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SAVIOR FROM ANGER - Thrash 'Til Death
03/08/2009 (2936 letture)
Thrash americano anni '80, niente altro che questo. Fuori moda? Desueto? Inutile? Per alcuni sicuramente no, ed i Savior From Anger rientrano in questa categoria. Se il genere interessa anche a voi ecco quanto il leader del gruppo, Marco Ruggiero, ha da dirci.

Raven : Ciao Marco, l’ultima volta che ci siamo visti risale all’ Agglutination 08, (a proposito, bella giornata, no?), cosa è accaduto in questi dodici mesi? Chiaramente la cosa più importante è l’uscita del nuovo album.
Marco: Si! L'Agglutination 2008 con Dark Tranquillity, Domine, Fabio Lione, Metal Gang, Vision Divine fu una giornata memorabile, grande fest. Nei mesi a seguire da quell'evento, che chiuse la stagione 2008 con i live. Ad inizio 2009 è uscito il nostro nuovo album con la label tedesca Rock It Up records, che attualmente stiamo promuovendo dal vivo con una serie di concerti in Italia, con qualche tappa in Germania in occasione del Pounding Wimp Reaper metal fest di spalla a Vicious Rumors, Sacred Steel, Skyclad e altre bands.

Raven : La parola d’ordine è sempre la stessa: Thrash. Come descriveresti il nuovo lavoro a chi non vi conosce?
Marco: Un album sicuramente ispirato allo Us Power degli anni Ottanta. Già con il vecchio progetto Nameless Crime, con il quale ho prodotto 3 cd, mi piaceva ispirarmi al genere, ma con Savior from Anger ho eliminato dal genere ogni forma di contaminazione proveniente da altri sottogeneri del metal, come poteva essere per Nameless Crime, proponendo dei brani che rispettassero fedelmente tutti i clichè tipici dello stile americano, dalla scelta dei riffs composti, agli arrangiamenti, per finire alle parti vocali orientate su tonalità molto acute.

Raven:La line-up della band è parecchio mutata, mi parli dei nuovi elementi? Quali sono da considerare elementi fissi e quali turnisti? E più ancora: ha senso parlare di vera band per i SFA o si tratta a tutti gli effetti di un progetto solista?
Marco: Gli elementi stabili della band a parte me sono: il vocalist Alessandro Granato, presente anche sul precedente lavoro No Way Out del 2007, e il drummer Michele Coppola, tutti gli altri sono musicisti session che mi seguono in studio e dal vivo. I Savior From Anger non sono il mio progetto solista, non mi piace intenderlo così, anche se sono io il compositore di tutti i pezzi. Mi piaceva l'idea di formare un nuovo progetto per poter suonare Us Power più fedelmente possibile ai canoni del genere, anche per poter suonare dal vivo classici del genere, cosa che avevo sempre sognato, ovviamente per fare questo mi sono dovuto attorniare di musicisti che avessero la passione e le caratteristiche per realizzare questo progetto. Così ho reclutato Michele Coppola degli Entropy e Alessandro Granato alla voce. Purtroppo trovare persone amanti di queste sonorità e determinate ad investire soldi per un progetto con sonorità così di nicchia, non è facile, bisogna crederci veramente, trovare una label, oggi, disposta ad investire sul genere, è difficilissimo, ma noi fortunatamente l'abbiamo trovata in Germania.

Raven: Una cosa che mi ha abbastanza intrigato del disco sono i testi. Di solito il disimpegno la fa da padrone in molte realizzazioni discografiche, qui invece mi pare che ci sia un certo tentativo di andare un po’ oltre. Di cosa parlano? E sei tu ad occuparti anche di questo aspetto?
Marco: Per tutti i testi di Lost in the Darkness mi sono affidato a due parolieri: Valerio Granieri e Paolo Porro vocalist dei Thrasher Ancient Dome di Varese. Ho scelto io le tematiche di quasi tutti i testi, è stata una sorta di collaborazione. Preferisco orientarmi su tematiche sociali che possono riguardare: politica, violenza, guerre, delinquenza, pazzia, malattie etc... Viviamo in un mondo pieno di problemi, ho voluto fare solo il punto della situazione, secondo il mio modo di vedere.

Raven: La mia recensione ha avuto dei commenti che ho trovato piuttosto strani riguardanti in pratica l’inutilità del proporre ancora Thrash al giorno d’oggi. Come rispondi a questa critica?
Marco: Capisco benissimo se la gente sia stanca di ascoltare, oggigiorno, ancora questo sound, infatti vediamo la maggior parte dei gruppi ispirare le proprie composizioni a sonorità più moderne, sono scelte che rispetto personalmente. ma esistono persone come noi, che per scelta, vogliono continuare a suonare questo genere, anche se troppo old style; secondo me bisogna incentrare il discorso piuttosto su un altro concetto, noi non suoniamo per fare soldi con la musica a tutti i costi, e con questo genere, il primo sentimento a muoverci è la passione, quindi non abbiamo troppe pretese, e a volte le cose strane della vita, le cose ti vanno bene quando non te l'aspetti.

Raven: Ho trovato la produzione migliorabile nel “tiro”. Sei d’accordo? E se si: è un problema di budget o volevate ottenere proprio questo risultato? Mi riferisco in particolare alla ritmica delle chitarre ed ancora di più alla batteria.
Marco: Il budget sicuramente era limitato! Il master ce lo siamo dovuti produrre noi interamente, però volevo segnalarti un altro aspetto fondamentale, che sicuramente, avrai potuto leggere dal booklet del cd; nell'album ho invitato diversi musicisti session, tra cui anche batteristi, che hanno usato strumentazioni diverse. Questo ha fatto sì che il sound di alcune tracce differenziasse dalle altre. Inoltra ci sono stati anche bassisti diversi. Mi piaceva l'idea di avere guests sul disco te ne menziono qualcuno: Stuart Franzoni batterista dei Lunarsea, Semeion e Corpse fucking Art, Riccardo Ponzi bassista dei Semeion, Fabrizio Santalucia al basso, Michele Coppola batterista degli Entropy e Bruno Fasulli ex vocalist dei Marshall, Power Beyond, In Aevum Agere ed Annihilation Mancer.

Raven: Che mi dici della Rock it Up?
Marco: Si è dimostrata una label molto seria e professionale, sta puntando davvero molto su di noi, ci stà facendo un ottima promozione, e il risultato è stato che all'estero stiamo vendendo molto bene, in Italia un po meno, ma visto il genere che andavamo a proporre l'avevo previsto.

Raven: Quanto state riuscendo a proporre in sede live il nuovo lavoro? E magari partendo da qui possiamo allargare il discorso alla difficoltà generale di suonare dal vivo in Italia.
MarcoPer il momento di crisi che la musica sta vivendo, possiamo ritenerci molto soddisfatti, stiamo suonando abbastanza sia in fest grandi che di minore entità. Negli ultimi anni abbiamo suonato in quasi tutti i fest di spessore in Italia, colgo l'occasione per ringraziare tutte le agenzie che hanno creduto in noi, e ci hanno offerto la possibilità di suonare su palchi prestigiosi.

Raven: Ti ho domandato prima di quanto sia difficile proporre la propria musica dal vivo, ma cosa mi dici del pubblico? Non è anche un discorso relativo a presenze non elevatissime in occasione di eventi dal vivo riguardanti gruppi italiani in cerca di affermazione?
Marco: Quello che sto notando durante i nostri shows in Italia è che nel pubblico l'età media dei presenti, rispetto al passato, si è abbassata notevolmente. E' raro vedere nostri coetanei ai concerti, secondo me stà avvenendo un cambio generazionale, e purtroppo le presenze sono sempre di meno, tranne che per i fest veramente grossi, l'underground non viene supportato.

Raven: La situazione italiana fa venire….rabbia. Confessa, nel moniker della band non c’è solo un riferimento ai Vicious Rumor.
Marco: C'è sicuramente rabbia verso un contesto sociale che non mi permette di ritagliarmi un mio spazio, viviamo in maniera precaria, senza garanzie per il futuro.

Raven: So che di recente avete suonato all’estero, in Germania per la precisione. C’è veramente tutta questa differenza organizzativa e di pubblico?
Marco: Purtroppo si! E' un altro mondo! Lì tutto è perfetto, trattamento, serietà, entusiasmo, presenze del pubblico e vendita del merchandise. Pare che il mondo si sia fermato a trenta anni fà. La loro società è organizzata in maniera diversa dalla nostra, parlando di musica, ci sono tante iniziative per ogni genere, ogni persona ha libertà di scelta, e così vanno bene tutti gli eventi sia quelli metal che quelli di una tipologia diversa.

Raven: Noi due ci sentiamo spesso su facebook, quanto riuscite a sfruttare mezzi come questo ed internet in generale per veicolare la vostra musica?
Marco: Sono mezzi per noi essenziali, la nostra intera promozione è basata sul web, a parte qualche eccezione cartacea e radiofonica. E' il futuro del mondo e non ne potremmo più fare a meno.

Raven:Riguardo all’artwork dell’album: so che uno dei tuoi gruppi preferiti sono i recentemente sciolti Metal Church, la chiesa della cover è casuale?
Marco: L'utilizzo di una chiesa in primo piano nella cover, è voluto essere un omaggio volontario alla band. Cerchiamo di essere più fedeli possibile al genere, anche nelle scelte grafiche della promozione. Chi compra i nostri dischi deve sapere a cosa e a chi ci ispiriamo, cerchiamo di essere molto diretti sotto questo aspetto.

Raven: Ok Marco, è tutto. Ti ringrazio per il tempo trascorso con noi.
Marco: Grazie a te Raven, sei stato gentilissimo, volevo segnalare il nostro Sito Ufficiale www.marcoruggiero.com e il nostro Myspace www.myspace.com/marcoruggiero dove si può acquistare il nostro album. Credo ci vedremo in occasione dell'Agglutination dove saremo con il nostro stand. Stay Metal



Raven
Martedì 4 Agosto 2009, 10.26.49
3
Che possano migliorare -come tutti- è certo, ma gli stessi pezzi, incisi con dovizia di mezzi, farebbero ben altra figura.
Khaine
Martedì 4 Agosto 2009, 0.09.48
2
Beh, migliorare è sempre possibile. Poi, stando a quanto letto nell'intervista -io questi ragazzi non li conosco di persona- pare che la voglia di crescere non manchi Poi comunque bisogna considerare che stiamo parlando di una band che deve mettere anchi parecchi soldi per suo: se fosse facilitata magari da un budget più alto potrebbero forse concentrarsi di più sui lavori di songwriting e di arrangiamento...
Vittorio
Lunedì 3 Agosto 2009, 23.07.05
1
Lost in the Darkness è un disco davvero gradevole, anche se sono convinto che possono ancora crescere!
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