|
26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
|
|
|
( 3885 letture )
|
Siamo alla fine degli anni 90, cinque giovani ragazzi svedesi come tanti appassionati di heavy metal formano una band e dopo poco tempo registrano i loro primi brani inediti ed iniziano a contattare case discografiche e produttori nella speranza di realizzare il proprio sogno di pubblicare il loro primo disco. Una storia come tante che hanno vissuto tutte le band che propongono musica propria. La band in questione ha buone capacità e l’etichetta a cui desta interesse è una piccola ma attivissima casa discografica italiana, capace di scovare nei precedenti anni talenti come White Skull o Labyrinth: La Underground Symphony; la band invece è quella dei Sabaton. Ebbene sì, la carriera dei guerrieri svedesi nasce supportata proprio dalla nostrana etichetta, che nel 2001 pubblica il loro debut Fist for Fight. Cosa sia successo realmente dopo non si sa, Broden e compagni non furono soddisfatti dell’album ed infatti esso venne ri-registrato e ripubblicato nel 2007 con il titolo di Metalizer. La cosa curiosa è che i Sabaton ri-registrarono nello stesso studio, con lo stesso produttore Tommy Tagtgren, aggiungendo solo un paio di brani e mantenendo quasi inalterata la tracklist ed i brani stessi, inserendo l’intero ed originale Fist to Fight come bonus disc. Pare che ci fossero i soliti problemi di copyright e diritti sui brani originale del debut ma la verità difficilmente si saprà, e poco ci importa.
Fist for Fight rappresenta quindi il reale debut dei Sabaton, anche se spesso si considera come tale erroneamente Primo Victoria del 2005, in quanto il disco in oggetto viene considerato come una raccolta di demo o materiale all’epoca promozionale. L’album è piuttosto grezzo e diretto ma complessivamente il sound della band è già quello che li renderà famosi coi dischi successivi, solo meno bombastico e più basato sulle chitarre che sulle tastiere -ancora ad appannaggio unico di Broden - ed ancora un po’ acerbo e derivativo, ma sfido qualsiasi fan della band a non intravedere già il potenziale dei Nostri anche solo dopo due brani. Hellrider, prima canzone dopo la solita inutile intro mostra infatti già il carattere tipicamente aggressivo e d’impatto dei Sabaton che conosciamo tutti: heavy metal senza compromessi, batteria serrata e potenti riff di chitarra, buoni assoli a cura dei bravi Rickard Sundén e Oskar Montelius e la caratteristica voce di Brodén, che forse rappresenta proprio l’anello debole del disco, in quanto, pur essendo tutt’ora poco dotato rispetto ai colleghi del genere, doveva ancora trovare la giusta impostazione per far rendere al meglio le proprie doti. Difetto ancora più evidente nella seguente Endless Night (bel titolo!) in cui Joakim proprio non convince, ricordando vagamente Chris Boltendahl dei tedeschi Grave Digger ma faticando parecchio ad esprimersi in una prestazione convincente. Il pezzo in se è un gradevolissimo heavy metal potente e ben suonato con una serie di riff di chitarra che rimandano molto ai Judas Priest, tributati tra l’altro con una convincente versione di Jawbreaker nell’edizione del 2007. Metalizer è la tipica speed power song con testo che renderebbe felice qualsiasi true metal kids (ogni riferimento ai Manowar è del tutto casuale). Burn Your Cross dopo una introduzione di tastiera parte con una sfuriata chitarristica neoclassica che fa un po’ il verso a Malmsteen mentre la cadenzata The Hammer Has Fallen richiama fin dal titolo gli amici Hammerfall. I limiti di questo disco stanno proprio nel sound ancora molto debitore alle band ispiratrici e poco personale, che si andrà a plasmare già con Primo Victoria; anche le tematiche non sono ancora incentrate su guerre e simili, ma talvolta più fantasy altre più generiche. Buoni brani ci sono, refrain accattivanti come nelle belle Shadows o Master of the World, ma manca ancora il carattere tipico che hanno i Sabaton di oggi.
La registrazione ed il mixaggio sono più che dignitosi, nel 2001 (e da molti anni precedenti) già spopolavano produzioni stellari e patinate, comunque un sound grezzo ma non troppo come quello di Fist for Fight è piacevole ed accettabile essendo il debut di una band giovane. Un altro limite del disco, come già detto sta proprio in quello che sarà poi il punto forte della band, la voce di Brodén: qui è proprio grezza e sforzata, talvolta rasentando il fastidioso. Ci vorranno ancora degli anni per affinarla e renderla perfetta per i Sabaton, anche se come spesso accade non metterà mai d’accordo tutti, come in generale la loro proposta, che o si ama o si odia. Globalmente un prodotto piacevole e più che sufficiente, vale la pena di essere ascoltato dai die hard fans della band. Praticamente irreperibile nella versione originale lo si può tranquillamente trovare nell’edizione 2007, ma per chi non li conosce è preferibile cominci dai bellissimi Art of War, Coat to Arms o Carolus Rex.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
10
|
Quoto ogni parola di wonder, già pezzi come endless night sono fenomenali |
|
|
|
|
|
|
9
|
Per me i Sabaton da Primo Victoria ad oggi, sono diventati il miglior gruppo power esistente. Hanno fatto tanti album e non ce n'è uno debole, e questo è difficilissimo da trovare nel panorama. Poi ci aggiungo un carisma incredibile di Joakim e la generale umiltà che li ha sempre caratterizzati e per me ne esce una band che si può solo stimare. Li seguo dal 2008 e mi piacciono sempre di più (e ancora non capisco perchè parecchi li odino). Parlando di Fist For Fight, è acerbo ma molti pezzi sarebbero anche validi superati i limiti (come ha già spiegato il recensore) del Broden di quei primi anni 2000. |
|
|
|
|
|
|
8
|
Maurilio, lo stesso posso dire di te e di tutte le schiere che li amano. Non c'è dubbio che abbiano un bel successo, ma a me lasciano del tutto indifferenti nel migliore dei casi, tendenti al disprezzo nel peggiore. Non nego che alcuni pezzi forti ci sono, ma per lo più li trovo piatti, ripetitivi e plasticosi. Anche l'ultimo ecco sembra l'ennesima replica dei precedenti. Fermo Pur apprezzandoli, non li trovi anche tu questi "difetti"? Ciò detto, il giudizio del pubblico è sovrano e credo che, stando a quanto dici giustamente tu, gli dia pienamente ragione. |
|
|
|
|
|
|
7
|
È una band che mi piace sempre più, questo è un esordio, e piuttosto acerbo, ma gli album successivi sono da pollice alzato... |
|
|
|
|
|
|
|
|
5
|
Mah, sono vostri gusti e pertanto insindacabili. Il fatto è che il gruppo cresce sempre di piú, in Germania, in Svezia e nell´est stanno spopolando e il loro disco nuovo é fra i piú richiesti nella vendita tramite internet. Solo in Italia ricevono critiche e fanno poca gente ai concerti( infatti vedo che ci vengono sempre piú di rado, preferendo Spagna o Gracia, addirittura). Per esempio di questo disco come fa a non piacere una Masters of the world? |
|
|
|
|
|
|
|
|
3
|
Se c'è un gruppo che non riesco a capire è proprio questo, inascoltabili dal primo all'ultimo disco. |
|
|
|
|
|
|
2
|
Anche Attero Dominatus è da ascoltare, contiene dei brani notevoli , molto potenti e veloci. |
|
|
|
|
|
|
1
|
Amo la voce di joakim in questo disco *_* e' tamarrissima |
|
|
|
|
|
INFORMAZIONI |
 |
 |
|
|
|
Tracklist
|
1. Introduction 2. Hellrider 3. Endless Night 4. Metalizer 5. Burn Your Crosses 6. The Hammer Has Fallen 7. Hail to the King 8. Shadows 9. Thunderstorm 10. Master of the World 11. Guten Nacht
|
|
Line Up
|
Joakim Brodén (Voce, Tastiere) Rickard Sundén (Chitarra) Oskar Montelius (Chitarra) Pär Sundström (Basso) Daniel Mullback (Batteria)
|
|
|
|
RECENSIONI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
ARTICOLI |
 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|