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27/04/25
HEILUNG
TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI - MILANO
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Arthemis - Live from Hell
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( 2304 letture )
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Il traguardo dell’album dal vivo, magari registrato in un contesto degno di tale operazione, pur essendo meno sentito dal pubblico di oggi rispetto a quello di una volta, rimane sempre un capitolo importante nella storia di un gruppo, la cui realizzazione deve essere valutata in relazione all’effettiva possibilità di incidere un lavoro degno. Nel caso degli Arthemis questo giunge a coronamento di circa quindici anni di onorata carriera nel mondo dell’heavy-power ed a cavallo di un assestamento in formazione che ha portato all’inserimento di un nuovo bassista che già aveva incrociato la band lungo il suo cammino, ossia quel Giorgio Terenziani che gli addetti ai lavori conoscono benissimo. Registrato in terra d’Albione, dove la band può contare su uno stuolo di ammiratori molto affezionati e numericamente notevole, ed in una situazione importante come l’Hard Rock Hell VII, nel quale agivano da supporto agli Airbourne e per motivi che vanno anche oltre il trasporto che un pubblico ben disposto verso il gruppo può garantire, il disco offre una buona panoramica sulla musica dei veronesi e sulla loro capacità di trasmettere una notevole energia dal palco. La possibilità di poter lavorare sul main stage e dopo un adeguato soundcheck col proprio tecnico di fiducia ha infatti consentito loro di ottenere una qualità di incisione superiore alla media dei prodotti italiani di settore, senza però perdere quel feeling leggermente sporco che deve comunicare il fatto che si sta ascoltando un prodotto live non molto aggiustato in post-produzione, come avrebbe potuto essere un DVD.
La scaletta di Live from Hell presenta, come è ovvio che sia, una selezione dei brani migliori e/o più adatti ad essere eseguiti dal vivo, tratti essenzialmente dalla più recente produzione targata Arthemis, cioè quella più diretta ed aggressiva e meno legata al power più melodico degli esordi. Questa si presenta piuttosto monolitica dal punto di vista qualitativo ed evidenzia intanto la convinzione e l’entusiasmo del gruppo per l’operazione in corso, comunicata a gran voce ad un pubblico spesso invitato a dare il suo contributo di entusiasmo alla registrazione, mentre dal punto di vista tecnico i quattro si mostrano in gran forma, con Andrea Martongelli impegnato a macinare riff ed assoli sempre gradevolmente graffianti ed il cantante Fabio D. che fornisce una prestazione aggressiva, aizzando la folla negli intervalli tra una canzone e l’altra, anche con la comunicazione della registrazione in atto. A spiccare maggiormente sono i pezzi più trascinanti, come Scars on Scars, We Fight, Empire ed il conclusivo Vortex (buonissima in quest’ultimo la coesione tra basso e chitarra), i quali costituiscono la spina dorsale di un album palesemente concepito come disco dal vivo in un certo senso d’altri tempi, con una forte evidenziazione dei dialoghi con gli astanti, degli effetti da questi provenienti e poco lavorato in studio a dispetto di una evidente professionalità nel condurre l’operazione. Anche la sua contenuta durata, con una scaletta di otto pezzi, contribuisce a mantenere il disco sempre “fresco” alle orecchie di chi ascolta.
Detto dei punti di forza di Live from Hell, rimangono da aggiungere i punti deboli, riassumibili essenzialmente in due fattori di ben diversa importanza se paragonati tra loro. Il primo riguarda la qualità generale delle canzoni, sempre buona, ma mai eccelsa a prescindere dalla grande tecnica esecutiva evidenziata anche dal bassista e dal batterista Kekko, che qui viene comunque esaltata dalla dimensione live. Il secondo è puramente di contorno, con un eccessivo ricorso all’uso del termine fuckin’ durante i dialoghi con pubblico che risulta a volte gratuito e ridondante, ma questo è un semplice dettaglio da inquadrare nella situazione contingente in cui è avvenuta la registrazione e nell’ottica “cazzona” dei dialoghi stessi. Se avete apprezzato il lavoro fin qui svolto in carriera dagli Arthemis, la loro prestazione all’Hard Rock Hell VII farà ulteriormente salire la vostra stima nei loro confronti, perché Live from Hell è un prodotto solido e coinvolgente che ben figura nell’ambito in cui si inserisce, pur non potendo contare su composizioni particolarmente originali. Tuttavia, se l’heavy/power è il vostro pane quotidiano, l’atmosfera di un concerto dal vivo degli Arthemis può darvi delle soddisfazioni, magari ascoltato in macchina e con la giusta compagnia, meglio ancora se andando a vedere un festival metal.
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10
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Per capire se e quanto un album è vicino alla perfezione, questo deve essere storicizzato, ne riparliamo quindi tra qualche anno. Ripeto comunque che 72 è un voto alto, non certo basso, ed il disco se non si fosse capito mi è piaciuto. |
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9
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@Raven vabbe' su dai,se non rasenta la perfezione questo album dal vivo,curato nei minimi particolarri,che valorizza la musica e la la strumentisca stupendamente,persino la voce di Fabio ne esve piu'convincente del solito,mi domando cos'alyro dovrebbero fare questi ragazzi,hanno sgobbato sul seri stavolta.E dai Raven,il tuo voto qui,e' un po troppo tirato,riconoscilo su,hanno fatto un lavoro eccellente.Ottima recensione,ma suvvia,diamo piu' fiducia a questi ragazzi,gliela riconoscono ,all'esteroo, qui ,no!?.Senza polemicaRaven ripensaci  |
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8
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Per la cronaca, un disco da 80 in su rasenta la perfezione. In questa ottica 72 è in voto elevato. |
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7
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L'ho riascoltato per l'ennesima volta,e mi correggo sul voto,confermo la bravura dei musicisti,la cura tecnica audio-sonora e' ccellente,curata ccertosinamente,nei minimimparticolari,con strumentazione di sicurodi ottima qualita,valorizza senz'altro questo live album',e il miglioramento vocale di Fabio Dessi,si sente eccome,se si migliora ancora un po su disco,Fabio diventera'un cantante fantastico,ma deve impegnarsi con tutte le sue forze,perche' ha delle potenzialita'enormi,la grinta e il carattere e la decisione prorompentente,dovrebbe usarle anche in studio,per i prossimi album a venire,alzo il voto e mi assesto tra 83-85. Veramente ben fatto.Se hanno successo in Germania al Wacken,per loro sara' la consacrazione definitiva,spero di rivederli in Italia.A loro auguro il meglio possibile. |
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6
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solo 72? Io gli Arthemis li conosco bene da pochi anni e quest'ultima formazione non l'ho ancora vista live. Ho ascoltato 3 volte questo live e sono rimasto piacevolmente sorpreso da tutti: Andy è una macchina da guerra, Giorgio è un bassista eccezionale; Kekko è una piacevole sorpresa! è un tritasassi. Fabione invece si conferma un cantante coi controcazzi! meglio dal vivo che su disco, dove può sfoggiare tutta la sua tecnica e il suo carisma di animale da palco. per me questo live è almeno da 85. |
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5
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Andrea Martongelli,e' uno dei migliori chitarristi italiani,nonche' ottimo insegnante nell'istituto dove e' profrssore,non a caso si e' esibito al prestigioso Wissky a Go-Go(Nam Metal Jam)cosi' anche Terenzioni un mostro di bravura al basso anche lui insegnante,e devo dire il batterista anche e' fenomenale,precisione,armonia e potenza sprigiona alle pelli,davvero bravo,tutti ottimi musicisti,devo dire avendoli visti una volta mi hanno imprssionato,solo la voce di Fabio Dessi srcondo me ha ancora margini di miglioramento,con piu' tecnica ed esperienza son sicuro che trovera' il timbro registro ottimale per il sound di questa band.Hanno suonato in Inghilterra con buona critica sttaniera,ora gli auguro tanta fortuna per Il Waken,se la meritano,per il resto concordo con Raven anche sul voto.72 |
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4
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Può darsi, io cito solo la filosofia che c'è dietro al progetto, in base alle loro dichiarazioni. |
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3
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Io con Andrea nonché con gli altri ci ho suonato assieme e conosco benissimo il loro valore, resta il fatto che un disco live non suonerà mai in questo modo, che un batterista per quanto fenomenale non ha dall'inizio alla fine del concerto questa precisione di colpi di cassa senza mai un cedimento, trigger o non trigger...ripeto, è solo una considerazione personale, a loro auguro assolutamente tutto il meglio perché sono dei gran personaggi e ottimi musicisti!!! |
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2
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Non ero in studio con loro e non posso saperlo, quindi posso solo valutare il risultato finale. Posso dirti di aver conosciuto Andrea Martongelli e di averlo visto suonare in un contesto diverso dal concerto e a distanza di due metri. Quello che è se disco lo fa con naturalezza anche dal vivo. In generale qualche aggiustamento ci sarà, la l'idea era quella di fare un cd e non un dvd proprio per non lavorare molto in post-produzione. |
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1
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Qualche eccessiva ritoccatina in studio?...per quanto ottimi musicisti credo che di live qui ci sia pochino. Solo un mio parere ovviamente. |
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INFORMAZIONI |
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Tracklist
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1. Scars on Scars 2. Still Awake 3. We Fight 4. Home 5. Electri-Fire 6. Empire 7. 7Days 8. Vortex
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Line Up
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Fabio D. (Voce) Andy (Chitarra) JT (Basso) Kekko (Batteria)
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