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26/04/25
HEAVY LUNGS + LA CRISI + IRMA
BLOOM- MEZZAGO (MB)
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È allarmante come ogni uscita power metal oggigiorno faccia scattare in me sentimenti contrastanti: da un lato, c'è la grande aspettativa e il piacere che indubbiamente mi porta l'ascolto di un'opera di quello che, nonostante tutto, è ancora oggi il mio genere prediletto, dall'altro il terrore di trovarmi davanti all'ennesimo lavoro stantio e privo di qualsivoglia vena ispirativa.
Fortunatamente, la musica dei Sabaton, il loro riffing grintoso dove la melodia e le contaminazioni sinfoniche sono completamente al servizio dell'atmosfera, potente ed evocativa come solo il sound di pochissime altre band sa essere, è oramai una garanzia. Gli svedesi, arrivati alla settima uscita, forgiano (termine calzante, visti il metallifero stile dei nostri e il loro amore per le tematiche belliche) un platter quantomai godibile, piacevole e leggero, che si discosta dalla moltitudine di altri album che avevano portato alla proclamazione del decesso del power come genere da parte di molti. E, se questo non sarà il capolavoro che segnerà l'avvento di una nuova epoca dell'oro, è almeno un bel segnale di ottima salute.
Dopo la brevissima intro Dominium Maris Baltici, si comincia subito fortissimo con l'opener The Lion From The North. Fin dall'inizio la band si gioca le sue carte migliori: melodie catchy che accompagnano un comparto ritmico serrato e sonorità pesanti, con passaggi evocativi ed un intermezzo da capogiro. Un riff quasi folk apre Gott Mit Uns, uno dei momenti migliori del platter per immediatezza e godibilità, con un refrain estremamente pregevole e divertente, mentre A Lifetime Of War spezza il ritmo e funge da leggera (si fa per dire) distrazione, anche se è un pò meno riuscita delle due precedenti gemme. Dopo un breve ritorno nel vivo dell'azione con 1 6 4 8, ecco che i Sabaton ci presentano il pezzo più lungo del lotto, The Carolean's Prayer, che non rischia di annoiare nemmeno per uno dei suoi 6 minuti, anzi presenta episodi cangianti e un meraviglioso climax strofa-ritornello davvero emozionante. La title-track fa un uso massiccio, forse eccessivo, di cori e innesti di tastiera che deviano il suono pericolosamente verso l'epic metal classico più stucchevole, anche se il ritornello, ancora una volta piacevole e coinvolgente, salva i nostri in corner. Killing Ground è spensierata e divertente, una potente cavalcata non eccessivamente notevole, ma comunque di buona fattura, mentre Poltava presenta episodi più riusciti ed ispirati che le danno quel “qualcosa in più” che ci voleva. E quando pensi che ormai la band abbia dato il meglio, arriva Long Live The King con la lenta e inesorabile intro che sfocia in pezzo dove Brodèn sfodera una prestazione eccezionale e uno dei refrain sicuramente più riusciti del platter. In fondo alla tracklist, chiude l'atipica orientaleggiante Ruina Imperii, che presenta interessanti distorsioni vocali e parti di tastiera intrecciate in maniera interessante con la sezione ritmica che trasforma il pezzo in una potente marcia.
In conclusione, uno delle migliori opere power che mi sia capitate tra le mani da molto tempo, prova che non sempre l'innovazione è ciò che serve per coniare lavori davvero degni di nota. Questo Carolus Rex è un epico salto in un mondo di battaglie e guerre, atmosfere evocative ed epiche degno di un adattamento cinematografico di un fantasy ma senza mai tradire la propria anima “dura e pura”, sostenuta da un sound granitico, una ritmica serrata e puntuale in tutto il platter, e un lavoro di produzione che rasenta la produzione. Un album curato in tutti i particolari, niente di nuovo sotto il sole, ma sicuramente un'ottima prova per iSabaton che supera tutti i loro lavori precedenti, cosa non da poco.
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Grazie Marz!! Anche per me vale lo stesso riguardo il tuo commento, e per il resto take it easy...c'è tempo per capire come funziona 'sta vita...e al diavolo la carta d'identità...
Rock on mate!!!!! |
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Grandioso Stefano! Quest'anno sono entrato nella nuova avventura degli "anta" e non ho ancora ben capito come funzionano, ma commenti come il tuo danno enormi gioie! Stay hard! |
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Grazie Sandro70, grazie The Reaper! Long live rock, mates!!!!
Intanto ho passato anche i 55...ma confermo ogni parola di quello che ho scritto a suo tempo!!!
Ah, solo per dire...a rileggermi il post ci sono tornato dopo aver ascoltato "The attack of the dead men" (da "The great war"), aver googolato "Fortezza di Osowiec" e aver per l'ennesima volta imparato un pezzo di storia da una canzone dei Sabaton...
Long live rock and long live Sabaton!!! |
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iL VOTO 82 è POCO. Trame corrusche inni di battaglia e ruggito di cannoni convivono qui. La civiltà occidentale è stata costruita con guerre e battaglie che piaccia o no. Magnifica l'esaltazione di Gustavo Adolfo Vasa che volle costruire una Svezia potente, aggressiva e tecnologicamente avanzata, una specie di Svizzera + Israele del 1600 (non potendo contare su una immensa popolazione). Se non fosse stato ucciso sul campo di battaglia di Lutzen forse la storia dell'Europa avrebbe potuto essere diversa! Per STEFANO: dal film l'Anno del Dragone" - "Il grand'uomo è colui che anche nella maturità conserva in sè il cuore di un fanciullo" Hail brother! |
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Stefano sono con te. La vecchia guardia non molla ! E naturalmente i Sabaton mi fanno impazzire. |
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Certe volte ti chiedi se è normale alla soglia dei 50 anni vivere ancora certe emozioni come un ventenne, e provi ad allineare il tuo intimo a quello che gli altri vedono in te: uomo di mezza età, marito e padre...brizzolato e appesantito... E poi ti piomba tra capo e collo questo disco e mandi a ca.ga.re. tutto e ti spieghi perchè potrai pure invecchiare fuori ma morirai sempre con un cuore da ragazzo! E vai avanti per la tua strada, magari continuando a non capire chi infanga questi capolavori o peggio sorride se ti becca a stringere i pugni e scuotere la testa spelacchiata per un riff grintoso o un ritornello orecchiabile e trascinante... Questo lavoro è oro puro dalla prima all'ultima nota: i Sabaton non solo ci sanno fare con la musica ma qui hanno raggiunto un apice qualitativo assoluto. E trovatemi qualcun altro che tramite ogni singola canzone sappia divulgare la storia attraverso il rock come fanno loro... Voto 100 e lode. |
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Ringrazio le Marquis che mi aveva segnalato questo prodotto sotto la rece degli Eclipse, il songwriting e' davvero ineccepibile. Quando ascolto song del calibro di 'the carolean...' la fantasia ricorrente e' quella di sempre:armatura, spada, entri in discoteca e tagli le mani al dj di turno. |
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Non saranno la mia band preferita,però li ascolto volentieri ed è doveroso riconoscergli una discografia coi controccazzi!In questo caso,un gran bel disco! |
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In Italia ci si dimentica troppo spesso di loro |
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In Italia ci si dimentica troppo spesso di loro |
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a seguito dei commenti su Silverthorn dei Kamelot (in cui waste of air mi ssuggeriva l'ultimo dei Vision Divine) e come suggerito da Raven nel primo articolo segli intoccabili (in cui citava i Sabaton) ho provveduto all'ascolto di entrambi gli album. Se i Vision Divine mi sanno terribilmente di già sentito e tra l'altro la voce di Lione non mi piace, questo Carolus Rex è stata una rivelazione. Ce l'ho da un mesetto e ogni giorno mi piace di più. Epicità, testi non banali, l'uso ad hoc dello svedese e del latino, le tastiere che riempiono il sound, canzoni con una bella variazione di tema musicale...era davvero tanto che non sentivo un album power/epic così intenso e ben suonato, vario, potente e di classe allo stesso tempo. A seguito di questo acquisto ho ascoltato vari pezzi estratti dagli album precedenti e i Sabaton mi hanno già conquistato, tanto che ho ordinato Primo Victoria e Coat of Arms che dovrebbero arrivare a breve. Nel loro sound aleggia la potenza dei migliori Manowar, l'epicità dei mid tempo dei Grave Digger, alcuni riffs che sanno di Hammerfall ( di quel poco di buono che hanno fatto) ed un utilizzo delle tastiere che spesso mi ricorda i Ten di Gary Hughes. Il tutto però viene ben amalgamato e riproposto in modo estremamente vario e personale, senza mai far pensare davvero a copie o plagi e restituendo un qualcosa che nel 2012/2013 non credevo possibile: suonare Power/Epic potente e di classe lasciando il segno e segnando la propria via per il futuro. Grande album e grande band davvero. |
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ok, non ammazzatemi per questo, ma secondo me questo è, per il momento , il miglior album di quest'anno; sicuramente il migliore della band, che in ogni caso vanta una discografia con i controcazzi. voto: 96 |
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Non li ho mai seguiti un granchè.....e forse ho sbagliato....dentro a questo disco c'è gusto, grandi arrangiamenti, una voce bella e non castrata, cultura, capacità tecniche ed un manipolo di canzoni veramente belle come Lions From The North, Gott Mit Uns, A Lifetime Of War, Poltava etc...... l'ennesima dimostrazione di come si lavora in Svezia e nel Nord Europa in generale...Voto decisamente alto |
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Sono gli unici veri eredi di Manowar e Maiden. Bròden miglior singer del power metal. Detto questo l'album è uno dei più belli, il voto secondo me dovrebbe essere leggermente più alto |
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Ho solo "The Art Of War" del quale un amico mi regalò il promo nell'anno d'uscita, per il resto pur apprezzandoli non mi hanno mai colpito almeno non tanto da condurmi all'acquisto. |
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Un buon album, ma per me inferiore agli altri e specialmente all´ottimo The art of war. Ottime le cavalcate ma troppe ben 5 mid tempo, poi le ultime due le trovo noiose e le tralascio sempre. |
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Je pense que il cambio di formazione non influenzerà molto il sound dei Sabaton. Gran parte del songwriting è di Brodèn e il timbro della sua voce è inconfondibile. Tra l'altro, lui è anche alle tastiere che hanno avuto una parte più predominante in questo Carolus Rex, rispetto agli album precedenti. Spero che rimangano su questi eccellenti livelli. Au revoir. |
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@Lizard: questo album è stato composto e registrato dalla vecchia formazione. |
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Insomma il cambio di formazione ha giovato alla band a quanto pare! |
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Condivido al 100% il commento di Le Marquis de Fremont anche per quanto riguarda i White Skull. Da gregari, con gl'ultimi 3 dischi, i Sabaton sono diventati leader del genere power epic metal. Grandissimi, voto 90. |
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Li avevo già citati su un mio commento all'ultimo album dei Manowar. Hanno sempre fatto dischi di ottimo livello ma questo li supera ampiamente. Un sound così corposo ed epico avrebbero dovuto farlo i Manowar, ma questi sono di molto superiori. You see? il genere ha ancora molto da dire e cito anche i White Skull di Under the Flag tra le uscite power metal da considerare. Grandi Sabaton, tutto di notevole livello, dalla musica ai testi relativi alla guerra dei 30 anni e alla massima espansione Svedese in Europa (Gott Mit Uns si riferisce alla battaglia di Breitenfeld (1631) dove Gustavo Adolfo II sconfisse il conte di Tilly e la Lega Cattolica). Long Live the King, il pezzo più emozionante dell'album, si riferisce invece al ritorno di Carlo XII in Svezia, dopu la sua morte durante l'assedio di Fredrikshald, nel 1718, in Norvegia. Un concept album impegnativo ma con grandi testi e sopratutto grandi canzoni. C'è anche una versione in Svedese, da testi più duri ma fortemente evocativi, sopratutto En Livstid I Krig (A Lifetime of War). Complimenti anche per la recensione. Au revoir. |
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8
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Il loro album migliore!!!!!! |
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Bello! Dei precedenti ho solo Art of War ma, questo è meglio. Nessun filler, anche i pezzi più lenti epici/evocativi sono ottimi. Penso vada a gusti preferire i più tirati. In generale la prima parte, fino alla title track, è la pù riuscita. Voto 85. Rispetto all'ultimo Manowar non ci sono paragoni. |
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6
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questo devo ancora sentirlo...ma per ora mi han cinvinto in tutte le loro prove e anche live mi son piaciuti da matti |
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@vichingo: hai ascoltato la cover di "Twilight of The Thunder God"? Anche per me 85, e il migliore della loro discografia. |
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4
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quoto il vichingo,anche per me questo è il migliore della discografia,non ha punti deboli tutto suona alla perfezione,continuo ad ascoltarlo e invece che annoiarmi mi esalto sempre di più,il 18 settembre non posso perdermi la tappa italiana all'alcatraz,non vedo l'ora! |
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3
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Bella recensione , un album ben suonato e ben cantato forse in alcuni punti un pò ripetitivo , per me un bel 75 /80 . |
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2
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Fa sempre piacere leggere ancora recensioni positive di album power metal, un genere da troppi considerato ormai morto |
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Da quasi tre settimane lo ascolto senza sosta. Canzoni ispirate, per quanto mi riguarda nessun filler e ottimo il lavoro dei chitarristi. Probabilmente il migliore dei Sabaton, 85/100. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Dominium Maris Baltici 2. The Lion From The North 3. Gott Mit Uns 4. A Lifetime Of War 5. 1 6 4 8 6. The Carolean's Prayer 7. Carolus Rex 8. Killing Ground 9. Poltava 10. Long Live The King 11. Ruina Imperii
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Line Up
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Joakim Brodèn (Voce, Tastiere) Chris Rorland (Chitarra) Thobbe Englund (Chitarra) Par Sundstorm (Basso) Robban Back (Batteria)
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RECENSIONI |
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