistica del poema di partenza nelle diverse voci che conducono il disco in porto.
Tirando le somme, Wasteland si presenta come un album ispirato e solido, discretamente variegato al suo interno e capace di adottare soluzioni che svecchiano un genere, il power metal, che da sempre si presenta ancorato ai suoi stilemi più classici. Venature prog, symphonic e tratti spigliatamente orecchiabili offrono all’ascoltatore un’esperienza fresca e interessante, che poco o nulla ha da invidiare ad altre uscite del genere nel panorama internazionale in questo 2022.
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3
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Sono più o meno delle mie parti, molto bravi, la produzione poi aiuta, certo. Ieri, mentre ascoltavo la traccia 2 faccio, oh, mi sembra che imiti il cantante dei Blind Guardian. Adesso ho visto che è lui come ospite  |
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2
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Ottimo disco! Una delle migliori uscite 2022 in Italia. |
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1
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Visti qualche settimana fa in apertura ai Seventh Wonder, un'ottima band davvero! |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. At the Gates 2. Wasteland 3. Handful of Dust 4. The Road 5. Anthem for Doomed Youth 6. Desolate Sea 7. Under Your Spell 8. Fire 9. Neverending Waves 10. The Deep 11. The Thunder 12. Peace: The Mad Jester and the Fisher King
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Line Up
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Ivan Adami (Voce) Riccardo Toni (Chitarra, Tastiera, Orchestrazioni) Daniele Morini (Basso) Alessio Monacelli (Batteria)
Hansi Kürsch (Voce su Traccia 2) Tom S. Englund (Voce su Traccia 11)
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