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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Speciale 2008 - HEAVY METAL
26/12/2008 (4246 letture)
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L’ANNATA HEAVY – UN’ALTRA STAGIONE DA DEFENDER
Un altro anno metallico è trascorso e da buoni azionisti/dirigenti della SAPA Metallized.it - Società in Accomandita Per Alcoolisti, anche se taluni insistono per identificare la sigla con Società in Accomandita per Azioni - è ora di tirare le somme dell’annata musicale.
Per mere questioni di età, rispetto, e soprattutto perché nessuno voleva farlo, al sottoscritto tocca in sorte l’analisi del settore Heavy classico, che già da tempo ha offerto quello che aveva da dare come innovazione stilistica e compositiva ed in cui è chiaramente impossibile trovarsi di fronte a capolavori assoluti e/o albums rivoluzionari.
Il fatto che non ci troveremo mai più davanti a dischi come The Number of the Beast, Powerslave, Defenders of the Faith o Wheels of Steel giusto per fare qualche nome eclatante, è fatto ormai assodato; ma nonostante la premessa, ancora oggi la scena è molto viva – Italia compresa – con un altissimo numero di gruppi “fedeli alla linea” e dove operano parecchie etichette specializzate solo nella produzione di genere.
Tutto ciò indica con chiarezza che, a dispetto della premessa, qualcosa di quello spirito puro ed incontaminato che - non dimentichiamolo - ha prodotto gran parte di ciò che oggi va per la maggiore, vive ancora e probabilmente non morirà mai.
Ma andiamo a vedere in sintesi cosa è successo, partendo dalle cose buone.
Il compartimento IGVD -Irriducibili Grandi Vecchi Dinosauri- ha offerto il discusso ritorno dei Judas Priest con Nostradamus, un lavoro che offre il fianco a parecchie critiche, ma che personalmente ho valutato positivamente, almeno come intenzioni.
Il vecchio Rob probabilmente ha voluto dimostrare qualcosa ed è andato un po’ troppo oltre, ma con una maggiore umiltà questa linea potrebbe riservare ai JP un’ ultima parte di carriera importante, magari nei teatri o come scrittori di colonne sonore.
Poi il “cazzuto” ritorno dei mitici Loudness e del loro manifesto Metal Mad, mai così pesanti , quadrati e potenti in passato, lontani dai lustrini made in USA e con un Akira Takasaki sempre stratosferico; degli altrettanto mitici Helstar con The King of Hell, che francamente mi hanno sorpreso per la carica di aggressività e potenza: erano anni che non sentivo una band nata e cresciuta negli 80’s proporsi a tali “furiosi” livelli e con i 4/5 della formazione originale, encomiabili.
Fuori anche Hell Yeah The Awesome Foursome, il doppio live degli inossidabili Power metallers Gamma Ray, un prodotto non certo rivoluzionario, ma professionale e curato come ci si aspetta da loro.
Nel sottosettore Epic vanno segnalate almeno le prove di Manilla Road - Voyager -, Dark Quarterer - Symbols - e degli Etrusgrave del redivivo Fulberto Serena - Master of Fate - peraltro ex DQ , e qui mi sento di dire per tutti: a quando i giusti riconoscimenti per loro?
Si tratta di gruppi e persone che hanno fatto la storia dell’Epic ritagliandosi un affidabile zoccolo duro di fans irriducibili, ma che non hanno mai raccolto quanto seminato (i DQ poi scontano anche la nostra esterofilia, peccato. Spero che la medesima sorte non tocchi agli Etrusgrave).
Ci sono state poi una serie di buone prove offerte da realtà quali: i Markus Grosskopfs Bassinvaders ( Hellbassbeaters) per la gioia dei sempre poco considerati bassisti; Seasons Of Tragedy dei Benedictum, tradizionali e rasoianti; An Eye for an Eyedei Dezperadoz, divertentissimi senza facilonerie. Praises To The War Machine è stata la proposta di Warrel Dane, come aspettarsi brutte cose da lui? E da citare rimane anche Torn degli Evergrey, forse a cavallo col prog e dotati di ottimi testi.
Volendo fare un paio di altri nomi italiani, direi Tarchon Fist, autori del piacevolissimo disco omonimo e molto, molto professionale nella sua realizzazione, specialmente per ciò che attiene alla produzione ed ai contenuti multimediali, e Alltheniko, il cui album Devasterpiece ha il solo torto di non essere coevo rispetto ai migliori degli anni 80.
Molte anche le releases di livello medio o medio/buono che non sto a citare per questioni di spazio – un paio di esempi potrebbero essere i dischi di Axel Rudi Pell ( Tales Of The Crown) e Skanners ( The Serial Healer ) - e quelle accettabili solo se ci si tura il naso circa la loro ripetitività estrema, e penso a Dragonforce ed Iced Earth.
Veramente una marea i dischi brutti, praticamente impossibile stilare una classifica:
le battute pesantemente a vuoto di nomi altisonanti come New Era dei Revolution Renaissance -semplicemente indisponente - New Metal Leader di Ross The Boss - pesante si, ma non nel senso buono - e purtroppo, dei Metal Church - i quali con This Present Wasteland dimostrano di essere ormai al capolinea - si sprecano.
Per segnalare anche esempi di gruppi di livello medio o praticamente sconosciuti direi che gli Europei Eden’s Curse, che con The Second Coming fanno rimpiangere il disco precedente, Pagano degli Americani Dantesco, pedissequa riproposizione di schemi stantii con l’aggravante di avere per singer un guitto allucinante, e Powers Court con The Red Mist Of Endenmore - lavoro decisamente insufficiente anche come incisione - possono essere sufficienti a chiarire il concetto
L’Heavy ha già dato, lo sappiamo, ed il trovare roba che vale veramente la pena di essere ascoltata è impresa sempre più improba, ma ogni anno, volendo cercare, si trova ancora qualcosa che vale la pena di ascoltare, qualcosa che ti spinge a risentire da un lato i vecchi classici e dall’altro a sorridere compiaciuto mentre ascolti le nuove leve di Custodi della Tradizione e ti spinge a domandarti:
Quale sarà la molla? Qual è l’oscura forza che spinge un attempato rocker o un giovanissimo sbarbatello ad inserire nel lettore – stavo per scrivere “A mettere sul piatto” – il Cd di un gruppo storico degli 80 o di una band di ragazzini che, contro ogni logica di mercato, decide di restare nel solco della tradizione? Io stesso non lo so bene, ma trovo consolante il pensiero che sia così.
Onore al padre.
PS – Scrivo questo articolo a fine Novembre, e nella mia auto c’è un grazioso pacchettino pieno di Cd ancora da ascoltare.
Di questi almeno 5 o 6 sono di ambito Heavy, ne consegue che, oltre quelli che non ho citato per motivi di spazio ed alcuni che potrebbero uscire da qui alla fine dell’anno, altri degni di menzione potrei semplicemente non averli ancora ascoltati.
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Ci sta, è la migliore qualità della musica: arrivare a tutti , subito, e spesso con sfumature diverse. |
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per rispondere a Raven: anche io ritengo che l'album dei Dragonforce non sia per nulla innovativo però lo ritengo un po' meno "tecnico" del precedente e migliore a livello, passami il termine, "emozionale" |
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me l' aveva detto mia moglie di mettermi una parrucca per la foto... mea culpa !!! |
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No, si da al caso che sia uno dei membri dei DQ, capita di avere qualche capello in meno quando si è nel giro dal 72. |
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Scusate, ma nella foto dei dark quarterer, chi e' il primo da sinistra, quello con la maglia verde? il nonno di qualcuno della redazione forse? ahahah |
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Cambiare non è un male in sè, ma il farlo più o meno bene determina il giudizio. |
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Concordo con il giudizio mediocre dato all´ultimo degli Iced Earth, ma il motivo non é il ripetersi bensí l´aver cambiato il loro stile e l´essere voluti andare a finire su un metal pieno di cori e di orchestrazioni che con le loro apprezzate radici non c´entrano niente. Aridateci Alive in Athens, Burnt offerings e il primo Something e saremo tutti contenti . |
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Si, ma è proprio indifendibile |
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Caro Francesco... noto con (dis)piacere che New Era dei Revolution Renaissance ci fa proprio schifo!!!  |
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Immagino non ci si possa fare nulla, del resto si diceva così anche per i grammofoni che strappavano la gente al teatro, sua sede naturale. |
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La vera tristezza è che tra un po' non si dirà più neanche inserire nel lettore, ma mettere nell'iPod... |
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Ragazzi bellissima iniziativa ad una ad una le leggerò tutte........ehm forse il metalcore e il black no Cmq anche a me dei Dragonforce qualcosa mi è piaciuta qualche altra no.........ma non è riconducibile al loro stile piuttosto alla bellezza delle melodie, alle ritmiche ecc.... |
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Non preoccuparti Giasse, anche io metto ancora sul piatto. Tribal Axis, piace abbastanza anche a me, ma certo, non si può dire che sia innovativo rispetto nè al genere nè allo loro discografia precedente |
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io penso di essere l'unico a cui piace veramente l'ultimo album dei Dragonforce |
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Se non vi dispiace io continuo "a mettere sul piatto"... e a furia di girare il povero THE DARK è oramai cartavelina... |
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(Ancora un) grazie |
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Complimenti Raven, credo che tu abbia inquadrato l'articolo nella maniera più corretta possibile, avendo riguardo ai gusti e alla cultura del nostro pubblico. Bravissimo! |
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