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DeathDestruction - II
( 1306 letture )
I DeathDestruction nascono come un side project di alcuni componenti di Evergrey, Hammerfall e Dead By April a Göteborg in Svezia, ma dopo il debutto discografico sotto Sony Music nel 2011 diventano il principale stimolo per i quattro musicisti. Subito dopo l'uscita dell'album e in procinto di partire per un tour Europeo di supporto agli In Flames, però, il cantante Jimmie Strimell partecipa con i Dead By April allo Sweden Eurovision e visto il buon esito della partecipazione, decide di lasciare i DeathDestruction. Dopo i primi momenti di incertezza viene arruolato il cantante Tony Jelencovich, un vecchio amico del chitarrista Henrik Danhage che può vantare un’esperienza nel 2012 come vocalist dei Fear Factory durante una serie di date live, e il suo apporto sia tecnico che compositivo regala nuova linfa alla band.
Eccoci quindi con il nuovo DeathDestruction, intitolato II, che è composto da tredici tracce (quindici nella special edition) per una durata di 55 minuti. Un disco potente nel quale le composizioni sono varie e ben strutturate, il cantato è davvero interessante con rimandi addirittura a certe melodie alla Mike Patton anche se forse una decina di minuti in meno avrebbero giovato al platter che contiene almeno un paio di brani praticamente inutili, quasi dei riempitivi.

L'album parte con Divine Justice, un brano lineare ma davvero d'impatto, potente e diretto, nel quale in certi tratti è possibile ritrovare reminescenze dei Pantera, con una ritmica thrashy su di un tappeto di doppia cassa possente e la voce di Tony a ''sporcare'' il sound con un ottimo growl/scream. I due brani che seguono, con Money, Blood, Crucifixus che è anche il singolo, viaggiano su atmosfere più groove metal, ma è ancora la voce di Tony JJ a farla da padrone, infarcendo il tutto con parti melodiche ma per niente scontate (ancora lo spettro di Mike Patton); finalmente Henrik Danhage ai suoi solidi riff unisce alcuni solo di buona fattura che si amalgamano perfettamente nel sound della band, un aspetto questo che nel debut album era praticamente assente.
Il brano che sicuramente spicca su tutte le altre composizioni è Towards the Light, il quale si discosta marcatamente da tutto il resto, con un'introduzione di chitarra leggermente dissonante e una sezione ritmica blueseggiante per aprirsi con un ruggito di Tony ed evolvendosi in un cantato ispirato, che nuovamente paga dazio al singer dei Faith No More in maniera comunque egregia. Il refrain rimane in testa ed il solo anch'esso ispirato è davvero bello, tralasciando la tecnica per una piacevole manciata di secondi conditi da un'atmosfera armoniosa e penetrante.
Con i seguenti brani l'album ritorna su binari abbastanza definiti, le atmosfere riportano a certe sonorità swedish per quanto riguarda le parti melodiche e l'immancabile rimando ai Pantera, che inevitabilmente ha tracciato un percorso stilistico al quale in molti si rifanno. Nonostante la prevalenza di questo tipo di sonorità, sono interessanti anche alcuni inserti di ispirazione hard rock come in False Flag nei quali sia la ritmica, che sopratutto l'assolo di Henrik, in un certo modo tributano addirittura Van Halen. Il cantato si conferma vario e decisamente riuscito, mentre degna di menzione è anche la sezione ritmica composta da Fredrik Larsson al basso e Jonas Ekdahl alla batteria entrambi ex componenti degli Evergrey (quest'ultimo con un passato, per un breve periodo, dietro ai tamburi con gli In Flames in sede live).
Alcuni brani nella seconda parte hanno la capacità di spaziare tra influenze varie e generi diversi, amalgamando il tutto con un possente riffing e i solos di Henrik veramente ben riusciti. Alquanto inutile invece il brano Epilogue uno dei quali che avrebbero potuto rimanere fuori dall'album; l'ultima traccia è quella più veloce, anch'essa corposa e con la giusta dose di cattiveria.

Un buon album, sicuramente i quattro svedesi sanno il fatto loro, tra una discreta ispirazione e un tocco sapiente di mestiere, i DeathDeastruction riescono a confezionare un prodotto granitico e indubbiamente di piacevole ascolto, non diretto solo a chi ama le sonorità groove metal ma anche ad un pubblico di più ampie vedute.
Come più volte è stato ribadito, davvero ottima la prova del singer Tony JJ in virtù anche della grande esperienza del nostro, più che lodevole anche il lavoro di Henrik Danhage alle chitarre con alcuni assoli davvero bene riusciti; forse non farà la storia del metal più moderno ma sicuramente è un album piacevole con alcuni spunti davvero interessanti.



VOTO RECENSORE
73
VOTO LETTORI
56.8 su 5 voti [ VOTA]
INFORMAZIONI
2014
Gain music / Sony Music
Groove
Tracklist
1. Divine Justice
2. Dead Pilot
3. Money, Blood, Crucifixus
4. Towards The Light
5. I Am The Plague
6. Set The Sail
7. Give It A Try
8. False Flag
9. I Promised You Nothing
10. Taste The Mud
11. A Shelter From Harm
12. Epilogue
13. Insane Stays Sane
14. Moscow Morning (Bonus track)
15. Die Tomorrow (Bonus track)
Line Up
Tony Jelencovich Voce)
Henrik Danhage (Chitarre)
Fredrik Larsson (Basso)
Jonas Ekdahl (Batteria)
 
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