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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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( 1610 letture )
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La Finlandia solitamente per cosa è conosciuta?
Mille laghi in una terra, per quanto magnifica, inospitale per l’essere umano, essere la patria di Babbo Natale, le navi turistiche per single che fanno la spola nel mare del Nord e il metal. Nel 90% dei casi, se si parla di metal finlandese vengono in mente Children Of Bodom, Nightwish, Korpiklaani, Stratovarius, Sentenced e compagnia; musica dunque che nel bene o nel male si sposa difficilmente con sonorità retrò e con il Prog Rock tradizionalista. Eppure un’eccezione conferma la regola ed ecco che, a sorpresa, appaiono i Sammal, confermando attraverso la loro seconda pubblicazione di essere una pecora nera del gregge delle band della Finlandia. Non è questo un male, perché essere vintage oggi fa moda; in molti si accostano piano piano ad un suono che riprende in tutto e per tutto quei gruppi che, oramai quarant’anni addietro, fecero scuola. Il motivo di questa per così dire tendenza probabilmente nessuno lo verrà mai a sapere, ma poco importa, perché la differenza sostanziale tra tutti questi gruppi che si limitano a saltare sulla giostra più in voga e i Sammal è che questi ultimi nascono così: li hanno forgiati negli anni ‘70 ed una macchina del tempo li ha condotti a noi, ibernandoli per tutti questi anni. L’attitudine che c’è in questo gruppo è spaventosamente credibile e funziona. Funziona davvero.
Cosa offre sul piatto l’EP N°2? Molto semplice: cinque canzoni e venti minuti di retro-prog-avanguardistico-settantiano-vintage-ottimamenteconcepito-suonimetal-lesjeuxsontfaits. Scherzi a parte, si tratta di cinque canzoni che hanno quell’inconfondibile sapore di vinile anche se in formato digitale: uno splendido mini album che richiama gruppi come i primi Black Sabbath, i The Doors e quella generazione che creò un mondo a sé stante sotto i propri fraseggi di chitarra. Un’uscita breve, vero, ma breve non vuol dire improvvisata e rattoppata, anzi. Le qualità ci sono tutte e le composizioni filano via lisce come niente fosse, consegnando ai posteri un piccolo gioiello che al suo interno riporta in vita le caratteristiche dell’Inghilterra che rivoluzionò il mondo musicale negli anni che furono. Ovviamente, come si può leggere dalla tracklist a lato, le composizioni sono cantate in lingua madre, causando non poche difficoltà nella comprensione delo story-board qui proposto. Sta di fatto che il finlandese, suonato su canzoni così, suona anche simpatico, quasi spiritoso, e si inserisce alla perfezione all’interno del mood dell’intero disco, grazie anche ad una prestazione fenomenale da parte di Janu. I tecnicismi qui presenti sono superlativi, alcuni passaggi lasciano davvero a bocca aperta e si ascoltano molto piacevolmente, fluttuando tra stacchi e controtempi molto variegati e preziosi.
Se questo EP fosse uscito nell’epoca giusta, nel periodo all’interno del quale fonda le sue radici, probabilmente oggi avremmo di fronte un rispolverato di gran classe; peccato che, con oltre quarant’anni di ritardo, tutte le sfumature qui presenti necessitino di giudizi completamente differenti. Sebbene sulla parola li si promuova a pieni voti, risulta impossibile attribuire un voto a questa musica, che a dispetto dei venti minuti di durata, necessiterebbe di molto più spazio. Preferiamo farveli conoscere, attendere un eventuale full length e ricordarvi che, se cercate qualche perla nel mondo della contaminazione musicale a tout-court e più in generale qualcosa di cristallino e sincero, potreste provare a dare un ascolto ai Sammal; magari diventeranno i vostri nuovi idoli.
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Vankina Varisten 2. Peilin Taikaa 3. Naito Maan 4. Tuuli Kuljiettaa 5. Tähdelle Kuolemaan
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Line Up
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Janu Kiviniemi (Voce) Jura Salmi (Chitarra, Tastiere) Juhani Laine (Tastiere, Chitarra) Lasse Ilano (Basso) Tuomas Karivaara (Batteria)
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RECENSIONI |
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