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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Deathdestruction - Death Destruction
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( 2545 letture )
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Arriva il sospirato disco d'esordio per gli svedesi Deathdestruction, groovers di Goteborg formatisi nel 2004 e precedentemente fattisi conoscere attraverso un demo omonimo ed un EP live (Fuck Yeah) rilasciato proprio in questo 2011. Il debut, tuttavia, non è quel prodotto destinato a far scalpore e tantomeno a rivoluzionare la scena del metal alternativo: chi ha poca propensione nei confronti del groove e di quelle sonorità pesantissime generate dagli anni Novanta continuerà a bazzicare altrove, mentre chi non disdegna tali andazzi stilistici avrà ben modo di reperire sul mercato prodotti molto più validi.
La Sony Music rilascia un disco di quarantuno minuti abbondanti, costituito da undici tracce omogenee, tra le quali risulterà impossibile citare qualche episodio particolarmente incisivo. Sonorità assai ruvide e glaciali sono alla base di un sound retto da un drumworking compatto e granitico, ovattato da atmosfere fortemente oppressive prive di ogni sorta di melodia. Assenti anche linee vocali cantabili o vagamente catchy, a favore di un grezzo e pesantissimo assalto di ritmiche nemmeno troppo arrembanti e distorsioni marcenti. Purtroppo, i pezzi in tracklist appaiono privi di particolare enfasi o picchi di elettricità, troppo simili gli uni dagli altri e tendenti a velocità affatto supersoniche, col rischio-noia sempre dietro l'angolo. Troppo monocorde lo stile dei quattro scandinavi, difficilmente in grado di creare entusiasmi: la voce, raschiata ed informe, si trascina su ritmi pachidermici, che solo a sprazzi si fanno appena più coinvolgenti (per esempio, in Mark Your Words, perlomeno prima della cadenzatissima porzione centrale), e non è un caso che questo avvenga quasi sempre in coincidenza degli sparutissimi guitar solos, che qui risultano atipici e rari come l’acqua nel deserto (in Hellfire, Purified e Sea of Blood si abbozza alcuni dei pochissimi avvicinamenti alla melodia). E’ un peccato che queste brevi schegge di musicalità coincidano con i momenti migliori del platter, che troppo a lungo resta limitato nel suo freddo manifesto di meccanicità, incapace di trasmettere feeling ed emozioni. Non spicca il riffing, troppo spesso statico e anonimo, non brillano le ritmiche, affatto travolgenti, e tanto meno le noiosissime linee vocali. Qualche istante di martellamenti più tosto si ode in Chained in Thoughts, ma la carne al fuoco rimane latente.
Alla fine sarà la noia l’elemento maggiormente impresso nelle menti dell’ascoltatore: ad ogni traccia sarà quasi irresistibile la tentazione allo skip. La citata assenza (quasi totale) di assoli non fa che complicare l’approccio strutturale affatto elaborato, scarno, grezzo e lineare, rimarcando in maniera eloquente l’assenza di vibrazioni. Saranno anche musicisti preparati, questi Deathdestruction, nessuno lo pone in dubbio, certamente capaci di organizzare un sound massiccio ed impenetrabile, ma se a conti fatti le canzoni non prendono e restano meri esercizi di stile, allora, c’è qualcosa che non funziona.
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6
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OK Rino. Mi hai convinto... . Il ragionamento non fa una piega. |
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5
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@fdrulovic: perchè se scrivessimo solo recensioni di dischi che ci piacciono avremmo solo voti alti, non credi' pur non amando il groove cerco cmq di essere obbiettivo, ascoltando senza pregiudizi |
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4
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Ma sono di una pochezza assurda! Non ho parole, rinuncio a capire.. |
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3
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@ Flag: si, lo sono  |
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2
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No, ditemelo, questi tizi sono sotto contratto con la Sony?? |
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1
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Non saranno dei fenomeni, anzi, copiano a mani basse, ma se non ti piace il groove, e traspare dalla recensione, perchè hai scritto l'articolo su sti ceffi? Senza polemica, ma non mi sei sembrato entusiasta di scrivere di un disco di "genere.".. . Poi di alternative non è che ce ne sono tantissime per il groove in senso stretto...Fermo restando che al massimo per me vale un 60-65 sto disco e non metto in dubbio il tuo giudizio finale. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. The Shredding March 2. Kill It! 3. Fuck Yeah 4. Silence 5. Mark My Words 6. Hellfire 7. Day of Reckoning 8. Purified 9. Chained in Thoughts 10. Sea of Blood 11. Kingdom Come
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Line Up
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Jimmie Strimell (Voce) Henrik Danhage (Chitarra) Fredrik Larsson (Basso) Jonas Ekdahl (Batteria)
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RECENSIONI |
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