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27/04/25
THE LUMINEERS
UNIPOL FORUM, VIA GIUSEPPE DI VITTORIO 6 - ASSAGO (MI)
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( 2491 letture )
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Chi non conosce gli Arkona? Al giorno d'oggi la band è nota a livello globale, anche se non è ancora riuscita a guadagnarsi la fama che meriterebbe, visto che dal punto di vista della qualità può tranquillamente essere inserita tra i nomi più blasonati del folk. Dieci anni fa, però, gli Arkona erano decisamente sconosciuti al di fuori della madre patria. In Russia sono riusciti a farsi un nome in men che non si dica, ma il resto del mondo ha continuato ad ignorarli a lungo, perdendoli di vista nella miriade di band ad ispirazione pagana provenienti dall'Europa dell'est. D'altro canto, a guardare la copertina della prima edizione di Vozrozhdeniye si ha proprio l'impressione di trovarsi davanti ad una classica produzione slavnoic/pagan metal: moniker e titolo rigorosamente in cirillico, artwork scuro in toni di grigio, Kolovrat che campeggia in bella mostra. Immaginatevi di trovarvi tra le mani Vozrozhdeniye senza sapere chi siano gli Arkona. Sicuramente prima di premere play vi sareste aspettati un black metal grezzo ed evocativo, ricco di spunti folkloristici e di alternanze tra rallentamenti e sfuriate. E invece sareste rimasti stupiti nel trovare un metal folkloristico sì, ma non proprio così estremo. A differenza di molte folk/pagan band est-europee che, nate dal black metal, inseriscono influenze meno estreme solo con il passare del tempo, gli Arkona hanno intrapreso un percorso contrario, avvicinandosi sempre più al metal estremo con il passare del tempo. Ad un ascolto attento ci si accorge che Vozrozhdeniye è molto più vicino all'heavy ed all'epic rispetto al black. Lo scream di Masha è meno presente rispetto agli ultimi lavori, il canto pulito in stile folkloristico ha la meglio in parecchi brani e, ad l'esclusione di tre pezzi abbastanza ricchi di influenze black, in Vozrozhdeniye si possono trovare parecchi assoli e più cavalcate che blast-beat. D'altro canto, andando a guardare il curriculum musicale che i membri della band sfoggiavano all'epoca ci si trova sì del black metal, ma anche heavy metal, doom, thrash e power. In ogni caso, lo stile degli Arkona all'esordio è già unico e perfettamente riconoscibile. Fin dalla prima traccia Kolyada, tuttora uno dei cavalli di battaglia della band, si capisce quanto i moscoviti siano rimasti fedeli a loro stessi negli anni: in grado di crescere e di introdurre nuove influenze, sì, ma senza mai rinunciare al loro caratteristico stile. La performance di Masha è già eccezionale e non ha niente da invidiare a quella odierna. Probabilmente, però, aveva ancora bisogno di maturare fiducia nel suo scream, tanto che si fa accompagnare nelle tre traccie più estreme da un guest vocalist, Lesiar. La produzione, opera della stessa Masha, è caratterizzata da un effetto "eco" che, assieme alla quasi costante presenza di doppie voci, dona al disco un carattere solenne. All'epoca di Vozrozhdeniye gli Arkona, non avendo ancora introdotto strumenti folk veri e propri, facevano larghissimo uso di sintetizzatori, i quali però non risultano troppo plasticosi e non disturbano affatto l'ascolto. I difetti nel songwriting sono ben pochi, bisognerebbe cercarli apposta. I brani sono efficaci e gli strumenti tutti pienamente valorizzati: il basso udibile e partecipe, le chitarre potenti ed espressive, la batteria dinamica e mutevole. Vozrozhdeniye è un album ricco e completo, nel quale gli Arkona mostrano di saper giocare bene tutte le loro carte. Si passa quindi da estratti puramente folkloristici con cori di voci femminili e flauti, ad arcani frammenti ambient bisbigliati, a parti violente sovrastate da scream laceranti. I ritmi sono costantemente in mutamento tra tempi medi e sincopati, cavalcate, parti cadenzate e sfuriate in blastbeat. Le tastiere si fanno ora flauti, ora orchestrazioni a seconda se si voglia porre l'accento sulle melodie tradizionali o creare atmosfere pompose e solenni. I pezzi forti sono senza dubbio Kolyada, Maslenitsa e Rus', tutti ancora regolarmente presenti nelle scalette live della band. Kolyada è un brano molto ricco, ma allo stasso tempo immediato nell'ascolto. Maslenitsa, con il suo ritmo sincopato, è un altro dei cavalli di battaglia del combo moscovita ed unisce con grazia e forza le melodie folkloristiche russe agli stilemi del metal. Rus' è un altro dei brani più noti della band, immancabile nei live. Basato interamente su tematiche patriottiche, è lento e vibrante, cantato esclusivamente in pulito. Vozrozhdeniye mostra come gli Arkona, nonostante la poca notorietà di cui godevano al tempo, abbiano mosso i primi passi in grande stile, dimostrandosi da subito una band matura e dotata di grande talento. Vozrozhdeniye non è l'esordio di una band ricca di potenzialità da sviluppare, è l'esordio di una band che sa già come realizzarle. Immancabile nella discografia di ogni fan del folk metal.
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2
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Spettacolare esordio di questa grande band. Da riscoprire. |
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1
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78 è il voto giusto! Per me si sono migliorati nei 2 album successivi (poi il declino). Consiglio a tutti di ascoltare la versione demo di "Rus", per me è migliore |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Kolyada 2. Maslenitsa 3. K Domu Svaroga 4. Vozrozhdeniye 5. Chiornye Vorony 6. Rus' 7. Bratye Slavyane 8. Solntsevorot 9. Pod Mechami 10. Po Zverinym Tropam 11. Zalozhnyy 12. Zov Predkov
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Line Up
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Masha "Scream" Arkhipova (Voce, Tastiera) Sergei "Lazar" Atrashkevich (Chitarra) Ruslan "Kniaz" Rosomaherov (Basso) Vlad "Artist" Lyovushkin Sokolov (Batteria, Percussioni)
Musicisti Ospiti Alexey "Lesiar" Agafonov (voce nelle tracce 3, 5, 9)
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